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Premier lascia? Borsa su, spread giù

Giuliano Ferrara e Franco Bechis finalmente danno una buona notizia: annunciano su Twitter che Berlusconi sta per dimettersi. E la Borsa sale. Lo faccia, si dimetta, risparmi all'Italia una lunga e pericolosa agonia. Ogni giorno che passa con lui al governo è un danno per il Paese.

 

Ci ha ridotti a paese a sovranità ridotta, commissariati nei fatti e nella sostanza. Prenda atto che non ha più una maggioranza, né l'autorevolezza per guidare l'Italia in questo difficile passaggio. Sabato, da piazza San Giovanni, è arrivato un messaggio chiaro e tondo: un'alternativa a questo governo c'è. Noi siamo pronti per l'unica battaglia di civiltà che serve: ridare prestigio all'Italia.

Ieri il ministro dell'Interno Roberto Maroni, in diretta a "Che tempo che fa" ha certificato la fine del governo. La nava affonda, i topi scappano. Altri si mettono sul mercato, in vendita alla migliore offerta. Stupefacente per indegnità l'intervista di oggi sul Corriere della Sera a Stagno D'Alcontres che rivela un palazzo Chigi trasformato in un'inquietante mercato delle vacche: "c' è quello che va a chiedere un incarico di prestigio, chi mugugna per ottenere qualcosa per la famiglia"... E c'è chi, come il deputato intervistato, non può perdere la faccia con i suoi concittadini e chiede un anticipo dello stanziamento per gli alluvionati per il suo paesello, Giampilieri, altrimenti zero, kaput, niente fiducia. Gabriella Carlucci, forzista della prima ora, è andata all'Udc. Questo è il parlamento, queste sono le istituzioni, al tempo dell’ ultimo samurai Berlusconi, abbarbicato alla poltrona, con l'unica strategia di un accanimento terapeutico senza senso. Per una volta spero che Ferrara e Bechis abbiano ragione.

PIAZZA AFFARI BANCHETTA... E NOI PAGHIAMO IL CONTO

Piazza AffariPiazza Affari  Oggi l’Istat certifica quello che gli italiani sanno già da tempo: la crisi c’è, picchia giù duro e colpisce soprattutto i lavoratori, le famiglie, i giovani, le piccole e medie imprese. I dati diffusi dall’istituto di statistica sulla disoccupazione sono allarmanti e riferiscono una situazione di vera e propria emergenza: due milioni di disoccupati, che significa un balzo indietro di sei anni, un tasso di disoccupazione che ha raggiunto quota 8 per cento, una percentuale di disoccupazione giovanile che sfiora il 27%.Di fronte a tutto questo colpisce come un pugno allo stomaco l’immobilismo del Governo. Non c’è una sola proposta concreta, in questa Finanziaria, per sostenere l’occupazione e ampliare la rete di protezione per chi perde il posto di lavoro. Non c’è nessuna iniziativa vera per contrastare non solo la disoccupazione, ma il precariato, la cattiva occupazione, problemi sociali enormi, amplificati da una crisi pesantissima.Italia dei Valori una proposta concreta per liberare risorse ed aiutare il mondo del lavoro ce l’ha. In termini tecnici, si tratta di uno slittamento di risorse, ovvero una sorta di travaso tra settori tartassati ad altri che lo sono molto di meno o non lo sono affatto. Mi vado a spiegare. Oggi, il lavoro subisce un carico fiscale enorme. I lavoratori dipendenti, ma anche i  liberi professionisti, quelli onesti che pagano le tasse, subiscono un carico fiscale altissimo, tra i più alti d’Europa. Gli imprenditori non fanno più ricerca e innovazione, perché la maggior parte delle risorse devono necessariamente andare a coprire il costo del lavoro. Ed il risultato non avvantaggia neanche il lavoratore che si trova una busta paga dissanguata in mille rivoli.Accanto a tutto questo, c’è un settore che, dopo un periodo fisiologico di contrazione, ha ripreso a banchettare allegramente. Piazza Affari, nell’ultimo periodo, è cresciuta del 77 per cento.  Le speculazioni finanziarie sono ripartite alla grande, c’è un giro d’affari finanziario enorme ma, a fronte di guadagni giganteschi, chi specula in borse paga solo il 12,5 per cento di tasse. L’economia di carta, dunque, sta mangiando quella reale.E’ di fronte a questa sperequazione enorme e, per certi aspetti, incomprensibile, che entra in gioco il nostro “travaso”. Quello che noi proponiamo è di tassare le plusvalenze finanziarie speculative al 20 per cento, con l’esclusione dei rendimenti dei titoli di Stato, ovviamente, che riguardano non certo gli speculatori di borsa ma i piccoli risparmiatori. Le risorse che ne deriverebbero potrebbero essere travasate, ovvero, reinvestite per ridurre la pressione fiscale sul lavoro, con vantaggio sicuro per chi un lavoro ce l’ha, ma anche per chi lo attende o lo ha perso.Vorremmo confrontarci su questo con il Governo e la maggioranza. Invece, ci ritroviamo a parlare intere giornate se ricamare o no il crocifisso sul tricolore. Non hanno la benché minima idea di come uscire dalla crisi, questa è la verità ed il Paese ne sta pagando il prezzo più alto.