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BIOTESTAMENTO, ILLIBERALE E INCOSTITUZIONALE

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Ieri, il cardinal Bagnasco, presidente della Cei, è tornato a pronunciarsi sul fine vita, il giorno dopo che Montecitorio aveva finito di avviare la discussione della legge sul biotestamento, sulla quale il Parlamento si pronuncerà ad aprile. La smania di dominare e manipolare fino all’estremo della vita umana, nel sacrario del suo principio e nel mistero del suo concludersi, alimenta un atteggiamento strumentale che, mentre non rispetta correttamente la natura, umilia anche se stessa: queste le parole del cardinale. Rispetto le parole del presidente della Cei che mi hanno fatto molto riflettere. Ma la mia memoria va agli ultimi giorni di Giovanni Paolo II quando, nell’atto estremo della sua vita, disse: “lasciatemi andare alla casa del padre”. Lungi da me l’idea di manipolare o usare le parole o i gesti dell’uno o dell’altro, in un senso o nell’altro. Ho troppo rispetto delle sensibilità altrui per farlo. Quello che mi preme dire è se sia possibile che, in questo Paese, si possa arrivare mai ad una legge condivisa che garantisca allo stesso tempo sia chi per proprie convinzioni religiose sceglie di essere sottoposto a trattamenti medici fino all’ultimo secondo di vita, sia chi la pensa nella maniera opposta e tramite le dichiarazioni anticipate di trattamento manifesti la volontà di non ricevere più cure oltre una certa soglia, in caso di malattia irreversibile. Con questa legge che la maggioranza ha portato in Parlamento certamente no. Sono molte, troppe, le contraddizioni di questo testo e le palesi violazioni della nostra Carta costituzionale. A cominciare dall’articolo 32 della Costituzione che vieta la terapia obbligatoria, mentre questa legge impone idratazione e nutrizione; l’articolo 3 della Costituzione che dice che i cittadini sono tutti uguali e hanno pari dignità, ma questa legge dice che valgono solo le dichiarazioni rese da chi è cosciente. Per questo, come persone chiamate a svolgere il ruolo di legislatori, al di là del nostri personali credi religiosi o etici, in nome e per conto di tutti i cittadini, al di là dei loro personali credi religiosi o etici, abbiamo sentito il dovere di pronunciarci chiaramente e di presentare sul testo della maggioranza una pregiudiziale di costituzionalità e una relazione di minoranza, elaborata da Antonio Palagiano, nostro capogruppo in Commissione Affari sociali e Responsabile sanità del partito. Una pregiudiziale di costituzionalità e una relazione di minoranza per denunciare il carattere fortemente illiberale di questo testo e le sue numerose contraddizioni. Da qui e su questo parte la nostra sfida: i partiti gettino la maschera ed esprimano un parere sulla costituzionalità. Questa legge è priva delle premesse scientifiche necessarie per portare avanti un confronto accettabile, denota mancanza di buon senso, di rispetto della persona e della Costituzione. Riscriviamola insieme.