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  • I tatticismi delle ultime ore li trovo nauseanti, oltraggiosi, offensivi.     Fini vuole che Berlusconi si dimetta, ma quest'ultimo non ci pensa nemmeno. Entrambi sanno che l'attuale governo ha le ore contate, ma ognuno dei due vuole che la “colpa” (almeno, quella apparente) ricada sull'altro. Sì da potersi giocare questa carta in una sanguinosa, futura competizione elettorale.
  • L'opposizione (PD + IDV) pare abbia presentato la mozione di sfiducia. Fini replica che non voterà una mozione di sfiducia presentata dall'opposizione, ma ne presenterà una propria. Fini sostiene che, se il governo cadesse ORA, ci sarebbe una ripercussione negativa sui mercati internazionali (e non solo). Quindi aspetterà pazientemente che passi la legge di stabilità. DOPO, sarà pronto per la sfuducia. L'opposizione che presenta la sua mozione prima, potrebbe passare come quella forza politica IRRESPONSABILE che ha causato il disastro economico ulteriore. Una forza politica che va contro gli “interessi del paese”. Sempre nell'”interesse del paese”, il piduista Cicchitto ha annunciato una mozione a sostegno dell'azione del governo”, (strana e originale come mozione: una sorta di “conta” pubblica). Cosa non si fa pur di non lasciare quelle poltrone! I pidiellini vogliono il “pubblico ludibrio” per chi non li sostiene più. Una gogna, insomma.
  •  In tutto questo balletto, c'è Casini che sta organizzando il grande centro. La sua ambizione di sempre è quella di fare l'ago della bilancia. Come si porrà di fronte alla mozione di sfiducia? Chissà.....magari, per sorprenderci tutti, potrebbe astenersi! Invece Bossi venderebbe l'anima al diavolo pur di portare a casa il federalismo. A qualunque costo. Diversamente, anche Bossi dovrebbe ripresentarsi ai suoi elettori con un nulla di fatto, a fronte di mille promesse.
  • Nel grande centro di Casini, è prevista la presenza di più forze, che vanno da Fini a Rutelli, passando per Bersani. Un'ammucchiata che farebbe impallidire quelle dell'Ulivo. Ma nessuno sembra accorgersene, perchè loro sanno presentarla bene. La fanno apparire come una forza moderata, responsabile, l'unica cui stia a cuore “il bene del paese”. “Il bene del paese”: una locuzione ripetuta infinite volte da Casini e Fini. Tante di quelle volte che si è svuotata di significato. Fini che, illuminato sulla via di Damasco, da ex-fascista è diventato moderato, centrista. Bel salto!         
  • Non molto tempo fa s'era detto che un governo tecnico, di transizione, o come cavolo lo si vuol chiamare, avrebbe dovuto durare il tempo strettamente necessario per l'elaborazione di una nuova legge elettorale. A questo patto, in diversi, seppur non entusiasti, s'erano detti favorevoli. Ma oggi il grande centro (che potrebbe comprendere anche il PD), mira alla costituzione di un governo che si occupi ANCHE di altre questioni “urgenti”. In pratica, un governo che porti a termine la legislatura. Non più tre mesi, quindi, ma 2 anni. Sempre per il “bene del paese”. Mi sembra ovvio, a questo punto, che l'IDV ne resta fuori, a causa del veto dell'UDC. E mi sembra di capire che l'UDC, che fino a ieri contava quanto il due di picche a briscola, e che non assume MAI una posizione chiara, oggi sia diventato tanto determinante, da condizionare le scelte degli altri. Di Pietro (coerentemente) sostiene che l'IDV è e resta disponibile a sostenere un governo tecnico solo per il tempo necessario all'elaborazione di una nuova legge elettorale. La stessa legge elettorale che Donadi afferma (e non ho motivo di dubitarne) potrebbe essere approvata in una settimana.
  • Bersani non auspica (e non appoggerebbe) un Berlusconi bis, nè un governo di Tremonti. Ritiene necessario un governo di transizione che duri più o meno un anno, e che coinvolga partiti disponibili dal centro alla sinistra. Di Pietro non ci sta. Superata la necessità di rivedere la legge elettorale, si dovrebbe andare a votare.
  • Anche se non sembra, Berlusconi è già uscito di scena. E ora i protagonisti sono, ahimè, Fini e Casini (Rutelli e Bersani a rimorchio). Ho l'impressione che mentre si parla di governi con questo o quello, di intese, alleanze e veti, ognuno cerchi solo di aumentare il proprio bacino elettorale. Il consenso (oggi si chiama così) che ognuno cerca di accaparrarsi a spese dell'altro. Fini a spese del PDL, ma anche dell'IDV; l'UDC a spese di tutti gli altri (stando al centro, si può!); La Lega a spese degli altri ex-compagni di viaggio; il PD ha bisogno di galleggiare, pur di non fare i conti al suo interno.
  • Chissà perchè ho l'idea che siamo passati dalla Prima Repubblica (governata sempre dalla DC con la variabile delle alleanze) al ritorno della DC, che oggi ha un altro nome (=il grande centro), passando per il berlusconismo, con un imperfetto quanto discutibile bipolarismo. Per il bene del paese, s'intende!

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