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RAZZI E SCILIPOTI? UNA LEZIONE PER IL FUTURO

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Non mancherò di rispondere alla domanda che brucia in queste ore: perché Scilipoti e Razzi, due deputati di Italia dei Valori, hanno votato la fiducia a Berlusconi, tradendo il partito e gli elettori di Idv ma per farlo devo prima fare qualche doverosa premessa. A scanso di equivoci, non vi nascondo che sono profondamente amareggiato per quello che è accaduto e ne sento in qualche modo la responsabilità, perché questo fa una classe dirigente seria di un partito. Non si mette in cattedra a dispensare consigli o a dare colpe ad altri ma se le assume in prima persona ed opera concretamente perché questo non si ripeta mai più. Io credo che ci siano due cause, una recente e una remota che spiegano quanto accaduto. La causa recente è riconducibile a Silvio Berlusconi e a quanto ha messo in atto nell’ultimo mese e mezzo. Mentre Italia dei Valori e tutta l’opposizione, così come era stato chiesto dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, con senso di responsabilità contribuiva a congelare la crisi per approvare una legge finanziaria di fronte ad una crisi economica che non conosce tregua, il presidente del Consiglio tesseva la sua tela di corruzione, metteva in scena il più abile, furbo e scaltro mercato delle vacche parlamentari. In gioco, ricchi premi e cotillon: mutui, poltrone, seggi sicuri e rielezione servita su piatti d’argento. C’è riuscito. Un bella vittoria di Pirro che non servirà a nulla ma che ha rinsaldato il suo ego ipertrofico. Detto questo, pur assumendoci le responsabilità e lavorando perché non vi siano più casi come quelli di Razzi e Scilipoti c’è un limite oggettivo che una classe dirigente di un partito ha, ovvero, quello di non riuscire a possedere arti divinatorie che gli permettano di capire se nel Dna di un dirigente e militante di IDV, c’è il gene del tradimento, se ha un prezzo in cambio del quale è pronto a vendersi. Può lavorare, come IDV sta facendo da dopo il congresso nazionale, per costruire e formare una vera classe dirigente, sempre più radicata, consapevole e fidelizzata. Negli ultimi cinquant’anni, solo alla Lega Nord è accaduto quello che è successo a Italia dei Valori, ovvero una crescita esponenziale in poco tempo, pur non avendo una classe dirigente radicata sul territorio. Non è un caso che dal 1992 al 2001, la Lega Nord abbia conosciuto ben più celebri traditori e storici tradimenti rispetto a noi. Basti pensare al caso di Irene Pivetti che, da presidente della Camera della Lega Nord, è passata a Dini con Rinnovamento italiano ed è poi finita ad occuparsi di un reality sul lifting. O a quello del presidente del gruppo parlamentare della Lega che, dopo aver presieduto il gruppo del Senatur alla Camera, è passato alla Margherita. Dunque, la soluzione non sono cabine di regia che puzzano di logiche spartitorie a due o a tre. E’ la costruzione di un partito vero, come stiamo già facendo, che formi la sua classe dirigente sul territorio, che faccia crescere i suoi giovani nei comuni, nelle province e nelle regioni, fino a portarli in Parlamento. E’ questa la nostra sfida: continuare sulla strada che abbiamo già tracciato.

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Siccome buona parte degli interventi sono sulla stessa linea e ci rimproverano di aver candidato due transfughi da altri partiti saliti a bordo di IDV in corsa, ci tengo a ribadire per fare chiarezza che questo è profondamente sbagliato. State prendendo una cantonata. Razzi e Scilipoti erano con noi da dieci anni. Sono quindi, a tutti gli effetti, militanti della prima ora, come voi. Non politici provenienti da altri partiti e saliti a bordo strada facendo. E allora? Cosa dobbiamo fare? Il test della verità? Se non bastano nemmeno dieci anni di lavoro spalla a spalla a garantire la sincerità dell'impegno di una persona, come si fa a fidarsi ed a scegliere? Capisco la vostra amarezza che è anche la nostra, ma dobbiamo affrontare la realtà rappresentata dal fatto che il tradimento più vile lo abbiamo ricevuto proprio da due militanti storici. Due traditori che sono stati in mezzo a noi per dieci lunghi anni. Non credo che dobbiamo per questo perderci d'animo, ma impegnarci sempre più a migliorare e a radicare un partito sempre più forte sul territorio.

 

BERLUSCONI CORRUTTORE: ECCO LE PROVE

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Un’Italia trasformata in “bordello state”, in cui non solo “alcune donne arrivano in Parlamento attraverso una camera da letto”, ma soprattutto “donne e uomini, giornalisti e professionisti, hanno dato via le loro menti ei loro principi, anziché i loro corpi”. Non è Repubblica o il Fatto quotidiano che lo scrive. E’ “Foreign policy”, la rivista americana letta in tutto il mondo dal gotha della Finanza, della diplomazia, dell’economia, insomma la bibbia delle istituzioni internazionali, che descrive l’Italia ai tempi di Berlusconi. L'articolo si apre con una citazione di Dante dal canto VI del Purgatorio e l’analogia con l’Italia di oggi non è lusinghiera :"Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiero in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!". Ieri come oggi. L’editorialista Waltston passa poi ad analizzare le ultime vicende politiche, sottolineando come “ci sia stata una mancanza di leadership dalla fine di luglio, ma nelle ultime due settimane la mancanza di una direzione è arrivata al parossismo”. Non è finita. Sempre nell’articolo viene citata l’opinione di un altro illustre scrittore, il professor Maurizio Viroli di Princeton, "La libertà dei servi". L'Italia è riuscita nell'esperimento politico di "trasformare, senza violenza, una repubblica democratica in una corte che al suo centro ha un signore feudale circondato da una pletora di cortigiani ammirati e invidiati da una moltitudine con spirito servile". Parole graffianti che descrivono però un’imbarazzante verità. La compravendita di deputati in atto in questi giorni da parte del presidente del Consiglio è solo l’ultimo imbarazzante episodio di questa saga berlusconiana che sta trasformando l’Italia in un bordello ma che soprattutto sta distruggendo la nostra immagine all’estero. Non parlo di notizie astratte o di sussurri di corridoio. Se qualcuno avesse ancora qualche dubbio su, ascoltate l’intervista del collega Antonio Razzi. In cambio di un passaggio dalla loro parte, gli hanno offerto un posto in lista blindato nelle prossime politiche, una poltrona da sottosegretario o viceministro oppure, in alternativa, il pagamento del mutuo residuo della sua casa. Intanto, scrive sempre il Foreign policy, l’Italia "è in un grande difficoltà": è infatti l'unica economia del G7 con crescita negativa secondo le previsioni dell'Ocse (-0,3%) e al 48esimo posto per competitività secondo il World Economic Forum, appena dopo la Lituania e appena prima del Montenegro. Un quadro aggravato dalla mancanza di un ministro dello Sviluppo economico, che dura ormai da mesi. Grazie Berlusconi!