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E’ CRISI DI GOVERNO. BERLUSCONI RIFERISCA IN AULA

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Da ieri sera tutto è cambiato e questa mattina nell’aula di Montecitorio si è di fatto aperta la crisi del governo. Non siamo di fronte ad un bisticcio, l’ennesimo, tra Berlusconi e Fini ma di fronte alla deflagrazione della maggioranza e all’implosione di un progetto politico e di un partito che doveva essere il grande partito della destra dei moderati italiani e della libertà ma che, alla fine, del concetto di libertà ha dimostrato di avere solo la presunzione del nome. Non appena uno dei due cofondatori, e alcune persone a lui vicino, si sono limitate ad esprimere liberamente le proprie opinioni e valutazioni su un tema come quello della questione morale, che nel Pdl è come parlare della corda in casa dell’impiccato, la maggioranza non ha retto. La difficoltà di coesione tra chi, come Fini, aveva da una parte pensato di dare vita davvero ad un partito plurale e liberale e chi ha, viceversa, una visione del partito totalitaria è venuta al pettine. Di fatto oggi la maggioranza è implosa sia numericamente che politicamente. Lo si potrà verificare oggi stesso, se ci sarà, come appare molto probabile, lo scisma e la costituzione di due gruppi parlamentari distinti. Ma di fatto ieri abbiamo assistito alla deflagrazione delle due colonne portanti del Pdl. E’ deflagrato il Pdl come partito portante della coalizione e presto imploderà anche la seconda colonna, ovvero il patto fondativo tra Pdl e Lega. Sono certo che questo governo cadrà in autunno e non per mano di Fini. A staccare la spina sarà la Lega, quando prenderà atto che questo governo ormai non andrà più da nessun parte e che il federalismo rimane solo un progetto sulla carta. Un attimo primo che l’inganno venga svelato, la Lega staccherà la spina. In questo mutato quadro, è chiaro che per Italia dei Valori, e per tutti gli altri gruppi di opposizione, non esiste più nessun accordo a chiudere questa sera, così come era stato preventivato fino a ieri sera. Da oggi inizierà una durissima azione ostruzionistica. Se non c’è più una maggioranza la politica non può andare in vacanza. Noi andremo avanti con il nostro ostruzionismo per tutto il mese se sarà necessario, finché il presidente del Consiglio non uscirà dal buco in cui si è rintanato e si assumerà pubblicamente, nell’Aula della Camera dei Deputati, le sue responsabilità venendo a riferire sulla crisi di governo. E’ intollerabile ed impensabile che il paese rimanga nell’oblio.