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ENRICHETTO, PER NON DIMENTICARE

Alla vigilia di Natale, un giorno che mi sembra particolarmente indicato, voglio portare alla vostra memoria una vicenda che mi sta particolarmente a cuore, perché parla la lingua della realtà, quella grave, dolorosa e ingiusta realtà cui la politica degli ultimi anni ci ha portato. Non so quanti di voi ricorderanno il caso di Enrichetto, Enrico Gallo all’anagrafe, “55 anni e un cuore di bambino” aveva scritto di lui Massimo Gramellini portando la questione all’attenzione della stampa. Me ne sono occupato diverse volte su questo blog, sono andato a trovarlo in carcere, ad Asti, spinto quasi più da spirito umano che politico, tanto è grave l’ingiustizia dell’intera vicenda che lo riguarda. Per chi non dovesse ricordare, provo a riassumere in breve. Dietro le sbarre Enrichetto ci era finito per essere andato a comprare un salamino sotto casa, mentre era agli arresti domiciliari a scontare la pena per guida in stato di ebbrezza. Guida di bicicletta. Ne era uscito qualche settimana dopo la mia visita, con grande sollievo mio e di tutte le persone che gli si sono affezionate all’interno e fuori dal carcere. E veniamo ad oggi. Già, perché la storia continua. Enrichetto non potrà rimanere a casa sua, che oltre tutto mi informano essere un sottotetto senza elettricità e senza vetri alle finestre. Ora dovrà tornare in carcere per scontare quella pena per la quale era evaso dai domiciliari. Una sorta di li semilibertà che lo costringe a passare la notte in carcere, per uscirne la mattina alle 7 ed arrivare a casa non prima di mezzogiorno dopo un viaggio in pullman e un altro in treno, cosa che, per altro, da solo non è in grado di fare. Il problema, però, è che il Comune non ha i soldi per provvedere a farlo accompagnare. Quest’uomo, in sostanza, condannato prima per esser andato in bicicletta dopo qualche bicchiere e dopo per essere uscito per comprare un salame, ora non è nelle condizioni pratiche di scontare la pena che gli è stata inflitta. Questa è l’Italia. Il paese di Berlusconi, dei festini e di Ruby rubacuori. Il paese del governo ballerino e della giustizia a comando. Il Paese dove la bontà d’animo è dettata dall’aurea regola del 90-60-90. Ed allora, mi domando, dal momento che il presidente del Consiglio parla tanto di bontà d’animo, perché, per una volta e fino a che è in suo potere, non muove anche solo un dito per questa, che è una giusta causa? Perché non aiuta chi davvero lo merita, in quanto vittima di un ingranaggio infernale che salva i criminali veri e schiaccia le persone deboli?

Vi auguro con tutto il cuore Serene Festività