Taggati con: legge di iniziativa popolare

SULLE PROVINCE NOI NON MOLLIAMO

Riprendiamo le fila di un discorso che noi non abbiamo dimenticato, anzi. Mi riferisco al taglio delle province, sul quale noi non abbiamo fatto e non facciamo un solo passo indietro. Qualcun altro, forse, sì. Mentre il presidente del Consiglio, Mario Monti, annuncia di voler continuare sulla strada dell’abolizione delle province – come previsto nella manovra “Salva Italia” - l’Upi, l’unione delle province italiane, propone di ridurle da 108 a 60, con un risparmio di 5 miliardi di euro.

La palla, ovviamente, passerà al Parlamento, come è giusto e doveroso che sia ma si preannunciano già nubi all’orizzonte. E’ accaduto, pochi giorni fa, in commissione Affari Costituzionali della Camera, dove i partiti hanno svelato le carte in gioco e sono carte che giocano al ribasso.

Sì perché se, a parole, sono tutti bravi a parlare di tagli alle province, nei fatti tutti manovrano per andare nella direzione esattamente opposta.

Insomma, in Parlamento c’è chi parla con lingua biforcuta e nelle commissioni si ripropongono vecchi giochini gattopardeschi affinché, alla fine della fiera, nulla cambi. La scena si è svolta il 7 febbraio scorso, alla prima riunione del Comitato ristretto della I Commissione. Sapete cosa è accaduto? Che siamo stati gli unici a insistere per l'abolizione delle province. Il Pd ha proposto di creare, al posto delle province, le cosiddette “aree vaste”, una vera e propria astuzia costituzionale, un modo come un altro per non abolirle. Il Pdl, invece, ha proposto di trasformarle in enti di secondo livello, altra astuzia per non cancellarle.

Insomma, a destra e a manca, in entrambi i casi soluzioni pasticciate che di fatto mirano a lasciare le cose cosi' come stanno. Questo in barba alle promesse fatte in campagna elettorale e alle 400 mila firme di cittadini che, con una proposta di iniziativa popolare, hanno chiesto l'abolizione delle province.

Noi continuiamo lungo la nostra strada: sulle province chiediamo una misura draconiana. Vanno abolite perché sono inutili e costose e continueremo a svelarvi gli altarini segreti.

400 MILA FIRME PER ABOLIRE LE PROVINCE

400 mila firme, all’incirca otto volte quelle che servivano per la presentazione di una legge di iniziativa popolare sull’abolizione delle province. Questo è il primo, grande, risultato che abbiamo raggiungo oggi. In Parlamento, ci abbiamo provato in tutti i modi ma gli altri partiti si sono opposti puntualmente ogni volta, con motivazioni più o meno consistenti. Noi non ci siamo arresi perché crediamo fortemente in questa iniziativa e nei tagli ai costi della politica, e l’appoggio di tanti cittadini, più di quanti fossero necessari, è la conferma che stiamo facendo la cosa giusta. La provincia è ente inutile. Ha solo due funzioni, scuole e strade, per di più solo quelle di competenza provinciale. Per il resto, si occupano di materie che sono già di competenza di comuni e regioni. Dunque, la domanda è: a fronte dei costi, 16 miliardi di euro l’anno perché è questo che le province costano allo Stato, ha un senso mantenere in piedi un apparato burocratico inutile che costa e non dà nessun servizio ai cittadini? Ha un senso mantenere in piedi le province solo per soddisfare l’esigenza di “poltronificio” dei partiti, perché è questo quello che le province sono oggi? Per noi no, non ha alcun senso, perché nella battaglia ai costi della politica ci crediamo davvero. Oggi, consegneremo alla Camera dei Deputati le nostre firme ma non staremo a guardare, mani in mano. Non lasceremo che le nostre 400 mila firme vengano coperte dalla polvere dei partiti, quella che rinviano e nascondono sotto al tappeto la questione di oggi: diamo un taglio alle province! E’ ora. Lo chiedono i cittadini.

*** Subito alle urne. Governo di transizione? Al massimo per due mesi e mezzo.

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