SE IL BUNGA BUNGA DIVENTA LEGGE

Alfano - BerlusconiAlfano - BerlusconiIl bunga bunga non è un rituale sessuale che Berlusconi ha imparato da Gheddafi (guida politica e maestro di vita a quanto pare…). O, meglio, non è solo questo. Il bunga bunga è un sistema politico, un metodo di gestione del potere, un’idea di Stato. E’ una categoria politica fondata sulla prevaricazione nonviolenta, sulla corruzione morale e monetaria, sullo sfruttamento godereccio del potere, sull’irresponsabilità e sull’immunità. E rischia di diventare anche un valore culturale, uno stile di vita, basti pensare alle madri che spingevano le figlie a concedersi agli appetiti del drago per diventare le favorite del sultano. E rischia di diventare legge, con la riforma della giustizia. Una riforma addirittura ‘epocale’ per Silvio Berlusconi, unico capo del governo al mondo che deve affrontare tre processi. Di epocale ci sarebbe solo il passaggio dallo Stato di diritto a quello del Bunga Bunga perché la sua approvazione segnerebbe la sconfitta della legalità. Il testo della riforma non è ancora ufficiale, ma dalle anticipazioni giornalistiche non promette nulla di buono. Il progetto di Berlusconi è sempre lo stesso: una riforma punitiva che sottometta la magistratura alla politica. Vuole vincere in questo modo la sua guerra personale contro la magistratura italiana. E la riforma sarebbe la sua ‘arma fine di mondo’. Si va allo scontro finale, dunque, perché il Sultano di Arcore sa che deve giocarsi il tutto per tutto. E Bossi, in cambio di qualche altro posto nel governo e dell’approvazione di un federalismo raccogliticcio che aumenta le tasse e ingigantisce le pastoie burocratiche, ha dato il suo placet. Svelato il disegno, ora è il momento della verità per le opposizioni. Combattere una battaglia strenua per impedire l’approvazione di una controriforma della giustizia o cedere allo sfondamento dell’amico di Gheddafi e trasformare l’Italia nella repubblica del bunga bunga. Mi viene in mente il film di Woody Allen, ‘Il dittatore dello stato libero di Bananas’. Ma quella era una commedia, la situazione italiana è drammaticamente seria. Anche per questo è importante andare a votare ai referendum. Berlusconi teme, in particolare, quello sul legittimo impedimento ed infatti il governo non vuole dare ai cittadini la possibilità di votare il 29 maggio, a costo di dilapidare un patrimonio di 350 milioni di euro. Una follia, soprattutto in periodo di crisi economica.

Commenti

Cara Italia dei Valori,Bisogna BUTTARE VIA  subito Berlusconi/Bossi magari in galera per sempre ed innanzittutto non  dobbiamo degnare questa gentaglia neanche di uno sguardo!!!Poi dobbiamo fare il GOVERNO OMBRA del centrosinistra e richiedere con forza la PAR CONDICIO TV!!!Poi ancora dobbiamo contrastarli con forza  dato  che stanno volgarmente CORROMPENDO  i parlamentari italiani dando loro soldi e posti di potere o peggio ricattandoli in tutti i modi!!!Infine dobbiamo chiedere con forza ELEZIONI ANTICIPATE e dobbiamo fare tante MANIFESTAZIONI DI PIAZZA per dare addosso a Berlusconi/Bossi,  dare loro la spallata finale e buttarli tutti finalmente in galera come si meritano e magari per sempre!!!Dobbiamo fare così subito e nel frattempo vi invio cordiali saluti.  
Papi l'Impunito e la sua banda di cialtroni ce l'hanno messa tutta per bloccare gli strumenti democratici.   Prima acquista sul mercato pagando profumatamente gli "onorevoli voltagabbana". Poi c'é la "legge porcata" per la quale gli "onorevoli suini" non sono democraticamente eletti dai Cittadini, ma nominati dai Partiti, ai quali devono assoluta obbiedienza, pena la mancata rielezione e perdita di ricche prebende e privilegi. Il referendum, invece, dovrebbe essere il massimo strumento di democrazia diretta. Ma deve raggiungere il "quorum"!.  E qui ci ha messo lo zampino Tremaglia, onorevole nostalgico fascistone, che ha ampliato  notevolmente la platea degli elettori all'estero ed oltreoceano. Dai risultati emersi pare che i concittadini all'estero che votano siano molto pochi, ed il loro interesse é soprattutto quello di attingere al sistema previdenziale e assistenziale nazionale, ovviamente senza averne versato i relativi contributi, pagati anche per loro dai concittadini residenti. E poi chi sono i loro integerrimi rappresentanti: Razzi....Personalmente condivido i referendum IdV, come tutti i Cittadini Italiani Onesti, ma temo possano essere un altro bunga-bunga.
Caro Donadinon mi meraviglio di "lui" il monarca, re del bunga bunga, ma di tutta quall'accozzaglia di gente che gli sta attorno prona e guinzagliata come cagnolini.  Lui si sa, ma gli altri non hanno almeno un po' di dignità?  E' proprio vero che il regalo di privilegi ed il vil denaro rendono gli uomini schiavi di qualche altro uomo che li sfrutta. Povera Italia, come ci siamo ridotti!Ciao - Ugo
 
  • Caro Donadi, ho letto questo articolo apparso oggi su repubblica. Spero che quanto anticipa su un deputato IDV che starebbe per seguire le orme di Scilipoti sia falso. Non se ne può più!!!!   Se dovesse accadere un'altra volta una cosa simile, l'IDV perderebbe un'altra buona fetta di elettorato. Perderebbe credibilità!!! Per favore, basta!!!
  • La sponda di Bossi  per l'affondo   anti-giudici
  • "Sentiamo cosa presentano. Comunque passerà". È Umberto Bossi a mettere il sigillo della Lega sulla riforma della giustizia, dando corpo a quello scambio - giustizia contro federalismo - fulcro dell'asse con il Cavaliere. E proprio intorno alla giustizia ruoteranno le prossime ore, con l'incontro al Quirinale tra il premier e Napolitano e il successivo faccia a faccia tra il capo dello Stato e il Guardasigilli, in vista della presentazione giovedì del testo base della riforma costituzionale preparata da Alfano e Ghedini.
  • L'altro fronte che tiene impegnato Berlusconi è quello del rimpasto di governo, intrecciato strettamente con un possibile (ulteriore) allargamento della maggioranza alla Camera. Daniela Santanché e Denis Verdini proseguono nella trattativa con la speranza di consegnare a Berlusconi altri 2 o 3 peones, tra i quali ci sarebbe anche un deputato dell'Italia dei valori. Per questo il rimpasto di governo è destinato a slittare ancora, avendo il premier promesso più di quanto sarà in grado di mantenere. Tanto che nel gruppo dei Responsabili, il contenitore creato per i vari transfughi dell'opposizione, già esplodono le rivalità per chi dovrà andare al governo. Anche Napolitano sarebbe intervenuto per dissuadere il governo dal ricorrere allo strumento del decreto legge per aumentare il numero dei sottosegretari. 
  • Intanto il Pd ha portato a termine l'operazione firme pro-dimissioni. I dieci milioni di firme, raccolte sotto la petizione "Berlusconi dimettiti", sono state simbolicamente recapitate a palazzo Chigi per mano di Rosy Bindi e di una delegazione rosa del partito, in coincidenza con la festa delle donne. Nella sede del governo a ricevere le firme (un solo scatolone in rappresentanza dei 120 raccolti) è stato Gianni Letta.