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IL DOPPIO FALLIMENTO DEL GOVERNO

  La manovra varata dal governo alla vigilia di un ferragosto particolarmente complicato per l'Italia, può essere sintetizzata in un'unica parola: fallimento. Come volevasi dimostrare, le nostre peggiori previsioni e i più pessimistici timori si sono concretizzati, tradotti purtroppo, nero su bianco, in un testo che documenta un dato politico ed uno economico assimilabili in quell'unica sintesi di cui parlavo sopra, una sola parola. Fallimento della politica berlusconiana dei cieli azzurri e prati in fiore, che va di pari passo, purtroppo, con il fallimento economico di una manovra che non aiuterà il Paese a crescere, nonostante il bagno di sangue che rappresenterà per le fasce di popolazione che già hanno ampiamente pagato la crisi. Poco conta che adesso si stagli all'orizzonte berlusconiano l'idea di tassare i capitali scudati (meglio tardi che mai). Di fatto, mentre il volto teso e le parole melodrammatiche del Cavaliere testimoniano il fallimento politico suo e del suo governo, che non solo non ha mantenuto la promessa di ridurre le tasse, ma si è visto costretto ad aumentarle, a "grondare sangue" saranno, di fatto, ancora una volta, i conti in banca (se ancora ci sono) delle famiglie, con conseguente ulteriore contrazione della spesa e paralisi della crescita. C'è, però, un dato politico che inquieta forse ancor di più della palese sconfitta ed è l'incapacità, da parte di Berlusconi e del suo governo, di ammettere la stessa. Così come per mesi si sono rifiutati di accettare la realtà e la gravità della crisi, proseguendo indisturbati sull'onda dell'ottimismo e della positività, ora attribuiscono la gravità del momento ad un fattore esclusivamente esterno ed internazionale, non prevedibile. Quando prevedibile lo era, eccome ed era stato ampiamente prospettato da più parti dell'opposizione. Se, dunque, il governo continua a giustificare una manovra ingiustificabile dicendo che non poteva fare diversamente, noi continueremo a dire che un’altra manovra, diversa, che non si ripercuota unicamente su chi è già stato massacrato, è possibile. Prima di mettere mano alle pensioni di anzianità, di toccare i prelievi dei piccoli e medi risparmiatori italiani, c’è un mare di sprechi da tagliare.Italia dei Valori ha presentato un disegno di legge, una contromanovra da 70 miliardi di euro. Abolizione delle province, delle comunità montane e delle prefetture, accorpamento dei comuni con meno di 20.000 abitanti, unificazione delle forze dell’ordine, polizia e carabinieri, riduzione del numero dei parlamentari, riduzione drastica delle consulenze, che spesso nascondono tangenti, riduzione significativa delle auto blu e molto altro ancora. Se il governo non è in grado di fare tutto questo, è meglio che vada a casa. Perché errare, forse, è umano, ma perseverare è diabolico ed in questo caso, signor Berlusconi, vorrebbe dire portare il Paese alla rovina.