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Quei collusi con la ‘ndrangheta di sinistra che Saviano dimenticaDispiace che Saviano sia ormai diventato il megafono della sinistra, pronto a usare il mezzo pubblico per attaccare un partito (la Lega in questo caso) dipingendolo come legato alla ‘ndrangheta per un singolo episodio per il quale tra l’altro il diretto interessato (il consigliere Ciocca) non è nemmeno indagato.A maggior ragione se Saviano, volutamente, dimentica di citare casi simili e spesso più gravi che vedono coinvolti esponenti della sinistra, sempre al Nord e con collegamenti con la ‘ndranghetaIl riferimento di Saviano al summit di mafia del 31 ottobre 2009 nel circolo Falcone e Borsellino è da brividi, ma è monco. Non dice, il Nostro, che quel circolo è dell’Arci, associazione da sempre vicina al Pci-Pds-Ds-Pd, e il cui presidente (quello che aveva disposto i tavoli a ferro di cavallo ai trenta convenuti per eleggere il capomafia del nord) è il consigliere del Pd di Paderno Dugnano, Arturo Baldassarre. Si dirà: ma Baldassarre non è indagato, non è stato arrestato. Giusto. Anche il consigliere regionale della Lega che avrebbe incontrato il boss Pino Neri di Taurianova non è stato indagato, non è stato arrestato, ma è stato comunque «mascariato» da Saviano.e ancoraNon ha fatto alcun riferimento all’operazione «Parco Sud» che a novembre portò in cella 14 affiliati alla famiglia Barbaro e che sfociò nell’arresto del sindaco Pd di Trezzano sul Naviglio, Tiziano Butturini, un ex Ds. Non ha ricordato che nel maxi-blitz del 13 luglio contro le cosche in Lombardia ci finì impigliato, per la conoscenza con un imprenditore vicino agli Strangio, un ex rappresentante della giunta di centrosinistra guidata da Penati, ovverosia Antonio Oliverio. Non ha rispolverato il caso di un altro ex assessore provinciale nella stessa giunta, Bruna Brembilla, indagata (e poi prosciolta) perché avrebbe chiesto voti ai calabresi immigrati.Ragionando come ragiona il Savonarola casalese, si dovrebbe poi appiccicare la patente di mafioso anche a un politico dell’Udc del «nord» che indagato per mafia non è: Rosario Monteleone, presidente del consiglio regionale della Liguria e coordinatore del partito di Casini, il cui nome compare in una telefonata fra calabresi arrestati. E che dire di Pasquale Tripodi, già assessore «in trasferta» di Loiero, coinvolto due anni fa nel blitz della Dda di Perugia (arrestato e poi scarcerato dal Riesame, archiviato) su infiltrazioni del clan Vadalà nell’Umbria rossa. E che dire di quelle elezioni per il consiglio comunale di Cologno Monzese supervisionate dal clan Valle che tanto hanno imbarazzato i Riformisti ed il Pd. E che dire, inoltre, di Cinzia Damonte, candidata alle regionali liguri per l’Idv, non indagata, sorpresa a distribuire santini elettorali a una cena organizzata da calabresi come Onofrio Garcea, 70enne di Pizzo Calabro, oggi latitante, presente nelle maggiori inchieste sulle ’ndrine di Genova e dintorni.Insomma una censura di tipo politico a tutti quei riferimenti a episodi in cui è coinvolta la sinistra. Saviano l’eroe sta diventando un mezzo, fatalmente gestito e circuito dalla sinistra peggiore, per nascondere le magagne di quell’area politica e risaltare le eccezionali colpe del centrodestra.Uno schiavetto al servizio della sinistra, pronto a usare la propria immagine per propaganda e disposto persino a paragonare Maroni (che giustamente chiede un diritto di replica) a un camorrista pur di evitare un dibattito (e una figuraccia). E stiamo parlando del ministro e del governo che più hanno fatto contro le mafie. Di centrodestra, ricordiamolo.Perchè con la sinistra le mafie hanno sempre avuto vantaggi legislativi e gli arresti e le confische sono state minuscole rispetto a quelle di questi anni di Governo Berlusconi. E questo Saviano lo sa bene ma ormai non può più dirlo…