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LA DISCESA IN CAMPO DI BAGNASCO

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   Ieri, il cardinal Bagnasco è sceso ufficialmente in campo in vista delle regionali e si è schierato in maniera inoppugnabile da una parte politica ben precisa. Anzi, è andato oltre. Con un discorso che non lascia spazio a dubbi o interpretazioni, ha separato le forme dai contenuti, stigmatizzando e condannando i toni duri di una parte politica, senza analizzare le ragioni o le cause che hanno determinato certe reazioni o parole. La sua dichiarazione di intenti politici ha operato una vera e propria rimozione dei fatti, per mettere la parole fine alle malefatte del premier.Il presidente della Cei, pastore di anime, monsignor Bagnasco, tra le pieghe di un finto appello alla politica ad abbassare i toni, ha colto lo spunto per additare “il pericoloso riaffiorare all’orizzonte di maestri nuovi del sospetto e del risentimento che, lanciando parole violente e ripetute, possono resuscitare mostri del passato”. Non ha rivolto un appello alle parti per invitare ad un clima e a un confronto politico più sereno e conciliante. Ha sposato la tesi di una parte politica, puntando il dito solo verso l’eccesso di toni di una parte, lasciando l’altra fuori da ogni responsabilità o addebito, come se fosse innocente od esente da colpe. E’ come se io, di fronte ad un omicidio, lanciassi un urlo di allarme e qualcuno, invece di prendersi la briga di fermare la mano assassina, sentisse primariamente l’urgenza di riprendere me che mi sono macchiato del grave delitto di aver urlato ad alta voce in pubblico.Non credo vi possano essere dubbi su chi siano i destinatari del messaggio di Bagnasco. E per capirlo, basta riascoltare l’intervento di Fabrizio Cicchitto, capogruppo alla Camera del Pdl, due giorni dopo il grave ed inqualificabile episodio di Milano. Colpisce come un pugno nello stomaco monsignor Bagnasco, presidente della Cei, che fa uso dello stesso modulo comunicativo del centrodestra, che parla con le stesse parole di Cicchitto, che sposa la tesi dei cattivi maestri, del partito dell’odio e del rancore, che evoca l’armamentario berlusconiano quando parla di responsabili politici dell’aggressione di Milano. Non si ferma qui, monsignore. Mette i puntiti sulle i anche per la corsa alla regione Lazio. Riporta, con astuzia e furbizia, al centro del dibattito per la corsa alla presidente della regione la pillola RU486 ed il testamento biologico. E la Bonino è servita.Speriamo di aver capito male. Nutriamo speranza che monsignore voglia chiarire il significato delle sue parole nei prossimi giorni, perché interventi come questi, alla fine dei conti, non favoriscono sereni rapporti tra Stato e Chiesa ma non aiutano neanche a rasserenare il clima tra maggioranza ed opposizione.

LA STUPIDA GUERRA SUL CORPO DELLE DONNE

Pillola RU486Pillola RU486 Sono, indignato, deluso, amareggiato. La decisione della maggioranza, Pdl e Lega, di bloccare l’utilizzo della pillola abortiva RU486 è insensata, sciocca, stupida per una serie infinita di ragioni. Indigna innanzitutto la motivazione “pseudoscientifica” che è alla base del respingimento, ovvero, perché non garantirebbe la salute delle donne. Prima colossale sciocchezza. La pillola RU 486 è stata approvata dall’Oms, dall’Ente europeo per il controllo dei farmaci e dall’Aifa e quindi introdotta progressivamente in quasi tutti i paesi europei, fatta eccezione per l’Irlanda ed il Portogallo. In Francia, dove è in uso da più di 20 anni, il numero degli aborti è diminuito.L’aborto per via farmacologia evita alla donna una serie di rischi per la salute che la strada chirurgica non le risparmia, per non parlare dell’aspetto psicologico. Ed arriviamo alla seconda ragione della mia indignazione profonda. Ancora una volta, la politica sceglie di non servire i cittadini ma altri padroni, quelli che stanno Oltretevere. Ancora un volta rinnega i suoi doveri di laicità e pianta bandierine ideologiche sul corpo delle donne le cui esigenze, bisogni, necessità e volontà vengono come sempre calpestate.Chi, come alcuni illustri esponenti di Governo, dice che la decisione parte dall’esigenza di tutelare la salute delle donne mente. La verità è che delle donne non gliene frega niente. Per loro, lanciare segnali antiabortisti a chi li attende è più importante di qualunque altra cosa ed è l’unica vera esigenza.Io credo che nessuna donna affronti con leggerezza un aborto e chi nega questo o è uno sciocco o non conosce le donne. Io credo che promuovere l’utilizzo di una tecnica alternativa di interruzione di gravidanza, ampiamente riconosciuta nella farmacologia dei paesi più avanzati, significhi rimettere alle donne e ai medici ogni decisione. Io credo che non sia mio dovere di legislatore passare al microscopio i sentimenti o le ragioni di chi si trova nella tragica necessità di dover abortire. Io credo che la tutela della salute dei cittadini attenga alla sfera del rapporto tra medico e paziente e che noi, come legislatori, abbiamo l’unico dovere di fornire ai cittadini gli strumenti più adeguati che la scienza mette a disposizione per le loro cure.Garantire l’uso della RU486 non significa promuovere l’aborto. Significa fare bene il proprio mestiere di legislatore al servizio dei cittadini, capace di mettere da parte i suoi valori e i suoi principi anche più profondi, ed indossare l’unica veste appropriata, quella della laicità.