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MANDIAMO A SILVIO L’AVVISO DI SFRATTO




BERLUSCONI E LA STRATEGIA ALLA MAGO DO NASCIMIENTO
La strategia di Silvio Berlusconi, per questa campagna elettorale, appare sempre più chiara: possiamo chiamarla “alla mago Do Nascimento”, il compare di Vanna Marchi, quello delle truffe nelle televendite. Visto che la stima del governo, ormai da un anno e mezzo a questa parte, è soltanto una collezione ininterrotta di disastri, con un economia che va sempre peggio, centinaia di migliaia di persone che hanno perso il posto di lavoro, i giovani con il più alto tasso di disoccupazione degli ultimi vent'anni, e via via sempre più famiglie che sprofondano nella povertà, aziende che chiudono, imprenditori che si tolgono la vita per non affrontare la tragedia delle loro aziende che sono costretti a chiudere. Di fronte a tutto questo era evidente che Berlusconi non potesse affrontare una campagna elettorale normale, fatta di confronto, di pluralismo, di idee e contenuti. Ecco allora che parte la strategia alla “mago Do Nascimento”.
Berlusconi, lo sappiamo, ha un controllo quasi totale dei mezzi d'informazione televisivi, ed ecco allora che partono le mosse strategiche: la “mordacchia” definitiva a quel poco di libera informazione che ancora esiste in Rai, chiudendo con un provvedimento ingiusto, illegale e incostituzionale, i talk show televisivi. Provvedimento che poi verrà esteso anche alle tv private, ma è evidente che i più importanti e seguiti sono tutti in Rai. La seconda operazione, che si affianca a questa, è che l'unica informazione di comunicazione politica che a quel punto resta nelle televisioni è quella dei telegiornali, ormai quasi tutti interamente di informazione di regime. Guarda caso proprio oggi l'Agcom, che diffonde i dati sulla presenza delle forze politiche nei vari Tg nazionali, ci dice che nei Tg di Mediaset il governo e la maggioranza dilagano letteralmente con percentuali che arrivano oltre il 90%, con le opposizioni ridotte a percentuali da prefisso telefonico: 1-2%. In Rai non va molto meglio. Al Tg1 tutta l'opposizione insieme occupa appena il 18%, il resto va tutto alla maggioranza e al governo. Si chiude qui la strategia alla “mago Do Nascimento”, Berlusconi può andare in televisione a raccontare un sacco di bugie, ricostruendo la sua personale narrazione delle cose, falsa e bugiarda, che non ha nulla a che fare con la realtà ma che, come diceva il tristemente famoso Joseph Goebbels, ministro della propaganda di Hitler, a cui probabilmente Berlusconi si ispira: “Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà verità”. Questa è la strategia alla “mago Do Nascimento” di Berlusconi.
Purtroppo per lui, in questo Paese c'è ancora un istituzione di garanzia che funziona, l'unica, la magistratura, che ci ha dato in queste settimane gli ultimi sprazzi, le ultime speranze, di una democrazia che ancora regge, prima facendo giustizia di quel tentativo indegno del centrodestra che con una norma illegale e incostituzionale ha cercato di ripescare le proprie liste all'ultimo momento, poi sospendendo il provvedimento dell'autorità garante delle comunicazioni che applicava anche alle televisioni private quel regolamento, dato dalla vigilanza Rai e poi applicato in modo ancora più estensivo dal CDA Rai, che impediva la trasmissione dei programmi di approfondimento politico durante la campagna elettorale. La prima decisione arriva da una commissione parlamentare, composta da deputati e senatori, che decide che i talk show televisivi di carattere politico in campagna elettorale o si trasformano in tribune politiche oppure non possono andare in onda. Successivamente il CDA Rai, andando addirittura oltre la decisione di questa commissione parlamentare di vigilanza, decide non di trasformare i talk show in tribune politiche, ma di cancellarli del tutto. A quel punto, un'altra autorità garante, l'AGCOM, decide che per una questione di equità questa norma vada estesa anche alle TV private. Oggi, il Tar, nell'ambito della sua competenza sugli atti amministrativi, sentenzia che questa scelta è stata una decisione illegale e sbagliata, dando alle televisioni private la possibilità di fare anche in campagna elettorale i talk show. Il Tar però deve alzare le braccia sulla decisione della commissione di vigilanza parlamentare, proprio perché è un atto di un organismo sovrano. A questo punto il rischio è che il Tar, pur avendo fatto giustizia, può imporre solo alle tv private di far ripartire i talk show, producendo un paradosso: le televisioni private, in particolare Mediaset, potranno già da questa sera fare talk show politici, ma l'unica a non poterlo fare rimarrebbe la Rai.
Noi crediamo che sia particolarmente importante l'iniziativa che abbiamo avviato in questi giorni, un'iniziativa di grande successo chiamata “Una mail per riaccendere l'informazione” e che già oggi ha portato a più di 7000 mail inviate al direttore generale della Rai per chiedergli di riaccendere l'informazione libera in questo Paese. Iniziativa che abbiamo proseguito nei giorni più recenti avviando un esposto alla Corte dei Conti per danno erariale verso il direttore generale della Rai e gli amministratori del centrodestra per una decisione che, non solo priva i cittadini italiani di uno spazio di libertà , ma danneggia anche le casse della Rai. Ma non è finita qui. La cosa che oggi dobbiamo impedire è che si produca questo paradosso, dove Mediaset è autorizzata a trasmettere i talk show televisivi mentre soltanto la Rai resta ammutolita.
Oggi, fortunatamente, il Presidente del CDA Rai, Zavoli, ha convocato per lunedì un consiglio straordinario. Il Presidente, però, è solo un organo di garanzia, e non ha nessun potere su quel Cda che è composto da esponenti messi dalla maggioranza di centrodestra. Per questo chiediamo a tutti i cittadini una nuova mobilitazione: da lunedì a mezzogiorno, momento della convocazione del CDA Rai, faremo partire un presidio ininterrotto davanti alla Rai, perché oggi stiamo assistendo al tentativo di questi “Al Capini”, perché ladri di informazione, ladri di libertà e ladri di democrazia, di spegnere giorno dopo giorno un pezzo della libertà del nostro Paese. Saremo davanti alla sede generale della Rai, in via Mazzini, per testimoniare che c'è una parte del Paese che di fronte alla violenza e all'arroganza di questo regime non china la testa.



FASCISMO MEDIATICO TRA GOEBBELS E MAGO DO NASCIMIENTO
“Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà verità”. Lo diceva il tristemente famoso Joseph Goebbels, ministro della propaganda di Hitler. Parole che Berlusconi ha fatto sue. Il suo tentativo di capovolgere la realtà, da un lato, è comprensibile. Provate a mettervi nei suoi panni, poverino, non gliene va bene una: la crisi economica attanaglia il Paese, le imprese chiudono e la disoccupazione aumenta, i suoi sottosegretari e parlamentari vengono indagati continuamente per reati gravissimi, dalla corruzione alle collusioni con camorra (Cosentino) e ‘Ndrangheta (Di Girolamo), il vertice della protezione civile si è trasformato in una cricca d’affari. Il Pdl è talmente spaccato che i suoi dirigenti non riescono neanche a presentare una lista…Insomma, una Waterloo. E si capisce bene che in queste condizioni dire la verità agli italiani è difficile, imbarazzante. E allora…via con la tattica del Mago Do Nascimiento, quel sedicente stregone che con Wanna Marchi truffò migliaia e migliaia di telespettatori, vendendo fumo a prezzi stellari. La tattica è semplice: in assenza di contraddittorio ci si presenta in tv e si dice ai cittadini che va tutto bene, che la crisi è superata, che le aziende si stanno riprendendo, che mafia, camorra e ‘ndrangheta sono stare azzerate, e che la lista del Pdl non è stata presentata a causa della macchinazione perversa di giudici comunisti e opposizioni golpiste. Balle, balle spaziali, come la parodia di Mel Brooks, ripetute sino alla nausea. La campagna elettorale di Berlusconi sarà una miserabile sequela di menzogne ripetuta dai megafoni di regime. Oggi il Fatto Quotidiano apre con uno scoop: indagini della procura di Trani hanno fatto scoprire le pressioni Berlusconi sul commissario Agcom Giancarlo Innocenzi per far chiudere Annozero e le trasmissioni scomode. E’ la prova che siamo al regime, al fascismo mediatico. Il Fatto ha aperto uno squarcio di verità sul tentativo del governo di censurare l’informazione libera e imbavagliare e controllare i media. Dobbiamo reagire. Tutte le forze democratiche di questo Paese devono reagire con durezza e determinazione a questo tentativo di piegare l’opinione pubblica con una finta informazione. Abbiamo presentato un’interrogazione e chiediamo al presidente dell’Agcom Calabrò le dimissioni di Giancarlo Innocenzi, il commissario che, da quanto si legge, si è prestato ad una operazione ignobile. E’ un fatto indegno che un membro dell’autorità garante per le comunicazioni prenda ordini da una parte politica, di fatto facendo l’esatto contrario di quanto dovrebbe. Per molto meno un tempo ci si sarebbe dimessi. Ma il berlusconismo ha fatto saltare non solo le più elementari regole democratiche, ma anche i canoni della dignità personale. Oggi, però, la sentenza del Tar sui talk show ripristina in parte la legalità nell’etere. I vertici Rai ne devono prendere atto e reinserire nei palinsesti i programmi d’approfondimento politico. Se così non fosse, ci troveremmo di fronte al paradosso che la tv di Berlusconi può mandare in onda i propri talk show e la tv di Stato no. Azzerare l’informazione politica in campagna elettorale ed affidarla solo ai telegiornali di regime che descrivono una realtà che non c’è è un metodo di comunicazione fascista inaccettabile. Per questo lunedì alle 12 quando sarà riunito il Cda Rai, faremo sentire la nostra voce anche a viale Mazzini.



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