Taggati con: padania

LA PADANIA SI RIBELLA. COME FECE PAPEROPOLI

Tag: Bossi , imu , padania

Garibaldi disse "Obbedisco!". Sarà anche per questo che Bossi invita i cittadini del Nord alla disobbedienza civile, a non pagare l’Imu. Ma attenzione, non sarà una decisione presa a cuor leggero, frutto delle elucubrazioni di politici saggi e illuminati come Bossi, Calderoli, Castelli, Maroni, Borghezio. No, sarà molto di più, sarà un atto parlamentare.

Del parlamento Padano naturalmente. Lo annuncia la prima pagina della Padania di oggi. Grandioso, una rivolta ratificata da un parlamento. Un caso più unico che raro, anche se non mancano precedenti storici. Vorrei ricordarne qualcuno: nel 2000, il comune di Paperopoli rifiutò di riscuotere e versare alla regione Calisota l’imposta sui depositi di denaro. Qualcuno disse che dietro quel rifiuto ci fosse nientemeno che Paperon Dé Paperoni, ma si tratta solo di dicerie messe in giro dalla stampa ladrona, comunista, fascista e antifederalista. Come dimenticare, poi, la rivolta del villaggio dei Puffi contro l’asfissia statalista del tiranno Gargamella, che, tra l’altro, dicono alcuni deputati leghisti che conosco, assomiglia molto al ministro della coesione territoriale Fabrizio Barca? C’è anche un precedente storico, quello di Asterix e Obelix, che, veri galli-celti-padani-protoleghisti, combatterono Roma Ladrona. Secondo gli storici padani, il loro limite fu che non riuscirono mai a farsi eleggere in parlamento e quindi non ottennero il potere necessario per affrancarsi davvero dall’oppressione.

Come dimostrano questi esempi, la Padania esiste, ha solide radici storiche, politiche, culturali. Ce lo spiega con parole chiare il deputato Buonanno: "La Padania? Certo che esiste, altrimenti non esisterebbe il Grana Padano. Perché il grana padano si chiama così e perché esiste il Gazzettino Padano? Se c'e' questa terminologia significa che la Padania esiste se la Rai che e' romanocentrica ha dato questo nome a una trasmissione significa qualcosa o no?. Senza la Padania l'Italia sarebbe già in Africa e poi non c'e' dubbio che la Padania ha un suo ceppo etnico che ha portato grande benessere a tutti. C’è anche un’identità gastronomica: ma lo vogliamo dire che in Padania si mangia bene? Al Sud si dimenticano di tutto il resto. Mangiano e basta". Più chiaro di così…

PADANIA? PAPEROPOLI E TERRA DI MEZZO

A consultazioni in corso, nel mezzo della più pesante crisi economica che abbia mai investito l’Italia e l’Europa, la Lega annuncia la riapertura del parlamento padano. Come se Monti facesse le consultazioni a Gotham City.

Il Carroccio, dopo essere stato al governo con Berlusconi ed aver contribuito a sfasciare l’economia e le istituzioni italiane, avvia la campagna elettorale con una pagliacciata provocatoria. Ecco perché l’Italia rischia di affondare.

Perché un partito che ha governato sino a ieri, appena lasciate le poltrone ministeriali, torna alla più pericolosa demagogia. Ma Bossi e i suoi hanno sbagliato momento. Non è tempo di buffonate e per questo non perderemo troppo tempo a commentare le sciocchezze dei leghisti. Li invitiamo, però, a non incendiare gli animi in un momento così delicato per tutta l’Italia. Si chiudano pure nei loro covi a fantasticare sulla Padania, su Paperopoli o la Terra di Mezzo, ma non esagerino, perché gli italiani sono stanchi di essere presi in giro da una banda di cialtroni. Fra l’altro se la Padania esistesse davvero e fosse governata da Bossi e compagnia, andrebbe in default in pochi giorni.

BOSSI, LA POLITICA DEL DITO MEDIO

"La Padania è la soluzione di fronte alla crisi economica". La sentenza, più simile ad una farneticazione che ad un'opinione politica, arriva da Umberto Bossi, un Bossi sempre più decadente e deludente che adesso sembra voler coprire con idee deliranti il fallimento del federalismo. E così, per quanto ci conceda la magra consolazione di lasciar da parte le aggressioni verbali e i gesti inopportuni, comunque il Senatur va ad aggiungere danno alle già poche convincenti affermazioni maroniane che rivendicano i successi ottenuti contro criminalità e mafia, sempre per coprire il fallimento, oggettivo, della principale battaglia del partito del Carroccio.
Al di là, comunque, di quali siano i motivi che lo hanno spinto, il fatto che Umberto Bossi, ministro della Repubblica e segretario di uno dei due partiti di governo, in un momento così drammatico e delicato per le sorti del Paese,  giunga a dire che l’Italia è finita e invochi la secessione della Padania, è un atto di eversione e un attentato all’unità nazionale. Sono parole inaccettabili, di gravità inaudita se provenienti da un ministro della Repubblica, che dovrebbe dare l'esempio in fatto di sobrietà istituzionale e correttezza politica.
A questo punto delle due l’una: o Bossi è così malato da non essere più consapevole di ciò che dice, e allora qualcuno dovrebbe assumersi la responsabilità di toglierlo da dove sta, oppure è il reale pensiero di un leader politico ed in questo caso dovrebbe muoversi la magistratura penale. Un solo fatto è certo: questo governo non si regge più in piedi e Bossi dovrebbe dimettersi immediatamente.

LEGA LAVORA PER AFFOSSARE L'ITALIA

Ogni tanto Berlusconi si sente anche un po' Cavour e si prende la briga persino di rispondere a Bossi sull'Unità d'Italia. E afferma perentorio: l'Italia c'è e ci sarà sempre. Parole al vento, come al solito. Neanche gli alleati lo stanno più sentire.  Oggi il giornale "La Padania", organo di stampa ufficiale del Carroccio, rilancia la questione, dal titolo: "Italia, una 'famiglia' da cui bisogna uscire". Da tempo la pernacchia, il dito medio alzato appartengono, grazie alla Lega, allo squallore di questa fase politica, al degrado culturale del Paese, ma l'editoriale della Padania sulla divisione dell'Italia va addirittura oltre, è ancora più grave. I leghisti stanno nelle stanze dei bottoni ormai da anni, decidono più di qualsiasi altra forza politica i destini del Paese (coi risultati che sono sotto gli occhi di tutti) e continuano a recitare la parte dei secessionisti. Sono attaccati alle poltrone come delle cozze allo scoglio, ma ogni tanto minacciano ferro e fuoco. E' inaccettabile che una forza che esercita la golden share sul governo lavori per affossare l'italia proprio mentre il nostro Paese attraversa una fase drammatica, con pesanti costi economici e sociali. Non si capisce se questa assurda polemica sulla secessione sia solo l'ennesima pagliacciata estiva della Lega o un vero e proprio attentato alla Costituzione. Il legittimo sospetto che vogliano approfittare della crisi per affossare l'Italia c'è ed è un dubbio ancora non chiarito. Bossi deve dire chiaramente se condivide l'editoriale della Padania, se quella è la posizione della Lega. Se così fosse sarebbe inconciliabile con la presenza al governo. Non si può far finta di niente e far passare questa posizione come una buffonata. "Tanto i leghisti son pagliacci folcloristici e abbaiano solo" si dice. No, non va bene. Chi governa ha delle responsabilità importanti e deve rispettare i cittadini. Le parole dei politici hanno un peso ed un significato, soprattutto quando il Paese è nell'occhio del ciclone e nel mirino degli speculatori internazionali. La Lega ha il dovere di fugare tutti i dubbi sulla sua lealtà alla Costituzione ed ai cittadini italiani. E lo deve fare subito.

IL NORD NON BEVE PIU’ DALLE AMPOLLE DI PONTIDA

Raduno PontidaRaduno PontidaLa base leghista scalpita su Radio Padania dove va in onda la protesta. Gli imprenditori padani pure. La faccenda dei ministeri al nord si è rivelata un boomerang per il Carroccio. E’ come se l’ennesima sparata della Lega avesse toccato il nervo scoperto dei seguaci del Senatur. E’ un coro di no, di basta, di vade retro, vogliamo fatti, non propaganda. Forse, per la prima volta, a Pontida, anche il vento è cambiato. Gli imprenditori padani, piccoli e grandi imprenditori del profondo Nord, lo dicono forte e chiaro: “i problemi sono altri, non è la dislocazione geografica dei ministeri, ma quello di risolvere il problema di un paese fermo”. Sacrosante parole. Invece di risolvere il nodo epocale della pubblica amministrazione, ovvero ridurre gli sprechi e aumentarne l’efficienza, la Lega lancia l’ennesima chimera con l’obiettivo non dichiarato ma palese di fare qualcosa in vista del probabile voto tra un anno. Una volta, i palazzi del potere di Roma volevano ridurli, ora li vogliono per sé, nel disperato tentativo di accaparrarsi qualcosa da rivendere al popolo verde che stavolta verde è si ma di rabbia. Ma ahimè, l’incanto è finito. La festa è finita: il Nord non beve più l’acqua dalle ampolle sacre di Pontida. E’ di altro che il paese ha bisogno, specie al Nord che ormai ha capito il messaggio tutta propaganda e balle del Carroccio: liberalizzazioni, vere e non svendite di fatto, di infrastrutture e di quella riforma fiscale tanto predicata e mai messa in campo, questo è quello che non solo il Nord ma che tutto il paese chiede perché ne ha un bisogno disperato. Spira un vento nuovo, anche al Nord: è il segnale che cambiare si può.