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IL SARTO CUCE IL SISTEMA ELETTORALE

Un turno, doppio turno, proporzionale con soglia di sbarramento, senza soglia ma con premio di maggioranza, con due soglie e senza premio di maggioranza, con le preferenze, no, senza le preferenze. Basta liste bloccate. Con le liste bloccate ma con una rosa di nomi in cui poter scegliere.

Si parla di legge elettorale naturalmente. Un dibattito che va avanti da anni e che non si chiude positivamente perché ogni partito punta a farsi un sistema su misura, manco la legge fosse un vestito di alta sartoria.

C’è un trabocchetto: i partiti fiutano l’aria che tira, brutta per molti di loro, ma tentano di sfangarla inventandosi un sistema di voto favorevole. Un doppio vulnus alla democrazia rappresentativa: a) si ignorano le richieste della base di cambiamento e di innovazione; b) si usano le istituzioni per i propri fini, altro che interesse nazionale o bene comune. Tutto ciò ignorando la volontà popolare, molto chiara.

Un milione e duecentomila cittadini avevano firmato il nostro referendum per l’ abrogazione del Porcellum ed il ritorno, di fatto, al Mattarellum. Queste firme avrebbero dovuto essere altrettante stelle polari per orientare la volontà del Parlamento, ma così non è. Almeno allo stato dei fatti. Erano tutte firme per difendere il bipolarismo, lo spirito maggioritario e di coalizione. Ora, però, nessuno tenti di far tornare l’Italia alla Prima Repubblica solo per interessi di partito, perché la legge elettorale, come dimostrano i disastri del Porcellum, è l’architrave della democrazia e della credibilità delle istituzioni.