RIMPALLI E PALLE... DI NEVE

Puntuale, come un orologio, va in scena il gioco del rimpiattino. Cosa fa la politica, rappresentata da un ministro o da un primo cittadino, quando ha palesemente mal governato un'emergenza con grave disagio per i cittadini? Di regola, dovrebbe assumersi le responsabilità, chiedere scusa e magari, ma questo appartiene al periodo ipotetico dell'irrealtà in Italia, dovrebbe dimettersi. Da noi, dicevamo, no. Si suona una musica diversa, sempre la stessa. Si spargono colpe a destra e a manca, si invocano improbabili commissioni di inchiesta e si formulano mirabolanti soluzioni. Si arriva, persino, a rimpiangere la Protezione civile guidata da Bertolaso. 

Partiamo dai fatti, inoppugnabili. A Roma, per pochi centimetri di neve, è andata in scena la baraonda totale. Si dirà, ma a Roma la neve è un'eccezione. Giusto. Però c'è un ma, grande come una casa. La neve a Roma è stata un'eccezione ampiamente annunciata. Dunque, si poteva porre in parte rimedio, per tempo, ed evitare disagi ai cittadini, soprattutto quelli più deboli ed esposti alle conseguenze di una nevicata seppur eccezionale. Mi riferisco ai pendolari, a chi usa i mezzi pubblici per andare al lavoro e a chi, invece, fa uso dei propri mezzi, agli anziani rimasti bloccati senza aiuto.

"Sindaco, ha bisogno d'aiuto?". Gabrielli, capo della Protezione civile. "No, grazie, facciamo da soli". Cosa avesse in mente il sindaco di Roma quando ha pronunciato queste parole difficile saperlo. Dirà, poi, che la colpa è stata di Gabrielli. "Mi avevano comunicato un basso grado di emergenza". E quindi che si fa? Si rimane a guardare. Non si ordina di spargere sale sulle strade, di provvedere a munire gli autobus della capitale di catene, di precettare taxi muniti di catene. Si ordina di chiudere le scuole, quello sì, anzi, no: didattica sospesa, istituti scolastici aperti. Panico e confusione tra i genitori.

Le conseguenze di questo assurdo rimpiattino sono note ai più, soprattutto a quelli che l'hanno vissute in prima persona: automobilisti rimasti letteralmente imprigionati sulle principali arterie della capitale, 75 per cento degli autobus senza catene e quindi fuori uso, metro inutilizzabile per via del ghiaccio formatosi sulle rampe di accesso.

Invece di spargere sale, insomma, si spargono responsabilità. Al governo, che ha lasciato soli i comuni. Alla Protezione civile, passacarte. Alla regione e alla provincia, che non hanno responsabilità, ma buttiamoli nel mucchio. Poi si prende la pala, ci si mette a spalare neve con l'elmetto - sale rigorosamente da cucina che si sa serve a salare le pietanze non a scongelare le strade - a favore di telecamere e teleobiettivo, e si comincia il tour televisivo. Si chiede scusa? No, tutte le istituzionil locali e nazionali, dovrebbero farlo insieme. Ma quelle nazionali di più. Amen. Parola di sindaco.

Commenti

Pare che il podestà di Roma da giovane camerata fosse di mano lesta, ma di cervello non troppo acuto e fino. La lunga e devota militanza politica è stata tuttavia premiata niente di meno col Campidoglio dove sta dimostrando le sue innate doti di capo manipolo. Reclama milioni di euro per la millenaria capitale dell'Impero, distribuisce decine di poltrone e migliaia di posti nelle aziende municipali dell'Urbe a ricompensa dei camerati elettori, perchè tanto paga pantalone! Ora per alcuni giorni al posto del sole c'è stata tanta neve sulla capitale del cupolone e, anziché provvedere alle bisogna, come fanno gli altri sindaci d'Italia, il nostro podestà gonfia il petto, chiude le scuole per una settimana e se la prende con la Protezione Civile. Bravissimo, gli spetta un encomio solenne. A uno statista del genere la prossima tappa potrebbe essere meritatamente Palazzo Venezia. Se lo merita proprio!

Art. 15.

Competenze del comune

ed attribuzioni del sindaco

1. Nell'ambito del quadro ordinamentale di cui alla legge 8 giugno

1990, n. 142, in materia di autonomie locali, ogni comune puo'

dotarsi di una struttura di protezione civile.

2. La regione, nel rispetto delle competenze ad essa affidate in

materia di organizzazione dell'esercizio delle funzioni

amministrative a livello locale, favorisce, nei modi e con le forme

ritenuti opportuni, l'organizzazione di strutture comunali di

protezione civile.

3. Il sindaco e' autorita' comunale di protezione civile. Al

verificarsi dell'emergenza nell'ambito del territorio comunale, il

sindaco assume la direzione e il coordinamento dei servizi di

soccorso e di assistenza alle popolazioni colpite e provvede agli

interventi necessari dandone immediata comunicazione al prefetto e al

presidente della giunta regionale.

4. Quando la calamita' naturale o l'evento non possono essere

fronteggiati con i mezzi a disposizione del comune, il sindaco chiede

l'intervento di altre forze e strutture al prefetto, che adotta i

provvedimenti di competenza, coordinando i propri interventi con

quelli dell'autorita' comunale di protezione civile.

Gabrielli mi ricorda De Falco.  Questo dà ordini da militare a un civile sotto shock evidente, dando più sfogo al suo ego che ottenendo un qualche risultato.  Quello si trincera dietro aspetti formali invece di risolvere problemi reali.  Mi dicono che a Morlupo è mancata l'acqua per tre giorni e hanno cotto la pasta scongelando la neve.  Lì Alemanno non c'entrava...  A me sembra un'incipiente epidemia di imbecillità reciproca collettiva.