PROVINCE, NOI NON CI ARRENDIAMO

             Italia dei Valori continuerà a lottare per l’abolizione delle province. Non abbiamo la minima intenzione di lasciar cadere la battaglia che fino a qui abbiamo condotto nelle aule parlamentari, ma, anzi, come già annunciato da Di Pietro, intendiamo rilanciarla fuori dai palazzi della politica, percorrendo ogni strada possibile.L’abolizione delle province non solo è una scelta politicamente ed eticamente doverosa, ma deve diventare ancora di più il simbolo di un nuovo patto tra politica e cittadini. Un patto con il quale una politica che non vuole essere ‘Casta’ immagina una nuova e diversa architettura dello Stato. Più snella, più moderna ed efficace proprio a partire da interventi, talora fatti anche con l’accetta, che mettano mano all’elefantiaco e pletorico sistema della rappresentanza politica. Lo strumento referendario sarebbe sicuramente il più efficace, ma si scontra, purtroppo, con il divieto, previsto dalla Costituzione, di referendum abrogativi di norme costituzionali. Per abolire le province, bisogna per forza modificare la Costituzione che le prevede. Ma non ci fermiamo di fronte a questo. Raccogliamo lo spirito che ha animato la vostra richiesta annunciando che inizieremo da subito la raccolta di firme su un disegno di legge di iniziativa popolare. E puntiamo a raccogliere ben più delle 50.000 firme previste come soglia minima. Sono convinto che, se questa battaglia non sarà - così come è stato per i recenti referendum - la battaglia di una sola forza politica, ma di un’intera società civile, dei mezzi d’informazione più sensibili e liberi e di quella cittadinanza attiva che ha segnato i momenti più  significativi della nostra vita politica recente, vinceremo. Tutti insieme.

Commenti

Già all'entrata in vigore delle RegionI si prevedeva la totale abolizione delle Province entro un ragionevole periodo di tempo. La Casta politica per tutelare i propri portafogli e privilegi le ha tenute colpevolmente in vita. In sostanza sono degli inutili carrozzoni che danno generosamente da mangiare a Presidenti, Consiglieri, Assessori, loro famigli ed amici. Cosa fanno? Gestiscono caccia, pesca, strade provinciali e, come dice Bersani, "autorizzano i piani urbanistici"... In Germania, stato federale per eccellenza, esistono i Laender che corrispondono alle nostre Regioni, ma non esistono le Province perché considerate costosi carrozzoni che producono lungaggini ed ostacoli burocratici, spesso corruzione.  Le competenze delle nostre indispensabili ed  inutili Province sono attribuite, in Germania,  alle Regioni in conferenza coi Comuni. Se poi la Regione Sicilia sperpera il denaro dei suoi cittadini, é loro compito di cambiare la loro "avida" classe poltica e chiedere giustizia alla magistratura! Ma troppo spesso non viene fatto!!!   E' proprio questo paradosso che ha fatto nascere la Lega al nord dove le Regioni spendono mediamente pro capite la metà e  rendono il doppio!|
"Io non sono d'accordo con l’abolizione delle Province e con l’iniziativa dell’ IdV, sono convinto invece che le Province in quanto Entimolto vicini al territorio siano indispensabili, propongo invece di abolirele Regioni che sono solo dei carrozzoni (andatevi a leggere i dati dellaRegione Sicilia......da brivido) e molto lontane dai territori conl'esclusione dei capoluoghi, inoltre ci sono ancora Regioni a statutospeciale che non hanno più motivo di esistere (se ci sono dei motivi chequalcuno me lo spieghi). Proporrei poi di creare un Ministero per leProvincie che si adoperi a gestire tutto quello che oggi coordinano per leRegioni. Le provincie a differenza di adesso potrebbero legiferare...altroche federalismo.N° 322 SENATORI ci costano € 6.865.352,34 al mese.Nell’anno 2005 a tutto il personale dell’area della dirigenza deglienti regionali della Regione Sicilia, è stata complessivamente erogata unamassa salariale di € 9.365.138,86, e sto parlando solo della RegioneSicilia e solo delle quote dirigenziali, moltiplicate poi per le altre 19regioni, altro che chiacchiere.Nel 2010 il solo costo per il funzionamento dei Consigli e Giunte Regionaliè stato di circa 1,2 miliardi di euro, pari al 14,1% del gettito derivantedall’Addizionale Regionale IRPEF.Per le Province il costo per il funzionamento dei rispettivi Consigli eGiunte, come si ricava dai certificati consuntivi del 2008 (ultimo datoomogeneo pubblicato dal sito del Ministero degli Interni) è stato di circa455 milioni di euro. Lascio a voi ogni considerazione, altro che abolizionedelle provincie."
CARO DONADI,LEI SA CHE ESISTE UNA PROPOSTA DI LEGGE POPOLARE COME PRIMO FIRMATARIO BEPPE GRILLO CHE E' FERMA IN PARLAMENTO DA OLTRE 4-5 ANNI ED ERA GIA' LI DURANTE IL GOVERNO PRODI?LEI SA DI CHE ARGOMENTI TRATTA?LEI LI CONDIVIDI ?ALLORA PRIMA DI PERDERE TEMPO A RACCOGLIERE ALTRE FIRME PERORATE QUELLA CAUSA E PORTATELA A TERMINE. ALTRIMENTI TUTTO STO BACCANO SERVE SOLO A PORTARE PIU' VOTI A VOI DA QUEL POPOLO DISINFORMATO E TELEDIPENDENTE E LE COSE RIMANGONO COME SEMPRE.IO CREDO CHE IN PERFETTO STILE OPPORTUNISTA E POCO SOSTANZIALE CHE CONTRADDISTINGUE ANCHE VOI "PURTROPPO" ALLA FINE VI STA BENE TALE SISTEMA CHE TUTELA LE VOSTRE POLTRONE....!!
Concordo pienamente con il partito, anche se oltre all'abrogazione delle province raccoglierei anche le firme per abolire la pensione solo dopo una legisletura, così eviteremmo di mantenere in carica governi decotti, attraverso l'acquisizione di parlamentari ( vedi I vari Razzi e il ^mitico^ Scilipoti) il cui unico intento è quello di sbarcare il lunario
visto che fatica si deve fare per raccogliere le firme sarei felice se venissero introdotte anche : riduzione del numero di parlamentariabolizione di molti privilegi (presenti, passati e futuri)A questo punto risulterà facilitata la raccolta firme.Auguri

 vera riforma della politica italiana. Tutte le regioni dovrebbero essere a statuto speciale. Dopo una legislatura i governatori, se non amministrano  in maniera  efficace e rispetto dei beni pubblici non dovrebbero essere candidabili per la legislatura successiva. Bisognerebbe inoltre incentivare anche i lavoratori delle amministrazioni statali con lo stesso metodo.