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TIRA ARIA DI RESTAURAZIONE

Mentre scrivo, la Corte Costituzionale è chiusa in camera di consiglio per decidere sull’ammissibilità dei due referendum elettorali. Noi ci auguriamo che la Corte dica sì ma rispetteremo qualunque decisione assuma. Abbiamo la coscienza a posto, di chi ha lavorato sodo per raccogliere le firme. Si tratta di un milione e mezzo di cittadini che hanno espresso la precisa volontà di voler cambiare questa pessima legge elettorale e tornare a scegliere i propri candidati. Un milione e mezzo di firme non può essere ignorato.Ma c’è chi, in queste ore, si sta agitando. C’è un sottobosco in movimento che si muove alla ricerca di un accordo sottobanco. Sotto, appunto, niente alla luce del sole. Tira una brutta aria, un’aria di restaurazione, un modo come un altro per esercitare indebite pressioni. Buona parte dei partiti, infatti, ritiene che il bipolarismo sia un male da superare e pensa di rifugiarsi in una sorta di ritorno alla prima Repubblica, in particolare ad una riedizione scadente e scaduta di compromesso storico. Nel caso specifico, con la scusa della crisi economica, si governa tutti insieme. E allora cosa si fa, come si aggira la volontà dei cittadini? Si pensa di riportare in scena la peggior commedia della partitocrazia mai vista: andare al voto senza sapere prima la coalizione, con chi, e il leader, chi e quali parlamentari.Fare ciò è come gettare alle fiamme la volontà dei cittadini. Tutti i partiti dovrebbero avere almeno la decenza di rispettarli. Altrimenti, non è democrazia, è un’altra storia. 

GARANZIA FA RIMA CON DEMOCRAZIA

Ieri Italia dei Valori non ha partecipato al voto per l’elezione del giudice della Corte Costituzionale, né del componente laico del Consiglio Superiore della Magistratura ed oggi farà altrettanto. L’Udc, per bocca di Mantini e Buttiglione, ci ha duramente attaccato. Secondo il presidente dell’Udc si tratterebbe dell’ennesimo episodio che evidenzia il tipo di cultura politica che abbiamo. E’ vero, verissimo, Buttiglione ha ragione. Si perché noi di Italia dei Valori abbiamo una cultura politica distante anni luce da quella degli altri partiti. Noi ne facciamo una questione di principio e scusate se siamo fissati con la cultura della democrazia. La nostra cultura politica parte da un presupposto fondamentale: i più importanti organi di garanzia e controllo previsti dalla nostra Costituzione devono avere tre requisiti fondamentali, indipendenza, autonomia e terzietà. Nulla da ridire sui candidati. Mattarella e Albertoni, che ieri è stato eletto, sono persone stimabili cui va tutto il nostro rispetto. Noi crediamo semplicemente che debba finire il tempo in cui alla Corte costituzionale, così come al Csm, alle autorità garanti così come nel Cda della Rai, vengano nominate personalità che sono espressione di partiti, rispettabili ma organiche e funzionali al potere politico. E’ sbagliato questo? Noi riteniamo di no. I ruoli di garanzia di rango costituzionale sono strumenti essenziali per il funzionamento di una sana democrazia e non possono ridursi a semplici posti da occupare o, peggio ancora, da spartire. Tutto qua, nessun mistero o retro pensiero sottobanco. Questo è il nostro concetto di democrazia. E scusate se è poco.