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LO STRUZZO CHE SI NASCONDE A PALAZZO CHIGI

Ieri 200 pastori sardi sono sbarcati al porto di Civitavecchia. Volevano raggiungere Roma e il ministero delle Politiche agricole per chiedere aiuto al governo che non risponde da tempo alle loro istanze. La pastorizia vive da tempo una situazione difficile che rischia di far scomparire per sempre un settore che occupa migliaia di lavoratori. Insieme ai pastori, le loro famiglie, mogli e bambini a dimostrazione dell'assoluta intenzione pacifica della manifestazione. I pacifici manifestanti, con prole al seguito, non sono riusciti a raggiungere Roma nè con il treno, nè con i pulmann. Sono stati fermati dalle forze dell'ordine, i bus sono stati sequestrati e chi ha provato ad usare il treno è stato fermato dalle forze dell'ordine. Ancora una volta questo governo, di fronte ad un legittimo e pacifico dissenso, sa dare l'unica risposta che conosce, una risposta di ordine pubblico. Fermato, respinto, soffocato sul nascere il pacifico dissenso democratico. Nessuna apertura al dialogo, al confronto per giungere a soluzioni condivise. Questa è la cifra governativa di Berlusconi. Negli ultimi due anni e mezzo, a scendere in piazza non sono stati solo gli studenti. Si sono messi in moto persino le forze dell'ordine, i magistrati, gli avvocati, addirittura gli imprenditori edili che, per la prima volta nella storia, sono scesi in piazza accanto ai loro operai, simbolo evidente di un malcontento generalizzato che riguarda tanto la realtà operaia quanto quella imprenditoriale. Le risposte del governo sono state due: bloccare la protesta sul nascere e adottare la filosofia dello struzzo, nascondendo la testa nelle stanze auree dei ministeri e di palazzo Chigi. Meglio rinchiudersi ad occuparsi magari di legittimo impedimento, in una sorta di arroccamento fortemente simbolico, che aprire tavoli di confronto con i tanti settori in crisi, comme un governo responsabile avrebbe dovuto fare. Complice una copiosa informazione di giornalisti azzerbinati al potere. Ma nel caso della protesta dei pastori sardi si coglie un'evidente discriminazione etno-geografica da parte di un governo a forte trazione leghista. A quelle poche centinaia di allevatori del Nord, superpoliticizzati, o meglio, superleghistizzati, che per anni hanno bloccato strade arrivando a spargere letame, questo governo ha servito su di un piatto d'argento i benefici voluti dalla lega e dall'ex ministro Zaia, con l'accollo da parte dello Stato delle multe per la violazione delle quote latte. Questo è il governo dell'ingiustizia, del corporativismo, che lavora a compartimenti stagni e che protegge anche chi infrange la legge basta che sia "politicamente" tutelato. A tutti gli altri, a chi dissente pacificamente e democraticamente, a chi non ci sta, vale solo la regola dell'ordine pubblico e dello struzzo.