IDV NON PREPARA NESSUNA SVOLTA CENTRISTA
Antonio Di PietroDopo l’intervento di Antonio Di Pietro alla Camera, dove sollecitava il Pd ad assumersi l’onore e l’onere di imprimere una svolta alla coalizione di centrosinistra, sono stati spesi fiumi di parole, di inchiostro, spesso velenoso. C’è chi, in due eventi del tutto casuali, l’intervento di Di Pietro e l’avvicinamento in Aula di Berlusconi, ha voluto forzatamente cercare un nesso, che non c’era e non c’è. Piroette, cambio di rotta, riassestamento, spostamento della linea politica: così è stato definito il suo intervento. Un mare di falsità, di miopia spesso condita da pregiudizio. Comprendo bene che molti dei nostri elettori possano essersi sentiti smarriti, anche se credo, anzi sono convinto, che essi siano molto più avanti di quanto non lo siano i giornali. Voglio rassicurarli: la nostra non è una svolta centrista. Io per primo non voglio trovarmi fianco a fianco con Casini. Credo che a nessuno appaia come una novità che a noi le ideologie non ci interessano. Vogliamo continuare ad essere quello che siamo stati fino ad oggi: un soggetto politico generalista che si rivolge potenzialmente a tutto l’elettorato. Ma pare che questo a qualcuno non piaccia o non faccia comodo. Io ribadisco un concetto che vorrei fosse chiaro a tutti: quella che è stata definita una sferzata al Pd da parte del leader del mio partito, era un appello accorato a trovarci ora, subito, su una coalizione solida, un leader e un programma. Era ed è un atto d’amore verso la coalizione, verso il Paese, verso quell’idea di alternativa, scaturita forte e chiara dalle amministrative e ancor più dai referendum. Coloro che hanno permesso la vittoria di Pisapia a Milano, di De Magistris a Napoli e coloro che hanno votato ai referendum, non sono tutti di centrosinistra. Mi spiego. Se ci fossero le politiche molti di questi elettori non voterebbero per il centrosinistra. Dobbiamo invece cogliere il messaggio che ci mandano, quello cioè di essere pronti a rimettere in discussione le loro appartenenze di schieramento a fronte di proposte serie, chiare e nette. E’ qui il bandolo della matassa. Nel caso poi dei referendum, 10 milioni di elettori del Pdl hanno bocciato le proposte del governo. Ebbene, noi, proprio noi, che siamo i più convinti antiberlusconiani, siamo convinti che, di fronte a questo messaggio straordinario, che dimostra chiaramente la fine di Berlusconi e del berlusconismo, per liberarsi di lui bisogna già progettare “il dopo” con una proposta politica che sia in grado di attrarre anche il consenso elettorale di una parte di elettori delusi che ha votato centrodestra. Come? Pensare di farlo rifacendosi a basi ideologiche è sbagliato. Quando Vendola parla di sinistra, come se fosse in sé un valore assoluto, la cosa ci lascia indifferenti. I vecchi arnesi ideologici non servono più a niente in questo contesto economico e di relazioni internazionali. Per questo ci poniamo tre obiettivi; vogliamo essere un partito generalista che si rivolge potenzialmente a tutto l'elettorato; vogliamo agire non sulla base di un'ideologia ma su tre valori di riferimento, libertà, legalità e solidarietà; vogliamo fare proposte concrete per risolvere i problemi del Paese e attuare quelle riforme strutturali di cui l’Italia ha bisogno. Riforme che non si faranno in una legislatura: per questo è fondamentale ritrovare delle fondamenta di comune convivenza a prescindere dal cambio di governo. Questo è però possibile solo dopo Berlusconi, che ha impedito il dialogo inquinando la politica con un uso privatistico e col conflitto d'interessi. Quanto al Pd, nessuno ha voluto o vuole cercare lo scontro. Noi vogliamo essere leali alleati. Lasciatemi però dire che è quanto meno bizzarro che quando noi attaccavamo duramente Berlusconi ci dicevano che eravamo un problema perché spaventavamo l'elettorato moderato. Adesso che vogliamo anche noi rappresentare una parte di quell’elettorato ci dicono che lo devono fare solo loro. Io invito gli amici del Pd a cogliere quanto c'è di positivo in questo: se c'è più di un partito che vuole intercettare voti dall'altra parte dello steccato è solamente un fatto positivo, così si vincono le elezioni. Mi auguro che, passato il risentimento iniziale, prevalga la posizione positiva e, soprattutto, costruttiva. Noi, con senso di responsabilità, abbiamo posto un problema oggettivo, ovvero, la mancanza di una coalizione, di un leader e un programma. Se il primo partito di centrosinistra, risponde che la coalizione si farà quando la vorranno loro, mi pare che non dia una prova di forza, ma di debolezza e di imbarazzo. Loro sono la nave, noi un rimorchiatore piccolo ma agile che vuole contribuire a portare il centrosinistra fuori dalle acque basse del porto per cominciare il viaggio in mare aperto. E’ un delitto sognarlo?
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Commenti
Carlo Mascarino, da La Plata.
Antonio di Pietro e la magistratura milanese hanno il grandissimo merito di aver fermato i ladroni dell'avida e corrotta onorevole classe politica della cosidetta 1° repubblica. Chi non si ricorda più del famoso "mariuolo" Mario Chiesa e del suo Capo Bastone San Bottino, famoso e famelico tangentaro? Papi suo degno discepolo si è poi dimostrato peggiore , più pericoloso, ladro e corruttore del grande maestro, ma, a differenza del primo, "non vuole essere giudicato dalla magistratura" né finire i suoi giorni bunga-bunga a San Vittore. Cosa ha ora urgente bisogno l'Italia, dopo P2, P3 e P4? Di Mani Pulite 2? Forza Antonio Di Pietro e forza all'IdV. Gli Italiani Onesti vi ammirano!
Caro Donadi,le tue parole mi hanno rassicurato. Siamo un partito trasversale ed anche al di sopra del gioco delle parti.Basta con i vecchi schemi e facciamo maggior spazio ai programmi.Se però vogliono mantenere i vecchi schemi di destra, di sinistra e di centro, potremmo defininirci "di sopra". Di sopra agli altri e vicino alle famiglie che ogni giorno di più soffrono a causa di una politica becera basata sul tornaconto del capo dei suoi capetti e leccapiedi.Per questo noi siamo "di sopra" a quei giochi della politica che penalizzano sempre la povera gente.Avanti così e mandiamoli a casa, se serve anche tirando loro le orecchie.Ciao- Ugo
Il PD è uno scatolone ancora molto vuoto di idee. Al massimo, riesce a fare l'opposizione. Ma peggio, molto peggio di IdV e SeL. Mentre FLI e UdC fanno i grilli parlanti (e l'ApI non esiste). L'appello di Di Pietro ha senso sul piano numerico, perché gli elettori del PD ancora PD voteranno. Ma non ha senso sul piano programmatico, per due motivi: idee il PD non ne ha; avere idee buone in questa situazione è materia per statisti e non per factotum. Io continuo a pensare che l'unica soluzione per l'Italia sia riprendere quanto rubato dai ladri (dei quali, gli evasori sono un PICCOLA parte). Solo che i ladri sono quasi dovunque, e SONO TANTO PIU' FORTI QUANTO PIU' RUBANO. Telecom ci ruba quattro quinti di canone (solo un quinto, 700 milioni di Euro / anno, paga la manutenzione delle linee; il resto, quasi 3 miliardi di Euro/anno, è puro furto). Tutti si abbeverano ai quei 3 miliardi di Euro, dalle banche che non possono veder fallire Telecom, a tutti i media che ne ospitano la lucrosa pubblicità. Così nessuno dice che la rete di accesso a larga banda -- che tanto serve per il futuro del paese -- si potrebbe fare "al volo", senza tante inutili discussioni (che mirano solo a fregare un altro po' di denaro pubblico, ...che per fortuna non c'è), semplicemente girando a investimento 4 anni di quella spesa, che invece ora transita per le tasche di azionisti esteri e unge un po' di lacché italiani (saperi.forumpa.it/relazione/dare-la-fibra-proprieta-allutente-0). Uno statista dovrebbe capire come fare perché i cittadini vengano a conoscenza di chi sono i veri ladri e, soprattutto, come fare a fermarli. Il resto è bla-bla o cinguettio...