Taggati con: Milanese

OGM LEGA, GENETICAMENTE MODIFICATO

Riva degli Schiavoni, una festa della Lega. Solo qualche giorno fa. Maroni parla dal palco. Lancia un paio di ammonimenti al sistema romano e a chi si fa pagare l’affitto di casa da altri. Roma, Aula di Montecitorio. Solo ieri. Voto su Milanese. La Lega salva l’ex collaboratore di Tremonti dalla galera. Sistema romano? Farsi pagare l’affitto da altri? Bastano questi due iconoclastici momenti per capire quello che sta accadendo. Una colossale presa per i fondelli degli elettori della Lega, intortati sul prato verde, traditi a Roma. Girava ieri voce in Transatlantico che il ministro dell’Interno avrebbe accettato di salvare Milanese in cambio del via libera di Bossi a lavorare per un governo Alfano-Maroni da lanciare tra novembre e dicembre. La Lega, a furia di beccare nel pollaio, ha imparato i trucchi e i segreti del mestiere. Non canta più, non grida più il suo sdegno – quello continua a farlo solo per i quattro leghisti che ancora frequentano i prati della secessione – ma canta gli stornelli romani, fa patti della pajata, mangia e ingrassa con la coda alla vaccinara, pur di rimanere in sella ed accrescere il suo potere. Fratelli coltelli, nella Lega e nella maggioranza. A questo punto, se l’opposizione c’è dovrebbe battere un colpo. Invece di pensare a scenari di larghe intese – con chi? Con chi non manda in galera un parlamentare accusato di corruzione? Con una maggioranza senza un briciolo di dignità, sempre più asservita? – punti la barra diritta verso elezioni. L’ho detto ieri, lo ribadisco oggi a bocce più ferme: l’opposizione la smetta con i suoi tatticismi esasperanti, serri le fila per gettare le basi di una vera coalizione e punti diritta a vincere le elezioni. Credo, anzi, sono convinto, che questa volta la risposta del Paese, anche del Nord, sarebbe completamente diversa.

OPPOSIZIONE: BARRA DRITTA VERSO ELEZIONI

Come ormai saprete tutti un Parlamento senza più dignità e decenza, ha respinto la richiesta di arresto di Milanese. E’ inutile che vi dica cosa ne penso. Credo che il senso di impotenza e di sdegno in questo momento ci accomuni tutti. Ma vorrei fare un ragionamento: anche in questi giorni, in una sorta di informali consultazioni tenute dal presidente Napolitano, mi risulta che tutti i partiti di opposizione abbiano dato indicazioni negative rispetto ad un percorso di immediate elezioni, preferendo piuttosto la via di un governo di larghe intese per mettere in sicurezza il Paese. Nulla da dire sulle buone intenzioni e la buona fede di chi propone ciò ma una domanda sorge spontanea: da una lato, se pensano di fare un accordo con il Pdl, mi domando come credono di mettere in sicurezza il Paese? Come un simile maggioranza sorda, cieca e asservita ad una logica mercantile possa trovare in sé le giuste risorse etiche per mettere in sicurezza il Paese? Dall’altro, se invece pensano di fare un governo delle opposizioni con un po’ di fronda interna, dove pensano di trovarli questi fantomatici malpancisti, visto che neanche oggi, protetti dal voto segreto, hanno avuto il coraggio di esprimere un minimo afflato di libertà e coscienza? Mi piacerebbe davvero tanto, ma sto mettendo di sperare, che l’opposizione smettesse con i tatticismi, serrasse le fila ed i tempi per la costruzione della coalizione e puntasse diritta a vincere le elezioni.

SU MILANESE CALA LA TELA DEL GOVERNO

Oggi il Parlamento si pronuncerà sull’arresto del deputato Milanese, ex braccio destro del ministro dell’Economia Tremonti. Noi non nutriamo alcun dubbio. Le accuse, le carte, le intercettazioni che abbiamo letto, studiato e sulle quali abbiamo riflettuto a lungo parlano chiaro: il voto a favore della richiesta dei magistrati è un voto giusto. Abbiamo chiesto ed ottenuto che si votasse con un voto segreto, non perché ci piacesse. Siamo sempre stati per il voto palese e libero ma era chiaro che il centrodestra avrebbe fatto ogni sorta di giochino “politico” per blindare la maggioranza. Il voto segreto era la scelta obbligata per stanarli e ci siamo riusciti. Ieri, Bossi ha detto che la Lega voterà contro l’arresto di Milanese. E’ deprimente assistere alla deriva politica del Carroccio che svende i suoi valori e la sua anima al diavolo, pur di rimanere alla tolda di comando di una nave sempre più alla deriva. Qualche tempo fa, il leader del Carroccio disse: “Quando il popolo si muove travolge tutto”. Ebbene, io penso che il popolo, quel popolo sovrano che Reguzzoni dice di essere al di sopra del presidente della Repubblica, travolgerà anche la Lega e questa maggioranza che sta facendo solo male al Paese. Dunque, tra qualche minuto inizierà lo spettacolo più deprimente che questo Parlamento abbia offerto negli ultimi mesi. Il finale appare scontato, salvo sorprese difficili da avverarsi ma su questa vicenda cala la tela del governo. Vogliono giocare? Lo facciano pure, quel che è certo è che se dovesse vincere questa cordata il presidente Berlusconi sarà ancora più commissariato. E c’è chi, di fronte a tutto, questo, si indigna per una parola forte ma senz’altro che fotografa la realtà pronunciata da Antonio Di Pietro. Il festival dell’ipocrisia. Come diceva Totò, ma fatemi il piacere!

DECLASSATI PER SQUALLORE

Declassati. Parola di Standard and Poor’s. Angela Merkel avverte: “se cade l’euro, crolla l’Europa”. Confindustria lo dice chiaro e tondo: questo governo non è più credibile. Da mesi, gli esperti, gli osservatori internazionali e gli economisti lo ripetono come un mantra: così non si può andare avanti, serve una svolta per ridare credibilità all’Italia e farla ripartire. Il problema è che ogni giorno in più di sopravvivenza di questo governo ormai agonizzante sta costando all’Italia un prezzo altissimo. Ogni giorno che passa Berlusconi al governo è un giorno di pena in più per il nostro debito pubblico, perché la scarsa affidabilità del governo si traduce in un aumento di interessi del debito pubblico che gli italiani dovranno pagare. Non ci sono più parole per commentare la situazione assurda ed insieme drammatica che stiamo vivendo. Silvio Berlusconi tiene in ostaggio un Paese intero, solo allo scopo di continuare a farsi gli affari propri, ovvero, provare a fermare i processi che lo riguardano o le sentenze che stanno per piombargli addosso. Non c’è nessun senso della misura, della dignità. Non c’è la minima traccia di quel senso dello Stato e di rispetto delle istituzioni che chi governa dovrebbe avere come faro guida per fare il bene del Paese. Ma dove sono i grandi democratici e i grandi liberali che stanno nel Popolo delle Libertà? Che fine hanno fatto? Tutti conigli nascosti sotto le gonne del padrone? Il governo si deve dimettere perché sta portando il Paese sul baratro di una crisi drammatica e il caso Milanese, sul quale il Parlamento si pronuncerà giovedì, aggiunge squallore a un governo incapace di affrontare la situazione.

TRE DOMANDE A GIULIO TREMONTI

 Dunque, la procura di Roma ha aperto un fascicolo processuale sul presunto spionaggio del quale sarebbe stato vittima il ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Il fascicolo ha preso spunto dalle dichiarazioni del ministro che, nei giorni scorsi, aveva detto di aver abbandonato la caserma perché si sentiva “spiato, controllato, pedinato”, gettando non poco discredito su un intero corpo fiore all’occhiello di questo paese, fatto, per la maggior parte, di uomini e donne che per pochi euro al mese combattono una piaga enorme come quella dell’evasione fiscale. Un caso evidente di annaspamento quello del ministro Tremonti.  Che la Guardia di Finanza sia oggetto di politicizzazione lo abbiamo visto bene in questa legislatura ma ne avevamo avuto assaggio anche nella precedente. Questa situazione grave deriva da dal sistema di nomina del vertice delle Fiamme Gialle e si e' indubbiamente accentuato a  dismisura da quando la scelta del comandante generale della Guardia di Finanza, può avvenire all'interno del Corpo e non più, come era in passato, solo scegliendo all'esterno. E' chiaro che questa innovazione ha acceso la competizione  interna e ha messo in moto una serie di partite politiche che  riguardano uno degli snodi delle istituzioni del Paese. La nomina di  un comandante generale esterno, ha accentuato il tasso di invadenza  della politica. Detto questo, però, è sempre più evidente che la vicenda Tremonti, ogni giorno di più, anzichè chiarirsi, si fa più opaca. Il ministro sembra essere caduto nelle sabbie mobili: più si muove più affonda, più dice sulla sua vicenda e maggiori sono i dubbi e le complicazioni che emergono.Perché Tremonti ha delegato i rapporti con la Guardia di Finanza a un personaggio equivoco e discutibile come Milanese? Perché non spiega, documenti e estratti conto alla mano, come pagava la casa di  Roma? Chi e perché lo pedinava? Noi dell'Italia dei Valori riteniamo che un ministro che si appresta a chiedere nuovi sacrifici e ulteriori  rinunce agli italiani, dovrebbe avere la morale specchiata. Non e' il  caso di Tremonti diventato ormai una fonte di equivoci e imbarazzi e che, per questa ragione, farebbe meglio a  dimettersi. 

TREMONTI ZIO PAPERONE E PINOCCHIO

I soldi non crescono sugli alberi, neanche se sei così ricco come Tremonti. Ricco come Zio Paperone e bugiardo come Pinocchio. Essere ricchi non è una colpa (naturalmente se lo si è diventati onestamente), essere bugiardi sì. E pure grave. Il ministro Tremonti è un bugiardo e si deve dimettere. Lo sarà sino a prova contraria. Sino a quando, cioè, non avrà depositato presso la presidenza della Camera gli estratti conto dei suoi conti correnti da quali emerga il prelievo settimanale dei mille euro che versava a Milanese. I ricchi, in genere, non girano con malloppi di banconote arrotolate e legate da un elastico, anzi, più si è ricchi e meno si ha bisogno di contanti. Ed allora, il ministro Tremonti come pagava il suo ‘amico’ Milanese per l’affitto dell’appartamento in centro a Roma? E mica è finita qui. L’inchiesta Milanese, che ha coinvolto Tremonti, si sta trasformando in una specie di spy story. All’amatriciana però. Il megaministro dell’Economia, il superpotentissimo signore delle casse e dei denari, ha detto di essersi trasferito a casa dell’amico Milanese perché si sentiva spiato, pedinato. Insomma non si sentiva sicuro né in albergo, né, addirittura, nelle caserme della Guardia di Finanza. Lascia intendere anche che le Fiamme Gialle siano dilaniate da una sorta di guerra per bande. Il signor ministro dell’Economia ha il dovere di spiegare tutto agli italiani e, oltre alla questione dell’affitto, deve anche chiarire da chi e perché si sentiva spiato e pedinato e quale sia la guerra per bande all’interno della Guardia di Finanza. Se questi fatti sono veri, Tremonti doveva recarsi in procura a denunciarli già da tempo. Lo ha fatto o lo sta per fare? Se la risposta è negativa è lecito pensare che le sue parole siano solo un misero tentativo di depistaggio. Ciò che vale per Berlusconi, vale anche per gli altri: in un paese normale, in un qualsiasi altro paese europeo, Tremonti si sarebbe dimesso da tempo.

GLI ULTIMI GIORNI DI POMPEI

Quelli del Governo sembrano gli ultimi giorni di Pompei. Mafia, corruzione, camorra, scandali e chi più ne ha ne metta. Non male per quello che doveva e dovrebbe essere il partito degli onesti. Nei momenti difficili di una nazione i grandi capi di Stato fanno sentire la loro voce. Roosevelt e Kennedy, lo fecero. Nei momenti e passaggi difficili della vita politica ed economica degli Stati Uniti, parlarono alla nazione rincuorando gli animi degli americani e rinsaldando l’unità nazionale. In Italia, no. Nel difficile passaggio che il nostro Paese sta vivendo, il presidente tace. Siamo senza guida, allo sbando. Di fatto, la guida del Paese, e aggiungo per fortuna, è nelle autorevoli mani del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Silvio Berlusconi tace da più di cinque giorni. Al presidente del Consiglio preoccupa più, anzi, ossessiona di più il pensiero di dover pagare De Benedetti dopo la sentenza del lodo Mondadori, che il rischio Grecia che incombe sul paese. Non solo. Il Governo e la maggioranza navigano in acque torbidissime ma tutti rimangono in sella con straordinaria faccia tosta. A cominciare dal ministro Giulio Tremonti che, al momento, non è indagato ma che certo in quanto a credibilità è messo male per via delle nubi nere e fosche che si addensano sulla sua testa. Per non parlare del ministro dell’Agricoltura, Saverio Romano, coinvolto in gravi fatti di mafia, il quale, con incredibile faccia tosta, dice chiaro e tondo: “Non me ne vado”. E che dire del presidente della provincia di Napoli, l’onorevole ancora in sella Luigi Cesaro, coinvolto nell’inchiesta di camorra per un giro di affari su vendita e cessione di terreni? E gli onorevoli Papa e Milanese? Italia dei Valori sta mostrando un grande senso di responsabilità visto il difficile momento che il Paese sta vivendo ma se pensano di farci fessi hanno capito male. Un momento dopo l’approvazione della manovra, chiederemo che venga fatta luce su tutto e che qualcuno vada a casa. A cominciare dal ministro Romano, nei confronti del quale abbiamo depositato oggi una mozione di sfiducia. Per continuare con Papa che il Pdl e la Lega vorrebbero furbescamente salvare, votando solo in Aula con il voto segreto. L’ho già detto e lo ripeto: responsabili sì, fessi no.

OBAMA, RANE E PSICOLOGI: IL PARTITO DEGLI ONESTI

 Succede a Venezia: dopo l’arresto di cinque impiegati del settore urbanistica del Comune, gli altri impiegati dell’ufficio si sentivano stressati, spaesati, non riuscivano a lavorare. E così l’amministrazione comunale gli ha messo a disposizione il supporto di uno psicoterapeuta. Succede anche questo nell’Italia di oggi, che serva il supporto di specialisti per reggere l’urto psicologico derivante dall’arresto di colleghi. Una novità assoluta anche per il Paese in cui si danno consulenze ad esperti di rane. Sì. Esperti di batraci di cui, pare, la Regione Sicilia avesse assolutamente bisogno, tanto da creare una consulenza ad hoc. L’Italia, anzi, gli italiani scontano gli effetti di una crisi economica che brucia imprese, posti di lavoro, potere d’acquisto. Il Paese rischia un feroce attacco speculativo che metterebbe in ginocchio la nostra fragile economia. Ma la politica continua a rimanere una mecca, una gallina dalle uova d’oro per faccendieri senza arte né parte. Basti pensare, come scrive oggi Gian Antonio Stella  sul Corriere, che i nostri consiglieri regionali guadagnano più del governatore dello Stato di New York, il più pagato tra i governatori americani. E che dire del presidente della provincia autonoma di Bolzano, Luis Durnwalder, che guadagna al lordo 34.416 euro più di Obama. Più del presidente degli Stati Uniti d’America. Ora, dico, non è che voglio mettere in discussione le capacità di Durnwalder, però c’è un limite a tutto. E’ anche una questione di dignità. Senza fare della facile demagogia, mi chiedo cosa possa pensare un trentenne brillantemente laureato che si barcamena tra lavoretti sottopagati quando legge degli acquisti folli e della vita extralusso di gente come Milanese e Papa? Sono i parlamentari del Pdl su cui pende una richiesta d’arresto. Ebbene, secondo me questo brillante trentenne, come ce ne sono tanti in Italia, penserà che sono dei farabutti che meritano la galera, che rubano lo stipendio e il futuro alle nuove generazioni. Ed ha ragione, se sono vere le accuse e quanto si legge in questi giorni sui giornali. Domani in giunta per le autorizzazioni si dovrebbe votare su Papa. Probabilmente la Casta lo salverà. Ma sarà l’ennesimo pessimo segnale che questa classe politica sconsiderata dà al Paese. Uno degli ultimi perché l’opinione pubblica e la società civile sono, per fortuna, molto più avanti dei politici che dovrebbero rappresentarli. Danno per scontato che siamo all’epilogo, grottesco e pecoreccio, di una fase politica e che sta per arrivare una nuova stagione. Non protestano in piazza perché avvertono che si arriverà alla fine per consunzione. Suggerisco al neo-segretario del Pdl Angelino Alfano (a proposito Angelino, quando ti dimetti da ministro della giustizia?) di invertire la rotta del suo partito e acconsentire alle richieste di arresto della magistratura per Papa e Milanese. Vuole o no fare il partito degli onesti? Bene, lo dimostri.

OBAMA, RANE E PSICOLOGI: IL PARTITO DEGLI ONESTI

 Succede a Venezia: dopo l’arresto di cinque impiegati del settore urbanistica del Comune, gli altri impiegati dell’ufficio si sentivano stressati, spaesati, non riuscivano a lavorare. E così l’amministrazione comunale gli ha messo a disposizione il supporto di uno psicoterapeuta. Succede anche questo nell’Italia di oggi, che serva il supporto di specialisti per reggere l’urto psicologico derivante dall’arresto di colleghi. Una novità assoluta anche per il Paese in cui si danno consulenze ad esperti di rane. Sì. Esperti di batraci di cui, pare, la Regione Sicilia avesse assolutamente bisogno, tanto da creare una consulenza ad hoc. L’Italia, anzi, gli italiani scontano gli effetti di una crisi economica che brucia imprese, posti di lavoro, potere d’acquisto. Il Paese rischia un feroce attacco speculativo che metterebbe in ginocchio la nostra fragile economia. Ma la politica continua a rimanere una mecca, una gallina dalle uova d’oro per faccendieri senza arte né parte. Basti pensare, come scrive oggi Gian Antonio Stella  sul Corriere, che i nostri consiglieri regionali guadagnano più del governatore dello Stato di New York, il più pagato tra i governatori americani. E che dire del presidente della provincia autonoma di Bolzano, Luis Durnwalder, che guadagna al lordo 34.416 euro più di Obama. Più del presidente degli Stati Uniti d’America. Ora, dico, non è che voglio mettere in discussione le capacità di Durnwalder, però c’è un limite a tutto. E’ anche una questione di dignità. Senza fare della facile demagogia, mi chiedo cosa possa pensare un trentenne brillantemente laureato che si barcamena tra lavoretti sottopagati quando legge degli acquisti folli e della vita extralusso di gente come Milanese e Papa? Sono i parlamentari del Pdl su cui pende una richiesta d’arresto. Ebbene, secondo me questo brillante trentenne, come ce ne sono tanti in Italia, penserà che sono dei farabutti che meritano la galera, che rubano lo stipendio e il futuro alle nuove generazioni. Ed ha ragione, se sono vere le accuse e quanto si legge in questi giorni sui giornali. Domani in giunta per le autorizzazioni si dovrebbe votare su Papa. Probabilmente la Casta lo salverà. Ma sarà l’ennesimo pessimo segnale che questa classe politica sconsiderata dà al Paese. Uno degli ultimi perché l’opinione pubblica e la società civile sono, per fortuna, molto più avanti dei politici che dovrebbero rappresentarli. Danno per scontato che siamo all’epilogo, grottesco e pecoreccio, di una fase politica e che sta per arrivare una nuova stagione. Non protestano in piazza perché avvertono che si arriverà alla fine per consunzione. Suggerisco al neo-segretario del Pdl Angelino Alfano (a proposito Angelino, quando ti dimetti da ministro della giustizia?) di invertire la rotta del suo partito e acconsentire alle richieste di arresto della magistratura per Papa e Milanese. Vuole o no fare il partito degli onesti? Bene, lo dimostri.