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TRE DOMANDE A GIULIO TREMONTI

 Dunque, la procura di Roma ha aperto un fascicolo processuale sul presunto spionaggio del quale sarebbe stato vittima il ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Il fascicolo ha preso spunto dalle dichiarazioni del ministro che, nei giorni scorsi, aveva detto di aver abbandonato la caserma perché si sentiva “spiato, controllato, pedinato”, gettando non poco discredito su un intero corpo fiore all’occhiello di questo paese, fatto, per la maggior parte, di uomini e donne che per pochi euro al mese combattono una piaga enorme come quella dell’evasione fiscale. Un caso evidente di annaspamento quello del ministro Tremonti.  Che la Guardia di Finanza sia oggetto di politicizzazione lo abbiamo visto bene in questa legislatura ma ne avevamo avuto assaggio anche nella precedente. Questa situazione grave deriva da dal sistema di nomina del vertice delle Fiamme Gialle e si e' indubbiamente accentuato a  dismisura da quando la scelta del comandante generale della Guardia di Finanza, può avvenire all'interno del Corpo e non più, come era in passato, solo scegliendo all'esterno. E' chiaro che questa innovazione ha acceso la competizione  interna e ha messo in moto una serie di partite politiche che  riguardano uno degli snodi delle istituzioni del Paese. La nomina di  un comandante generale esterno, ha accentuato il tasso di invadenza  della politica. Detto questo, però, è sempre più evidente che la vicenda Tremonti, ogni giorno di più, anzichè chiarirsi, si fa più opaca. Il ministro sembra essere caduto nelle sabbie mobili: più si muove più affonda, più dice sulla sua vicenda e maggiori sono i dubbi e le complicazioni che emergono.Perché Tremonti ha delegato i rapporti con la Guardia di Finanza a un personaggio equivoco e discutibile come Milanese? Perché non spiega, documenti e estratti conto alla mano, come pagava la casa di  Roma? Chi e perché lo pedinava? Noi dell'Italia dei Valori riteniamo che un ministro che si appresta a chiedere nuovi sacrifici e ulteriori  rinunce agli italiani, dovrebbe avere la morale specchiata. Non e' il  caso di Tremonti diventato ormai una fonte di equivoci e imbarazzi e che, per questa ragione, farebbe meglio a  dimettersi.