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BUONGIORNO ALFANO

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  Buongiorno Angelino, bentornato tra noi. Il segretario del Pdl ha detto "Mentre
il Pdl ritiene che si possano reperire risorse attraverso le dismissioni e i tagli alle spese inutili, la sinistra invece vuole solo aumentare le tasse. La Camusso propone piu' tasse, Bersani parla di nuovo di patrimoniale, ma noi, se si ha bisogno
di risorse, siamo contrari a recuperarle con piu' tasse per i cittadini”. Bravo Alfano, ma in politica bisogna anche avere l’onestà di ammettere i propri errori e le proprie responsabilità. E quelle di Pdl e Lega sono enormi. Hanno condotto il Paese sull’orlo del baratro, compromettendo la situazione economica sino al punto da richiedere sacrifici enormi per essere contrastata. E senza garanzia di uscirne in tempi brevi. Certo il fenomeno è globale, europeo in particolare, ma aver negato per anni la crisi e non aver predisposto in tempo le misure necessarie è stata una follia economica che ora stanno pagando i cittadini. Alfano e soprattutto Berlusconi non pensino di far ricadere tutto il peso della situazione attuale sul governo Monti (che pure ha prodotto solo manovre recessive di contenimento dei costi senza pensare alla crescita) perché non ci crederebbe nessuno. Gli italiani non sono stolti e vent’ anni di berlusconismo son serviti a creare gli anticorpi necessari per
scongiurare pericolosi ritorni.

Intercettazioni, bavaglio e ostaggi

Un deja vu. Un brutto film già visto. Il titolo è bavaglio, il regista è Angelino Alfano. Uno dei punti di accordo del vertice di ieri sera è stato quello sulla necessità di una legge sulle intercettazioni. Praticamente un bavaglio alla stampa ed una protezione per politici corrotti, faccendieri delle cricche e disonesti in generale. Di cui questa Italia, purtroppo, abbonda.

Non riesco davvero a comprendere come la ‘legge bavaglio’ possa essere uno dei punti di discussione di un vertice del massimo livello politico. O meglio, non riuscirei a capirlo se fossimo in un paese de-berlusconizzato. Purtroppo il governo Monti è ostaggio di Berlusconi e del Pdl, ha una sovranità limitata. Il limite è il perimetro imposto da Berlusconi e dai suoi. Se Berlusconi decide che di Rai non si parla, Monti può anche diramare un comunicato in cui dice che sarà argomento di discussione del vertice, ma poi, magicamente, quel punto sarà rinviato.

La riforma della governance della più grande impresa culturale del Paese, del servizio pubblico radio-televisivo, infatti, può attendere. Non è rinviabile, invece, la legge bavaglio. In realtà anche sul tema giustizia Alfano aveva alzato i toni, ma poi, con l’accoglimento del bavaglio e con un addolcimento del ddl anti-corruzione, il segretario del Pdl si è calmato. Il problema è tutto qui. O, se volete, tutto quid. Non è vero che ad Alfano manchi il quid, ne ha in abbondanza, solo che è il quid di Berlusconi. Il delfino del Cavaliere si muove nel solco tracciato dal suo maestro e non potrebbe, chiaramente, essere altrimenti. La speranza di un rinnovamento del Pdl, di un superamento del berlusconismo è ancora una pia illusione. Come Monti sa bene.

LAVORIAMO SUBITO AL DOPO-MONTI

Questo è il governo del ricatto. Monti e i suoi ministri sono sotto il giogo di Berlusconi, che continua a dettare i tempi della politica italiana. Uscito di scena dopo aver portato il Paese al collasso economico, politico e sociale, il Cavaliere, dopo aver cercato di far dimenticare le proprie colpe, sta cercando di tornare in scena. E intanto tiene in ostaggio il governo. Il caso del mancato vertice di ieri, saltato per il forfait di Alfano, ne è la dimostrazione più evidente. Finché si e' trattato di tagliare pesantemente le pensioni, il welfare e l'art.18 al Pdl e' andato tutto bene. Fino a quando a pagare sono stati i cittadini il partito di Berlusconi (Alfano sarà pure segretario ma il partito è proprietà di Berlusconi e basta!)  ha mostrato una compattezza granitica, ora che sul tavolo ci sono i temi del pluralismo televisivo e della riforma della giustizia, si torna al conflitto d'interessi più forte che la storia della Repubblica Italiana ricordi.

Si lavora alla riforma della governance della Rai? Il Pdl rompe. Si pensa ad un nuovo direttore del tg1? Alfano protesta. Si mette in cantiere una nuova legge anticorruzione? ‘Ma che siamo matti?’ dicono dal Pdl. Cosa dire di più per confermare che serve un'alternativa riformatrice a questo governo? Ieri Bersani ha pronunciato parole condivisibili e di grande serietà. Ha detto che ci sono le condizioni per un centrosinistra di governo. Italia dei Valori oggi, come all’epoca della famosa foto di Vasto, è disponibile a lavorare per la costruzione di una coalizione di centrosinistra forte e coesa con regole chiare di governabilità. Siamo consapevoli che gli elettori si aspettano nella prossima legislatura un esecutivo politico si dimostri capace, come e meglio dei tecnici, di decidere ed assumersi responsabilità.

Per quanto ci riguarda, faremo la nostra parte per dare vita a un progetto di governo che rimetta al centro la solidarietà, l’equità, l’innovazione e la lotta agli sprechi e alla corruzione. Proprio per questa ragione, tuttavia, non solo raccogliamo la sfida di Bersani, ma andiamo oltre. La coalizione si farà o meno non perché qualcuno ha sostenuto Monti e qualcun altro no. Nascerà se le forze politiche del centrosinistra saranno capaci, con un lavoro che deve iniziare già da oggi, di trovare un’intesa netta e trasparente, capace di indicare all’Italia il modello di sviluppo che abbiamo in mente per i prossimi dieci anni. Per questo la vera sfida che i partiti di centrosinistra hanno davanti, mentre Monti governa, è di cominciare a progettare il dopo-Monti, ovvero quell’idea di Paese che, quando si voterà, sottoporremo al giudizio degli italiani

"Vogliono avere mani libere per decidere dopo le elezioni"

Riporto per intero l'intervista rilasciata e pubblicata oggi dal quotidiano La Stampa.

I punti su cui si è trovato l'accordo nel vertice di ieri sono stati discussi e condivisi con tutti i gruppi parlamentari, puntualizza il capogruppo alla Camera dell'Idv, Massimo Donadi. "Pd, Pdl e Terzo Polo si stanno vendendo come loro intesa qualcosa su cui siamo tutti d'accordo. Facciano pure, l'importante è che siamo contenti tutti".

Accordo condiviso anche da voi, benché esclusi dal vertice di ieri...
"Dalla riduzione dei parlamentari al passaggio al 'bicameralismo eventuale' sono i temi di cui negli ultimi 10 giorni tutti i gruppi hanno parlato trovandosi concordi, compresi Idv e Lega sia pure con qualche remora perché vuole il Senato federale".

Pensa che siano possibili tempi celeri?
"Anche questo fa parte di una riflessione condivisa: abbiamo convenuto tutti di accelerare sulle riforme per avere il tempo di occuparci della legge elettorale".

Altro punto delicato: dica la verità, temete un accordo tra loro che possa svantaggiarvi?
"Siamo molto preoccupati ma non perché temiamo una legge che possa svantaggiarci. Il fatto è che quello di cui si sta parlando - una legge proporzionale che faccia finire il bipolarismo e porti ad alleanze dopo le elezioni - sarebbe una sciagura per il Paese. Non è bello ma è in atto un baratto".

Cioè?
"I due partiti maggiori barattano con il Terzo Polo la fine del bipolarismo in cambio di un sistema non esattamente proporzionale che sovrarappresenti i partiti più grandi. I quali sperano di allearsi poi con il Terzo Polo".

Questo non vi avvicinerà all'alleato Pd...
"Prendiamo atto che non si ragiona più in termini di alleanze: con la legge che vogliono loro, tutti avranno le mani libere per decidere dopo le elezioni".

LA CASA DEGLI SPIRITI

C'è un copione che, in questi giorni, gira nei palazzi. E' la sceneggiatura di un film horror ed è scritta a più mani da vari esponenti di diversi partiti, tutti di gran peso. 

Il film ricorda, in parte, il vecchio film horror “La Casa”. Dopo la bocciatura dei referendum, nei palazzi del potere, arriva un videocassetta che libera uno spirito maligno. Questo spirito maligno racconta agli italiani che la politica deve riprendersi la propria dignità e che, in uno scatto d’orgoglio, decide di restituire ai cittadini il potere di scegliere i propri eletti. La voce dello spirito maligno diventa subito un coro e comincia, allora, un operoso lavorìo all’interno delle segreterie dei partiti.

Mentre sta arrivando la sera, cominciano a manifestarsi i primi avvenimenti soprannaturali. Gli spiriti maligni, che operano all’interno dei vari partiti, convincono la maggioranza del Parlamento che l’unico sistema che non scontenta nessuno fino in fondo è il proporzionale alla tedesca, oppure una delle sue infinite varianti. La polpetta avvelenata viene servita su di un piatto d’argento agli italiani, ai quali si racconta che, con le preferenze e con i collegi uninominali, potranno eleggere il loro bel candidato.

Gli spiriti maligni, però, si guardano bene dal dire agli italiani che, accettando la polpetta, perderanno tutto il resto e cioè  il poter controllare con il loro voto le alleanze fra i vari partiti, il programma di governo e la composizione stessa del governo. 

Qualche voce si leva pure per denunciare tutto questo ma gli spiriti maligni riescono, con il loro potenti trucchi, a farle fuori. A questo punto hanno campo libero per dare vita alla fase due dell’operazione, il passaggio dalla “Casa” a “Il ritorno dei morti viventi”. 

Inizia la decomposizione dei partiti e dalle loro ceneri escono nuovi contenitori che hanno l'aspetto di veri e propri zombie. Si ricompone la diaspora democristiana e la quasi totalità di Forza Italia, ciellini in testa, gli ex democristiani del Pd, tutta l'Udc, l'Api e i vari gruppuscoli meridionalisti con qualche sponda tra gli iper-cattolici del governo tecnico e le gerarchie vaticane. Tutti loro danno vita a un vero e proprio ectoplasma di vaga ispirazione centrista che, aggiornato ai tempi moderni, potrebbe in qualche modo ricordare quello che fu la Democrazia cristiana. Il piano degli spiriti maligni è chiaro: un simile ectoplasma adeguatamente sostenuto anche dalla finanza cattolica, potrebbe tranquillamente veleggiare tra il 30 e il 35% dei consensi.

A questo punto alcuni potenti spiriti maligni che aleggiano in quel che resta del Pd, iniziano a recitare la terribile formula magica tramandata da generazioni di malvagi stregoni e nota ai più come "compromesso storico" per unire le loro forze con l'ectoplasma neo centrista e garantirsi quindici anni di potere nel regno delle tenebre. 

Qualcuno dirà: "Va bene che è un film dell'orrore ma la storia deve avere una sua credibilità e non è credibile che, nel giro di un anno, si possa costruire un'alleanza simile". 

E' qui che però, nella storia, arriva il colpo di scena finale. Con un nuovo sistema elettorale proporzionale, senza premio di maggioranza, senza vincoli di coalizione che lascia di fatto mani libere ai partiti dopo il voto, è facile per gli spiriti maligni raccontare al Paese che né destra né sinistra, in assenza di un premio di maggioranza, avranno i numeri per governare; che non si può disperdere l'esperienza di pacificazione nazionale, rappresentata da un anno e mezzo di governo tecnico; che la crisi non è ancora finita; che ci sarà bisogno di una legislatura costituente e che questo presuppone un accordo fra le forze principali. Insomma, che sarà necessario il "compromesso storico" anche se nessuno degli spiriti maligni lo chiamerà in questo modo.

A quel punto, gli spiriti maligni avranno di fronte a loro 5 lunghi anni per convincere gli italiani che quella è l'unica maggioranza possibile, una democrazia nuovamente bloccata e senz’alternanza. E quando gli italiani capiranno che li hanno fregati ancora una volta e che, con il loro voto, potranno decidere meno di prima, sarà troppo tardi perché ormai sarà iniziato il regno delle tenebre. Ma non preoccupatevi è solo un film dell'orrore...

Vertici segreti? No a sette carbonare

La trasparenza in politica non è negoziabile. Da giorni si rincorrono voci su incontri segreti tra il presidente del Consiglio Monti e i segretari di Pdl, Pd, e Terzo Polo. Perché tanta segretezza, si vergognano? E di cosa?

Chiariamoci, la mia non è una polemica contro i vertici, ma contro la loro segretezza. Non riesco davvero ad accettare che le forze politiche che insieme rappresentano circa il 60% dei cittadini si vedano, decidano, ma poi non lo portino a conoscenza dell’opinione pubblica. Leggo di articoli in cui si parla di passaggi e corridoi tra palazzi per sfuggire ai giornalisti. Roba da romanzo di Dan Brown.

Chiediamo che sia fatta chiarezza su questo punto, in primis dal presidente Monti. Questi vertici ci sono stati o non ci sono stati? Oppure ci sono stati e continueranno ad esserci ma non si può dire? Si tratta di incontri assolutamente legittimi su cui si deve togliere ogni ambiguità. Anche perché è chiaro che i vertici tra segretari cambiano il profilo stesso dell’esecutivo, che, se è sostenuto organicamente dai partiti, smette di essere il governo del presidente e diventa il governo di una maggioranza politica e programmatica.

Vogliamo sapere se questo governo è sostenuto individualmente ed autonomamente da ciascuna forza politica oppure se ha una sua maggioranza politica. In ogni caso noi continueremo a sostenerlo ed a valutarlo sui singoli provvedimenti, ma non possiamo rimanere in silenzio di fronte ad un esecutivo che rischia di trasformarsi in una sorta di setta carbonara, che decide il proprio percorso e quello del Paese fuori dalle sedi istituzionali.

Questi vertici sono pienamente legittimi, ciò che non è tollerabile è la segretezza, che offende il Parlamento ed anche i partiti. Se ci sono vertici, lo dicano e lo rivendichino dal punto di vista politico. Se esiste una maggioranza politica che sostiene Monti, smetta di nascondersi ed anzi rivendichi questo percorso ed operi alla luce del sole, nel rispetto della trasparenza che è dovuta ai cittadini. Insomma, se fate una cosa assumetevene la responsabilità.

Dimissioni?

Tra luglio e settembre, causa l'urgenza dei mercati, abbiamo dovuto approvare tre manovre finanziarie. Oggi, improvvisamente, a dispetto del tracollo economico, non c'è più fretta. Questa settimana il Senato non lavora e Schifani sta facendo di tutto per prendere tempo. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si sentirà anche rassicurato dalle parole di Berlusconi ma, francamente, noi non ci fidiamo. E come noi, a non dfidarsi, sono anche i mercati visto che le obbligazioni stanno andando al macello e Piazza Affari è di nuovo in profondo rosso. 

LA SALVEZZA NAZIONALE E' IL VOTO

La salvezza nazionale è liberarsi di Berlusconi. Presto, subito. Ma il governo di salvezza nazionale non è la scelta migliore per l’Italia. Spieghiamoci su questo punto, perché è necessaria fare un po’ di chiarezza. Per governo di salvezza nazionale si intende un esecutivo composto da tutte (o quasi) le forze parlamentari. Quindi un governo Pdl- Pd-Udc-Lega. Idv no, per nostra scelta, perché ci siamo sempre chiamati fuori da quella che riteniamo essere un’ammucchiata politica. Da più parti si sostiene che questo esecutivo bipartisan possa essere la soluzione migliore per traghettare il Paese fuori dalla crisi economica che lo sta indebolendo. Non è vero. Questi gran soloni della politica ci dicano quale credibilità sulla scena internazionale potrebbe avere un governo guidato – per esempio – da Angelino Alfano, il delfino di Berlusconi, e composto da ministri che hanno avuto incarichi importanti nel governo peggiore della storia repubblicana. Ve lo diciamo noi: nessuna. Chi ha sostenuto Berlusconi contro tutti e tutti è corresponsabile dello sfascio economico, sociale ed istituzionale cui questo dissennato premier ha condannato l’Italia. In  qualsiasi altro paese democratico questa banda (e qui mi fermo), dopo tutti i guai combinati, sarebbe impresentabile. Il problema non è più solo Berlusconi, ma anche la sua ‘corte dei miracoli’, che ne ha condiviso la sorte e le scelte, assecondandolo anche quando sarebbe stato indispensabile agire in maniera diversa, per amor di patria. Se le opposizioni dovessero cedere al fascino del potere e prestare i loro voti per governare con chi per anni ha fatto il male dell’Italia, farebbero un errore storico. Il premier spagnolo Zapatero, con grande dignità, ha preso atto della necessità di dare alla Spagna un nuovo corso e si è dimesso, andando incontro ad una sconfitta pressoché sicura alle prossime elezioni politiche. C’è un abisso di serietà e credibilità che separa Zapatero da Berlusconi, siamo tutti d’accordo. Ma non solo, la mancanza di credibilità riguarda oggi tutto l’esecutivo. Alfano, il giovane, quale credenziali ha? Il Lodo Alfano? Ma per favore? E Bossi? Lasciamo stare. Maroni? Maroni, che da un lato dice di combattere la mafia e dall’altro salva Saverio Romano? Saverio Romano, appunto, altro grande ministro di questo governo. E Brunetta? Gelmini? Brambilla? Metto il punto interrogativo e lascio a voi le considerazioni. Entrerebbero anche loro in un governo di salvezza nazionale? Diciamoci la verità: son persone che hanno ricoperto (e ricoprono purtroppo) incarichi prestigiosi e impegnativi solo perché c’è Berlusconi presidente del consiglio dei ministri. All’Italia serve una nuova classe dirigente, non un governo di salvezza nazionale con le stesse facce.

PENATI, LE CRICCHE E 4 REGOLE PER UNA POLITICA PULITA

Cricche, consorterie, camarille sono diventate le vere padrone occulte d'Italia. La commistione tra politica e affari si fa sempre più maligna, maleodorante per chi vorrebbe pulizia in politica. Controllano affari, dirigono appalti, muovono soldi e persone. Un degrado politico e morale che, un Paese che sta affrontando faricosamente la crisi economica, non puo' permettersi. Di P4, case pagate all'insaputa dei proprietari, sottosegretari in odor di camorra, politici banchieri, traffici, scandali di governo, corruzioni varie abbiamo scritto spesso. Ed e' sempre emerso un dato chiaro: il berlusconismo, con i suoi continui attacchi alla magistratura, ha dato legittimità politica al malaffare e coperto la Casta. La corruzione si è estesa come una macchia d'olio nel mare. E ha colpito trasversalmente. Il caso Penati sta portando alla luce elementi gravi su cui si deve riflettere, senza fare sciocche e offensive difese di schieramento. La poltica deve fare pulizia al proprio interno e Italia dei Valori ha proposto una legge con suoi articoli:1) chi è stato condannato con sentenza passata in giudicato non può essere candidato2) chi è stato rinviato a giudizio per reati gravi contro la Pubblica Amministrazione non puo' assumere incarichi di governo. E si puo' anche andare oltre:3) il funzionario che è stato condannato per reati contro  la Pubblica Amministrazione deve essere espulso;4) chi ha corrotto non puo' fare affari con lo Stato e non puo' partecipare a gare pubbliche. Ripresenteremo in Parlamento queste proposte e lanciamo una sfida a tutti gli altri partiti (compreso il Pdl di quell'Alfano che parlò di "partito degli onesti"...) a sostenerle. L'Italia dei Valori è nata proprio per rinnovare e ripulire la politica italiana. E questo e' il momento giusto.

NITTO PALMA, GIUSTIZIA (IN) AD PERSONAM

Il Quirinale aveva chiesto una candidatura di alto profilo per la successione di Alfano a via Arenula sulla poltrona di ministro della Giustizia. Berlusconi avrebbe scelto, secondo rumors sempre più concreti, Francesco Nitto Palma. Chi è il futuro probabile ministro della Giustizia? Il magistrato vicecapo di gabinetto nel ’94, quando Alfredo Bindi, ministro della Giustizia, tentò di fermare l’inchiesta di Tangentopoli con il famoso decreto “salva-ladri”, perché rivedeva i termini della custodia cautelare. Attualmente, è senatore Pdl, sottosegretario all’Interno e grande amico di Previti. Per lui, ed in onore della profonda amicizia, il probabile futuro ministro della Giustizia cercò di far approvare un emendamento che avrebbe congelato i processi di tutti i parlamentari, fino alla fine del mandato. Una sorta di lodo Alfano ante litteram, seppure minor. Sempre per Previti, amico di lunga data e solida corrispondenza, si prodigò per l’approvazione della legge Cirielli, ribattezzata salva Previti. Insomma, un curriculum vitae in perfetto blazer blu e cravatta regimental berlusconiano, precursore della difesa ad oltranza della Casta dalla giustizia e dal processo, difensore del diritto della Casta ad essere diversa davanti alla legge. Insomma, un ex pm da sempre alla corte di Silvio. L’uomo giusto, al posto giusto, con le inchieste giunte alla Camera e che travolgono parlamentari del Pdl, Alfonso Papa e Marco Milanese. L’uomo giusto, al posto giusto, con l’arrivo al Senato del processo lungo. E poi ancora, Mills, Mediaset, Mediatrade, Ruby. L’uomo giusto al posto giusto, nel momento giusto. Una candidatura di altro profilo. Appunto.