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Caro onorevole Donadi, ho apprezzato molto il suo intervento, soprattutto quando dice che l’IDV deve contraddistinguersi con un nuovo modo di fare politica, distante dagli schemi dell’attuale politica dei quali il cittadino è stufo e forse ormai quasi rassegnato. Vorrei però far notare come sia illusorio pensare di risolvere la questione con generici inviti al cambiamento. A parer mio è il classico invito al tacchino a festeggiare il natale. Servono delle norme e regole interne al partito che incanalino tutti: attivisti, iscritti, eletti e non ultimi i nominati verso dei comportamenti in linea con le aspettative del nostro elettorato ed io credo anche di una buona fetta degli italiani. Vado sul concreto e faccio alcuni esempi che potremo mettere in atto già dalle prossime elezioni regionali di primavera:ü      Impediamo che i professionisti della politica che viaggiano da un partito all’altro con il pacchetto di tessere/voti in tasca possano entrare nel nostro partito. Inseriamo una norma che preveda, a chi proviene da altri partiti e negli ultimi 5 anni ha ricoperto ruoli importanti (consigliere, assessore, sindaco, ecc.), l’impossibilità di candidarsi nelle nostre liste per un periodo di almeno due anni, senza aver prima avuto il consenso del coordinamento cittadino o provinciale.ü       Mettiamo un freno al malcostume, tanto in auge sia nel PDL che nel PD, di abbandonare un incarico a metà mandato per dare la scalata ad un incarico più prestigioso o meglio retribuito.  Inseriamo una norma che vieti ai nostri eletti o nominati che stanno svolgendo un incarico (sindaco, assessore, consigliere, ecc.) di abbandonare tale incarico, prima della naturale scadenza, per candidarsi ad una poltrona più prestigiosa o meglio retribuita. E’ un atteggiamento che la gente non capisce e che vede solo come “vecchia politica” meramente funzionale al tornaconto personale del politico che la mette in atto.ü      Creiamo dei meccanismi chiari e trasparenti per definire, in maniera uniforme, le candidature e le nomine sulla base di criteri di capacità, meritocrazia e consenso.ü      Facciamo in modo che le indennità di carica riprendano la loro originaria funzione di rimborso spese e non di “WIN FOR LIFE” che sono diventate in alcuni casi. Un consigliere regionale ha un gettone di più di 7.000,00 euro mensili e mi sentirei di dire che l’attuale contributo del 10% se è eccessivo per i consiglieri comunali ed adeguato (forse) per gli assessori comunali è decisamente inadeguato per un consigliere regionale, al quale mi sentirei di chiedere un contributo al partito di almeno il 50%, altrimenti come facciamo noi spiegare ad un operaio cassaintegrato il motivo per cui un consigliere guadagna sette volte quello che guadagna lui ??ü      Introduciamo una norma che preveda la ratifica da parte del partito di tutte quegli atti dispositivi, presi dai nostri amministratori, e che determinano spostamenti di PIL per più di 50.000,00 euroü      Introduciamo un codice etico che stabilisca quali sono i comportamenti ai quali si debbono attenere gli iscritti e gli eletti del partito. In particolare con riferimento agli omaggi che si ricevono ed alle segnalazioni di persone bisognose di aiuto (per dirla alla Mastella). Forse giunto a questo punto lei starà già po’ sorridendo e pensando di trovarsi di fronte ad un povero ingenuo, ma per esperienza diretta (lavoro da 27 anni in banca) conosco le debolezze umane, e le assicuro che non sto esagerando. Per dirla “alla Di Pietro”, io non credo sia sufficiente la sola regola di “eliminare le mele marce”, ma anche a quella di mettere le mele in un cesto sano che impedisca loro marcire. Se vogliamo ripristinare l’etica e la legalità nel nostro paese, dobbiamo farlo prima all’interno del nostro partito, altrimenti ci ritroveremo sempre più spesso di fronte a gente che all’interno dell’Italia dei Valori reclamerà democrazia, ma che forse vuole solo più potere per continuare a  gestire la politica come faceva prima nei partiti da dove proviene. 

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