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CALCIO, POLITICA ED ETICA PUBBLICA

Calcio nella bufera. Ennesimo scandalo, partite truccate, giri di scommesse, combine tra squadre, giocatori venduti, soldi, investitori internazionali, nomi in codice, schede telefoniche ‘sicure’. Cosa c’entra il calcio con la politica mi direte? Perché non occuparsi di cose più serie? La risposta è semplice. A parte che il calcio non è solo uno sport, ma è un fenomeno culturale e sociale di rilevanza mondiale, che i calciatori sono per milioni di persone, soprattutto giovani e giovanissimi, dei modelli di vita, c’è una questione di fondo: il degenerare dell’etica pubblica nelle diverse sfere della società italiana. In Italia il concetto di etica pubblica è stato massacrato da vent’anni di berlusconismo. Scusatemi se torno a bomba sull’ex premier che tutti vorremmo relegare nel dimenticatoio, ma, come dissi anni fa,‘il problema non è Berlusconi, ma il ‘berlusconismo’. Che è ancora al potere, purtroppo. Il calcioscommesse è una questione politica. Non si può ignorare la gravità di quanto accade nella società italiana, che da anni, ormai, emana spifferi di marciume che si diffondono e inquinano ciò che toccano. Non possiamo permettere che lo sport, che dovrebbe essere veicolo di valori, di benessere, di messaggi positivi, diventi una cloaca. Senza demagogia e senza fondamentalismi lavoreremo per riformare il sistema del calcio e restituirlo ai suoi valori più profondi. Lo meritano soprattutto gli italiani, che seguono il campionato e le diverse competizioni con grande interesse. La politica ha il dovere di intervenire in un campo che incide enormemente sulla cultura dell’Italia e sui modi di vivere dei cittadini.

VOLI DI STATO A SCOPO DI SVAGO. E IO PAGO!

La Russa - CalderoliLa Russa - CalderoliIl governo scialacqua e i cittadini pagano. In quale paese civile, mi domando, un ministro usa un aereo dell’arma dei carabinieri per andare e tornare da Roma a Milano nel giro di poche ore, giusto il tempo di assistere alla partita della squadra del suo cuore? Ed ancora, in quale paese democratico un ministro usa un volo dell’aeronautica militare per andare e tornare da Roma a Cuneo, sempre nel giro di poche ore, questa volta per salutare, sembrerebbe, la donna del suo cuore? Pare proprio che succeda nel nostro, di paese. E i ministri sono quello della difesa, Ignazio La Russa e quello dell’attuazione del programma, Roberto Calderoli. Questa nostra Italia, non bastassero gli scandali cui deve assistere per tutto quanto di vergognoso sta accadendo in un parlamento ancora incredulo ed ancora in parte speranzoso di poter evitare il peggio, deve assistere anche, mentre molte delle famiglie non arrivano alla fine del mese, mentre ancora si aspetta quella riduzione delle tasse che questo governo promette sin dai tempi della campagna elettorale che si è conclusa con il suo successo, deve assistere, ebbene sì, allo sfoggio di bella vita che i ministri della Repubblica fanno a spese dei contribuenti. Questo è davvero troppo e stenteremmo a credere sia vero se, in entrambi i casi, non fossero arrivate, puntuali, le conferme da parte dei diretti interessati o dei rispettivi entourage. Già, perché, non potendo negare l’evidenza, tentano di arrampicarsi su specchi per loro sempre più scivolosi, adducendo scuse che fanno acqua da tutte le parti. Dicano pure ciò che vogliono, questi signori ministri. Resta il fatto che è venuta fuori questa parte vergognosa del loro approfittare del ruolo pubblico per scopi puramente personali, sottraendo alle casse di uno Stato in affanno economico, fior fior di quattrini. Tutto ciò ora è dinnanzi agli occhi dei cittadini e i signori ministri saranno costretti a dare spiegazione del proprio comportamento, per rispondere a due diverse interrogazioni, una delle quali presentata dal gruppo Italia dei Valori. Certo, è ovvio, da entrambe le parti arriveranno giustificazioni di vario tipo, perché ciò che era inaudito da parte di alcuni membri del governo Prodi, e che per noi tale rimane, per i colleghi del centrodestra, quando parte da loro, diventa in qualche modo giustificabile. Ma in un paese civile e democratico, in un paese con un governo responsabile, ciò non avviene, non può avvenire, per alcuna ragione, soprattutto in un momento di grave crisi economica come quello attuale. La verità è che l’Italia, purtroppo, in mano a questi signori, si sta allontanando sempre più da quel paese civile, democratico, serio e basato su saldi principi legislativi e morali di cui è sempre andato fiero. Noi speriamo di poter riconsegnare al più presto al Paese la sua piena dignità e le caratteristiche che gli appartengono per natura storica. Ciò sarà possibile solo mandando a casa questo governo che non si regge più in piedi.