Newsletter
Se desideri iscriverti alla newsletter compila il campo con la tua email
LINK
Politicando 2010, il blog | |
Centro Studi Folder |
Commenti recenti
- VERGOGNA!!!
6 ore 24 min fa - Come sempre i suoi interventi
6 ore 25 min fa - le regole
8 ore 21 min fa - visto che è d'accordo sul
8 ore 33 min fa - L'utopia é il motore delle persone oneste
9 ore 1 min fa - BASTA RINCORRERE IL PD!
10 ore 2 min fa - @ Guglielmo Giusti & co
10 ore 50 min fa - Guglielmo Giusti, guarda che
10 ore 56 min fa - Io sono fascista, tu sei comunista, hai problemi?
11 ore 6 min fa - Quanto sei cara...ti rifugi
11 ore 11 min fa
LE RISPOSTE DI MASSIMO DONADI
-
2 giorni 15 ore fa
-
2 giorni 16 ore fa
-
4 settimane 3 giorni fa
-
6 settimane 1 giorno fa
-
7 settimane 3 giorni fa
-
13 settimane 2 giorni fa
-
13 settimane 3 giorni fa
-
14 settimane 3 giorni fa
-
19 settimane 13 ore fa
-
19 settimane 5 giorni fa
Archivio POST
- dicembre 2010 (15)
- novembre 2010 (26)
- ottobre 2010 (28)
- settembre 2010 (26)
- agosto 2010 (22)
- luglio 2010 (27)
- giugno 2010 (26)
- maggio 2010 (26)
- aprile 2010 (25)
- marzo 2010 (28)
- febbraio 2010 (24)
- gennaio 2010 (25)
- dicembre 2009 (20)
- novembre 2009 (22)
- ottobre 2009 (24)
- settembre 2009 (8)
- agosto 2009 (2)
- luglio 2009 (7)
- giugno 2009 (9)
- maggio 2009 (6)
- aprile 2009 (5)
- marzo 2009 (5)
- febbraio 2009 (3)
- gennaio 2009 (3)
- dicembre 2008 (2)
- 1 di 2
- ››
DaLorsignori di Il Congiurato
Come mai ogni volta che Berlusconi minaccia Fini di sfaceli e sfracelli seguono scelte del tutto opposte: come, ieri, le dimissioni di Brancher pilotate dal premier, proprio come aveva chiesto l’ex leader di An? E qual è il segreto della calma olimpica che il presidente della Camera ostenta proprio mentre il premier lo minaccia (a mezzo stampa) di espulsione o tenta di sottrargli, con una campagna meticolosa di “convincimento”, alcuni dei suoi seguaci? Da quel che si dice a Montecitorio il carattere algido della terza carica dello Stato non è una spiegazione sufficiente. La spiegazione del mistero va piuttosto cercata nelle regole che stanno alla base della nascita del Pdl, cioè in quelli che potrebbero essere definiti gli “accordi prematrimoniali” tra Silvio e Gianfranco. Sono intese contenute nell’atto costitutivo del Pdl, depositato il 27 febbraio 2008 presso il notaio di Civitavecchia Paolo Becchetti. Un testo che i finiani considerano una sorta di assicurazione sulla vita. Per diversi motivi. Perché è il documento nel quale si evince che Berlusconi e Fini sono “fondatore” e “cofondatore”, anche se nel testo sono indicati come “presidente” e “vicepresidente” (quest’ultima carica poi è scomparsa nello statuto, ma gli uomini del presidente della Camera la considerano comunque valida ai fini dell’articolato depositato dal notaio). E perché, come richiamato anche nella sesta norma transitoria dello statuto vigente del partito, fino allo svolgimento del secondo congresso resta valido (per le candidature e per la presenza all’interno degli organi statutari) il principio di ripartizione del 70% a Forza Italia e del 30% ad An. Inoltre l’”accordo prematrimoniale” individua i rappresentanti legali del Pdl nelle persone di Rita Marino, la fedelissima e principale collaboratrice politica di Fini, e Sestino Giacomoni. E stabilisce che l’associazione potrà essere sciolta per volontà unanime degli associati. E che, in caso di scioglimento, il simbolo non potrà essere oggetto di uso da parte di nessuno degli associati (nemmeno se si chiama Silvio Berlusconi) a meno che tutti non si dicano d’accordo per iscritto. In definitiva, la minacciata espulsione dal Pdl non solo pare improbabile politicamente (come il caso Brancher dimostra) ma, soprattutto, è priva di fondamento dal punto di vista giuridico. Ed ecco la calma olimpica di Fini.06 luglio 2010http://www.unita.it/rubriche/lorsignori/100829