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CONSULTA DICE NO, IMPEGNO IDV SI RADDOPPIA

La Consulta ha bocciato i due quesiti, dichiarandoli inammissibili. Ne prendiamo atto e accettiamo il giudizio della Corte. Non ne gioiamo certo ma non ci arrendiamo. Per questo, già da ora, raddoppieremo il nostro impegno, affinché la volontà di un milione e mezzo di cittadini non sia vanificato. Ma soprattutto lavoreremo in Parlamento affinché non si scelga il male peggiore, ovvero, il ritorno alla prima Repubblica.

La parola torna alle Camere. Il Parlamento ha ora il boccino in mano per cambiare la legge elettorale. Ma non si lavori nei retrobottega dei palazzi per far fuori qualcuno. Si apra un confronto aperto, trasparente per dare a questo paese una legge elettorale degna e non un porcellum2, un altro obbrobrio giuridico di cui non ha nessun bisogno. La legge elettorale non è una clava per abbattere l’avversario ma uno strumento di democrazia, il più alto e nobile.

Il milione e mezzo di firme hanno indicato la via da seguire ed è bene che il Parlamento segua questa traccia. Noi la seguiremo in tutte le sedi parlamentari. La volontà popolare non può e non deve essere ignorata per logiche spartitorie che non appartengono ad una democrazia sviluppata.

IMPUTATO BERLUSCONI, SI ACCOMODI!

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Non c’è due senza tre. 2003, 2009, 2011: stessa spiaggia stesso mare. Chissà se le mosche cocchiere del premier, gli ineffabili onorevoli avvocati, si daranno finalmente pace. Il legittimo impedimento è incostituzionale, Berlusconi è parzialmente impedito, a rimediare la parzialità ci penserà il referendum di Italia dei Valori. La Consulta, a larga maggioranza, boccia l’autocertificazione di palazzo Chigi e, Silvio dà fuoco alle polveri. E’ stupefacente, grottesco e per certi versi patetico, come ad ogni sonora bocciatura, Silvio Berlusconi metta in scena lo stesso identifico armamentario linguistico e prepari i cannoni mediatici di Navarone. Il 7 ottobre 2009, qualche secondo dopo la bocciatura del Lodo Alfano, aveva gridato: “Andiamo avanti a governare. Con undici giudici di sinistra, eletti da tre capi dello stato di sinistra, era impossibile che lo approvassero. Il 72 per cento della stampa è di sinistra. Abbiamo tutte le trasmissioni di approfondimento della tv pubblica, pagata con i soldi di tutti, che sono di sinistra. Gli spettacoli comici ci prendono in giro. La Corte costituzionale non è un organo di garanzia ma un organo politico”. E poi, non pago, aveva sparato ancora: “I processi a mio carico sono autentiche farse. Io sottrarrò qualche ora alla cosa pubblica per andare a sbugiardare tutti i giudici”. E poi aveva argutamente concluso: “quale è la sintesi? Meno male che Silvio c’è! Queste cosa qua a me mi caricano. Viva l’Italia, viva Berlusconi!”. Poi sappiamo come è andata. Si è guardato bene dall’andare a sbugiardare i giudici. Di tempo alla cosa pubblica ne ha sottratto eccome, ma per trascorrerlo con le sue Ruby rubacuori, Noemi, Patrizie D’Addario, e via discorrendo. E’ di oggi la notizia che Silvio Berlusconi è indagato per prostituzione minorile e concussione, nell’ambito della vicenda Ruby. Nel frattempo, ha ordinato alle sue mosche cocchiere di darsi da fare, sfornandogli una altra bella leggina. Un anno e qualche mese dopo, ahimé, ci risiamo. 14 gennaio 2011. La Consulta boccia di nuovo lo scudo stellare e puntuale riparte l’assalto, un po’ più composto ma sempre gagliardo. L’età e le delusioni d’altronde sono quelle che sono. “I processi a mio carico sono ridicoli”. “Da quando sono sceso in campo lo sanno tutti che è in atto una persecuzione politica da parte dei magistrati di sinistra”. “Andrò in televisione e sui giornali a spiegare di cosa si tratta, ossia di accuse infondate”. “L’ho giurato sui miei figli e sui miei nipoti: non si possono trovare giudici che oseranno dare una condanna su fatti che non esistono”. “Il governo va avanti perché l'Italia ha bisogno di tutto tranne che di elezioni anticipate. Io sono un perseguitato”. Il ritornello è sempre lo stesso, una melodia trita e ritrita, incupita da qualche anno e qualche fantasma in più. Si sia pace Berlusconi. Si rassegnino le sue mosche cocchiere. Che i processi riprendano e che la giustizia faccia finalmente il suo corso.