Taggati con: dimissioni Berlusconi

3 CONDIZIONI E 3 PRIORITA’ PER MONTI

Tre condizioni per il nostro sì a Monti: una squadra di soli tecnici, a tempo e che sia ispirato alla giustizia e all’equità sociale. Si cominci, allora, da una seria lotta all’evasione fiscale, riduzione delle spese eccessive della pubblica amministrazione e una sforbiciata netta, coraggiosa, ai costi della politica.

Sono queste le priorità che indicheremo al presidente incarico Mario Monti, nell’incontro di questo pomeriggio a Palazzo Giustiniani. E’ tempo che, in questo Paese, chi non ha mai pagato cominci a farlo. Mi riferisco ai grandi evasori fiscali, ai tanti furbetti, alla politica sprecona ed eccessiva, alle troppe consulenze, che in tutti questi anni hanno bruciato centinaia di milioni di euro penalizzando i cittadini contribuenti onesti.

Quanto al nostro lavoro in Parlamento, ci tengo a chiarire una cosa con i tanti  amici ed elettori: circola in queste ore una strana e assurda ipotesi, ovvero, una sorta di cabina di regia parlamentare, una sorta di unità di crisi che faccia da raccordo tra esecutivo tecnico e forze politiche in Parlamento.

Il sottoscritto, come tutta l’Italia dei Valori, sul piano politico non ha nulla da dirsi con Cicchitto. Potremo confrontarci sul piano tecnico  e il luogo migliore per farlo sono le commissioni. La creazione, dunque, di una unità di crisi in Parlamento è una colossale sciocchezza cui non parteciperemo mai. Il confronto sulle proposte del futuro governo avverrà nelle sedi competenti che per noi sono le commissioni. Alla luce del sole. Come sempre e come abbiamo sempre fatto.

Ora largo all'Italia migliore

 

Oggi non finisce solo un’esperienza di governo terribile per il Paese, un governo che è stato latitante, che di fronte alla crisi è scappato, mostrando un’ignavia senza precedenti. Oggi finisce il ventennio di Berlusconi che ha rappresentato un'eclisse dei valori democratici e costituzionali. Finisce quel governo che ha fatto passare il principio in cui a contare era la regola del più forte, di una società ridotta a far west, di chi promette tutto e non mantiene niente, di chi crede che la tv sia padrona del mondo e del pensiero. Finisce l’epoca di chi ha portato indagati in Parlamento, di chi ha portato un indagato per mafia al governo del Paese. Oggi finisce la stessa seconda Repubblica e speriamo che possa iniziare una nuova primavera per tutto il Paese. L'Italia ha bisogno di un rinascimento etico civile e morale. Questo paese ha bisogno di ritrovare valori veri, quei valori del bene pubblico, di uscire dalle logiche dei piccoli interessi di bottega, di interessi corporativi che questo governo ha inseguito sistematicamente. Le ferite che Berlusconi ha inferto all’Italia negli ultimi venti anni lasceranno un segno nel tempo ma siamo convinti che a ricostruire il Paese da oggi in poi ci saranno i migliori, quelli che in questi anni hanno saputo dire no alle cricche, alle logiche affaristiche. Grazie al cielo il provvedimento che votiamo oggi è l’ultimo atto di questo governo che ha rappresentato l’Italia peggiore.

Era, ed è, doveroso riflettere

A chi non ha compreso, a chi non ha accettato, a chi ha criticato le posizioni dell'Italia dei Valori degli ultimi giorni in merito al governo Monti dico: avete ragione. Forse la nostra posizione è stata un po' rigida ma, cercate di comprendere: in tre giorni è cambiato il mondo. Nel giro di poche ore archivieremo vent'anni di Berlusconi, la Seconda Repubblica e, a quanto pare, arriveremo al governo Monti. E' chiaro che tutti in questi momenti siano attraversati da più di un tormento. Fare politica significa anche questo. 

In questi giorni, comunque, non abbiamo mai smesso di riflettere su quale fosse la cosa giusta da fare. Una delle nostre preoccupazioni principali era il rischio di avere in Parlamento la fotocopia del governo uscente, con la sola eccezione del presidente del Consiglio. Difficile chiedere all'Italia dei Valori di mandare giù una pillola del genere. Ma nelle ultime ore il quadro che va delineandosi è del tutto diverso: si fa strada un esecutivo di nuovi ministri tecnici che faccia piazza pulita di quelli uscenti dal governo Berlusconi. Siamo oltresì convinti il presidente della Repubblica, e Monti, non si faranno tirare per la giacchetta dal Pdl. 

Davanti a noi, dunque, sembra aprirsi un'autostrada che abbiamo tutte le intenzioni di percorrere. Non rinunceremo, però, alle nostre battaglie e daremo le nostre indicazioni all'esecutivo che si insedierà a breve. Siamo fermamente convinti che i soldi per risollevare il Paese debbano essere recuperati anche colpendo la Casta e facendo pagare le tasse a chi, fino a questo momento, non le ha mai pagate. 

Per finire. Idv sosterrà la nascita del governo guidato da Mario Monti. Se il professore, nella sua agenda, terrà conto anche delle nostre indicazioni, stia pur sicuro che saremo i suoi primi sostenitori. Altrimenti, e comunque, valuteremo punto per punto le sue proposte.

Costruire l'italia deberlusconizzata

La caduta. Le ultime ore nel bunker. La trincea. Le dimissioni di Berlusconi sono state descritte con parole che rievocano più uno scenario di guerra che una crisi di governo. E’ il risultato, brutto, di un ventennio di berlusconismo che ha spaccato il Paese.

Mentre l’attenzione di tutti i media si concentra, giustamente, su un passaggio storico, l’avvicendamento Berlusconi-Monti, in Italia accadono anche altre cose. E ne voglio parlare, anche a rischio di andare controtendenza. Voglio parlare di zucchine. Non degli ortaggi, ma delle mazzette che Finmeccanica pagava a politici e dirigenti secondo quanto emerso dalle indagini della Dda di Roma.

Del maltempo e dell’inadeguatezza infrastrutturale che rischia di travolgere le regioni del Sud nei prossimi giorni.

Sull’agguato di ieri sera a Roma, in pieno centro: tre colpi di pistola contro il titolare di un bar. Altro che sicurezza, nella capitale d’Italia si spara più di prima e si moltiplicano agguati e violenze.

Tre temi: legalità; difesa del suolo e infrastrutture utili; sicurezza. Tre priorità per far ripartire l’Italia ‘deberlusconizzata’. La politica deve avere la capacità di affrontare i temi concreti, risolvere i veri problemi del Paese e dei cittadini. Dopo anni e anni in cui il Parlamento è stato costretto a occuparsi degli affari personali di Berlusconi ora la politica potrà tornare a occuparsi solo dell’Italia. E’ un auspicio in questi giorni di grande incertezza determinata dall’emergenza economica.

Si apre una nuova fase, dobbiamo saperla affrontare con grande attenzione e grande responsabilità.

Dimissioni?

Tra luglio e settembre, causa l'urgenza dei mercati, abbiamo dovuto approvare tre manovre finanziarie. Oggi, improvvisamente, a dispetto del tracollo economico, non c'è più fretta. Questa settimana il Senato non lavora e Schifani sta facendo di tutto per prendere tempo. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si sentirà anche rassicurato dalle parole di Berlusconi ma, francamente, noi non ci fidiamo. E come noi, a non dfidarsi, sono anche i mercati visto che le obbligazioni stanno andando al macello e Piazza Affari è di nuovo in profondo rosso. 

Premier lascia? Borsa su, spread giù

Giuliano Ferrara e Franco Bechis finalmente danno una buona notizia: annunciano su Twitter che Berlusconi sta per dimettersi. E la Borsa sale. Lo faccia, si dimetta, risparmi all'Italia una lunga e pericolosa agonia. Ogni giorno che passa con lui al governo è un danno per il Paese.

 

Ci ha ridotti a paese a sovranità ridotta, commissariati nei fatti e nella sostanza. Prenda atto che non ha più una maggioranza, né l'autorevolezza per guidare l'Italia in questo difficile passaggio. Sabato, da piazza San Giovanni, è arrivato un messaggio chiaro e tondo: un'alternativa a questo governo c'è. Noi siamo pronti per l'unica battaglia di civiltà che serve: ridare prestigio all'Italia.

Ieri il ministro dell'Interno Roberto Maroni, in diretta a "Che tempo che fa" ha certificato la fine del governo. La nava affonda, i topi scappano. Altri si mettono sul mercato, in vendita alla migliore offerta. Stupefacente per indegnità l'intervista di oggi sul Corriere della Sera a Stagno D'Alcontres che rivela un palazzo Chigi trasformato in un'inquietante mercato delle vacche: "c' è quello che va a chiedere un incarico di prestigio, chi mugugna per ottenere qualcosa per la famiglia"... E c'è chi, come il deputato intervistato, non può perdere la faccia con i suoi concittadini e chiede un anticipo dello stanziamento per gli alluvionati per il suo paesello, Giampilieri, altrimenti zero, kaput, niente fiducia. Gabriella Carlucci, forzista della prima ora, è andata all'Udc. Questo è il parlamento, queste sono le istituzioni, al tempo dell’ ultimo samurai Berlusconi, abbarbicato alla poltrona, con l'unica strategia di un accanimento terapeutico senza senso. Per una volta spero che Ferrara e Bechis abbiano ragione.