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Quando si dice il caso! Il Ministro dell'Interno Roberto Maroni risponde alla chiamata di Saviano, come si fa tra compagni di briscola, calando l’asso Iovine, e annunciando che sotto l'attuale governo di centrodestra sono stati arrestati 6.754 "mafiosi", tra cui 28 latitanti di "massima pericolosità", e che ora mancano all'arresto solo il boss mafioso Matteo Messina Denaro e il capo del clan dei casalesi Michele Zagaria. Il ministro ha diffuso un fascicolo contenente dati sulla lotta alla criminalità durante il governo Berlusconi da cui risulta che sono stati sequestrati o confiscati 35.601 beni per quasi 18 miliardi di euro. Secondo i dati del Viminale, sempre pronti all’occorrenza, gli arresti dei mafiosi durante il governo attuale sono superiori del 34% rispetto al periodo precedente del governo Prodi. Quelli di latitanti (410) ben del 51%, mentre per i beni sequestrati l'aumento è addirittura del 295%. Quella del governo è "l'antimafia dei fatti e dei risultati, cui mi onoro di appartenere", ha detto il ministro leghista commentando i dati, dopo che nei giorni scorsi ha polemizzato con lo scrittore Roberto Saviano per alcune dichiarazioni in tv dell'autore di "Gomorra" sul tentativo della 'ndrangheta di avere rapporti con la Lega al Nord. Ok! Tutti contenti, soddisfatti e pure rimborsati per la cattura del boss della camorra! Ma chissà se saranno altrettanto contenti i poliziotti che si sono resi protagonisti di questa impresa che magari aspettano da mesi il pagamento degli straordinari, che non hanno la carta per stendere i verbali e la benzina per far camminare le volanti, che non ricevono nuove divise perchè i fornitori non vengono pagati! Ma i Ministri, si sà, sono sempre lì in prima fila per incassare meriti non loro, ma di altri pure se a procurarglieli sono i tanto vilipesi "panzoni di brunetta"! E comunque, in questo clima di euforia per la cattura del boss, una riflessione, che è la più banale, ma che non viene mai proposta da nessuno, neanche da Saviano, sorge spontanea. Se un latitante va sulla Luna e non comunica più con nessuno è logico che non verrà mai preso. Un latitante, invece, che resta su questo pianeta, vive 46 anni da grande capo, tra viaggi a Parigi e in costa Azzurra, vacanze sulla neve, scommesse al Casinò di Montecarlo, serate in discoteca assieme al bel mondo romano, con una rete di conoscenze, frequentazioni, contatti altolocati, che gestisce un impero economico ha bisogno di comunicare, muoversi, incontrare persone e soprattutto non abbandonare il territorio per lunghi periodi. Con gli strumenti tecnologici di oggi - controlli ambientali, controlli satellitari, visori notturni e quant'altro - è praticamente impossibile sparire per così tanti anni! Qui non si tratta di cercare l'ago nel pagliaio, ma piuttosto un elefante in Piazza Duomo a Milano! Il buonsenso ci sussurra che i casi sono due: o questi boss arrestati sono personaggi che ormai non contano più niente, oppure sono quegli assi nella manica che il governo di turno preferisce tenere ‘congelati’ e tirarli fuori solo quando gli fa più comodo! Quello che lascia ulteriormente perplessi è "il come" questi terribili latitanti vengono arrestati: mai un conflitto a fuoco, solo colpi di flash e tanti, tanti cameramen! Sembra di andare ad un happy hour: non si fa mai male nessuno! Sanguinari spietati che si fanno arrestare come agnellini e sorridono alle telecamere. Qualcosa non torna!