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Ieri sera ho guardato " Ballarò". Ad un certo punto della trasmissione chiama Berlusconi e chiede di poter parlare. Glielo concedono a patto che lui risponda ad alcune domande. Il premier parla ed inizia la solita autodifesa, dice quello che vuole dire,subito dopo manifesta il suo fastidio perchè non ama essere interrotto, lancia un piccolo insulto alla trasmissione e clic.......butta giù il telefono........Ennesima telefonata la cui dinamica è sempre uguale a se stessa e sbeffeggia chi ancora crede nella parola data. Che ingenua che sono stata, per un attimo ho creduto che avrebbe risposto a qualche domanda. Oggi al tg sento la notizia che Berlusconi insieme alla Meloni ha varato un pacchetto per i giovani. Mi aspetto qualcosa per la scuola e l'Università, visto che c'è mezza Italia sui tetti e invece ancora pecco di  ingenuità! Agevolazioni per i giovani che vogliono aprire un'attività e aiuti ai giovani che vogliono aprire un mutuo. Ma se manca il lavoro, se non si fanno riforme strutturali per il lavoro, a che servono questi contentini? Apro un'attività oppure la banca mi concede un mutuo con un contratto a tempo determinato, part-time, a progetto, di collaborazione???Sarà un'osservazione complicata la mia. La notizia incredibile di oggi  la riporta l'Unità. Pasquale Laurito ( La Velina Rossa) scopre che un numero considerevole di parlametari, quasi 500, in larga maggioranza di centrodestra, deve fare i conti con il proprio mutuo bancario. Parliamo di preoccupazioni personali di quanti erano convinti di poter onorare i pagamenti nei cinque anni di mandato. Da questo la domanda: e se Berlusconi si salvasse grazie ai mutui contratti da deputati e senatori? In parole povere:concedo il voto di fiducia al governo così mi pago il mutuo. Magari fosse vero che tutti quelli di sinistra sono solo in malafede. Sarebbe un sogno. Perchè quello che viene considerato pessimismo si scopre essere tutto reale, e quando si va a scavare su quel reale si aprono voragini di scandali, le cui dimensioni sono troppo grandi, troppo numerose, troppo continue, troppo radicate, troppo intrecciate tra loro. Il governo del fare dicono.

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