Il Governo cancella le intercettazioni: la mafia brinda a caviale e champagne

 

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Dopo il voto delle Europee, il Governo approverà la norma sulle intercettazioni. Di fatto le cancelleranno. Lo farà ricorrendo all’ennesima fiducia, la 13esima per l’esattezza, dando l’ennesimo schiaffo al Parlamento.

Ma lo schiaffo più forte lo riserva ai cittadini che ha ingannato in maniera subdola e strisciante, a colpi di spot, facendo loro credere di avere a cuore la sicurezza di questo Paese.

La verità è che con la norma sulle intercettazioni, che priva di fatto la magistratura di un fondamentale strumento di indagine, gli unici interessi tutelati saranno quelli dei criminali e dei terroristi, che potranno continuare ad agire indisturbati. La mafia, la ‘ndrangheta e la camorra stanno già alzando i calici per il brindisi finale.

Questo è un governo di imbroglioni che ha ingannato i cittadini con le ronde e i militari per strada, spot demagogici e ruffiani che non servono a niente. Il provvedimento vero, quello che conta, arriva ora e consentirà a decine di migliaia di criminali, mafiosi e terroristi, di farla franca.

Con questa legge, non sarà più possibile scoprire un gran numero di reati. Forse ora capiamo perché, a due giorno dal voto delle elezioni politiche scorse, Berlusconi disse che Mangano, lo stalliere di Arcore, pluriomicida di mafia, era una eroe. Il Presidente del Consiglio paga un prezzo varando una legge che disarma il nostro Paese di fronte alla criminalità.

Gran parte delle indagini per mafia, infatti, non potranno essere avviate. Se è vero infatti che, almeno sulla carta, la legge fa salva la possibilità di fare intercettazioni per reati di mafia e terrorismo, i magistrati non potendo disporne dall’inizio, non potranno capire se dietro ad un reato c’è la mafia o la criminalità comune. E’ qui l’inganno. Le intercettazioni servivano proprio a questo, cioè a capire il tipo di reato.

In nessun paese democratico si è mai fatto un regalo così grande alla criminalità organizzata.

Mi opporrò con tutte le mie forze a questo provvedimento e al colossale inganno di questo Governo che in campagna elettorale non ha il coraggio di dire quello che sta per fare, che chiede il consenso sulla base di menzogne, realizzando il giorno dopo la più grande truffa ai loro danni.

Abbiamo ancora modo di fermarli, opponiamoci a questo provvedimento, opponiamoci a questa maggioranza. Stavolta in gioco c’è la libertà del Paese e la sicurezza vera dei cittadini, non quella di cui si sono riempiti la bocca. Stavolta tutti, la politica, i partiti e le istituzioni dovranno assumersi le proprie responsabilità.

Commenti

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Complimenti per l'intervento di oggi e' stato fantastico.

Credo che l'obiettivo di Idv debba essere contribuire a salvare il salvabile dell'Italia (cioè risvegliare le persone che possono essere risvegliate ai valori della giustizia e dell'amore). Non credo che la massa degli italiani vi capirà mai, penso che anche con più informazione sui crimini del governo questa maggior parte degli italiani è ormai persa irrimediabilmente dal punto di vista spirituale e andrà incontro al suo destino negativo.

Credo alla giustizia divina e, se non in questa vita, Berlusconi, Alfano e tutti coloro che li hanno sostenuti (dai politici ai cittadini) pagheranno fino all'ultimo per le loro scelte criminali. Grazie Idv per la tua opera costante e istancabile di contrasto a questi demoni.

Con questa legge per la prima volta dal dopoguerra si ritorna a imbavagliare in modo diretto la stampa e si da corpo a quella dittatura che fino ad oggi era latente . E' il primo atto a cui faranno seguito altre tragiche decisioni . Una legge che consente la privacy ai delinquenti che sono gli unici a sentirla come indispensabile avendo molto da nascondere . Spero che vi sia disubbidienza civile da parte dei giornalisti e una reazione durissima da parte di tutti coloro che hanno a cuore davvero la sicurezza .

Sono contentissimo per il risultato elettorale.Nel mio piccolo ho promosso l'IdV e nonostante la poca informazione resista ancora(soprattutto per chi si affida ancora alla tv)qualcosa si è smosso,come si è visto.
Ora,il timore è che il consenso conseguito dall'IdV si sgretoli alleandovi con il PD!Per cortesia siate coerenti,allearsi con il PD sarebbe come ridare fiato al PDL.LA vera forza politica nuova la fate voi.Se davvero intendete portare avanti il cambiamento,diventare i salvatori di questo paese agonizzante,per favore non buttate tutto miseramente alleandovi con gente che candida gente condannata penalmente.

Mantenendo questa strada di onestà e contatto con i cittadini i consensi raddoppieranno ancora e ancora.

raccogliamo subito le firme per il referendum.
complimenti, continuate così.
saremo sempre di più.

On. Donadi grazie per il suo impegno e la sua serietà. Ho votato IDV sopratutto perchè si è presentata sola senza il carrozzone del PD.
Ora spero solo che non andiate cercando alleanze forzate con lo stesso PD. Se IDV e sopratutto lei continuerà con la forza della verità e della coerenza quelli che vi sceglieranno saranno sempre di più.

Grazie

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Questo è veramente troppo!!!Non si può accettare nel modo più assoluto che diventi legge una porcata simile.Onorevole Donadi, ci dica cosa possiamo fare noi cittadini perchè questo non si avveri,perchè sarebbe veramente la fine.IL POPOLO SOVRANO(mi fa un pò ridere questa definizione) come può fermare questo ulteriore scempio della democrazia? Intasiamo di e-mail tutte le caselle di posta elettronica della camera e del senato protestando,perchè se aspettiamo il referendum questo governo fà in tempo a distruggere quel poco che ancora resta.Sempre con Lei e con l'IDV

...NOI INSIEME A TE CI BATTEREMO CONTRO QUESTA PORCATA...VAI MASSIMO

Caro Donadi,
le intercettazioni sono uno strumento determinante per smascherare i gravi reati che aggrediscono la nostra società.
Bene fa l'Italia dei Valori a vigilare affinchè ai magistrati non venga sottratto il prezioso supporto per le indagini.
La gente per bene non ha nulla da temere, le ritiene invasive colui che abitualmente delinque, soprattutto la politica del mal costume, clientelare e corruttiva.
Saluti
Eleuterio

non dobbiamo toglierci l'elmetto, continuiamo a lottare e a denunciare questi imbroglioni... il tempo ci darà ragione.

/mi piacerebbe sapere, cosa si sa sul "caso Letizia".

Non il gossip, il caso mediatico della ragazzina che rimbalza sempre sui media, ma l'altro.

/(ANSA) - CASERTA, 19 MAG - “Un latitante del clan dei casalesi, Franco Letizia, 32 anni, tra i cento pregiudicati piu’ pericolosi d’Italia, e’ stato arrestato. E’ avvenuto poco prima della mezzanotte, a San Cipriano D’Aversa. Letizia, ritenuto un fedelissimo di uno dei capi storici dei casalesi, Francesco Bidognetti, e’ stato bloccato dai agenti della squadra mobile, in un appartamento di una zona periferica di San Cipriano.” /

Sono però gli stessi luoghi, ed i cognomi uguali sono sicuramente coincidenze.

Non è una coincidenza però che nessun telegiornale ne parli o non faccia notare almeno che i cognomi di questi sconosciuti sono gli stessi! :-\
/
RISPOSTE!-questa non so se è verificata, è una bufala???-----------------------------------------------------------------------
> http://www.ilballodisanvito.com/2009/06/02/papi-e-padrini-altro-che-gossip/

/“Non vi fidate mai di chi sorride troppo”/ diceva Daniele Silvestri dal palco del Concerto del Primo Maggio 2003, prima di essere inibito dalla Rai. E, aggiungiamo noi, mai fidarsi di chi sorride troppo anche quando quest’ultimo fa finta di piangere. Basterebbe prendere la vicenda Mills: si arrabbia con i magistrati, mentre in realtà sta ridendo sotto i baffi consapevole che nulla rischia finchè Lodo Alfano regge. Un atteggiamento alla Bingo Bongo, per dirla alla Bossi.

Discorso analogo si può fare per la famosa, a tratti logorroica, vicenda Berlusconi-Letizia. Una vicenda incentrata troppo sul gossip, come gli stessi uomini del Pdl hanno sottolineato. Peccato solo che il fatto che tale vicenda sia quasi esclusivamente gossippara è un grosso punto a favore di Berlusconi (e anche di Noemi, la quale si è fatta una pubblicità non indifferente) in piena campagna elettorale. Si, perchè i giornali e i finti oppositori (leggi PD), dopo essersi “scandalizzati” per le veline candidate e non per i pregiudicati, adesso nascondono l’unico punto veramente interessante di tutta questa vicenda, nonchè il più scandaloso, qualora fosse confermato: *il padre di Noemi è indagato per associazione mafiosa*. Il tutto, ironia del destino, negli stessi luoghi descritti da Roberto Saviano in Gomorra, Casal Di Principe su tutti.
Dunque, la domanda che Franceschini dovrebbe porre, invece di “fareste mai cresce i vostri figli da un uomo come Berlusconi?”, dovrebbe essere “fareste mai crescere i vostri figli in un paese guidato da chi frequenta strane amicizie?”. Oppure “Noemi è illibata, ma la coscienza dei politici di oggi?”

*da lavocedellevoci.it*

/A Napoli gli investigatori della Direzione Antimafia stanno indagando sui possibili collegamenti fra Elio Benedetto Letizia, il padre dell’ormai celebre Noemi, e il ceppo che a Casal di Principe ha visto per anni egemone il clan capitanato da Armando, Giovanni e Franco Letizia, gruppo di fuoco del boss Giuseppe Setola, area Bidognetti. Tutti alleati degli Scissionisti di Secondigliano. Qui, nell’attesa di sviluppi giudiziari, proviamo a mettere in fila alcune impressionanti coincidenze, con le tessere di un puzzle che vanno al loro posto una dopo l’altra. Ed un Paese che, se le ipotesi investigative fossero confermate, si troverebbe a dover raccogliere la sfida finale.
/

/Potrebbe suonare solo come un’omonimia, un cognome strano, uguale al nome di una donna. E che ricorre. Poi il cerchio delle coincidenze comincia a stringersi. E prende corpo l’ipotesi che Benedetto Letizia detto Elio, padre dell’aspirante starlette Noemi, lungi dall’essere mai stato autista di Craxi o militante di Forza Italia o qualsiasi altra boutade messa in circolazione, sia originario dello stesso ceppo di Casal di Principe dal quale provengono Franco e Giovanni Letizia, gruppo di fuoco del boss Giuseppe Setola. Lo stesso commando capace di sparare in fronte ed ammazzare sei extracomunitari in un colpo solo per avvertire gli altri che, se si intende trafficare droga in zona, bisogna sottostare alle “regole”. E pagare./

/Ma chi e’ veramente Benedetto-Elio Letizia? Da Castelvolturno all’Agro Aversano fino a Secondigliano, molti lo sanno fin dall’inizio di questa storia. Ma non parlano. Tacciono di fronte ai tanti cronisti venuti da ogni parte del mondo. Pero’ a Enrico Fierro, inviato dell’Unita’, qualcuno ha detto: lascia stare, su questa storia meglio non metterci le mani. Bolle, scotta. Il cinquantenne Benedetto Letizia, noto finora al Comune di Napoli (dove e’ in servizio) piu’ che altro per un vecchio inciampo giudiziario - fu arrestato nel ?93 nell’ambito di un’inchiesta sulle compravendite di licenze commerciali - per tutti e’ un uomo tranquillo. E anche la gazzarra di visure camerali e catastali messa su dai giornali, non ha potuto scoprire altro che modesti immobili intestati a Noemi e un paio di societa’ dedite al commercio di profumi. Solo una bufala, allora, la storia della parentela? “Non dimentichiamo - dice un attento osservatore di queste dinamiche - che molto spesso i clan si servono proprio di personaggi “puliti”, o quasi, per tenere i contatti con esponenti delle istituzioni”./

/A gettare benzina sul fuoco, realizzando la classica “excusatio non petita”, sono poche settimane fa alcuni giornalisti del casertano. Ventiquattr’ore di fuoco, quel 19 maggio. Dopo la cattura in Spagna del boss Raffaele Amato, a Secondigliano un blitz porta in manette quasi cento persone ritenute affiliate agli Scissionisti. In nottata arriva l’arresto a San Cipriano d’Aversa del boss Franco Letizia, uno fra i cento latitanti piu’ ricercati d’Italia. E siamo proprio negli stessi giorni in cui, fra gossip e cronaca, i giornali, le tv e il web sono letteralmente invasi da quel nome: Letizia. Alle 12 e 18 in punto nelle redazioni arriva un lancio Ansa. E’ firmato dalla giovane corrispondente casertana Rosanna Pugliese: nessuna parentela - si legge - tra l’arrestato Franco Letizia ed il papa’ di Noemi, lo affermano “gli inquirenti che operano nel casertano”. Che bisogno c’era di quella perentoria smentita, a fronte di una notizia mai data? E soprattutto, perche’ rifarsi ad un termine generico come “gli inquirenti”, senza precisare se si tratta della squadra mobile, della Procura (di Napoli o di Caserta?) oppure di altre forze dell’ordine? Un sito locale, Caserta Sette, non perde l’occasione per rilanciare la non-notizia. E con tono stizzito se la prende con chiunque osi pensare che esista quella parentela./

/Mentre scriviamo, alla Voce risulta invece che sono in corso indagini top secret alla Procura di Napoli proprio per accertare il possibile collegamento fra i Letizia di Secondigliano (Benedetto detto Elio, ma anche altri suoi stretti congiunti) e il clan Letizia affiliato ai Casalesi. Un legame che, se fosse accertato, nella “vicenda Papi”, spiegherebbe tutto. O quasi. Qualcuno, in Campania ed oltre, sa bene da tempo cosa significa pronunciare alcuni grossi nomi. E perche’, se telefona uno con quel nome, se si spinge fino a chiedere a un leader politico di mostrarsi alla nazione intera, intervenendo ad una festa di paese, lui potrebbe essere costretto ad acconsentire. Ma in ossequio alla ragion di stato sarebbe obbligato a far credere - perfino alla moglie e ai figli - che si tratti d’una storia di corna e minorenni, piuttosto che rivelare al Paese e al mondo la verita’./

/Scrive Fierro sull’Unita’ del 22 maggio: “La camorra, soggetto da maneggiare con cura in questa storia. Anche se i tanti set di questo reality non aiutano a tenerla a debita distanza. Secondigliano (il quartiere monstre dove i Letizia hanno alcune loro attivita’); Portici, la citta’-quartiere dove vivono Noemi e sua madre, e Casoria, il paesone della festa. In ognuno di questi luoghi i clan hanno un controllo ferreo del territorio. Sanno tutto. Di tutti”. In attesa delle conclusioni alle quali giungeranno i pm della Dda, noi qui proviamo a mettere insieme le tessere del puzzle. Che cominciano a combaciare in maniera impressionante. Se risultasse provato il collegamento fra i Letizia, sarebbe allora piu’ realistico immaginare quale sia stato il vero motivo di quell’appuntamento cui il premier, suo malgrado, non poteva mancare, pur avendo cercato con ogni mezzo fin dalla mattina - e poi nelle frenetiche telefonate fatte in quei misteriosi 50 minuti di sosta dentro l’aereo, a Capodichino - di sottrarsi. Alla fine va. E resta per quasi un’ora a colloquio “riservato” - dice chi c’era - con Elio Benedetto Letizia, prima di darsi in pasto ai fotografi./

/IL POTERE DI GOMORRA/

/Troppo forte, il potere d’intimidazione di quella holding multinazionale che, come ci ha raccontato Gomorra, comunica i suoi messaggi attraverso i simboli. L’uomo accusato di essersi portato via la donna di un boss, per esempio, viene crivellato non alla testa o al cuore, ma “mmiez ‘e palle”; quello che ha tradito gli accordi, facendo catturare uno del clan, dovra’ essere “incaprettato”, legato come un capretto sul banco della macelleria, e fatto ritrovare nella posa piu’ grottesca e mostruosa che si possa immaginare per un essere umano. Cosi’ anche la presenza fisica di una personalita’, in certi luoghi ed occasioni, vale piu’ di cento rassicurazioni verbali. Magari arriva a suggello di un condizionamento che durava gia’ da mesi. E del quale la bella - e quasi certamente ignara - Noemi non era che un altro “segnale”. La sua presenza al fianco del primo ministro (come nell’ormai famoso ricevimento di fine anno a Villa Madama) serviva per affermare all’esterno che il rapporto con gli uomini del napoletano e del casertano stava andando avanti./

/Del resto, lo strapotere finanziario raggiunto dalle imprese dei clan camorristici - anche attraverso la presenza di loro vertici nelle logge massoniche coperte - praticamente non ha uguali. Lo ha spiegato poche settimane fa Roberto Saviano agli studenti della Normale di Pisa nel corso di una lezione: nessuna, fra le altre mafie del mondo (russa, cinese o slava che sia) e’ autonoma rispetto alle cosche italiane. Tutte hanno come modello di partenza Cosa Nostra, ‘Ndrine e Camorra. Ma i gruppi esteri non si sono mai del tutto affrancati: sullo scacchiere internazionale, nei paradisi fiscali, per muovere da un capo all’altro dei contimenti denaro, armi, stupefacenti, organi ed esseri umani, devono sempre e ancora in qualche modo “dare conto” ai clan italiani./

/Dal punto di vista dell’economia criminale, poi, che interi pezzi dell’Italia siano ormai ricattabili da parte dei clan camorristici, non è una novità. Una holding multinazionale, ma pur sempre malavitosa; forze strutturate e uomini che, pur trovandosi ormai a gestire le leve del potere finanziario (il giro di affari delle mafie, secondo uno studio recente di Confesercenti, e’ pari a 125 miliardi di dollari l’anno, circa il 7% del Pil nazionale), non rinunciano ai vecchi e collaudati metodi per affermare il loro potere. Un commando di fuoco pronto a sequestrare, a sparare in faccia, tenere in ostaggio magari i figli di un alto esponente politico. Ed è così che possono maturare, per i posti chiave di governo - ad esempio la presidenza di una strategica Provincia o un sottosegretariato - le nomine di personaggi ritenuti già nelle lore stesse zone di origine impresentabili, per i legami con la camorra dei loro uomini piu’ stretti./

/MARONI ALLA CARICA/

/Come s’inscrive, nello scenario che stiamo ipotizzando, l’autentica impennata nella lotta ai clan camorristici impressa nelle ultime settimane da Roberto Maroni, ministro degli Interni, e da Antonio Manganelli, capo della Polizia? “Berlusconi - dice un esperto di intelligence che preferisce restare anonimo - probabilmente sara’ presto lasciato al suo destino. Lo dimostra il livello di fibrillazione da cui e’ stato colto dopo l’episodio di Casoria, gli errori a raffica, le dichiarazioni avventate. A reggere saldamente il timone dello Stato che non si arrende e’ ora il Viminale, da cui non a caso negli ultimi mesi e’ partito un pressing senza precedenti nel contrasto ai Casalesi e ai loro alleati, gli Scissionisti di Secondigliano. Operazioni che hanno liquidato quasi interamente il clan Letizia”./

/L’escalation nella lotta alla malavita organizzata del casertano ha inizio esattamente dopo la strage di Castelvolturno, il 19 settembre dello scorso anno, quando sei nordafricani residenti nella vasta area a rischio della Domiziana, sul litorale di Caserta, vengono massacrati in un raid di camorra teso - si capirà in seguito - a riaffermare il predominio sulla zona del boss dei Casalesi Giuseppe Setola, al cui clan sono affiliati i Letizia. Appena dieci giorni dopo, il 30 settembre, i Carabinieri del comando di Caserta arrestano gli artefici dell’eccidio. Sono Alessandro Cirillo, Oreste Spagnuolo ed il ventottenne Giovanni Letizia, già ricercato per un altro omicidio collegato alla connection politica-rifiuti: quello dell’imprenditore Michele Orsi. I militari li sorprendono in due villini di villeggiatura a Quarto, sempre in zona domizia. “Secondo il pentito Oreste Spagnuolo - scriverà Roberto Saviano - Giovanni Letizia quando uccise Michele Orsi indossava una parrucca e ai piedi aveva un paio di Hogan di tela. Poi gli venne fame e andarono a mangiare con Letizia che aveva ancora le scarpe sporche di sangue ma preferiva pulirle con la spugnetta anzichè buttarle. Quando il suo capo chiese perche’ perdesse tempo a lavarle rischiando di essere beccato, Giovanni Letizia gli rispose che Orsi non valeva le sue scarpe”. 14 gennaio 2009. In un edificio diroccato di Trentula Ducenta, al confine con il Lazio, finisce la latitanza del boss Giuseppe Setola. Con lui viene fermata la moglie, Stefania Martinelli. Fra il 9 e l’11 marzo la Dda partenopea mette a segno un altro colpo mortale per i Casalesi con l’arresto di altri uomini legati a Franco Letizia, cugino di Giovanni, considerato il reggente del clan. Fra loro anche il trentatreenne Vincenzo Letizia detto “o schizzato”. 3 aprile 2009. La Mobile di Caserta arresta Armando Letizia, 56 anni. Considerato elemento di spicco del clan, Armando è zio di Giovanni Letizia e padre del latitante Franco. Il cerchio si stringe intorno a quest’ultimo, che sara’ tratto in manette il 19 maggio. Ma quella domenica 26 aprile, il giorno dell’arrivo di Berlusconi a Casoria per il compleanno di Noemi, un’altra e piu’ rilevante cattura forse e’ gia’ nell’aria. All’alba del 29 aprile la Direzione Investigativa Antimafia di Napoli sorprende Michele Bidognetti, fratello del boss Francesco Bidognetti (detenuto al 41 bis eppure ancora in grado - secondo gli inquirenti - di impartire ordini), ma soprattutto parente del collaboratore di giustizia Domenico Bidognetti./

/Un gruppo criminale strettamente collegato a quello dei Setola e, quindi, ai Letizia. “Una storia - fanno notare in ambienti giudiziari del casertano - che puzza lontano un miglio di rifiuti. Non va dimenticato che per i Bidognetti questa e’ stata sempre una fra le più lucrose attività. E che molte operazioni messe a segno recentemente dalle forze dell’ordine nascono dalle rivelazioni su quel maleodorante business rese da una gola profonda del settore come Gaetano Vassallo”. Senza contare, su tutto, la presenza degli imprenditori-camorristi del settore rifiuti Michele e Sergio Orsi: il primo ucciso proprio per mano del clan Letizia quando era in procinto di collaborare con la magistratura. Il secondo, arrestato nell’ambito di un’operazione anticamorra di febbraio scorso, era invece stato prosciolto nel 2007 da analoghe accuse. Al suo fianco, come penalista, c’era l’avvocato Ferdinando Letizia dello studio Stellato di Santa Maria Capua Vetere. Casertano, 35 anni, Ferdinando Letizia e’ anche consigliere comunale a Castelvolturno e capogruppo della lista “Liberamente”, sul cui sito internet si esaltano le gesta del leader Silvio Berlusconi. Il colpo inferto ai trafficanti di rifiuti con l’apertura dell’inceneritore di Acerra, il timore di perdere gli appalti da milioni di euro che ruotano intorno all’affare munnezza, potrebbero insomma essere fattori non del tutto estranei al clima rovente delle ultime settimane./

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non mollare
libera informazione in libero stato
Osvaldo Chiarelli
firenze 5 giugno 2009

Sig.Tucci.
copio e incollo la sua frase-- Mi associo a chi propone l’unità di azione tra tutte le opposizioni-
Mi dice per favore quali sono gli schieramenti che hanno proposto "l'unità di azione"?..A me pare che il Pd e gli altri schieramenti non hanno fatto altro che tentare di delegittimare IDV...Magari ci fosse una coesione capace di contrastare in modo efficace lo strapotere delle destre...saluti

Carissimo Donadi,
assisteremo ad una nuova sepoltura della legalità e della sicurezza (quella vera, non quella degli spots). Inutile raccomandarti la combattività, ché non ne hai bisogno, né tu, né tutta l'IDV. Mi associo a chi propone l'unità di azione tra tutte le opposizioni, è un mio chiodo fisso di vecchio discepolo dei grandi di Giustizia e Libertà, anche se, a mente fredda, debbo prendere atto che i cittadini saranno poco interessati e meno ancora coinvolti in questo genere di battaglie: alcuni perché per loro ignoranza non riescono a valutare il potere devastante di un simile provvedimento, altri perché, nella loro veste di manutengoli, ruffiani, intrallazzatori, corrotti e corruttori, mafiosi e massoni, puttanieri militanti o in disarmo, ritengono, a buon diritto, che la legge porterà loro ancora incommensurabili vantaggi. La cosa più triste per tutti è che una bella maggioranza dei gentiluomini a cui accennavo, siede, purtroppo ancora indisturbata, in Parlamento. Credo che tra non molto, se la crisi economica sarà davvero come la si prospetta alcuni di loro dovranno abituarsi all'idea di non dormire più sonni tranquilli.

caro on. Donadi,
Penso che la situazione si commenti da se e per questo la scongiuro di organizzare per il giorno del voto in parlamento una manifestazione fuori fuori la camera o il senato(a seconda di dove si voterà definitivamente) con i girotondi,i grillini, i movimenti di sinistra, il pd e l'udc.Tutti uniti per fare vedere cosa si compie sotto gli occhi inconsapevoli di milioni di elettori di un partito vergogna come il pdl.
Lei che ha la forza mediatica lo faccia.
La ringrazio per questo spazio e la saluto

Ormai tutto è stato detto e tutti hanno detto.Siamo veramente stanchi dal continuo susseguirsi di fatti che giacevano indisturbati e che ora saltano fuori in tutta la loro drammaticità.....Siamo stanchi delle strategie che questo governo si accinge a mettere in campo.Da domani il popolo è SOVRANO,le idee sono chiarissime e diciamola stavolta,come il grande principe De Curtis:Vota Antonio,vota Antonio e ancora vota Antonio....

ennesima legge porcata di questo governo!
per quel che mi riguarda dalla settimana prossima se questa legge passerà si può cominciare a raccogliere le firme per il referendum.