QUESTIONE MORALE? LE MIE RIFLESSIONI AI VOSTRI COMMENTI

Voglio tornare sull'argomento che ha suscitato tanto interesse e tante polemiche, anche per provare a rispodere ai moltissimi commenti: c'è una questione morale nell'Idv? Se fosse vero, e se le parole hanno un senso, affermarlo vuol dire che nel partito sguazzano indisturbati corrotti, disonesti e persone che usano la politica per interesse personale. Questo è falso e insultante e ribadisco con fermezza e indignazione che il partito che conosco e che incontro in giro per l'Italia da dieci anni, non solo è il partito dove non c'è nessuna questione morale ma, al contrario, è un partito bello e pulito. E se affermare questa certezza, con forza e anche con una certa incazzatura verso chi sostiene il contrario, mi vale il titolo di "togliattiano", me lo prendo senza farci troppo caso. Detto questo facciamo una serie di precisazioni, alle quali non ho alcuna volontà di sfuggire. Negare la questione morale equivale a dire che viviamo nel partito perfetto? Di certo no. Persone che si sono rivelate non per bene ce ne sono state, senz'altro, ma quando ce ne siamo accorti le abbiamo sempre allontanate dal partito. Altri probabilmente ce ne sono o ne arriveranno, e l'unica difesa che abbiamo è sempre e soltanto quella di continuare ad essere intransigenti sotto il profilo della correttezza morale, con i nostri iscritti ed eletti. Negare la questione morale significa negare che una parte  della classe dirigente che abbiamo portato nelle istituzioni si sia rivelata non all'altezza del compito o che ci abbia usati come un autobus? Di certo no. E' accaduto ed ovviamente chi ha avuto maggiori responsabilità di scelta ha sbagliato di più. Ma vi garantisco che costruire un partito dal nulla, partendo senza struttura, senza un brandello di classe dirigente ereditata da precedenti formazioni politiche è stata un'esperienza midiciale. Solo la lega, che è nata 25 anni fa, dalla società civile, così come noi, ha sperimentato difficoltà analoghe, anzi molto maggiori. Abbiamo mobilitato decine di migliaia di persone dalla società civile. Abbiamo accolto anche molte persone che venivano da precedenti esperienze politiche. Nel 95% dei casi abbiamo scelto bene, nel 5% abbiamo sbagliato. Sentiamo la responsabilità degli errori e proveremo a fare ancora meglio, ma ce l'abbiamo messa tutta. Ma soprattutto, oggi stiamo formando nei comuni, nelle province e nelle regioni una classe dirigente tutta nostra, fatta di molti giovani uomini e donne. Per questo abbiamo la coscienza pulita. Negare la questione morale significa negare che talora vi siano stati abusi nel tesseramento, o logiche familistiche o di potere? Di certo no. Ed anche questo fenomeno ci amareggia e cerchiamo di contrastarlo. Ma nessuno ha ancora trovato un sistema più democratico delle iscrizioni e dei congressi per attuare la democrazia all'interno di un partito. E poi diciamocelo con chiarezza: talora chi si lamenta ha buone ragioni per farlo, ma spesso non è in nulla diverso, o migliore o più competente di colui che critica. La verità è che costruire un partito davvero diverso è una fatica improba e un lavoro che non conosce fine. E allora ben venga il confronto, le critiche, anche quelle sui giornali, ma nessuno, ribadisco, nessuno si può permettere, mentre tutti noi lavoriamo ogni giorno con tutte le nostre forze per rendere questo partito sempre migliore, di non fare nulla se non salire in cattedra e tentare di dividere il partito in buoni e cattivi, in idealisti e opportunisti, rappresentando se stesso come il bene e il resto come il male.

Commenti

E' banale dirlo: la questione morale non è solo un problema di uomini ma, principalmente, un problema di regole che dovrebbero essere inserite negli statuti dei vari partiti per filtrare gli accessi, limitare i poteri individuali e la durata di tutti i mandati mentre a livello nazionale dovrebbe tradursi in leggi o proposte di leggi finalizzate ai controlli e alla buona gestione. Vanno in questo senso proposte come l'eliminazione delle Province, il federalismo fiscale con ripatizione dei fondi secondo i costi standard, l'eliminazione delle "consulenze" negli enti pubblici, la limitazione dei mandati parlamentari, la riduzione del numero dei Comuni.
Caro On. Donadi, il piacere di leggere i suoi interventi è spesso controbilanciato dal dispiacere di leggere commenti livorosi e violenti contro il nostro partito. Io non ho la pretesa di conoscere tutte le situazioni che si sono venute a creare nelle diverse province, ma posso dire che quel che conosco e vivo ogni giorno è ben lontano dall’immagine terribile che qualcuno dipinge: un manipolo di idioti e incompetenti che hanno snaturato il significato della forza politica che rappresentiamo. Gli esseri umani sono fallaci e imperfetti; qualunque gruppo di esseri umani non può che rifletterne le caratteristiche e commettere errori o fare scelte sbagliate. Verrebbe quasi da pensare che questi commentatori arrabbiati abbiano cercato anche loro un posto al sole senza riuscirci ed ora si dichiarino delusi e schifati, ma non voglio essere maligna con loro. Solo mi fa sorridere un po’ amaramente il fatto che codesti detrattori si ritengano migliori degli altri, più puri, più infallibili, più capaci di prevedere tradimenti e delusioni. Beati loro! In me, invece, ogni giorno di più cresce l’ammirazione per chi ha dato vita al movimento trasformandolo poi in un partito e in una forza politica importante. A chi critica con tanta rabbia vorrei augurare “un giorno da Di Pietro” solo perché si renda conto di quanto difficile sia alzarsi tutte le mattine e combattere non sapendo nemmeno da che parte arriverà l’attacco. Quando poi l’attacco è strumentale e arriva dall’interno, credo che faccia parecchio più male.A lei e a tutte le brave persone che conosco in IDV continuo a ripetere: io sto con voi. Cresciamo insieme, gli errori e le difficoltà non potranno che rinforzarci. Inoltre il tempo è galantuomo; con il tempo capiremo se questa critica plateale era sincera e magari espressa in maniera un po’ ingenua o se aveva l’intento di gettare scompiglio.Con ammirazione sincera  
Caro Donadi, tu  continua a fare politica rimanendo fermo su Facebook, continua a sognare un Partito fatto di VALORI e legalità, intanto in tutte le sedi in cui si sono svolti i Congressi c'è stato "l'assalto alla diligenza".Forse non te ne sei accorto? Oppure ti (Vi) fa comodo far finta di nulla per poter accaparrare voti, anche quelli di scambio? Quando parli di DeMagistris e Sonia Alfano io penso che dovresti riflettere prima di dare giudizi negativi.De Magistris, a differenza tua e di tanti altri politici IDV, sta continuamente tra la gente e ha recepito tutti gli stati d'animo e ha ben fotografato la reale situazione che si è creata in tanti Circoli IDV d'Italia. A te personalmente, oltre che a Di Pietro,il sottoscritto e tanti soci iscritti hanno fatto la situazione di Manfredonia e  Foggia, quali personaggi occupano le poltrone nei direttivi IDV locali,non avete avuto neanche il pudore nè di rispondere nè di contattarci.CONTINUATE A FARE ORECCHIE DA MERCANTE e avrete una grossa DELUSIONE.RESTO IN ATTESA DI ESSERE CONTATTATO personalmente! 
VIGLIACCO FINO AL PUNTO DI PUBBLICARE SUL SUO SITO UNA FOTO CHE LO RITRAE IN ATTEGGIAMENTO CONFIDENZIALE E CORDIALE CON LA PERSONA CHE HA ACCOLTELLATO ALLE SPALLE. VIGLIACCO FINO AL PUNTO DI SCRIVERE, DOPO AVERLI ACCOLTELLATI ALLE SPALLE, “CARO DI PIETRO E CARA IDV”. BELLA FACCIA TOSTA!!!Una persona del genere mi fa paura!!Anche quelle della Alfano e di De Magistris, al pari di Di Gregorio, Carrara, Scilipoti e Razzi, si sono rivelate candidature non solo sbagliate, ma addirittura deleterie per idv. Chi sputa nel piatto in cui sbafa non è degno di stima da parte di chi nel partito ci lavora con passione, giorno per giorno. Vigliacchi e codardi. Solo ingratitudine, ingenerosità, arroganza e tanta ma tanta ignoranza. De Magistris è stato ben dipinto dal suo stesso collega Arlacchi, che lo conosce bene perchè lo frequenta quasi quotidianamente. Smettetela di gettare fango. Sarete inghiottiti da questo stesso fango. Ricordate quando De Magistris faceva il giustiziere giustizialista? Quando sputava veleno su tutto e tutti? Ebbene, alla fine le sputate che faceva in cielo gli sono tornate sul viso. Perchè anche lui è stato rinviato a giudizio per reato contro la pubblica amministrazione e, dunque, anche lui è un IMPUTATO. Con la differenza che gli altri al suo posto si sono sospesi dagli incarichi, nel rispetto del codice etico; lui del codice etico se ne frega e continua indisturbato a gridare alla questione morale quando la vera questione morale è lui. Basta. Basta per davvero. Non potete, per soddisfare ambizioni personali o per giustificare il vostro fallimento nella fase congressuale, screditare, col meschino tentativo di delegittimarla, la dirigenza di IdV che è stata selezionata con congressi democratici, a cui hanno partecipato i tesserati (la base come la chiamano i caimani di idV. Ma la base non è l’insieme degli iscritti? e gli iscritti non sono i tesserati?).Avete toppato. Fareste bene ad essere conseguenti. Ma non lo sarete mai, perchè siete cosi vili e codardi che non avete nemmeno il coraggio di difendere fino alle estreme conseguenze le vostre (speculative) scelte. IdV di tutto ha bisogno, non certamente di personaggi come voi. E’ vero: Antonio Di Pietro ha spesso sbagliato a individuare i suoi candidati. Voi ne siete la testimonianza più innegabile. Non andrete lontano. Ma soprattutto siete destinati a rimanere ai margini di un partito cui avete inferto un durissimo colpo, danneggiandone e scalfendone l’immagine. Irresponsabili che più irresponsabili non ve ne sono. Ora IdV ha un problema nuovo: nessuno vi vuole e dunque è costretta a sopportarvi. Per fortuna che vi conoscono. E chi vi conosce vi evita. Una domanda: che differenza c’è tra Berlusconi e De Magistris? Una differenza c’è di sicuro: Berlusconi non fa mistero ad affermare di volersi sottrarre alle regole e alle leggi. De magistris si sottrae al codice etico e per coprire questa vergognosa incoerenza grida alla questione morale. Una questione morale che c’è veramente: è lui la sola questione morale in IdV.
De Magistris e Sonia Alfano avventurieri e professionisti nel seminare odio. Imparino l’arte nobile della politica.Roma 3 Gennaio 2011 -Vorrei poter dare libera manifestazione, con questo messaggio, alle mie idee che da sempre esplico con forza e tenacia, sia da uomo, sia da politico e chi mi conosce da anni lo può confermare.Oggi, come da sempre, il ruolo del politico è fra i più ingrati e incompresi. Quando si parla con la gente, quando vieni attanagliato dalle più disparate esigenze degli stessi, dove dovresti  dare delle risposte immediate, noti sempre di più delle fronti corrugate e delle bocche che proferiscono la battuta convenzionale, sentendosi autorizzati, dal tacito consenso generale ad avanzare giudizi pesanti e, ben che vada, l’aggettivo più innocuo che appone alla parola “politica” è quello di “sporca”. Quanto sopra avvalorato dal comportamento di alcuni europarlamentari  e deputati  impreparati ad esercitare la nobile arte della politica. E’ segno che c’è un diffuso scetticismo sulla gratuità dell’impegno, o sulla serietà della missione. La gente di solito è ossessivamente cortigiana, striscia davanti con le forme del lecchinaggio più vile, o disprezza dall’alto della sua sufficienza, indicando i politici come capri espiatori di ogni malessere sociale, anche il più ineluttabile. Raramente il coro che accompagna il cammino politico è un coro di osanna. Anche quando ci si è prodigati con la generosità più pura, ci si sente al centro di una nebulosa di sospetti. Evitare ciò è possibile verificando il lavoro parlamentare di ogni singolo deputato. Ugualmente quando ci si è spesi senza parsimonia e aver pagato prezzi altissimi di tempo, salute, fatica mentale, lontananza dalla famiglia e anche di denaro, si è costretti a difendersi dalle aggressioni della critica mordace, dalla perfidia dell’ironia subdola, dal distorcimento operato perfino sulle più nobili e pulite intenzioni, dal livore di parte o dalla strumentale manipolazione degli avversari e giornalisti faziosi. Non c’è che dire. La nostra, oggi, è davvero una vita scomoda dove  spesso il corpo viene attraversato da una senzazione di sconforto pronti a lasciare tutto e ritirarsi dalla mischia. La missione attuale di molti “politicanti” è spregevole, in quanto effettuata prevalentemente nei salotti e con strumenti mediatici anziché condivisa tra la gente. E’ proprio per questo motivo che si continua con Coraggio e Speranza. Il Coraggio lo traggo da uno spunto felicissimo dell’Octogesima Adveniens di Paolo VI, che recita: “La politica è una maniera esigente di vivere l’impegno cristiano al servizio degli altri” . Sì, oggi parliamo tanto di servizio, di ministerialità (da “minus stare”), di impegno per gli altri, di volontariato. L’impegno politico è una delle forme più esigenti, più crocifisse e più organiche dell’esercizio della carità. La Speranza la traggo da un passaggio splendido della Gaudium ed Spes che parla della politica come “Arte Nobile e Difficile“. Anzitutto, arte. Il che significa che chi la pratica deve essere una persona disposta sempre meno alle costrizioni della logica di partito e sempre più dall’invenzione creativa che gli viene richiesta dalla irripetibilità della persona nell’interesse della collettività. Arte, cioè programma, progetto, apprendimento, tirocinio, studio.  E’ un delitto lasciare la politica agli avventurieri.  E’ un sacrilegio relegarla nelle mani di incompetenti che non vanno in fondo ai problemi, che snobbano le fatiche metodologiche della ricerca e magari pensano di salvarsi in parte con il “Buon Cuore” senza adoperare il “Buon Cervello”. E’ un tradimento pensare che l’istinto possa supplire sempre la tecnica e che il pseudo-carisma possa soppiantare le regole interne di un ruolo complesso. In secondo luogo, Arte Nobile. Nobile, perché legata al mistico rigore di alte idealità. Nobile, perché emergente da incoercibili esigenze di progresso, di pace, di giustizia, di libertà. Nobile, perché ha come fine il riconoscimento della dignità della persona umana,  nella sua dimensione individuale e comunitaria. In terzo luogo, Arte Nobile e Difficile. Difficile, perché le sue regole non sono assolute e imperiture. Sicché, proprio per evitare i pericoli dell’ideologia, vanno rimesse continuamente in discussione. Difficile, perché postula il riconoscimento di tecniche concorrenziali che si ispirano a ideologie diverse da quelle della propria matrice culturale. Difficile, perché esige il saper vivere nella conflittualità dei partiti, contemperando il rispetto e la lotta, l’accoglimento e il rifiuto, la convergenza e la divaricazione. Difficile, perché richiede, nei credenti in modo particolare, la presa di coscienza della autonomia della politica da ogni ipoteca confessionale, e il riconoscimento della sua laicità e della sua mondanità. Difficile, perché significa sottrarsi alla tentazione, sempre in agguato dell’integrismo. Difficile, perché significa affermare, pur nell’ambito della comunità cristiana, un pluralismo di opzioni: anche se questo non significa che tutte si equivalgono o che siano tutte efficaci e significative. Alcide De Gasperi scriveva nell’agosto del 1954: “Quello che ci dobbiamo soprattutto trasmettere l’un l’altro è il senso del servizio del prossimo, come ce lo ha indicato il Signore, tradotto e attuato nelle forme più larghe della solidarietà umana, senza menar vanto dell’ispirazione profonda che ci muove e in modo che l’eloquenza dei fatti tradisca la sorgente del nostro umanitarismo e della nostra socialità“. La politica è arte difficile e nobile. Facciamo più politica a 360 gradi invece di incoraggiare gli estremismi  con le centralità dei partiti, isoliamo gli avventurieri e seminatori di odio, smettiamola con le logiche del salotto mediatico. Chi semina odio raccoglie tempesta e chi non ha capito come si fa politica negli interessi dell’intero popolo italiano, ritorni a fare il proprio mestiere.   ---   LINK ALL'ARTICOLO ----
vai a cagare, tu e quell'idiota ambulante di Scilipoti!  Digli che quando avrà imparato l'ABC della politica, ma anche dell'essere UOMO, potrà tornare a farsi vedere in giro!!!
Per il momento a cagare come dici tu ci sei andato di brutto. Poi credo che lui di  politica ne ha da vendere. Apri gli occhi e togliti il prosciutto che ha sopra. IDIOTA!!!
Aria pesantissima dalle parti di Tonino: raccontiamo la testimonianza di un ex dipietrista.De Magistris? «È di una superficialità sconcertante. Fa politica come ha fatto il magistrato, un sacco di chiasso senza alcun risultato». E Di Pietro? «Vuole un piccolo partito personale da controllare facilmente, ma le sue sono decisioni arbitrarie, spesso sbagliate, che inevitabilmente creano malcontento ». Secondo il sociologo Pino Arlacchi, eletto eurodeputato sotto le insegne dipietriste ma passato nelle file del Pd in polemica proprio con la gestione personalistica del leader di Idv, la dualità interna al suo ex partito è solo un’illusione creata dai media.«In realtà, De Magistris non ha alcun seguito. Se lui va via, nel partito non succederà nulla. Questo lo sapevamo tutti, a partire ovviamente da Di Pietro. Se non fosse stato per il clamore montato dai media attorno all’ultimo intervento di De Magistris, probabilmente lui nemmeno avrebbe risposto».Lo scarso appeal dell’ex pm calabrese all’interno del suo stesso partito era apparso evidente anche in occasione del congresso di febbraio. Allora De Magistris rinunciò a una candidatura alternativa a quella del leader e fallì miseramente anche la conta attorno alla linea da lui proposta in vista delle elezioni regionali in Campania (non sostenere il nome di De Luca, proposto dal Pd). Sono passati più di dieci mesi da allora e lo stesso De Magistris ancora attende quella nomina ai vertici di Idv, che Tonino gli promise davanti alla platea congressuale. «La verità – spiega Arlacchi – è che Di Pietro mise praticamente al suo servizio tutto il partito in vista delle europee, con l’effetto non voluto di vedersi scavalcare nella conta delle preferenze. Prima si preoccupò, poi conobbe il vero De Magistris e allora si tranquillizzò ».Per capire chi sarebbe il vero De Magistris, Arlacchi prende spunto proprio dalle polemiche di questi giorni sulla presunta esistenza di una “questione morale” dentro il partito dipietrista. Un tema inesistente secondo l’europarlamentare oggi nel Pd: «Non è questo il punto debole principale di Idv, la sua classe politica certamente non è eccelsa, ma è comunque nella media italiana». Il vero limite («Ma questo De Magistris non lo capisce, perché non è abbastanza intelligente politicamente ») è piuttosto un altro, che rischia di essere fatale per Idv: «Quel partito potrà esistere finché esisteranno Berlusconi, Di Pietro e una certa idea della legalità, così come si è affermata in questi anni. Quando la situazione cambierà, Idv non avrà più alcuna forza». Per questo, il sociologo calabrese aveva provato a cambiare dall’interno quel partito, trasformandolo in un “modello” della sinistra alternativa al Pd, aperto alla società e privo di un leader dal potere praticamente assoluto.«Ma quell’idea è stata sconfitta – spiega – perché Di Pietro preferisce mantenere il controllo di un piccolo partito personale».Insomma, per Arlacchi non è possibile scindere il destino di Idv da quello del suo fondatore. Non avrebbe prospettive quindi l’idea di De Magistris di una convergenza con Vendola («Il presidente pugliese ha capacità superiori alle sue e Di Pietro lo sa, per questo non potrà mai fondersi con Sel»). Semmai, l’eurodeputato dem immagina uno scenario differente: «Quando Idv sarà ridotta a una forza marginale, anche per la concorrenza di Vendola, l’unica prospettiva per Di Pietro sarà quella di confluire nel Pd, mantenendo una piccola rendita personale. Una soluzione che sarebbe stata razionale anche nel passato, ma la politica, si sa, non è fatta di atti razionali e quindi finora questo non è accaduto»
Leggo molti commenti in cui si afferma che IDV sarebbe diventato come gli altri partiti.De Magistris Alfano e Cavalli,che se ne intendono ,dicono che idv e' molto peggio degli altri ,perche'mentre dichiara e strombazza ai quattro venti che i suoi valori fondanti sono la legalita' e la trasparenza in effetti e' marcio e intriso di immoralita'.Bucky, i nomi che tu chiedi ormai li sanno tutti,ma se vuoi piu' certezza chiedili a De Magistris Alfano e Cavalli oppure direttamente a Di Pietro che fino ad ora ha fatto finta di niente,ma ora,messo alle strette ha dichiarato che fara' pulizia.CAMPA CAVALLO.
Questo partito in Puglia si sta mostrando come tutti gli altri partiti, pieno di riciclati ( ex-PD, EX-UDEUR, ex-PDL, ecc....) e arrivisti. Attendiamo un vero rinnovamento , i mitanti e gli elettori sono veramenti stanchi, speravamo di vedere una politica diversa , piena di idealità, scopriamo la solita vecchia politica fatta da mestieranti di poco valore. 
caro Donadi, ti ho sempre seguito con stima ed attenzione, ma in questo frangente stai mostrando di avere le fette di salame sugli occhi.Capisco la tua difesa d'ufficio, uno dei massimi dirigenti del partito può ritenerlo un dovere, ma ricorda che noi siamo nati per essere diversi dagli altri, invece stiamo diventando come tutti.Non ti illudere con i sondaggi, quelli attuali sono una cosa, quelli sotto elezioni un'altra.Con rinnovata stima, ma un po' meno fiduciada un iscritto della prima ora
Massimo, il partito è proprio come lo descrivi tu.Noi siamo con te e teniamo duro, si va avanti.Sarà un buon 2011Fabio
Cari Amici, dal 9 dicembre, da quando cioè abbiamo cominciato a parlare del mercato delle vacche parlamentari, è esploso il numero dei commenti, che ha avuto tre tipi di bloggers : molti di noi dipietristi, molti critici sinceri, ed alcuni provocatori berlusconiani.
  • Non è il caso che io aggiunga ora una nuova opinione, ma mi vorrei rivolgere ai critici sinceramente addolorati per domandare :
  • ammesso e non concesso che, malgrado le spiegazioni del nostro Presidente Antonio Di Pietro e quelle di Massimo Donadi,  la “questione morale” nelle IDV locali fosse irrisolvibile, troveremmo forse qualcosa di più trasparente, giusto e solidale dalla parte opposta ? ?
  • Mantenetevi allora fiduciosi assieme a IdV, e, come il Presidente ha programmato, la struttura locale del partito migliorerà, chi è montato sul tram dalla finestra sarà fatto scendere, chi è stato derubato dal posto meritato verrà rivendicato, e la struttura nazionale dell’IdV brillerà più ancora di quel che hanno prescritto i giudici.
  • L’elettorato, poi, ha capito benissimo che la salvezza del Paese sta con l’IdV e i suoi alleati, e cosí voterà.
Cordiali saluti, Carlo Mascarino, da La Plata..
Beh caro Donadi , negare il problema non fa bene ne al partito ne alla tua immagine . Il partito ha un numero di potenzialità  positive elevate ma anche di mele marce non "involontarie " ma decise a tavolino. :Ho seguito le vicende direttamente  nella provincia di appartenenza , ti posso assicurare che il soggetto che rappresenta il partito (tre avvisi di reato ) tutti ne erano a conoscenza  e quando io stesso proposi un nome all'allora responsabile regionale (Pedica) mi rispose che serviva chi portava voti , (logica della prima repubblica)quella era la priorità , poi dopo magari  conosceremo il soggetto, . Capisco ma non giustifico , meglio un partito ridimensionato che uguale agli altri . Ma vedrai "tutti i nodi verranna al pettine , e di nodi ce ne sono abbastanza da stare poco allegri .  
Caro Donadi, mi deludi molto, e pensare che ti ritenevo un buon politico e una persona intelligente e giusta.Da ex IDV (ebbene si anch'io) ho conosciuto bene la situazione del nostro partito qui nelle Marche, tiranneggiato da un fondatore di Forza Italia (l'on. Favia) e ormai colonizzato da vecchi politicanti ex craxiani ed ex PDS-DS-PD che hanno fatto il vuoto con i loro pacchetti di tessere con la benedizione dei vertici romani del partito. Chi ci credeva si dall'inizio come me o se ne è già andato  o è rimasto a fare il galoppino del potentino locale per il solito misero piattino di lenticchie, mentre i pesci grossi del partito continuano a spartirsi candidature, poltrone e incarichi vari. Tanto valeva iscriversi a un partitino qualsiasi, ma l'IDV doveva essere proprio un'altra cosa! Peccato..
Caro On DonadiLa questione morale appartiene a tutti, in particolare all'IDV, di cui è elemento fondante.Certamente il partito in crescita ha aperto le porte e, forse anche per alcune leggerezze e calcoli personali,  ha esposto il partito anche ad ingressi o comportamenti  non cristallini che danneggiano chi crede ancora che ci siano degli strumenti democratici per cambiare questa Italia.Un nuovo modo di fare politica e partecipazione civile da parte di moltissimi cittadini.Per questo ci sono gli iscritti che, anche singolarmente, costituiscono vedette di guardia pronte a denunciare chi non rispetta i principi fondativi dell'Italia dei valori.Sono la base, ed anch'io ne faccio parte e ne sono orgogliosa.La questione morale ci appartiene quotidianamente nell'impegno di una mobilitazione impegnativa e difficile. Per questo non mi piace chi si ritiene più moralizzatore di altri, più alfiere di altri.Mi insospettisce chi si erge ad alfiere come alternativa alla questione morale, che in sè non è posta mai in discussione pena la morte del partito stesso, perchè mi assalgono dei dubbi:- perchè in questo momento?- perchè in quella forma?- quale posizionamento delle costituiende!!! correnti in funzione ad elezioni anticipate per propri riferimenti sul territorio?- quali posizioni da acquisire all'interno del partito?- Oltre la denuncia, sempre facile a farsi, sarebbe necessario accompagnarla a proposte concrete: dove sono?La mancata trasparenza  su queste questioni inficiano la questione morale posta da De Magistris ed Alfano.Penso che i confronti appartengano alla democrazia ma devono essere trasparenti e rispettosi di chi lavora tutti i giorni proprio per la questione morale in un tessuto sociale corroso per sua mancanza.Franca Longo - Padova      
Salve ragazzi,forse è vero siamo immaturi. Sorvolo su tutto quello che sta avvenendo. Io sono il vice coordinatore del XIX municipio di Roma.Ho scoperto che un consigliere comunale marcato PDL sta facendo girare una lettera di cui ho una copia, dove si imputa il blocco di una scuola elementare alla Sovrintendenza.Recandomi il 24/12 in Sovrintendenza ho scoperto che quella non è la verità. Chi mi dà una mano a pubblicizzare la cosa????Basta guardarsi l'ombellico!Contattatemi al 335/6009497 oppure
Per favore, voglio la lista delle persone indegne che circolano nell'IDV.Voglio nomi e cognomi, e voglio sapere perchè sono indegni.Ci sono state persone indegne e forse qualcuna ci sarà ancora, ma non le avete denunciate a suo tempo ne nemmeno ora lo fate, eppure sembra che siate tutti informati sui più turpi affari che persone dell'IDV compiono giornalmente. Fuori i nomi o fuori dalle scatole!E' facile distruggere l'unica opposizione che esiste in Italia buttando parole al vento senza riscontri oggettivi. Ma siete tutti pagati da Belpietro? Quanto costate?E se non siete pagati, siete pazzi!
Dimenticavo, una annotazione a margine. Il simbolo del gabbiano, non mi piace molto. Esso vola sulle discariche...
Onorevole, Lei è molto gentile a rispondere e quindi non è il caso di insistere, ma converrà che IDV come partito non esiste. La mia esperienza lo insegna. Se poi vogliamo, raccontarcela, amen.
Lo confermo. Un Partito per essere un Partito deve partire e IdV non è mai partito....Saluti e facciamoci gli auguri perché peggio di così non si può.
Ritengo che farsi la guerra su impressioni o questioni personali serva a poco e non si costruisca nulla. A mio avviso l'IDV non dovrebbe essere un altro partitello ex/post Comunista ma un partito che faccia parte del gruppo Liberaldemocratico al Parlamento Europeo e portatore di valori liberaldemocratici che punti al "centro" o all'elettorato "moderato". Occorre uno Statuto del Partito che chiaramente definisca i percorsi di entrata e selezione della classe politica (incompatibilità e modi di accertamento delle stesse ecc.), che definisca le modalità di Tesseramento e partecipazione ai Congressi locali e successivi (requisiti di firme di altri tesserati a sostegno di candidature, firme apposte dalla/e persona in riunione ufficiale di partito e non portate da fuori, niente voti per delega, data certa di iscrizione che concida col versamento della quota tesseramento), tempi uguali per tutti i congressi locali. Occorre copiare semmai non dalla fogna di Forza Italia ma dai DS i quali credo abbiano lo Statuto più articolato/particolareggiato. Occorre definire/nominare un Tesoriere con Revisori dei Conti indipendenti dalla leadership politica. Anche se è legittimo considero una furbata intestarsi un mutuo per acquistare un immobile da affittare al Partito per un canone di affitto uguale alla rata del mutuo. Occorre inserire nello Statuto tra l'altro che gli immobili in affitto non siano di proprietà di famigliari/di membri del Partito. Se tutto questo c'è/esiste allora mi scaglio contro coloro che sollevano la "questione morale" e dico loro che ci sono delle modalità codificate/scritte più opportune per farlo, altrimenti si rischia di infangare anche chi non lo merita. Si cominci.
Gent anonimo di Questione morale e IdV, mi sono candidato per appoggiare un nostro candidato alle provinciali dell'anno scorso nell'IdV. Ho dovuto presentare un certificato del tribunale, il famoso casellario giudiziario. In cui si scrive se una persona è incensurata o meno. Per dare una mano a questo partito ho dovuto correre, affiggere manifesti, non l'avevo mai fatto, ci ho rimesso benzina e la faccia per alcuni conoscenti. Per vedere poi la candidatura del sindaco di Salerno, che taluni dicono incensurato non lo fosse e non aveva i requisiti rechiesti dal partito. Le regole in Italia ci sonop, ma bisogna osservarle . Tutti anche i dirigenti del partito.
Ho lasciato un commento "non tenero" nei confronti dell'on Donadi, giusto ieri e, stamattina non lo vedo. Mentre altri antecedenti al mio, ma non critici, sono ancora quì. C'è una questione morale nell'IdV ? Certo che c'è, lo dicono eurodeputati come la sig Alfano e De magistris, lo sostiene buona parte della base, quella base che, come negli altri partiti, torna buona ogni volta che ci sono elezioni, ad affiggere manifesti, ad applaudire i referenti prov. reg. e nazionali. Ma appena apre bocca non se la fila nessuno. Ignorare questa cosa significa trovarsi col culo per terra, come partito, quelli che nel partito sono a cavallo ci resteranno, ed è per questo motivo che rifiutano qualsiasi critica, Ed anche lei on Donadi , che mi sembrava il più limpido, è cominciato ad appannarsi, proprio in questa situazione, difendendo l'indifendibile, come fa Berlusconi  e compagnia cantando, speriamo di non trovarlo tra una decina di anni in un altro partito con la scusa che nell'IdV  """" c'era una questione morale """" ai posteri la sentenza a voi le poltrone e i privilegi.
Invito tutti coloro che si stracciano le vesti, puntando il dito in un irrevocabile "J'accuse", di leggere attentamente l'articolo di Bruno Tinti, uscito quest'oggi su "Il Fatto Quotidiano", dal titolo "Ma io dico: attenti ai <<moralizzatori>>". Lo riporto integralmente:C’è una questione morale in Idv; così dicono De Magistris, Alfano e Cavalli. Scilipoti e Razzi “si sono venduti, quantomeno moralmente, in virtù di altri interessi rispetto alla politica e al bene pubblico”; e poi “Lo scandaloso caso Porfidia, inquisito per fatti di camorra” e “il fumoso Pino Arlacchi, che dopo essere stato eletto con l’Idv e solo grazie all’Idv, ha salutato tutti con un misero pretesto ed è tornato con le orecchie basse al Pd”. E Di Pietro deve fare qualcosa; e se non lo fa lui ci pensano loro, i moralizzatori: “Si faccia aiutare a fare pulizia. Ci lasci lavorare”.Che vuol dire “ci lasci lavorare”? Qualche iniziativa dei moralizzatori è stata respinta da Di Pietro? Solo Di Pietro ha il diritto di affrontare la questione morale? O chiunque può “lavorare” (collaborare) per risolverla? Perché la “questione morale” si risolve con la collaborazione dei “morali”: tutti insieme identificano i “non morali” e li sbattono fuori. E questo è proprio ciò che è stato fatto in Idv. Ma forse “ci lasci lavorare” ha un altro significato: Di Pietro non è stato capace di risolvere “la questione morale” di Idv; si faccia da parte e “lasci lavorare” noi che invece siamo capaci assai. Se è così, va detto che la fiducia in se stessi è una bella cosa; la presunzione un po’ meno.Naturalmente anche in Idv ci saranno un sacco di “immorali”; il problema è trovarli. Certe volte è facile, altre più difficile. Trovare Porfidia, per esempio, “inquisito per fatti di camorra” è stato facile. Idv apprende che costui è indagato per violenza privata con aggravante mafiosa il 7/1/2009; in quella stessa data lo caccia dal partito e dal gruppo parlamentare; e Porfidia va a ingrossare le file del Gruppo Misto. A che pro citarlo come esempio di lassismo nei confronti della “questione morale”? In realtà, ma i moralizzatori non lo dicono, Idv ha una regola formale: i rinviati a giudizio sono buttati fuori e non più candidati (ma c’è un’eccezione); per gli iscritti nel registro degli indagati si decide caso per caso. E Porfidia fu buttato fuori quando si seppe dell’iscrizione come indagato. Si poteva fare di più?Poi ci sono Arlacchi, Razzi e Scilipoti. E qui delle due l’una. Se i moralizzatori hanno la sfera di cristallo si accomodino, la “Commissione per la soluzione della questione morale di Idv” gli appartiene di diritto. Altrimenti tacciano. Cosa li autorizza a credersi in grado di valutare i candidati meglio di Di Pietro? Ovviamente nulla: esperienza politica minore; preparazione professionale (alludo ai trascorsi in magistratura) al massimo analoga (il solo De Magistris).Scendiamo nel concreto. Arlacchi. Hanno provato a consultare Wikipedia? Un curriculum impressionante. Esperienze professionali a livello internazionale di altissimo livello (sottosegretario generale delle Nazioni Unite, direttore dell’ufficio delle Nazioni Unite per il controllo delle droghe e la prevenzione del crimine), un candidato da leccarsi i baffi. Dal Pds veniva e al Pd è tornato; non proprio un transfugo venduto e corrotto. Cosa avrebbe dovuto fare Di Pietro? Chiedergli un impegno a non cambiare idea? Ma andiamo.Scilipoti e Razzi. Ma i moralizzatori lo sanno perché si sono “venduti”? Lo sapevano che erano entrambi indagati, Scilipoti per calunnia e falsità in scrittura privata (Procura di Barcellona Pozzo di Gotto) e Razzi per appropriazione indebita di contributi destinati alla Regione Abruzzo (Procura di Lucerna)? Perché nessuno in Idv lo sapeva. Altrimenti, proprio come è capitato a Porfidia, sarebbero stati buttati fuori. Eccola la loro alta motivazione: la garanzia della poltrona. Idv gliela avrebbe sfilata da sotto il sedere e loro si sono premuniti per tempo: dopo un favore così B. gliela garantirà a vita. Adesso i “moralizzatori” questa cosa la sanno; perché non pensano che Scilipoti e Razzi sono la prova che in Idv non c’è una “questione morale”, che proprio per questo i due se ne sono andati, perché per gli “immorali” (e figuriamoci per i delinquenti) in Idv non c’è posto.Certo, una prima garanzia potrebbe essere costituita dall’alt ai candidati scelti in base ai voti che si portano dietro; se si bada alle persone e non ai voti, vecchi arnesi corrotti o corrompibili è più difficile che si imbarchino. E poi bisogna scoprirli per tempo. Chiunque può aiutare. Un bell’elenco di indagati e di rinviati a giudizio aiuterebbe. Anche motivata sfiducia su questo o quell’altro candidato, apparentemente irreprensibile, gioverebbe molto. Soprattutto ai “moralizzatori”. Perché, quando e se i vertici di Idv rispondessero a queste sollecitazioni: “Non se ne parla nemmeno, questo e quello hanno la nostra piena fiducia”; e quando e se i segnalati si rivelassero concretamente “immorali”; ecco, allora i “moralizzatori” avrebbero diritto di chiedere la testa di qualcuno. Ma, per il momento, potrebbero riflettere sul fatto che un’eccezione al principio che chi è rinviato a giudizio non deve essere candidato in Idv (e, se ne fa parte, deve essere buttato fuori) è stata fatta. Una sola: riguarda De Magistris"Cosetta Sartori - IdV Padova
Siccome lo scrive Tinti (e il suo pensiero) vuol dire forse che il problema che pongono De Magistris, Alfano e Cavalli è INVENTATO? Cosa poteva mai scrivere una esponente dell'IDV di Padova? Poteva mai dissentire dal suo Capo Donadi?
Intanto chiariamo una cosa: l'unico capo che riconosco è il "ragionamento" basato su fatti, un ragionamento che osserva il "fatto" sotto aspetti diversi(se fossi di Lecce,  lei avrebbe fatto la medesima affermazione?).Il "ragionamento" è ben diverso da chi si permette di stigmatizzare persone che non conoscono, dalla provenienza geografica. E già questo la dice lunga sul suo tipo d'intervento. Comunque, io invitavo ad una riflessione, e a vedere le cose da un altro punto di vista. Le posso inoltre dire, dall'esperienza che sto vivendo da tre anni impegnadomi in questo partito (unico partito nel quale abbia mai militato), che la questione morale non esiste. Esistono persone splendide che s'impegnano quotidianamente per radicare IdV maggiormente sul territorio, persone con capacità, che con il loro duro lavoro, hanno assunto ruoli di responsabilità all'interno e all'esterno del Partito. Esistono, altresì, persone che s'impegnano solo davanti ad una tastiera e l'unica cosa che fanno è produrre critiche sterili a chi lavora sul campo. Che di evidente hanno solo una cosa: la malafede.Ed ora veniamo ai nostri eletti e dirigenti nazionali (si, ho votato anch'io per De Magistri e Alfano, e sono contenta d'averlo fatto). Gli errori che a loro imputo sono sostanzialmente due:la generalizzazione di alcune situazioni, e non aver richiesto, quali dirigenti nazionali, in modo corretto, la convocazione dell'esecutivo di cui fanno parte. Non si scrive al proprio Presidente attraverso i giornali. Lo trovo scorretto. Come ho trovato profondamente scorretto da parte loro, durante il congresso per l'elezione del nuovo Segretario Regionale e del coordinamento del Veneto, di sostenere apertamente uno dei candidati. Donadi non l'avrebbe mai fatto, di questo può esserne certo.Allora pensai che vi fosse una "ineducazione" al corretto comportamento dovuto all'inesperienza, cosa che ad ambedue scrissi. Ora, però, dopo quest'ultima vicenda, credo che l'intenzione sia ben più mirata: creare una corrente all'interno di IdV. Il che, in un partito così piccolo, vuol dire la disgregazione.Se si vuol fare la fine della sinistra radicale, allora si continui in questo gioco al massacro. Cui prodest?Cosetta Sartori - IdV Padova
sostegno al partito in questo momento delicato per la politica nazionale. restiamo uniti. se il problema c'è, non è questione morale! sono tradimenti e incidenti di percorso, ma solo un ignorante può definirla questione morale. non vi sono criminali protetti e lestofanti. donadi non risponda agli attacchi di flores d'arcais, restate sobri e compatti fino alle elezioni. SOSTEGNO ALL'UNICO PARTITO CHE HA SEMPRE FATTO OPPOSIZIONE, COI FATTI CAZZO, COI FATTI. e basta con le chiacchiere da poveracci, andate a prendere a calci scilipoti e razzi, e lasciate in pace chi si sfonda di lavoro per costruire un partito efficace in parlamento SENZA MAI SCENDERE A COMPROMESSI. grazie massimo, grazie antonio, e grazie sonia, luigi, giulio. una sola grande FAMIGLIA che deve stare unita e non cadere nel fango!
Ma se a me non hanno nemmeno rinnovato la tessera su criteri di "antipatia"...Ed il collegio regionale di garanzia, chiamato a ridimere al questione ha accettato la tesi del coordinatore provinciale di Trapani, Enzo D'Alberti, che avrei dovuto presentare 2 domande di iscrizione perchè una non era abbastanza.Risultato? Non ho partecipato ai congressi ed in tutta onestà, per me ve lo potete tenere un partito dove i militanti devono scodinzolare al coordinatore provinciale.Grazie ma declino. Lascio che sia il mio cane a scodinzolare, non io!Ma di cosa stiamo parlando? Metteresi in gioco?Donadi, non sarebbe ora che iniziasse a parlare con tutti quelli che sono stati buttati fuori dal partito? Si faccia spiegare quello che è successo. Chieda le documentazioni che attestino quello che queste persone dicono.Non vi fate irretire da un simbolo. Conservate la vostra dignità ed il vostro onore. Cristo!!!
Falso! Basta conoscere un poco poco Idv al di là di ciò che riuscite a presentare in Tv dal rendersi conto che la lettera di De Magistris non solo non era un attacco al partito, ma fa capire in maniera elegante che c'è un problema da risolvere. Chiamatelo come volete, ma c'è.Inoltre seguo l'attività di De Magistris e di Alfano e ho l'impressione che per Idv si danno un grande da fare più di gran parte della classe dirigente e sicuramente di più di quei ex-udeur e ex-dc ex-ex che non solo avete imbarcato ovunque, ma che adesso credono di avere in prorpietà pezzi del partito e lo comandano.Le sue interviste e i suoi commenti ai commenti sono sordi, inutili e non rispecchiano la realtà dei fatti. Purtroppo.Chi vuole il bene di questo partito prosegue sulla strada dei De Magistris e dei Pardi e non dei Fusco, Porfidia, Marrazzo, Mastrosimone, ecc ecc ecc ecc 
Nel ricordare che San Francesco è morto tanti anni fa. Io ho molta stima per l'onorevole Antonio Di Pietro ciò non toglie che ogni uomo ha dei difetti. Io scrissi allora all'onorevole Di PIetro esprimendo dei dubbi sulla candidatura regionale in campania. Lui mi rispose, cosa rara di questi tempi, ma purtroppo i fatti mi diedero ragione. Ora per il caso dei due venduti cosa devo dire che Don Antonio ha peccato di ingenuità o che i due in questione si sanno vendere. Opto per il secondo caso. Quello che importante e non dividerci dobbiamo fermare questo Berlusconi alla luce di quanto a detto LA STAMPA. Se la Consulta dovesse approvare il Leggittimo Impedimento allora la cosa sarebbe gravissima. Ma sappiamo bene che a volte c'è la tendenza ad anticipare o meglio a ipotizzare delle situazioni cercando di influenzare la suprema corte. Si sa che il Cavaliere è una persona che manifesta con molta generosità la sua gratitudine.
Dobbiamo fermare Berlusconi? Come se proprio i "nostri" all'ultimo momento lo vanno a salvare? E la candidatura in Campania? Non era anche questa una scelta di Di Pietro che è costata al partito 500.000 voti? Ma di che stiamo parlando? Ragazzi qui bisogna fare una scelta: o si vuole bene al partito, o si vuole bene a Di Pietro perchè in questo momento le due cose non vanno necessariamente di pari passo. Siamo passati dall'8% delle Europee al 4-5% attuale. Ma possibile che in Italia nessuno si debba mai assumere le proprie responsabilità con senso dell'onore? A buon intenditore...
..Mi interessa, invece, l’affermazione di un principio di fondo che trovo pienamente condivisibile e non rinviabile: l’Italia è un paese di “inamovibili”, un paese dove chi arriva a detenere un ruolo di potere pubblico, vi rimane incollato per interi decenni. Sembra quasi un tratto culturale e fondativo della nostra società ed emerge in tutti i settori della vita pubblica. Dai baroni universitari ai politici ai gran commis di Stato, chi sale ai vertici tende a creare intorno a sé un sistema di “potere a vita” dove anche il successore viene scelto per cooptazione, quando non addirittura per scelte di tipo familistico. Il problema è che una gestione delle funzioni pubbliche basata sulla inamovibilità ha riflessi enormi sulla vita pubblica, sulla qualità delle stesse funzioni esercitate  e sul livello etico complessivo del paese. Non è una questione anagrafica. Non si tratta di un generico o qualunquistico “largo ai giovani”. L’importante è che si affermi un principio che considero di “igiene sociale”, quello per il quale le funzioni pubbliche apicali sono temporanee e l’alternanza nelle responsabilità è una ricchezza democratica. Chi fa il parlamentare, il ministro, il capo di un partito piuttosto che il presidente del consiglio lo fa per un periodo limitato di tempo, dopodiché lascia il posto ad altri. Non amo la facile demagogia, ma nell’esercizio di una funzione pubblica non c’è niente di peggiore dell’identificazione tra una persona e la funzione stessa. Il ricambio della classe dirigente è un valore in sé, perché anche il migliore statista al mondo, nel tempo, diventa ostaggio della sua storia, delle scelte compiute, delle persone frequentate, che pesano sulle sue azioni come palle al piede e lo fanno comunque correre più lentamente di chi, magari, ha meno esperienza, ma è libero da condizionamenti.Sono sue queste parole.  Qui si manifesta la caduta della sua credibilità. Quando alle parole non seguono i fatti si creano crepe nell'attendibilità del predicatore. A forza di gridare al lupo al lupo alla fine non ci crede più nessuno. Perchè al grido non corrisponde l'azione.D'altronde anche Antonio Di Pietro lo dice "la parole sono pietre".Non avete il diritto di dilapidare le responsabilità e la fiducia che ha acquisito l'IDV. 
SONO MOLTO ARRABBIATA, perchè tutta questa bagarre sta succedendo in questo momento in cui di tutto c'era bisogno, fuorchè di queste critiche arrivate nelle prime pagine dei giornali, che stanno sguazzando e gongolando, a tutto vantaggio del nano malefico e degli altri partiti, che criticano come se loro ne fossero immuni.Io sono una semplice  cittadina che ho votato convintamente per l'IDV.Ovviamente spero che le persone che vengono candidate, purtroppo con l'attuale legge  elettorale schifosa, vengano scelte con la massima oculatezza, ma so pure bene che è tanto facile sbagliarsi a volte anche su persone che si crede di conoscere bene. Una cosa è certa: meglio essere in pochi, ma buoni e fidati. Quello che NON dovrebbe essere consentito a deputati e senatori è la possibilità di cambiare casacca a convenienza. Se si cambia opinione, cosa che è del tutto legittima, bisognerebbe lasciare pure la poltrona e non andare a rafforzare le fila di un altro partito, magari di opposizione. Questo sì che è immorale, perchè si sovverte completamente l'intenzione di voto del cittadino che ha scelto quel candidato.Spero vivamente che si ricomponga al più presto questa questione soprattutto con De Magistris, Sonia Alfano e Cavalli, per ridare serenità al partito e agli elettori, altrimenti saremo condannati a sopportare questo ignobile governo ancora per altro tempo.    
p { margin-bottom: 0.21cm; }Egregio Massimi Donadi, ritengo che la dirigenza che Lei rappresenta non comprenda appieno i malumori della base, di cui si sono fatti portavoce De Magistris, Alfano e Cavalli. Purtroppo per Voi della dirigenza si guarda in modo analitico ai risultati (come ha ben evidenziato nel suo commento) e spesso non si va oltre se qualche segnale critico proviene dai territori. Se il vostro pensiero si limita al "fine che giustifica i mezzi", le voglio ben ricordare la questione delle regionali in Puglia, dove avete candidato personaggi dall'alto estromettendo di fatto la base dalla scelta di chi doveva essere effettivamente rappresentato. Le regole che Lei ha proposto sono già presenti nello statuto dell'IdV e rappresentano il punto di riferimento, ma DOVETE lasciare ai territori la propria AUTONOMIA (a meno di fatti talmente gravi che, come da statuto, prevedano l'intervento degli organi preposti). Nessuno vuole delegittimare il partito, soprattutto all'indomani dei congressi provinciali e regionale, che ha permesso una bonifica proprio da quelle persone che la vostra stessa dirigenza aveva posto in alcuni ruoli di responsabilità. Certo è che le mele marce sono dovunque, ma se la Base è sana e cresce, il tempo è galantuomo, la verità viene sempre a galla e la parte migliore della società può essere ben rappresentata. Invito Lei e la dirigenza a non imitare coloro che guardano al dito, mentre De Magistris, Alfano e Cavalli indicano la "luna", ma di riflettere e, con umiltà e senza arroganza o presunzione, ascoltare le voci dei territori, al fine di ritrovare una sintonia d'intenti ed approdare ad un dialogo sereno. Il dissenso in una democrazia è una ricchezza ed un valore, a maggior ragione nell'IdV, perché possa essere davvero dalla parte della gente. 
In un mondo dove si spartiscono meriti e si schivano responsabilità per amor di paradosso esigo la mia parte di responsabilità....se avessi rotto le palle a tutti anche rischiando reazioni di fastidio e rigetto , se avessi preteso discussioni su idee che ora sono state sdoganate  e avessi sfacciatamente presidiato i  fianchi ora forse sarebbe diverso .non sono contenta di me ho delegato troppo  e ho fallito  se si vuole fare i profeti o i poeti forse servono palle che non ho  e una  capacita di reazioni  "incazzose" che io ho sempre evitato  per odio alle polemiche e alla disarmonia e che amaro non aver osato e non condividere ora sorrisi  e conferme .alla base ripeto l'errore è stato mio tutto completamente.... un appello ai costruttorii di altari e ai tiratori di monetine del giorno dopo  se siete gli stessi cercate di capire  ..meno altari prima meno  ditini pronti da puntare nel momento del rovescio  e rispetto per una storia  che  di tutti  e un risultato che  va condiviso nel bene e nel male  e io pur togliendo il disturbo lo faccio rifiutandomi di sputare  ora  prima che il gallo canti tre volte    
Condivido le riflessioni dell'On. Donadi, in particolare nel punto dove si evince che siamo ancora un giovane partito e, come tale, con tutti i pregi e i difetti di una realtà emergente.Ma ben venga che siamo un giovane partito! Forse uno dei pochi, se non l'unico nel triste panorama geronto-politico italiano, che dia ancora speranza alle giovani generazioni.Entusiasmo, creatività, innovazione ed etica sono gli ingredienti che Antonio Di Pietro è riuscito a mettere insieme, con un grande risultato popolare che ha visto il raddoppio dei consensi ad ogni tornata elettorale.La crescita veloce e la passione della lotta forse non sempre hanno consentito profonde ponderazioni sulla scelta dei candidati, specie in aree difficili del paese e dove il partito era scarsamente radicato.Ad ogni modo non mi permetto di parlare di zone e persone che non conosco, ma mi permetto eccome di parlare della mia realtà, ovvero l'Emilia e la Provincia di Reggio Emilia.Sul nostro  territorio, in questi ultimi tempi, l'IDV si sta realmente consolidando nel tessuto sociale raccogliendo la stima e la fiducia di migliaia di cittadini che stanno apprezzando il lavoro, non solo nazionale, ma anche locale del partito.Da qui dispiace sentire critiche verso coloro che hanno speso anni a costruire il partito senza percepire un compenso e senza alcuna gratificazione in termini di cariche o riconoscimenti vari.Chi si ricorda quando l'infaticabile Silvana Mura girava col suo camper a destra e a manca per portare il messaggio del partito in tutte le città o le centinaia di banchetti organizzati da Liana Barbati nella provincia di Reggio Emilia quando il partito non arrivava neanche all'1 %?Se avessero agito per il solo scopo di avere un incarico o un interesse chi mai glielo avrebbe fatto fare? Perdere così tanti anni e senza alcuna garanzia, quando c'è gente che alla prima aspettativa infranta ha mollato il partito dopo neanche 3 mesi.Dice Tolstoj: Per vivere con onore bisogna struggersi, turbarsi, battersi, sbagliare, ricominciare da capo e buttare via tutto e di nuovo ricominciare e lottare e perdere eternamente...Da qui un invito a lottare tutti insieme per costruire l'unità di questo partito, a mettere da parte le invidie e i rancori personali, che non sono altro che miserie dell'anima. Dobbiamo collaborare, uniti, scendere sulle strade e nelle piazze per incontrare la gente e tendere a quell'unico ideale politico che è la realizzazione del bene comune. Marco Dallari - Consigliere Comunale - Provincia di Reggio Emilia  
Caro Marco, io non ho fatto critiche, ho solo esposto i fatti: sia Spaggiari che la Barbati hanno trattato in trattativa diretta i loro rispettivi incarichi, lasciando ogni giudizio al sinceramente stimato Donadi ed ai lettori. Tutto il resto è stato interpretato da te in modo negativo, quindi è a te che conosci la situazione ed il clima a Reggio che devi rivolgerti. Come sai ben altro avrei potuto scrivere, ma sarebbe interessante che l'on. Donadi venisse nelle nostre terre per rendersene conto. Mi associo a te sul fatto che dobbiamo tendere all'unico ideale che è il bene comune, ma non scendendo nelle piazze come tu suggeisci, piuttosto operando attraverso atti amministrativi: tu sei consigliere di opposizione in uno degli unici due comuni della provincia in cui non siamo in maggioranza, perciò la tua azione è limitata, ma altrove, dove siamo in giunta, la politica si dovrebbe fare per atti concreti, non per comunicati o banchetti eppoi ciccia. Altrimenti sì che rischiamo di essere come la Lega.
In merito alla realtà di Reggio Emilia, mi associo al commento di Marco Dallari, persona con cui collaboro - assieme ad altri giovani - nel tentativo di migliorare l'organizzazione del partito e il suo radicamento nel territorio, dando il mio contributo personale affinché possa crescere il più sano possibile, appoggiando fattivamente coloro che penso abbiano più la "schiena dritta" e, nello specifico, dare quanta più voce e spazio possibile alle idee che provengono da simpatizzanti, iscritti, coordinatori, amministratori, impiegando anche una discreta porzione del mio tempo libero per incontri, discussioni, pubblicazione di materiale e così via, e vi sono senz'altro tante altre persone all'interno del gruppo che, rispetto al sottoscritto, fanno altrettanto e ben di più (con numerosi impegni e sforzi) per promuovere e spingere le idee e le battaglie che il Partito dell'Italia dei Valori affronta ogni giorno.Sono convinto che ovunque, in qualsiasi provincia, in qualsiasi comune, in qualsiasi frazione d'Italia vi sia qualche problema da risolvere: è un partito fatto di persone, che come tali hanno per definizione pregi e difetti, come accade in qualsiasi gruppo di lavoro organizzato; se sorgono ostacoli in squadre sportive, nello staff di aziende, figuriamoci se non nascono dissapori all'interno di un movimento politico, e non solo per aspetti o sentimenti negativi, ma anche positivamente per il lato "passionale" e idealista che spesso subentra in questo tipo di attività.Ho letto diverse critiche riguardo la mia situazione provinciale. Pure io ho qualche critica da fare, così come suppongo valga per tutte le anime della sezione locale del Partito, tuttavia - siccome i problemi amo risolverli, se possibile - cerco di discuterne all'interno del gruppo a cui partecipo, piuttosto che disgregarmi dallo stesso gruppo e pretendere poi di essere ascoltato parlando a mezzo di comunicati stampa che altro non fanno che distruggere anche tutto il lavoro che viene portato avanti dalle altre persone, assieme a tutto ciò che invece mi vede favorevole e d'accordo.Certo, paragonare De Magistris e Sonia Alfano a Razzi e Scilipoti è probabilmente eccessivo, una provocazione, ma io - pur stimando molto entrambi - non posso che considerare solo inutile e dannoso uscire sulla stampa con una critica pubblica alla scelta di questi due personaggi appena pochi giorni dopo consumata la "compravendita", peraltro di persone che stavano in IdV da anni e di cui una aveva già denunciato un tentativo di acquisto, persone su cui né Luigi né Sonia hanno espresso pubblicamente nulla in merito prima che queste votassero la fiducia a Berlusconi, per poi criticare la leadership di Antonio Di Pietro appena il giorno dopo.E a questo episodio hanno cominciato ad attaccarsi e a fondersi assieme tutte le "beghe" personali delle situazioni locali, tutti i torti e le ragioni che raramente stanno da un'unica parte, andando a formare una presunta - secondo me - responsabilità politica di Antonio Di Pietro nei confronti di una "questione morale" che, a mio avviso, è inesistente (se diamo alle parole il loro significato, come dice Donadi).Per concludere, credo che il Partito tutto debba maturare - soprattutto a livello locale - nell'affrontare i problemi che si presentano quotidianamente e che senz'altro si presenteranno in futuro ancora più subdoli. Non è facile "gestire un partito", ma occorre tentare di farlo cercando di far valere le proprie idee in modo caparbio, ma senza che la loro discussione ed eventuale accantonamento, giusto o sbagliato che sia (nessuno è infallibile, e nella maggior parte si sta umilmente imparando), porti sempre inevitabilmente a una scissione immediata dal gruppo per creare un'associazione o un movimento che ha come unico obiettivo quello di dimostrare che si aveva ragione: a volte accade, ma tante altre volte no, comunque sia quando accade è meglio che l'esperienza scaturita dall'errore accresca la coscienza collettiva del Partito, piuttosto che l'orgoglio di un gruppo di persone che hanno deciso di non appartenervi più.Ciao a tutti!Marco Breveglieri(Responsabile Internet - IdV Reggio Emilia)
Mi fate tutti ridere, molti sono delusi, sdegnati, ma davvero credevate che questi dell'IDV fossero degli alieni, moralisti incorruttibili, intransigenti? Sul piano nazionale De Magistris e Alfano lanciano coltellate contro Di Pietro ed altri dirigenti del partito, in molte regioni specie del sud l'IDV lottizza, mercanteggia poltrone, tessere, come o peggio degli altri, vero squallore!!!!!!!!!!!!!!!!!!
On. Donadi, in natura c'è un animale che in questo momento la rappresenta molto, lo struzzo. Caratteristica di questo animale e che di fronte al pericolo, mette la testa sotto la sabbia. Dalla sua c'è che questa è solo una leggenda popolare, ma lei con il suo comportamento la avvalora.Scherzi a parte,Oggi caro Donadi, l'idv ha dei problemi al suo interno e negarli fà solo il male del partito, il nostro presidente dice sempre a tutti che, in caso di coinvolgimenti, bisogna correre dal giudice e chiarire tutto, bè, io la invito a Catania a farle sapere, se per caso non lo sapesse ancora,in quale clima è avvenuto il congresso e con quale spirito democratico, io la invito formalmente, ma dopo dovra fare un pò retromarcia su queste sue ultime dichiarazioni, oppure resti a casa a pensare come mai l'idv perde consenso in tutta Italia. Spero che il mio sfogo venga non solo rispettato, ma anche preso in considerazione perchè rappresenta non uno sfogo solitario, ma uno sfogo condiviso da tanti e che tiene realmente in considerazione i principi fondanti del nostro partito, ovvero i valori.
DONADI, QUANTE BELLE PAROLE, MI SPIEGA PERCHE' IN CAMPANIA AVETE SOSTENUTO LA CANDIDATURA DI UN INQUISITO A PRESIDENTE?????
oramai è arrivata la fine...quando gli attacchi partono dall'interno, da Repubblica, non si torna più indietro, questo partito farà la fine di Rifondazione Comunista...
Difendo a spada tratta l'IDV in Emilia Romagna. Sono un semplicissimo tesserato pensionato e posso difendere con assoluta fermezza l'operato di Silvana Mura e di Liana Barbati chiamate in causa in due commenti distinti. Non è questione di leccaculismo ma semplice obiettività. Sono persone capaci, che si spaccano in due per far crescere il partito che amano. Posso dire che in chi critica leggo solo brama di potere e gelosie. Nessuno e dico nessuno se lavora assiduamente, seriamente, umilmente e in modo propositivo viene abbandonato. Partecipando all'ultimo congresso ho sentito le parole accorate della nostra segretaria che ha un obiettivo primario: rinnovare la classe dirigente, che poi è lo stesso obiettivo di Di Pietro. Si sta investendo sui giovani, si stanno cercando persone capaci. E io invece chi sento lamentarsi? I soliti vecchi tromboni della politica. Ma perché non fate come me, partecipate con un sorriso quando c'è da lavorare ed aiutate a far crescere il partito? Perchè vi lamentate solo quando magari l'esito di una vostra elezione non è andata come speravate? Qui c'è solo il malcontento di pochi strumentalizzanto da Alfano e De Magistris che hanno ben altre ambizioni in vista delle prossime elezioni, e che vi utilizzano. Io non ci sto. Come tesserato IDV rimango con Di Pietro.
sono pronta a mangiarmi il cappello alla rockerduck se mi sbaglio dicendo che quasi tutti gli interventi contrari al partito sono di gente che nel partito non ci sta o non ci sta più. Chissà, a pensare male si fa peccato, ma a volte ........
Mi spiace deluderti, ma la maggior parte di noi è iscritta e militante nel Partito e proprio per questo vuole che i problemi si risolvano e non ci si può mettere i paraocchi, pena l'estinzione del partito stesso.Se facciamo pulizia ci rivaluteremo, se continuiamo così siamo destinati alla morte assai presto.Chi  è davvero dentro IDV e crede nei suoi principi fondanti non può che volere un Partito pulito, regole certe, democrazia interna, limitazioni di accessi e candidature, dare precedenza di visibilità e appoggio ai fondatori, alle persone che dimostrino di non avere alcun interesse personale... e l'unica maniera è fare in modo che NON SIA CONVENIENTE AVERE CARICHe: o si fa per dovere e senso di servizio o FUORI
Ma come ci sei arrivato? Sei un geniaccio!I migliori, in effetti, sono fuori da tempo dalla melma IdV.
Non sarò tra i migliori, ma non mollo proprio perchè ho trascorso la maggior parte di questi 8 anni a denunciare le clamorose "sviste" del nostro Partito: se me ne andassi, chi lo farebbe al posto mio?Continuo a lottare perchè vorrei un IdV migliore, permeata di veri Valori (con la V maiuscola!) e con dirigenti che non sbandierino continuamente il loro passato di ex DC come se fosse un vanto anzichè una vergogna...
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Nel caso mio invece non mi hanno fatto la tessera per il 2010. Per la precisione, un coordinatore provinciale (Enzo D'Alberti) mi ha dichiarato "incompatibile" ed "indesiderato". A norma di statuti, poteva un coordinatore provinciale rifiutare il mio tesseramento? Prima di mangiarsi il cappello faccia una ricerca sugli statuti e mi faccia sapere. Il collegio di garanzia siciliano, chiamato a redimere la questione ha detto che mi posso iscrivere al partito se voglio. Intanto ho perso i congressi e nessuno pagherà per questo. Secondo lei, per quanto mi riguarda, esiste o non esiste una questione morale in IDV?
riguardo al sottoscritto puoi iniziare ad aggiungere il sale...faccio parte di questo Partito da + di 8 anni e non ho nessuna intenzione di mollare!