7 PAGINE IMBARAZZANTI: IL PROGRAMMA ECONOMICO DI GIULIO TREMONTI

Tremonti bondsTremonti bonds Pubblico un interessante articolo del prof. Michele Boldrin, apparso sul sito www.noisefromamerika.org. Un sarcastico e formidabile saggio sulla politica economica del ministro Giulio Tremonti.

"A mezzo d'un mirabolante un-due-tre, l'incipit riassume tutta la politica economica tremontiana: socialismo populista + monopoli nazionali simbiotici al potere politico + rovesciamento della realtà:

1. Son anni che GT annuncia il "rientro della politica" senza che agli annunci seguano altro che condoni, o fallimenti. La lista di quest’ultimi è nota: Tremonti bonds, Banca del Sud, cartolarizzazione del patrimonio edilizio pubblico, richieste di dazi europei, vendita dell’oro della Banca d’Italia, social cards della miseria, riforme fiscali mai avvenute ...

2. Il barattolo di pelati Cirio: Tremonti rieccheggia la linea difensiva di Cragnotti. In realtà le frodi maggiori avvennero mentre Tremonti era ministro dell'economia, le tecniche finanziarie usate furono elementari e la legislazione che permise a Cragnotti di frodare e scamparla venne mantenuta in vigore (e in parte promulgata) mentre il nostro sedeva a quella medesima scrivania. La "finanza disinvolta" c’entra come i cavoli a merenda. C’entra, invece, la "politica disinvolta" che GT pratica sin da quando lavorava per Craxi, maestro della medesima.

3. La tassa di Obama: ennesimo attacco al libero mercato e ai piccoli risparmiatori. Tassa populista a suggello del patto mefistofelico fra Washington e Wall Street: il supporto della dirigenza bancaria (i cu ingiustificati redditi vennero e vengono preservati) a cambio della tosatura degli azionisti. A questo modello Tremonti s'ispira, il suo unico cruccio essendo quello che le banche italiane non hanno ancora ceduto alle sue, per niente timide ma senz'altro pelose, offerte d'aiuto.

Il resto dell'intervista si sviluppa quindi in una realtà parallela, farcendosi d'insensatezze (def: sequenza di parole prive di senso compiuto e/o riscontro nella realtà). Documentarle tutte richiederebbe un altro libro ... in fondo all'articolo elenco le peggiori, lasciando ai lettori il piacere di discuterle.Nei meandri di questo mondo capovolto, ho comunque rinvenuto tre importanti messaggi al popolo:

A. L'ennesima promessa, con scadenza a tre anni e mezzo, di riforma fiscale. Poiché sulla medesima non dice nulla di preciso, nulla possiamo commentare. Alla promessa di riforma non si accompagna la promessa d’una riduzione della spesa pubblica, il che implica (visto il debito e lo squilibrio di bilancio esistenti) che Tremonti sta promettendo di non ridurre il carico fiscale aggregato ma, al più, di redistribuirlo. L’affermazione secondo cui la spesa si ridurrà spontaneamente per effetto del federalismo fiscale è priva d’alcuna sostanza. In sintesi: carico fiscale e spesa pubblica invariati.

B. Nessun’altra riforma viene promessa: "riforma della pubblica amministrazione, della scuola, dell'università e delle infrastrutture sono in atto", afferma Tremonti. Si parva licet, mi ricorda Bob Lucas che, nel suo articolo del 1978 su Asset Prices in an Exchange Economy, affermava che sia il problema della dinamica dei prezzi (tâtonnement) che quello delle dinamiche di accumulazione (convergenza o meno alla crescita bilanciata) erano stati risolti. Bob fantasticava allora, Giulio Tremonti lo imita oggi nel suo piccolo. Il messaggio politico è chiarissimo: immobilismo totale. Guai a toccare i delicati equilibri che, sino ad ora, hanno permesso al suo capo ufficio d’essere eletto. Che il paese decada è poca cosa a fronte della rielezione del batka nostrano.

C. Il grande rientro della politica consiste nell'offrire sicurezze verbali, ossia fantasie. Il declino italiano non esiste, perché l'ha detto Tremonti. Non importa che i dati gli diano torto, lui continua a dichiarare che la crescita degli altri paesi, durante gli ultimi dieci-quindici anni, era falsa e drogata. Quindi non siamo rimasti indietro: abbiamo fatto solo a meno di drogarci ... Che il reddito pro-capite di Irlanda, Spagna e svariati altri sia tutt'ora superiore al nostro non va menzionato: essi devono affrontare squilibri non ben specificati e stanno quindi peggio di noi. Il loro essere andati avanti era apparente, come apparente era ed è il declino del reddito delle famiglie italiane. Chi lo nega è disfattista e anti-italiano, come la Banca d'Italia che non la smette di dire cose scarsamente coerenti con le fantasie che il ministro dell'economia ritiene necessario gli italiani credano. Se Giulio Tremonti dice che gli altri stanno peggio di noi, non importa che i dati dicano l'opposto: i dati sono probabilmente drogati da qualche economista determinista. La realtà non esiste, le statistiche non esistono, il declino italiano non esiste. Esistono solo le favole che raccontano le TV di stato e di Berlusconi. Favole che Giulio Tremonti sogna di notte e spiattella di giorno a giornalisti ossequiosi, perché le copino e le diffondano fra il popolo. Ecco, la nuova e grande politica economica di Giulio Tremonti che "rientra" è tutta qua, va da A. a C.

Commenti

Non si può continuare a tacere, sono sempre i soliti a pagare! L'Italia può contare sui dipendenti che rimpolpano le casse lasciando metà stipendio allo Stato, per tutti gli altri è festa!!! Tremonti ha "scassato" per mesi parlando di "finanza etica" ... per poi fare lo scudo fiscale !?! Se questa è l'etica non voglio sapere cosa farebbe al di fuori di essa!!! IN ITALIA CONVIENE EVADERE E DELINQUERE, almeno in materia fiscale/tributaria... La misura è colma, il fermento palpabile ma cosa propone l'opposizione? Altri palliativi da aggirare con "fisco creativo" e un buon commercialista? Sarebbe la stessa cosa...con sfumature diverse ma la stessa sostanza. C'è un solo modo per PAGARE LE TASSE TUTTI, PORTARE A DETRAZIONE LE SPESE. Questa è l'unica via da proporre se si vuole rompere con la mentalità del "furbo" che tanto critichiamo al governo berlusconi. BISOGNA CREARE UN SISTEMA TRIBUTARIO CHE PREMIA LE PERSONE ONESTE, LE QUALI HANNO IL DIRITTO DI TOGLIERE LE SPESE DAL PROPRIO REDDITO E VEDERE TASSATI SOLO I PROFITTI!
SPECULAZIONE E MOBILITA' SOCIALE Dove non c’è libero mercato c’è la dittatura dei poteri forti, dei padroni del mondo. Gli stati sono roba loro, non nostra. E’ difficile dire la verità alla gente comune, perché normalmente non la vuol sapere, tende a rifiutare e rimuovere le informazioni sgradevoli. Chi non sa che la prima paura delle famiglie padrone è che qualche competitor più furbo di loro possa spodestarle, non sa nulla del potere. E se parla, parla a vanvera.Nel mondo della finanza vera, delle Borse mondiali, una delle poche oasi di libero mercato rimaste,  gli speculatori sono coloro che rendono possibile l’interscambio al miglior prezzo di merci e valori, così svolgendo una funzione benefica e indispensabile per l’economia. La speculazione è quindi normale, ed enormemente utile, in una economia libera. La speculazione è anche e soprattutto l'unica via rimasta a chi è nato in una famiglia modesta per farsi strada nella vita, per accrescere il patrimonio della sua famiglia. Tutte le altre vie di innalzamento sociale sono strettamente controllate dalle famiglie padrone e dai loro lacchè del politburò. Minimi avanzamenti sociali vengono concessi solo a quelle famiglie di servi di provata fedeltà verso i padroni, in cambio di una totale obbedienza e di una completa rinuncia a qualsiasi sentimento di onestà e giustizia.Coloro che instillano in un popolo completamente tenuto ignorante in materia l'odio verso lo " speculatore " vogliono solo bloccare la mobilità sociale.Vogliono che il figlio del servo continui a fare pure lui il servo, anche se meritevole e capace; vogliono che il figlio del padrone rimanga padrone, anche se balordo, drogato e buono a nulla.Aumentere le tasse per dare più soldi allo stato vuol dire dare più soldi ai poteri forti, che dello stato sono i padroni assoluti, contro le nostre famiglie.Tali poteri forti, controllano lo stato e lo usano, oltre che per depredare il popolo, contro coloro che per merito avrebbero il diritto a sostituirli. Bloccano così il ricambio delle élites, indispensabile per la salute e il buon funzionamento del sistema economico e politico.    Qualcuno di sinistra ma intelligente ha capito anche lui che le cosiddette “ rendite ” finanziarie sono in realtà i risparmi di lavoratori, pensionati e famiglie, già tartassati dall’inflazione della carta straccia che ci hanno imposto come moneta.Un fatto che dovrebbe far riflettere anche chi di economia non capisce nulla e si lascia lavare il cervello dai giornali di regime: l’aumento della tassazione sulle rendite, cioè sui rendimenti del risparmio popolare, era nel programma di “rinascita democratica” della”P2”. Filippo Matteucci    -   Economista privatista Per chi volesse approfondire l'argomento, consiglio anche: http://epistemes.org/2008/01/10/dieci-buone-ragioni-per-non-tassare-le-rendite/Articolo di Benedetto Della Vedova, Piercamillo Falasca e Mario Seminerio http://www.tradersxsempre.com/public/forum/index.php?showtopic=1253&pid=135606&mode=threaded&start=(intervento di Luciano Priori Friggi) by http://www.lewrockwell.com/paul/paul334.html(articolo sull’Inflation Tax di Ron Paul)  Due parole sul sistema fiscalehttp://paolofranceschetti.blogspot.com/2009/08/cosa-serve-la-crisi-finanziaria-parte-2.htmlhttp://paolofranceschetti.blogspot.com/2009/05/il-sistema-in-cui-viviamo-il-sistema.html http://www.libertiamo.it/2010/01/12/teso-a-boeri-ma-esistono-le-rendite/comment-page-1/#comment-10224(articolo di Adriano Teso) http://www.italia-risparmio.it/finanza/rendite_finanziarie_ipotesi_sugli_effetti_di_un_aumento_di_tassazione.php(articolo mio) http://www.fff.org/freedom/0293c.asp(articolo di  Victor Niederhoffer) Wikipedia – Mobilità socialehttp://it.wikipedia.org/wiki/Mobilit%C3%A0_(sociologia)