Rispondi al commento

Dagli interventi che legge qui, on. Donadi, si ricava lo spirito di coloro che hanno aderito al partito ed hanno lavorato per il suo successo, credendo nella politica dell'onestà, della meritocrazia e della giustizia. Anch'io mi considero tra questi, e sono deluso dai meccanismi che sono in funzione all'interno del partito. Non mi stupisce che voi dirigenti ai massimi livelli non conosciate certe situazioni della base; avete un compito estenuante a livello nazionale, ed io non riesco nemmeno ad immaginare come riusciate ad essere sempre sulla breccia con tale energia.   Però quando dalla base vengono fatte delle osservazioni, ci deve essere qualcuno che è disponibile a valutarle, per verificare se sono in qualche modo legittime.   Ad esempio quando si decidono gli incarichi amministrativi senza rispetto per i voti ottenuti dai candidati si tradisce il voto degli elettori e si deludono gli attivisti; quando in una circoscrizione gli elettori votano un candidato e poi non lo vedono mai tra di loro, la sensazione di essere strumentalizzati colpisce la loro dignità.  I discorsi che arrivano dai dirigenti IDV, del tipo "chi non è daccordo non è obbligato a stare qui, se ne può andare" oppure "ci sono mele marce", quando sono fatti in maniera indiscriminata, fanno male al partito; in questo modo si allontanano anche persone che si sentono giustamente offese nel mucchio, dopo aver dato il proprio impegno per il partito con serietà ed onestà.  Poi un'ultima osservazine: il certificato del casellario giudiziario non basta a garantire che una persona non faccia un uso strumentale della sua appartenenza politica.  Il sistema attuale della politica, con la sua struttura di casta che coinvolge al momento non solo il partito di Berlusconi ma anche tutti gli altri compresa IDV, premia soprattutto coloro che sanno accaparrarsi il favore dei dirigenti. Di Pietro ha intrapreso un percorso di democrazia all'interno del partito, con coraggio e lungimiranza, perchè ha capito che se non vuole essere messo sullo stesso piano di Berlusconi ma vuole batterlo, non potrà mai farlo con i mezzi usati finora, perchè il potere mediatico è in mano all'avversario. E' con la pratica di una democrazia vera e trasparente che il potere berlusconiano può essere sconfessato e battuto.  Ma per farlo non basta essere abbastanza furbi da non incorrere nella giustizia; occorre credere davvero che la politica è un servizio alla società, che deve essere condotta con trasparenza e fedeltà ai principi della democrazia. Scegliere i dirigenti in questa logica è determinante, sia adesso che la scelta viene fatta dai vertici, ma soprattutto in seguito, se sarà la base del partito ad eleggerli democraticamente. I criteri di scelta ed i controlli dovranno essere rigorosi; ci dovrà essere chi vigila in modo severo ed imparziale sulla loro applicazione a tutti i livelli.  In bocca al lupo.

Rispondi

Il contenuto di questo campo è privato e non verrà mostrato pubblicamente.
  • Indirizzi web o e-mail vengono trasformati in link automaticamente
  • Elementi HTML permessi: <a> <em> <strong> <cite> <code> <ul> <ol> <li> <dl> <dt> <dd><table><tbody><tr><td>
  • Linee e paragrafi vanno a capo automaticamente.
  • Images can be added to this post.

Ulteriori informazioni sulle opzioni di formattazione