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CENTRO DEMOCRATICO PER CRESCERE E INNOVARE

Centro Democratico è la forza liberal del centrosinistra che, nel rispetto del necessario rigore, punta sui temi dimenticati dal governo dei tecnici: la crescita, l’innovazione, la solidarietà. La coalizione di centrosinistra –Pd, Sel, Cd - esprime diverse sensibilità, ognuna delle quali è una ricchezza per il Paese. Non solo nel centrosinistra non si ‘silenzia’ nessuno, ma, al contrario, si ascoltano le proposte e le richieste dei cittadini, si presta attenzione ai problemi dell’economia reale, delle imprese e dei lavoratori. Solo il centrosinistra può rilanciare l’Italia dal punto di vista economico, sociale e culturale. Questo per quanto ci riguarda. Permettetemi altre brevi considerazioni. Ieri è stata una giornata nera dal punto di vista del rispetto dei principi democratici. Mario Monti ha chiesto a Bersani di silenziare  quelli che ritiene degli estremisti. Si può essere d’accordo o meno con Fassina, ma ritenerlo un estremista è tanto ridicolo quanto sciocco. Beppe Grillo, invece, quel sincero democratico, ha attaccato l’intera terza rete della Rai, auspicandone la chiusura. Perché? Per un servizio del tg3 che non gli era piaciuto. Complimenti mr. Beppe. Gli regalerò un libro di Voltaire, il filosofo che diceva ‘non condivido ciò che dici ma sono pronto a morire perché tu possa dirlo’. E finalmente, sempre, ieri, qualcuno si è accorto che Monti ci ha preso gusto ad andare in tv. Un po’ troppo spesso, come ha sottolineato la commissione di Vigilanza. Meglio tardi che mai.

LADRI DI DEMOCRAZIA IMPONGONO IL SILENZIO SUI REFERENDUM

Furto di democrazia con destrezza. Il governo ha presentato una norma per far saltare il referendum sul nucleare e impedire ai cittadini di esprimersi su un tema strategico per il nostro futuro. Hanno paura. La Rai sta venendo meno alla sua ‘mission’ di servizio  pubblico e sta oscurando il dibattito sui quattro referendum. Il serivizio pubblico radiotelevisivo è diventato il braccio (mediatico) armato del governo, come Mediaset. Una succursale di Arcore. La gestione Masi è stata la peggiore nella storia della Rai, ora che se ne è andato, forse c’è qualche speranza di risollevare la più importante industria culturale italiana. Facciamo gli auguri di buon lavoro alla nuova direttrice generale, Lorenza Lei, ma non sottoscriviamo cambiali in bianco a nessuno, la aspettiamo alla prova dei fatti. Ed uno dei primi banchi di prova sarà la campagna referendaria: siamo già in ritardo, il tempo stringe e dei quesiti si parla poco. Gli italiani hanno il diritto ad essere informati e la Rai il dovere di informare. C’è di più: la commissione di Vigilanza, che per legge ha il dovere di varare il regolamento che disciplina la campagna referendaria, è ferma da un mese. L’ostruzionismo del Pdl sta impedendo l’approvazione del regolamento sulla par condicio. Una situazione illegale e indecente, che dimostra ancora una volta lo scarso rispetto di queste persone per le istituzioni, per le regole democratiche e per i cittadini. Una vergogna che non siamo disposti a tollerare. Per questo abbiamo manifestato davanti alla commissione di Vigilanza e siamo pronti ad occuparla. Ieri in Aula ho sollecitato anche l’intervento dei presidenti della Camere. In Vigilanza da troppo tempo stanno prendendo in giro gli italiani, li stanno ingannando e gli stanno rubando l’informazione. Continueremo la nostra battaglia per la legalità dell’informazione. Una sola cosa è certa: hanno sempre più paura. Mandiamoli a casa con il voto del 12 e 13 giugno.

BERLUSCONI COME GHEDDAFI,BOMBE SULLA RAI

Santoro - FlorisSantoro - FlorisOccupare e bombardare. Metodo Gheddafi per eliminare gli spazi di libertà ancora esistenti nella televisione pubblica. Come il dittatore libico, Berlusconi, attraverso i suoi sgherri che non conoscono vergogna, utilizza la tattica militare per scardinare gli avamposti della libertà d’informazione che ancora resistono. L’ultima trovata è la par condicio alternata. Una boiata pazzesca, per dirla alla Fantozzi. Per giustificare queste proposte pazzesche, il Pdl è costretto ad arrampicarsi sugli specchi, accampando giustificazioni talmente ridicole e pazzesche che offendono l’intelletto. Prendiamo, per esempio, l’intervista di Luca Telese ad Alessio Butti, il componente della vigilanza che ha proposto la par condicio alternata. Incalzato dalle domande, arriva a dire che il nuovo programma di Giuliano Ferrara, Radio Londra, bilancia il programma di Enzo Biagi. Come voi tutte sapete il grande giornalista (anche lui epurato ai suoi tempi con perché sgradito a Berlusconi) non va in onda da 9 anni. Anche perché, purtroppo, non c’è più ed ha lasciato un grande vuoto. La sua saggezza, come quella di Indro Montanelli, sarebbe stata essenziale in questi anni. Per arrestare la barbarie di questo governo che, ormai, è più culturale che politica. La situazione in Rai è sotto gli occhi di tutti. Non serve essere esperti di comunicazione per capire che bavaglio e censura esistono, che non si può e non si deve parlare di alcuni temi (crisi economica e processi di Berlusconi in primis) e se lo si fa, tutto deve essere messo in una luce favorevole al governo. Anche a costo di mistificare, occultare, nascondere, falsificare…C’è bisogno di una nuova stagione per la televisione pubblica, che questa dirigenza nominata da Berlusconi sta tentando di sfasciare. La stagione dell’inganno e della distrazione di massa non durerà in eterno, anzi, è quasi alla fine. Berlusconi è, politicamente, alla fine del suo ciclo. La libertà d’informazione, il pluralismo, sono valori non barattabili. Per questo invito tutte le forze dell’opposizione e tutte le realtà democratiche del Paese a fare una grande battaglia comune di democrazia e di libertà per la difesa dell’Art. 21 della nostra Costituzione. Partecipando alla manifestazione del 12 marzo in difesa della Carta.

BERLUSCONI E LA STRATEGIA ALLA MAGO DO NASCIMIENTO

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La strategia di Silvio Berlusconi, per questa campagna elettorale, appare sempre più chiara: possiamo chiamarla “alla mago Do Nascimento”, il compare di Vanna Marchi, quello delle truffe nelle televendite. Visto che la stima del governo, ormai da un anno e mezzo a questa parte, è soltanto una collezione ininterrotta di disastri, con un economia che va sempre peggio, centinaia di migliaia di persone che hanno perso il posto di lavoro, i giovani con il più alto tasso di disoccupazione degli ultimi vent'anni, e via via sempre più famiglie che sprofondano nella povertà, aziende che chiudono, imprenditori che si tolgono la vita per non affrontare la tragedia delle loro aziende che sono costretti a chiudere. Di fronte a tutto questo era evidente che Berlusconi non potesse affrontare una campagna elettorale normale, fatta di confronto, di pluralismo, di idee e contenuti. Ecco allora che parte la strategia alla “mago Do Nascimento”.
Berlusconi, lo sappiamo, ha un controllo quasi totale dei mezzi d'informazione televisivi, ed ecco allora che partono le mosse strategiche: la “mordacchia” definitiva a quel poco di libera informazione che ancora esiste in Rai, chiudendo con un provvedimento ingiusto, illegale e incostituzionale, i talk show televisivi. Provvedimento che poi verrà esteso anche alle tv private, ma è evidente che i più importanti e seguiti sono tutti in Rai. La seconda operazione, che si affianca a questa, è che l'unica informazione di comunicazione politica che a quel punto resta nelle televisioni è quella dei telegiornali, ormai quasi tutti interamente di informazione di regime. Guarda caso proprio oggi l'Agcom, che diffonde i dati sulla presenza delle forze politiche nei vari Tg nazionali, ci dice che nei Tg di Mediaset il governo e la maggioranza dilagano letteralmente con percentuali che arrivano oltre il 90%, con le opposizioni ridotte a percentuali da prefisso telefonico: 1-2%. In Rai non va molto meglio. Al Tg1 tutta l'opposizione insieme occupa appena il 18%, il resto va tutto alla maggioranza e al governo. Si chiude qui la strategia alla “mago Do Nascimento”, Berlusconi può andare in televisione a raccontare un sacco di bugie, ricostruendo la sua personale narrazione delle cose, falsa e bugiarda, che non ha nulla a che fare con la realtà ma che, come diceva il tristemente famoso Joseph Goebbels, ministro della propaganda di Hitler, a cui probabilmente Berlusconi si ispira: “Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà verità”. Questa è la strategia alla “mago Do Nascimento” di Berlusconi.
Purtroppo per lui, in questo Paese c'è ancora un istituzione di garanzia che funziona, l'unica, la magistratura, che ci ha dato in queste settimane gli ultimi sprazzi, le ultime speranze, di una democrazia che ancora regge, prima facendo giustizia di quel tentativo indegno del centrodestra che con una norma illegale e incostituzionale ha cercato di ripescare le proprie liste all'ultimo momento, poi sospendendo il provvedimento dell'autorità garante delle comunicazioni che applicava anche alle televisioni private quel regolamento, dato dalla vigilanza Rai e poi applicato in modo ancora più estensivo dal CDA Rai, che impediva la trasmissione dei programmi di approfondimento politico durante la campagna elettorale. La prima decisione arriva da una commissione parlamentare, composta da deputati e senatori, che decide che i talk show televisivi di carattere politico in campagna elettorale o si trasformano in tribune politiche oppure non possono andare in onda. Successivamente il CDA Rai, andando addirittura oltre la decisione di questa commissione parlamentare di vigilanza, decide non di trasformare i talk show in tribune politiche, ma di cancellarli del tutto. A quel punto, un'altra autorità garante, l'AGCOM, decide che per una questione di equità questa norma vada estesa anche alle TV private. Oggi, il Tar, nell'ambito della sua competenza sugli atti amministrativi, sentenzia che questa scelta è stata una decisione illegale e sbagliata, dando alle televisioni private la possibilità di fare anche in campagna elettorale i talk show. Il Tar però deve alzare le braccia sulla decisione della commissione di vigilanza parlamentare, proprio perché è un atto di un organismo sovrano. A questo punto il rischio è che il Tar, pur avendo fatto giustizia, può imporre solo alle tv private di far ripartire i talk show, producendo un paradosso: le televisioni private, in particolare Mediaset, potranno già da questa sera fare talk show politici, ma l'unica a non poterlo fare rimarrebbe la Rai.
Noi crediamo che sia particolarmente importante l'iniziativa che abbiamo avviato in questi giorni, un'iniziativa di grande successo chiamata “Una mail per riaccendere l'informazione”  e che già oggi ha portato a più di 7000 mail inviate al direttore generale della Rai per chiedergli di riaccendere l'informazione libera in questo Paese. Iniziativa che abbiamo proseguito nei giorni più recenti avviando un esposto alla Corte dei Conti per danno erariale verso il direttore generale della Rai e gli amministratori del centrodestra per una decisione che, non solo priva i cittadini italiani di uno spazio di libertà , ma danneggia anche le casse della Rai. Ma non è finita qui. La cosa che oggi dobbiamo impedire è che si produca questo paradosso, dove Mediaset è autorizzata a trasmettere i talk show televisivi mentre soltanto la Rai resta ammutolita.
Oggi, fortunatamente, il Presidente del CDA Rai, Zavoli, ha convocato per lunedì un consiglio straordinario. Il Presidente, però, è solo un organo di garanzia,  e non ha nessun potere su quel Cda che è composto da esponenti messi dalla maggioranza di centrodestra. Per questo chiediamo a tutti i cittadini una nuova mobilitazione: da lunedì a mezzogiorno, momento della convocazione del CDA Rai, faremo partire un presidio ininterrotto davanti alla Rai, perché oggi stiamo assistendo al tentativo di questi “Al Capini”, perché ladri di informazione, ladri di libertà e ladri di democrazia, di spegnere giorno dopo giorno un pezzo della libertà del nostro Paese. Saremo davanti alla sede generale della Rai, in via Mazzini, per testimoniare che c'è una parte del Paese che di fronte alla violenza e all'arroganza di questo regime non china la testa.

Compila il seguente form per inviare una mail al direttore generale Rai,
Mauro Masi, per chiedergli di "riaccendere l'informazione" (testo della mail).

Per maggiori informazioni leggi l'articolo:
"Un fax e una mail per riaccendere l'informazione"

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