Respingiamo al mittente l'accusa di essere giustizialisti. E vi spieghiamo il perchè

foto-ok.jpg

Ad ogni campagna elettorale, arriva, puntuale, nei confronti di Italia dei Valori l'accusa di giustizialismo. In questi giorni, stiamo assistendo ad una vera e propria escalation di accuse iniziate con un corsivo di Angelo Panebianco sul Corriere della Sera, nel quale Italia dei Valori viene definita quale "espressione dell'antipolitica" in chiave giudiziario-giustizialista" e che arrivano fino ad oggi (almeno per il momento) con le dichiarazioni di Berlusconi il quale afferma di provare orrore per Antonio Di Pietro definito un "campione di manette". Devo dire che, d'istinto, un simile fuoco incrociato e la durezza e l'asprezza degli attacchi mi fanno tornare in mente quella bellissima massima secondo la quale "le probabilità che una persona abbia ragione crescono in maniera direttamente proporzionale al numero delle persone che si affannano a dimostrare che ha torto". Ma mi rendo conto che cavarsela così sarebbe troppo comodo. E lasciamo anche stare il fatto che il giorno che qualcuno si prenderà la briga e ci farà il piacere di spiegarci cosa significhi giustizialismo ne prenderemo volentieri atto e potremo anche fare una sincera autocritica. Fino ad allora, resta forte in me il convincimento che quello che una parte importante della politica italiana (che trova sicuramente il suo epicentro in Berlusconi ma che travalica ampiamente i confini di Forza Italia e che non conosce distinzione di schieramento) ed un ampio settore dell'establishment giornalistico ed economico-finanziario del Paese, non perdonano a Di Pietro e, di conseguenza, ad Italia dei Valori è, ancora oggi, l'aver fatto piazza pulita di quel sistema di connivenza tra politici ed uomini d'affari corrotti che, tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta, stava mandando a gambe all'aria il Paese. Ma quella è un'altra storia (che pure rivendichiamo). Quello è il passato. Non è per quello che oggi un partito ed un leader politico, a quindici anni di distanza, possono essere giudicati. Vogliamo essere giudicati, soprattutto dai cittadini, per quello che siamo oggi, per le nostre idee, per il nostro programma e per i nostri valori. La cultura della legalità e della certezza del diritto, la cultura delle regole e della loro osservanza - che non stanno alla base di una visione giustizialista della vita ma che qualificano il concetto stesso di giustizia dai tempi di Beccaria ad oggi - non solo sono presupposti irrinunciabili di una società liberale e democratica ma sono, soprattutto, precondizioni etico - giuridiche perché ogni altro diritto civile possa trovare compiuta realizzazione: dalla libertà individuale alla sicurezza dei cittadini, alla crescita economica alla tutela dei più deboli. E' per questo che noi ci battiamo ogni giorno, e non ci interessa molto degli appellativi che ci affibbiano.

Commenti

Berlusconi, quando lasciò i suoi primi lavori da parte (cantare canzoni sulle navi e altre cavolate), iniziò a lavorare nella banca del padre a Milano. Codesta banca venne identificata come la banca per il riciclaggio del denaro sporco della mafia. Berlusconi poi fondò fininvest che nei primi 7 anni di vita, vide arrivare, nei suoi fondi, 15 miliardi di lire di cui non si è saputa mai la provenienza. Dell'Utri, braccio destro di Berlusconi, condannato a 11 anni di reclusione per associazione mafiosa, "assolda" Vittorio Mangano (3 anni di reclusione per traffico internazionale di droga, poi processato per mafia, e 2 ergastoli per triplice omicidio) come "stalliere".. Nel '92, 48 ore prima che Falcone vennè fatto saltare in aria, si esegue un'ultima intervista a Borsellino, dove lo stesso giudice, dice che proprio in quel periodo stavano indagando su delle presunte congruenze tra Berlusconi,Dell'Utri e Mangano con Cosa Nostra. Guardacaso, dopo questa dichiarazione saltano in aria. Enzo Cartotto, testimone contro Cosa Nostra, parla proprio di Berlusconi e dell'Utri, dicendo che erano loro i mandanti a volto coperto delle famose stragi.14.03.2001Luttazzi intervista il giornalista Marco Travaglio, che parla proprio di come Berlusconi sia riuscito a sfondare così. I due vengono querelati da: Fininvest, Mediaset, Berlusconi e Forza Italia per 41 miliardi di lire. Vincono la causa, perchè i fatti citati nell'intervista, sotto domande "lecite" di Luttazzi, sono fondati e reali.

Giustizialismo è un termine assurdo.Probabilmente viene usato intenzionalmente per impaurire la gente, che di fronte al verbo "giustiziare" (condannare a morte), giustamente s'impaurisce.L'IDV è legalista.

Buongiorno, io sono un giustizialista e sono fiero di esserlo, perché sono convinto che le regole DEVONO essere rispettate senza se, senza ma e senza garantismi per nessuno.
Perché credo nella giustizia che ne deriva solo con l’osservanza delle leggi.
Le regole non vanno “interpretate” vanno eseguite e chi sbaglia deve pagare, solo così possiamo sperare in un Italia migliore.

Un ferita ancora aperta, questa è l'immagine che mi evocano commenti come quello di Angelo Panebianco sul Corriere della Sera. Evidentemente, un parte importante del nostro paese a tutt'oggi non ha digerito l'impatto che mani pulite ebbe a suo tempo, ne le conseguenze che l'azione di Antonio Di Pietro ha comportato per molti.

E' vero, non esiste un epicentro politico o ideologico al quale far capo quando viene sollevata questa ormai vetusta questione, ma ciò rende ancor di più avvilente il fatto che ancora si voglia utilizzare tale argomentazione per esprimere il proprio dissenso verso l'avversario politico.

Mettere in discussione la validità di Mani Pulite e di ciò che ha rappresentato per il Paese, è antistorico ed antisociale ed in qualche modo, suggerisce alla gente l'idea che il rispetto delle regole è un danno per tutti.
Il termine stesso utilizzato, "giustizialismo" (misconosciuto perfino ai migliori accademici della crusca), pare un neologismo coniato esclusivamente al fine di introdurre un'accezione negativa al concetto di applicazione della giustizia e nasconde in definitiva, un malcelato disprezzo per questa stessa.

Questo tipo di atteggiamento, è il retaggio di un'Italia che speravamo appartenere al passato e che a tutt'oggi invece, sembra rappresentare la migliore argomentazione di alcuni.

Nessuna buona azione rimane impunita, questo è il prezzo che ancora paga l'Italia Dei Valori.

Gentile onorevole, quello che più mi sta a cuore è il discorso sulla certezza del diritto. Sempre più nel nostro Paese assistiamo a casi di mala giustizia, ove di fronte a reati gravi le pene comminate non sono mai adeguate, oppure ci si trova di fronte a insoliti sconti di pena, che l'indulto non ha fatto che aggravare.
Tutto questo non fa che inasprire i cittadini e ingenera un forte senso di insicurezza e sfiducia nei confronti delle istituzioni.
Se è vero che la pena non deve essere esemplare, quanto meno deve essere certa, nel rispetto di tutti i cittadini onesti che dallo Stato vogliono sentirsi garantiti e protetti.
Per questo condivido e seguo con attenzione tutte le vostre battaglie, nella speranza che il termine "giustizialista" lasci una volta per tutte il campo a una giustizia giusta.

Cara Sabrina, La ringrazio per il suo post e per il calore delle sue parole.
Sabato ci sarò anch'io a Padova all'Holiday Inn con il Ministro Di Pietro, e, visto che Lei è della zona, alle 12.00 apriamo la campagna elettorale
a Padova, presso la Sala Petrarca del Comune con una Conferenza stampa a cui prenderà parte, oltre al Ministro e a me, anche Gustavo Fianchetto, nostro Consigliere Regionale in Veneto.
L'aspettiamo!

Egregio Presidente, condivido in pieno la sua posizione nel mettere in dubbio la validità dell’uso di termini ritenuti dai più altisonanti per definire quelli che sono comportamenti pratici, derivanti da un’etica solida e fondata. Quest’ultima ritengo sia alla base della linea politica che da sempre caratterizza Italia dei Valori.
E’ abitudine dei giornalisti, oltre che di certa politica, scatenare polemiche in realtà inesistenti. E’ facile, ma a mio avviso sterile, farlo se si attribuiscono termini dall’accezione negativa anche a posizioni chiaramente improntate al perseguimento di legalità e giustizia, che sono quelle assunte dal Partito di cui lei fa parte.
Ciò che distingue Italia dei Valori è che le battaglie che essa porta avanti sono fondate e finalizzate seriamente al rispetto dei cittadini. Difendere legalità e giustizia, per giunta in un paese come il nostro, in cui ogni giorno vengono fuori nuove macchie a gettare fango proprio su quella politica che dovrebbe dare l’esempio di integrità e di lotta alla corruzione, è atteggiamento sano, corretto, dettato da una politica seria. Questi sono i motivi per i quali rinnoverò la mia preferenza al Suo partito e continuerò a seguirLa in questa Sua nuova iniziativa, che apprezzo e ammiro.
Buon lavoro

Credo che sia sempre più imbarazzante per noi italiani seguire le campagne politiche. Nessun accenno a programmi seri e concreti solo accuse a chi cerca di fare seriamente il proprio lavoro, cercando di portare risposte e soluzioni ad una situazione molto delicata del nostro paese.

Oggi ritengo che l'unica forza politica che ancora mantenga una dignità etico-sociale e una forte coerenza sia IDV anche quando nella necessità di coalizione e opportunismi politici sarebbe magari più facile abbassare la propria voce fino a tacere e ad acconsentire.

Ecco perchè le accuse rivolte a IDV non hanno bisogno di essere spiegate perchè chi le rivolge non è credibile.

Giustizionalisti? E' una parola usata a sproposito da chi ha paura della magistratura, da chi ha qualcosa da nascondere e ritiene che chi governa possa essere al di sopra delle stesse leggi che promuove e che sancisce.

Perciò non ci facciamo coinvolgere dalle polemiche degli avversari e lavoriamo seriamente e con impegno civile per dimostrare agli italiani, e alla comunità internazionale che ci guarda, che la nostra classe politica è ancora in grado di far emergere il paese che lavora onestamente.

Anche questa volta non si è persa l'abitudine di accusare per non essere accusati, di utilizzare espressioni forti per colpire l'elettorato. Trend questo molto in voga da qualche anno, in cui si cerca sempre di più di diffondere l'idea di una magistratura corrotta e politicizzata che agisce con il solo ed unico scopo di infangare la dignità personale e professionale del perseguitato di turno. Questa ormai è una storia vecchia che ha sfiancato tutti.
Poichè lo slogan che contraddistingue questa ultima campagna elettorale, tra i tanti, sembrerebbe essere maggiore garanzia di giustizia per tutti, allora tutti dovrebbero tener conto ed apprezzare gli sforzi fatti da IDV per una maggiore legalità, per uno Stato fondato sulla garanzia di giustizia. Eh si perchè giustizia e garanzia sono concetti, e non semplici parole, legate imprescindilmente tra loro. Niente garanzie senza giustizia e viceversa. Non possono e non devono essere considerate semplici parole, perchè entrambe mirano a costruire un sistema diretto a tutelare le libertà di ogni singlo individuo. Allora ben venga il giustizialismo di IDV, con tanto rammarico per chi prova "orrore".

Gentile onorevole, se giustizialisti, per molti, da Berlusconi a illustri editorialisti, significa aver fatto piazza pulita di politici corrotti che, invece che stare in galera, siedevano in Parlamento, allora sappia che a questo mondo siamo in molti ad esserlo, a cominciare da me, per finire a tutta la mia famiglia, e siamo orgogliosi di esserlo! Se a Di Pietro, certi politici e certi giornalisti non perdonano Mani Pulite, sappia che molti cittadini, invece, di questo lo ringraziano. Quello che faccio fatica capire è la miopia con la quale certa informazione guarda a Italia dei Valori, come se a questo partito non si perdonasse il fatto di saper pensare ad altro, di avere altro da dire. Per esempio, da donna, giovane, lavoratrice e, spero presto, futura mamma, le chiedo di portare avanti il progetto di legge sulla maternità che lei ha presentato in Parlamento e che ho letto sul suo sito e che mi auguro di cuore possa essere approvato nella prossima legislatura. Anche io, come lei, credo che ad una donna non debba essere chiesto di dover scegliere tra l’essere madre o essere lavoratrice. Abbiamo studiato, siamo in gamba, ci siamo sposate, vogliamo contribuire economicamente al menage familiare e vogliamo mettere al mondo figli: è un lusso questo?

Sono iscritta all'IDV da quest'anno ma provo simpatia e stima per questo movimento fin dalla vostra battaglia per l'indulto.
Se essere giustizialisti vuol dire rispetto delle regole , tutela della sicurezza dei cittadini e cultura del fare per il bene comune allora anch'io sono FIERE DI ESSERE CONSIDERATA COSI' o più semplicente di essere una cittadina con un etica e dei valori.
CONTINUATE COSI'

Caro Donadi, anche io - pur non avendo mai votato per Di Pietro - ho registrato nelle parole del prof. Panebianco un'offesa, una mancanza di rispetto non solo verso chi, come Italia dei Valori, si batte quotidianamente a favore dei più deboli, della non-casta, insomma, delle persone "normali"; ma soprattutto verso ogni singolo cittadino che vede così minimizzare le sue esigenze, le sue aspettative attraverso un'etichetta, un appellativo che giorno dopo giorno perde del suo reale connotato per diventare un bollino di non-qualità: "giustizialista".

Nell'ottica di Panebianco e di quelli che il diritto lo considerano a latere della politica, dell'economia e della società, quindi, erano giustizialisti i cittadini che tiravano le monetine contro Craxi, sono giustizialisti i cittadini che chiedono un Parlamento pulito e saranno giustizialisti i cittadini che in futuro si aspetteranno un'attuazione delle leggi?

Di fronte agli attacchi di Berlusconi e di tutti quelli che vogliono una giustizia azzoppata (che, è chiaro, nulla hanno a che fare con il garantismo) non mi resta dunque che augurare a lei e al resto della squadra di Di Pietro di continuare così, di avanzare verso un'Italia diversa, nuova, più forte e solidale, dove il diritto, il lavoro e la sicurezza non siano più solo chimere, utili soltanto ad imbastire campagne elettorali e ricerche sociali, ma si trasformino in qualcosa di concreto e tangibile per il bene di noi cittadini.

Sergio

Gentile onorevole mi trova completamente d'accordo. Anche io non ho mai compreso l'accezione che certi commentatori attribuiscono al termine giustizialista e sempre come se il medesimo debba essere inteso in senso negativo. Su questa linea, infatti, è stato, in modo infausto, forgiato il suo contrario in "garantista" come se chi vuole giustizia a tutti i costi si opponesse a chi a tutti i costi vuole garanzie. I due termini, ritengo, non sono affatto contrari ma perfettamente complementari: la garanzia di giustizia esprime il principio di ogni paese, che si professi civile, di garantire un processo giusto e la certezza della conseguente pena; una giustizia garantita considera tutti cittadini uguali dinanzi alla legge ed alla collettività che li giudica per mezzo della magistratura. Tutto il resto sono chiacchiere. Mere invenzioni linguistiche create da chi con la giustizia non ha ancora fatto i conti e che, al tempo stesso, pretende di aver diritto a quel credito che il, così detto, principio garantista concede. Purtroppo, una strategia più consona ad un "arraffapopoli" che ad un sedicente uomo politico è riuscito ad inculcare nelle menti della metà degli italiani considerazioni che nulla hanno a che fare nè con la giustizia nè con la sua garanzia.
Parliamoci chiaro, il partito che Lei rappresenta è sempre stato scomodo e non solo per gli avversari politici. Italia dei Valori non ha mai accettato compromessi forse perchè non ha mai avuto nulla da perdere, sicuramente perchè ritiene la legalità ed il suo rispetto dei concetti imprescindibili dall'azione politica, difendibili erga omnes. I fatti dicono che sui temi della giustizia IDV ha dimostrato le proprie ragioni che, guarda caso, sono state poi cavalcate proprio dai più accesi contestatori sia in tema di indulto che per quanto riguarda l'opportunità di non candidare soggetti condannati. A tale ultimo proposito è singolare come la lingua italiana abbia creato, per così dire, delle delicate sfumature per cui, pur avendo entrambi subito tutti i gradi di giudizio, un politico diventa "un uomo con sentenza penale di condanna passata in giudicato" mentre un cittadino comune è un bieco "pregiudicato". Di Pietro ed il suo partito hanno avuto, e continuano ad avere, il coraggio di non sciacquarsi la bocca prima di parlare e credo che questa sia la forza di IDV e finchè ci saranno attacchi come quello da Lei evidenziato avremo tutti la prova che state lavorando bene. In bocca al lupo.

Ci conosciamo dall'autunno del 2000. Quando parlammo nel tuo studio di Mestre per un paio di ore del Progetto di Antonio Di Pietro e di Italia dei Valori. A partire dalla corsa "solitaria" e piena di speranze per il fatidico superamento della soglia del 4% nel 2001. Da allora un lavoro entusiasmante. Una collaborazione costante, intelligente, dialettica e leale. Tutti gli anni a raccogliere "firme" e a presentare liste di qua e di la nelle province del Veneto..... A sostenere la tua candidatura per il Senato a Rovigo... a lavorare, insieme a Roma e sul territorio. Sinergie importanti, produttive. Continueremo ad averle anche con questo tuo Blog. Non ti scriverò tanto quando "condividerò" le tue analisi...ma quando riterrò di dover esprimere un mio costruttivo dissenso....Auguri!
Eduardo

On.le Stefano Pedica,chi è costui?Il suo invidiabile cursus honorum parla per lui.Ha iniziato con Sbardella detto lo Squalo negli ambienti politici romani.E’ stato nella segreteria di Cossiga. Successivamente sempre nelle segreterie rispettivamente di Mastella, Buttiglione, D’Onofrio.Praticamente il Ghota della Democrazia Cristiana.Dopo è venuta l’esperienza con Scognamiglio,dimenticato Presidente del Senato.Poi è approdato al seguito di Rotondi che ha portato la sua Democrazia Cristiana sotto l’ala protettrice di Berlusconi. Infine,colto da subitanea luce in occasione delle politiche del 2006,ha compiuto il vero salto di qualità.E’ passato con l’Italia dei Valori di Di Pietro.Alla fine è riuscito ad entrare in Parlamento per la rinuncia dell’effettivo eletto in Lombardia.Affascinato in seguito dalle bellezze mantovane,con sempre maggior frequenza dedica il suo acume politico al nostro territorio.Ha iniziato con Goito in occasione delle amministrative del 2007 con un risultato brillantissimo.Poi la sua attenzione si è spostata su Mantova. E qui la sua genialità politica si è espressa al massimo.Ha trovato la soluzione all’annoso problema del Palazzo di Giustizia. Come afferma nella interrogazione parlamentare del maggio 2007 sulla questione, la soluzione consiste nel ridipingere la facciata e nell’aggiustare i cessi dell’edificio di Via Poma.Come avevamo fatto a non pensarci prima?Ma il genio è genio.E allora grazie On.le Sfefano Pedica.Continui su questa strada.Mantova,come le altre realtà che hanno vissuto il suo interessamento, gliene sarà grata!

Le persone sanno distinguere e capire. La gente sa e non serve nemmeno spiegare.Comunque le esperienze della vita ce le portiamo dietro credo er Di pietro lo abbiano aiutato a comprendere un sistema che altri forse, non avrebbero nemmeno potuto immaginare. Ma in Parlamento e al Governo mi sembra che IDV abbia fatto politica, una buona politica. Antonio Di Pietro è stato un ottimo ministro e IDV ci ha fatto sentire orgogliosi di averla votata. Sempre. Antonio Di Pietro il primo marzo sarà a Padova, io ripeto a tutti che occorre vederlo per capire la sua forza, sarà all'Holiday Inn, quello vicino a Padova Ovest, tangenziale per Limena alle sei proprio per incontrare la gente e parlare.

Ci sarà anche lei? Intanto, comunque, le dò il benvenuto in rete.

Invia nuovo commento

Il contenuto di questo campo è privato e non verrà mostrato pubblicamente.
  • Indirizzi web o e-mail vengono trasformati in link automaticamente
  • Elementi HTML permessi: <a> <em> <strong> <cite> <code> <ul> <ol> <li> <dl> <dt> <dd><table><tbody><tr><td>
  • Linee e paragrafi vanno a capo automaticamente.
  • Images can be added to this post.

Ulteriori informazioni sulle opzioni di formattazione