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In piazza con la Fiom per i lavoratori

Italia dei Valori in piazza con la Fiom per difendere il lavoro, perché tira una brutta aria. Qualcuno pensa di risolvere i problemi economici dell'Italia trasformandola in una piccola Cina. Ci sono sempre meno diritti e stipendi sempre più bassi. Il governo mente quando sostiene che l'abolizione dell'Art 18 metterebbe le ali all'economia. Non è assolutamente vero, i vincoli che impediscono all'Italia di crescere sono ben altri e noi siamo qui per dire che esiste un altro modello.

SNOW CAMP E UNA LEGGE PER I GIOVANI

Oggi la politica è snow, neve, fresca come i tanti giovani che sono venuti a Molveno, in Trentino, per discutere e confrontarsi. Una ventata d’aria fresca e pulita, perché la politica vera non si fa solo nei palazzi. Sono venuti in tanti, nonostante gli scioperi dei trasporti, per discutere di scuola e università, di lavoro e merito, di liberalizzazioni e riforme istituzionali.

Come facemmo nel primo incontro di Bellaria, nel 2008, quando migliaia di ragazze e ragazzi vennero per dibattere di politica, stiamo continuando a mettere a disposizione la nostra esperienza. Non solo politici, ma anche esperti, professori e intellettuali. Si è discusso di Università e merito con il professor Massimiliano Bratti e di analisi dei flussi elettorali con il professor Paolo Feltrin. Il mancato rinnovamento della classe politica è uno dei problemi che affligge l’Italia.

Le classi dirigenti dei partiti hanno impedito il rinnovamento per paura, per pigrizia, per incapacità, per inedia, creando una sorte di effetto tappo che ha bloccato il cambiamento. Si fa un gran parlare di liberalizzazioni. Ecco, per me liberalizzare significa anche aprirsi al merito e alla competenza, lasciare che le energie migliori del Paese possano esprimersi e possano dare un contributo all’innovazione. Significa valorizzare i giovani, non marginalizzarli e mortificarli. Basta con i discorsi dal palco fatti di retorica e pieni di slogan come ‘i giovani sono il futuro’ e bla bla bla del genere. Le nuove generazioni di italiani hanno bisogno di opportunità non di parole. E non entro nella polemica che ha coinvolto il viceministro Martone per carità di patria…

Italia dei Valori ha presentato diverse proposte di legge per facilitare l’accesso dei giovani nel mondo del lavoro e nelle istituzioni. Tra queste ce n’è una a cui tengo molto, quella per favorire l'integrazione delle donne nel mercato del lavoro e sostenere l'imprenditoria femminile e giovanile.

Il nostro Paese, in base a quanto richiesto a livello europeo, avrebbe dovuto raggiungere la soglia del 60 per cento di occupazione femminile entro il 2010, ma continua a rimanere fermo al 46,3 per cento: tasso che colloca l'Italia al penultimo posto tra gli Stati membri dell'Unione europea. In Italia, infatti, ammontano a 7 milioni le donne in età lavorativa ma collocate fuori dal mercato del lavoro e nelle regioni meridionali, in particolare, il tasso di occupazione delle donne di età compresa tra i 25 e i 34 anni è del 34,7 per cento, contro il 74,3 per cento del nord. Le donne italiane lavorano in media 7 ore e 26 minuti al giorno e 5 ore e 20 minuti in famiglia mentre gli uomini dedicano di regola all'attività domestica soltanto un'ora e 35 minuti. Le donne del nostro Paese, inoltre, sono in media pagate il 9 per cento in meno degli uomini, a parità di lavoro, tanto è vero che la differenza di stipendio tra uomini e donne con ruoli dirigenziali è salita, secondo le ultime stime, al 26,3 per cento. A fronte di questo quadro preoccupante, appare quanto mai necessario attuare nuove politiche in favore delle donne sotto vari profili, in conformità agli obiettivi fissati dal Consiglio europeo di Lisbona del 23-24 marzo 2000. Noi proponiamo:
a) promuovere l'introduzione di un nuovo sistema di incentivi fiscali in favore delle donne lavoratrici con figli;
b) sostenere la creazione di nuove imprese femminili;
c) istituire un fondo strategico in favore delle piccole e medie imprese femminili;
d) realizzare su tutto il territorio nazionale almeno 1.000 nuovi asili nido entro l'anno 2012, in attuazione dell'obiettivo comune della copertura territoriale del 33 per cento;
e) realizzare l'integrazione delle donne disabili nel mondo del lavoro;
f) attuare il principio della pari retribuzione tra uomo e donna per prestazioni lavorative pari o di pari valore;
g) promuovere l'imprenditoria giovanile attraverso la concessione alle persone di età inferiore ai 35 anni che intendano avviare l'esercizio di attività di impresa, per i primi tre anni dalla data dell'inizio dell'attività, del regime di fiscalità agevolato.

SCUOLA, DALLA PARTE DEI PRECARI

"I precari non li incontro, sono militanti politici". Quest'esempio di democrazia e' una perla, una delle tante, del ministro Gelmini. Decine di migliaia di questi 'militanti politici' saranno buttati fuori dalla scuola grazie alla riforma del ministro che in molti cominciano a chiamare Attila. Secondo Gelmini i precari sono troppi e non possono essere assorbiti tutti. Certo, quando si tagliano i fondi alla scuola pubblica e' proprio cosi'. Ma il ministro sa bene che nessuno ha chiesto l'assunzione immediata e permanente di tutti i precari. Affermando quello, bara, trucca il confronto politico. I dati dei sindacati sono chiari: dal 2008 hanno perso il posto 67.000 insegnanti, pari a due Alitalia all'anno. E' chiaro che il sistema dell'istruzione pubblica in Italia non così non regge, ma il governo con la sua politica di tagli sta affrontando il problema nel modo peggiore. Si sta, peraltro, massacrando la scuola pubblica a tutto vantaggio di quella privata. Un'altra brutta pagina per questo governo. L'istruzione e' un pilastro del sistema sociale di qualsiasi paese moderno ed avanzato, ma in Italia sembra che questo concetto non sia valido. Il corpo docente e' stato troppo spesso mortificato, quando invece andava valorizzato ed incentivato. E' a queste persone che affidiamo l'istruzione dei nostri giovani, sono loro a formare la futura classe dirigente del paese. Ed invece che succede? Tagli drastici e favori alle scuole private. Chiacchierare con i precari in questi giorni di protesta e' utile e da' la dimensione di quanto siano motivati e quanto tengano a questo lavoro. Il potenziamento della scuola, della scuola pubblica, e' una priorità nel nostro programma. Siamo vicini agli insegnanti che protestano e siamo pronti ad accogliere suggerimenti utili.