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IL NORD NON BEVE PIU’ DALLE AMPOLLE DI PONTIDA

Raduno PontidaRaduno PontidaLa base leghista scalpita su Radio Padania dove va in onda la protesta. Gli imprenditori padani pure. La faccenda dei ministeri al nord si è rivelata un boomerang per il Carroccio. E’ come se l’ennesima sparata della Lega avesse toccato il nervo scoperto dei seguaci del Senatur. E’ un coro di no, di basta, di vade retro, vogliamo fatti, non propaganda. Forse, per la prima volta, a Pontida, anche il vento è cambiato. Gli imprenditori padani, piccoli e grandi imprenditori del profondo Nord, lo dicono forte e chiaro: “i problemi sono altri, non è la dislocazione geografica dei ministeri, ma quello di risolvere il problema di un paese fermo”. Sacrosante parole. Invece di risolvere il nodo epocale della pubblica amministrazione, ovvero ridurre gli sprechi e aumentarne l’efficienza, la Lega lancia l’ennesima chimera con l’obiettivo non dichiarato ma palese di fare qualcosa in vista del probabile voto tra un anno. Una volta, i palazzi del potere di Roma volevano ridurli, ora li vogliono per sé, nel disperato tentativo di accaparrarsi qualcosa da rivendere al popolo verde che stavolta verde è si ma di rabbia. Ma ahimè, l’incanto è finito. La festa è finita: il Nord non beve più l’acqua dalle ampolle sacre di Pontida. E’ di altro che il paese ha bisogno, specie al Nord che ormai ha capito il messaggio tutta propaganda e balle del Carroccio: liberalizzazioni, vere e non svendite di fatto, di infrastrutture e di quella riforma fiscale tanto predicata e mai messa in campo, questo è quello che non solo il Nord ma che tutto il paese chiede perché ne ha un bisogno disperato. Spira un vento nuovo, anche al Nord: è il segnale che cambiare si può.