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NUOVO SALVA-CASTA TARGATO UDC: VERGOGNA!

MantiniMantiniNon era bastata l’astensione sul Lodo Alfano. Né l’offerta generosa sul legittimo impedimento. Ieri, è arrivata una nuova profferta di doni dall’Udc di Casini a Berlusconi e non solo: il lodo Mantini. Di che si tratta? L’Udc, attraverso una pdl costituzionale presentata da un suo deputato, propone sostanzialmente di modificare l’aticolo 68 della Costituzione, aggiungendo un nuovo comma che sancisca lo stop ai processi, in caso di rinvio a giudizio, fino alla fine del mandato parlamentare. La norma riguarderebbe tutti i deputati e i senatori. Nella premessa, l’Udc vola alto. La proposta di modifica è stata pensata per porre un argine al conflitto istituzionale e politico ormai insostenibile tra poteri dello stato, tenendo conto delle tesi di chi sostiene che “con una eventuale condanna di primo grado del presidente del Consiglio dei ministri in carica potrebbe derivare un vulnus per il governo e per la democrazia”. Curiosa premessa. L’Udc, dunque, pensa di offrire proprio a Silvio Berlusconi, colui che ogni giorno insulta le istituzioni, la magistratura e addirittura il Quirinale, un argine per evitare lo scontro. Ed ancora, il vulnus non è rappresentato da un presidente del consiglio impresentabile e sotto processo per corruzione nel processo Mills e sfruttamento della prostituzione minorile per il Rubygate. No, il vulnus alla democrazia sarebbe una sua eventuale condanna. Da qualunque parte la guardi, questa proposta è una porcheria colossale, forse la peggiore. Praticamente, se passasse questa modifica voluta dall’Udc un seggio elettorale si trasformerebbe automaticamente in uno scudo per evitare i processi alla Casta. Superfluo dire che siamo contrari. Per noi che abbiamo raccolto le firme e presentato il referendum per abrogare il legittimo impedimento è chiara la strada. Finché ci saremo noi in Parlamento, salvacondotti a protezione del premier e della Casta non vedranno mai la luce. Non sono queste le riforme di cui il nostro paese e la giustizia, in particolare, hanno bisogno. I cittadini hanno diritto di sapere se chi li rappresenta in Parlamento è colpevole o innocente di qualsivoglia reato. Siamo tutti uguali davanti alla legge. Se qualcuno pensa il contrario ha preso di nuovo un granchio. E chi pensa a sante alleanze con un partito che propone l’immunità allargata per tutta la Casta farebbe meglio a rifletterci bene sopra.

LEGGI AD LIBERTATEM... QUELLA "SUAM"

Silvio BerlusconiSilvio Berlusconi Legittimo impedimento, processo breve, lodo Alfano per via costituzionale, decreto blocca-processi, immunità parlamentare: è questo l’obiettivo di Berlusconi, approvare subito, nei prossimi mesi, una cinquina di leggi che lo mettano al riparo, a vita, e anche oltre, dai suoi guai giudiziari. E chissenefrega se il nostro sistema giudiziario se ne va allo scatafascio. Siamo al record mondiale di leggi ad personam, ribattezzate con faccia tosta dal premier “ad libertatem”. Si, ad libertatem suam, ribadisco io. Cinque leggi leggi confezionate su misura, che, con le 18 approvate dal 1994 ad oggi dai governi di centrodestra, fanno in totale 23, numero magico e scaramantico, che fa la fortuna di chi lo raggiunge. Sicuramente ha fatto la fortuna dell’attuale presidente del Consiglio. Un vero record, degno di entrare nel Guiness dei primati.Scorrendo, infatti, l’elenco di tutte le leggi ad libertatem suam si capisce chiaramente una cosa. Tutte le volte che gli interessi del premier, economici, finanziari, televisivi, calcistici, hanno trovato un’ostacolo o un impedimento sul loro cammino, la maggioranza di centrodestra li ha spazzati in men che non si dica per via legislativa. Mi riferisco, ad esempio, alla riforma del diritto societario del 2001, che ha depenalizzato il falso il bilancio e ha salvato Berlusconi dal processo All Iberian 2 e Sme Ariosto 2. Mi riferisco, alla ormai celebre legge Cirami del 2002, che introduce il legittimo sospetto sull’imparzialità del giudice, oppure, al cosiddetto decreto salva-calcio sempre dello stesso anno che ha consentito al Milan di ottenere benefici in termini fiscali, per usare un’espressione gentile e non parlare di evasione vera e propria. E poi ancora tutti i condoni tombali di cui si sono avvantaggiate le imprese Mediaset, i lodi per rendere immune Silvio, i decreti salva tv, l’aumento dell’Iva sulla pay tv concorrente: insomma, ce ne è per tutti i gusti, basta avere la pazienza di arrivare fino in fondo all’elenco.Dunque, se il 2010 si vede dal mattino, altro che riforme costituzionali o del fisco, altro che partiti dell’amore ci attendono per il nuovo anno! La musica non è cambiata, anzi, a dirla tutta è peggiorata. Girano voci a Montecitorio. A quanto riferiscono alcuni deputati del Pdl le indiscrezioni de la Repubblica e de l’Unità sono vere. Silvio, durante la cena con alcuni di loro, a proposito del processo Mills, avrebbe detto davvero che  “o i giudici decidono nel senso che sostengo io o faccio una dichiarazione a reti unificate per dire che la magistratura è molto peggio della mafia”.A questo punto, sorge una domanda: quando Silvio, qualche giorno prima di Natale, ha detto che sconfiggerà la mafia entro la fine della legislatura non è che pensava ai magistrati? I conti tornerebbero.Se non ci fosse da piangere verrebbe da ridere a ripensare al clima falso e intriso di melassa con il quale solo 20 giorni fa il mondo della politica e dei media, sia a sinistra che a destra, ci dipingeva come pericolosi eversori, perché ci eravamo permessi di dire quello che ogni italiano di buon senso pensava, ovvero, che sarebbe finita esattamente così.  A sentire oggi Bersani, che dice che si metterà di traverso sulle leggi ad personam, mi viene da chiedermi se ci sono o ci fanno… 

LA CASTA SALVA IL MINISTRO

Altero MatteoliAltero Matteoli Deputati, ministri, sottosegretari, tutti al gran completo. Non si vedeva uno spiegamento di forze così imponente da parecchio tempo alla Camera. Ieri, in Transatlantico, i cellulari della maggioranza sembravano impazziti. Dall’alto, era partito l’ordine: tutti in Aula, c’è un uomo da salvare. Ma non si trattava di un uomo qualunque, magari un precario della scuola o un operaio licenziato. L’uomo da salvare era ed è il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli che ieri Pdl, Lega e Udc hanno salvato dal giudizio dei magistrati. Salvato dalla casta e da un artificio tecnico, messo in campo dall’on. Consolo, avvocato difensore di Matteoli, nonché membro della Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera. Et voilà, l’ennesimo conflitto di interessi è servito.Questo in breve il fatto. Altero Matteoli, all’epoca dei fatti contestatigli ministro dell’Ambiente, avvisò il prefetto di Livorno di un procedimento penale per abusi edilizi sull’isola d’Elba a suo carico, consigliandogli “di non usare il cellulare e di distruggere la memoria del suo computer”.Questa è l’accusa. Vero o no, in un paese normale spetterebbe alla magistratura il compito di accertare la veridicità dei fatti, tanto più se a compiere il reato è stato un ministro della Repubblica. In un paese normale, dove tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge. In Italia no. Se in ballo c’è un ministro che “sembrerebbe aver commesso un reato” si invoca l’immunità, ci si nasconde dietro l’artificio giurisprudenziale, degno del peggior azzeccagarbugli.C’è solo una ragione per la quale la Camera avrebbe avuto ragione ad impedire di procedere contro il ministro Matteoli, ovvero, “in presenza di tutela dell’interesse dello Stato”. Non so voi, ma personalmente non ravviso nessuna ragion di Stato dietro al fatto che il ministro Matteoli abbia avvisato “di guai in vista” l’amico prefetto.Invece, ieri, con 375 voti a favore e 199 contrari, ciò che non è riuscito a Berlusconi con il lodo Alfano, è riuscito al ministro Matteoli con il lodo Consolo: assicurarsi l’immunità, anzi, l’impunità davanti alla legge. Una beffa quasi insopportabile per il povero Silvio. In questo Paese, essere ministri è meglio che essere semplici cittadini, ma è anche meglio che essere presidenti del Consiglio.