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  Comincia ad essere difficile capire cos'altro deve succedere perché Silvio Berlusconi venga mandato a casa. Nella maggior parte dei paesi sarebbe bastato uno dei tanti scandali in cui è stato coinvolto per distruggerlo politicamente. Ogni volta che scoppia un nuovo scandalo, più squallido e incredibile del precedente, viene da pensare che non se la caverà. Non riuscirà a sopravvivere a una sentenza che lo accusa di aver corrotto un avvocato perché rendesse falsa testimonianza. O a ridimensionare la montagna di prove dei festini che organizza regolarmente nelle sue residenze private. Eppure lui è sempre al potere, ha dell'incredibile. Ci sono stati gli interminabili processi di corruzione, che si sono conclusi in una serie confusa di condanne e assoluzioni. Berlusconi è stato inoltre ritenuto colpevole di falsa testimonianza per aver negato di essere stato iscritto alla P2, la loggia massonica di estrema destra che negli anni settanta tramava contro la democrazia( anche se il reato è stato cancellato per un'amnistia).Poi ci sono le voci sui rapporti tra il premier e la mafia: negli anni settanta Berlusconi assunse come stalliere Mangano, un mafioso in seguito condannato per omicidio, traffico di droga ed estorsione. Né ha mai risposto in modo esauriente a uno dei principali enigmi della sua straordinaria carriera imprenditoriale: chi ha messo a disposizione l'ingente capitale servito a finanziare la costruzione dei suoi complessi residenziali alla periferia di Milano, circa quarant'anni fa? Nella banca Rasini si sospetta che alcuni boss di Cosa Nostra mettevano i loro “risparmi”. Di recente uno dei suoi più stretti collaboratori, Marcello Dell'Utri, è stato condannato a sette anni per i suoi rapporti con la mafia, e negli ultimi anni molti collaboratori di giustizia hanno riferito che Cosa Nostra considerava Forza Italia, il cavallo di Troia per accedere al potere. Il fatto che nelle elezioni del 2001 Berlusconi abbia ottenuto in Sicilia il 100% dei seggi la dice lunga su quale sia il cavallo in cui Cosa Nostra ha deciso di entrare. Poi,ovviamente, ci sono le prostitute. Prima era ammirato ma ora la situazione è cambiata. In parte perché con i suoi comportamenti pare stia mettendo in pericolo la sicurezza nazionale; in parte perché il premier usa la sua passione per le donne per decidere chi otterrà un lavoro e perfino chi entrerà in politica ( Nicole Minetti). Nelle ultime settimane , mentre venivano diffuse le ultime rivelazioni sullo scandalo Ruby, il governo ha annunciato misure contro la prostituzione. E' stato un po' come se un preside alcolizzato proibisse ai suoi alunni di bere Coca-Cola. Ma la percezione è cambiata perché Berlusconi è più volte apparso come un palpeggiatore feudale e un vecchio rimbambito. In visita all'Aquila, dopo il terremoto di un anno e mezzo fa, rivolgendosi a un'assessora ha detto: “ Posso palpare un po' la signora?”. La sua difesa nell'ultimo scandalo (“ Meglio essere appassionati di belle ragazze che gay”) è stata ritenuta stupida e offensiva e, in qualunque paese normale, sarebbe stata di per sé uno scandalo. Ma la crisi di governo è arrivata anche per quello che Berlusconi non ha fatto. Abruzzo: ricostruzione ferma. Il giorno del terremoto alcuni costruttori ridevano pensando ai soldi che avrebbero guadagnato grazie alla tragedia; il capo della Protezione Civile, responsabile della ricostruzione , ha incontrato una massaggiatrice brasiliana messa a disposizione dagli stessi costruttori. IL PESO DELLE TV La scorsa settimana un edificio di Pompei è crollato: l'ennesima vittima dell'incuria e dell'incompetenza del governo. Ha trasformato il paese in una barzelletta. Com'è possibile che sia ancora al potere? La risposta più ovvia è che lui e la sua famiglia controllano una parte importante dei mezzi di informazione: tre emittenti televisive nazionali, un'enorme azienda pubblicitaria, un importante quotidiano e decine di riviste. Una simile concentrazione di potere fa sì che ogni scontro politico sembri una lotta tra una potenza nucleare e un ragazzino armato di pugnale. Ogni volta che qualcuno osa criticarlo, vengono sciolti i mastini e viene montata una campagna diffamatoria: Fini, Marcegaglia, e anch'io ne sono stato vittima. Nella maggior parte dei paesi, per rimuovere i leader di questo tipo si fa appello all'interesse nazionale. In quel modo si rende più dignitosa la loro uscita di scena. Tuttavia, anche se Berlusconi fosse davvero convinto di essere un salvatore, non è il tipo che crede al sacrificio personale. E soprattutto, non crede all'interesse nazionale. Adesso anche per i suoi sostenitori è diventato un peso. Ogni volta che compare sulla scena internazionale, gli italiani trattengono il fiato: negli ultimi anni ha definito Obama “abbronzato”, è stato zittito dalla regina d'Inghilterra, ha fatto aspettare i leader della Nato e ha mimato il gesto del mitra a una giornalista russa imbarazzata. Ma il paese sembra incapace di liberarsene: a Fini manca il coraggio di votare a mozione di sfiducia e l'opposizione non può farlo da sola. Il parlamento è paralizzato. Ho capito la gravità della situazione parlando con un avvocato di Roma ( pacifista convinto), mi ha confidato che, a suo parere, l'unica soluzione per liberarsi del premier è l'omicidio. Pensavo scherzasse, invece era serio. Eppure, quando un avvocato cattolico, di ceto medio, rispettoso della legge, parla seriamente di insurrezione armata, significa che nel paese sta succedendo qualcosa di grave. Per liberare la politica italiana dalla sua influenza bisognerà aspettare la sua morte naturale o avviare una profonda deberlusconizzazione del paese, per tornare alla realtà dopo vent'anni di lavaggio del cervello televisivo. Temo che la prima soluzione sia più probabile della seconda, ma è comunque ancora lontanissima.

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