Taggati con: bipolarismo
TIRA ARIA DI RESTAURAZIONE




UCCIDIAMO IL PORCELLUM GRASSO




NON LASCIAMO L’ITALIA NEI... “CASINI”
Pier Ferdinando Casini
Degli ultimi quindici anni di vita politica di questo Paese butterei via tutto o quasi. Butterei via senz’altro tutti gli anni in cui ha governato Silvio Berlusconi, salvando quel poco che c’è di salvabile, invece, dell’esperienza del governo dell’Ulivo. Non un granché per la verità, visto che, con l’esplosione che l’ha mandato in mille pezzi, non è finito solo una stagione di governo ma è sparita una intera coalizione, dispersa in una diaspora insanabile. C’è solo una cosa che salverei di questi anni ed è l’affermarsi del bipolarismo, anche se oggi non ha un bell’aspetto ed è ostaggio del berlusconismo, causa e ragione del suo cattivo stato di salute. Lo salverei perché il bipolarismo ha portato nel nostro paese il valore insostituibile della sana alternanza di governo, con la quale in democrazia si mettono in moto i virtuosi anticorpi ad ogni forma di controllo e sopraffazione, perché ha introdotto il principio sacrosanto della responsabilità di coalizione, che nasce intorno ad un leader e ad un programma da realizzare e non da stracciare il giorno dopo. Ecco perché sono convinto che il bipolarismo sia una esperienza non solo da salvare ma da conservare, così come sono convinto che, una volta tolto di mezzo Berlusconi, il nostro bipolarismo potrebbe finalmente essere normale e riuscire a godere di buona salute. Ci sarebbero due schieramenti e due leader che finalmente si confronterebbero ad armi pari sui contenuti, costretti a cercarsi il consenso non come ora grazie al controllo dell’informazione ma sull’offerta di proposte da fare al paese. Il problema, però, è che con questo Pd, che è ogni giorno di più la bella addormentata nel bosco, c’è il rischio serio che il bipolarismo non sopravviva a Berlusconi e che, all’era Berlusconi succederà quella di Casini. E non lo dico perché mi piace fare dietrologia filosofico-politica ma perché, da alcuni colloqui avuti in forma privata con illustri esponenti del Pd, mi risulta nei fatti. Il ragionamento che alcuni fanno in casa democratica è più o meno questo. Siccome siamo consapevoli che Pd, Sinistra radicale, Idv e Udc non potranno mai stare insieme, piuttosto che rispedire Casini nelle braccia di Berlusconi, siamo pronti a svendere il bipolarismo e ad aprire la strada a Casini, confezionando una legge elettorale che azzeri il sistema bipolare, introduca un sistema proporzionale dove ogni partito corre da solo e fa da ago della bilancia il giorno dopo le elezioni. Non esisterebbero più coalizioni, né candidati premier. Esisterebbero solo partiti che chiedono consenso sul simbolo e governi che nascerebbero il giorno dopo, non sui programmi ma in base al numero di poltrone offerte in cambio del sostegno, secondo quel detestabile sistema da prima repubblica che con tanta fatica abbiamo cancellato per sempre. Chiudere l’era Berlusconi aprendo quella di Casini sarebbe un delitto. Lasciare che Casini abbia la golden share dei futuri governi di questo paese, sarebbe un criminogeno passo indietro, nel giurassico della politica, talmente scellerato da poter essere a ragione annoverare tra i crimini contro l’umanità. Dopo vent’anni di Berlusconi, a questa stanca e povera Italia, almeno quest’altro pugno in faccia, che finirebbe per stenderla definitivamente, risparmiamoglielo.



CON CASINI? ERRORE IMPERDONABILE
Pier Ferdinando Casini
Un governo di responsabilità nazionale per uscire dalla crisi politica in atto. Ecco la soluzione proposta nelle ultime ore da Pier Ferdinando Casini, il maestro delle alleanze di convenienza, colui per il quale non fa differenza se si tratti di centrodestra o di centrosinistra, perché l’importante è mantenere la poltrona. Questa volta, infatti, il leader Udc parla di un governo aperto a tutti, sul quale non è possibile avanzare veti su Berlusconi premier ed è lo stesso Casini che nel luglio scorso non escludeva la partecipazione ad un esecutivo di emergenza democratica con i partiti della sinistra. Una coerenza tutta sua, che solo lui comprende, basata esclusivamente sulle convenienze del momento, senza mai perdere di vista l’ obiettivo principale: distruggere il bipolarismo, continuando, imperterrito e finora indisturbato, con la politica dei due forni, un’ideologia che lo porta a non guardare oltre il proprio ombelico e considerare quet’ultimo come punto di equilibrio dell’intero universo. Non è un caso che abbia detto, con apparente indifferenza, che, se Lega e Idv si chiamassero fuori da questo ipotetico governo di larghe intese, sarebbe un problema loro. In questo modo, prenderebbe due piccioni con una fava, levandosi di torno i due partiti più marcatamente bipolari ed allontanando quello che rappresenta per lui un pericolo. Ritengo sia il caso che l’opposizione rifletta seriamente sull’atteggiamento del leader dell’Udc e soprattutto sulle sue ultime dichiarazioni. Dare credito ad un Casini che cambia colore a seconda del fiore su cui gli conviene poggiarsi, nel suo perenne volo di convenienza, sarebbe un errore imperdonabile. Quello che invece adesso il centrosinistra è chiamato a fare, per dovere di responsabilità politica, è costruire una seria alternativa ad un governo che con ogni evidenza sta per sgretolarsi. E’ il momento di farsi promotori di una grande apertura e discussione politica, in modo che, quando governo e maggioranza, che già stanno venendo meno, crolleranno definitivamente, ci sia una coalizione di centrosinistra coesa e compatta, capace di dare ai cittadini la sicurezza di rimanere unita per realizzare il progetto che loro stessi andranno a votare. L’obiettivo dovrà essere non solo quello di rimotivare i delusi del centrosinistra, ma anche di interpretare le speranze dei tanti elettori di centrodestra ingannati ed ora delusi dalla maggioranza. Il tempo stringe, perché questo governo sta dimostrando ogni giorno di più di non essere capace di governare.



PD SCELGA: O IDV O UDC
Casini
In questa disastrosa politica che ha caratterizzato il ventennio Berlusconi, c’è un’unica nota positiva, l’uscita, cioè, dalla palude della Prima Repubblica, quel mare di fango in cui i governi nascevano e morivano a tavolino, quell’accozzaglia di forze politiche in cui non esisteva opposizione. Tutto questo ha un nome e si chiama bipolarismo. Ora l’atteggiamento di Casini è ben chiaro: non è un caso che l’Udc attacchi sistematicamente le due forze politiche più marcatamente bipolari, l’IdV da un lato e la Lega dall’altro, le uniche che davvero non vogliono gli inciuci, non accetterebbero mai un ritorno alla palude del consociativismo, a quell’acqua stagnante nella quale tutti insieme si decide e si governa. Distruggere il bipolarismo, dunque: ecco qual è l’intento dell’Udc e lo scudo crociato non fa nulla per celarlo, facendo leva sul fatto che il bipolarismo è quello muscolare, rancoroso, violento di questa seconda repubblica. Sono convinto, però, e Casini lo sa bene, che il bipolarismo virulento nei toni e nelle parole, finirà con Berlusconi, perché con Berlusconi tramonterà in questo paese l’odio generato dal terribile miscuglio di conflitto d’interessi, di strapotere economico, di controllo mediatico, finirà, insomma, tutto ciò che ha fatto della democrazia italiana una sorta di pantomima. Il gioco di Casini è palese: conscio del fatto che, finita l’era Berlusconi, in Italia tornerà il bipolarismo normale, quello fatto da due coalizioni che si confrontano, tenta di prevenire il pericolo. Ecco perché ritengo sia indispensabile, in questo momento sconfiggere, al pari del berlusconismo, il casinismo (nomen omen), che è soltanto l’ultimo rigurgito della palude democristiana che ha portato a Tangentopoli e a Mani pulite. Le ultime parole del leader dell’Udc, per quanto mi riguarda, devono segnare per l’opposizione un punto di non ritorno, trattandosi di un attacco indegno e incivile. Non è possibile costruire il dialogo con chi ci dà degli sciacalli. La mia proposta, dunque, è che l’Italia dei Valori ponga al Pd la necessità di scegliere tra noi e l’Udc nelle giunte in cui attualmente governiamo insieme. Non si tratta di una vendetta, ma dell’unico modo che abbiamo per difendere il valore del bipolarismo. La politica dei due forni si sconfigge in un modo solo, rendendo inaccessibili i due forni a mercenari, transfughi e profughi. E’ ora che i due fornai dicano basta al camaleonte Casini, che fino al momento li ha trovati sempre disponibili. Ecco perché domani stesso all’Ufficio di Presidenza di Italia dei Valori proporrò che il Pd venga messo di fronte ad una scelta in tutte le amministrazioni locali dove l’IdV governa insieme con l’Udc: o noi o loro. In gioco c’è la difesa del bipolarismo.



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