Abolire le province: c'è chi fa sul serio e chi no

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C’è chi in Parlamento lavora per mantenere fede agli impegni assunti con i cittadini e chi, invece, fa solo i suoi interessi. La coerenza, in politica, non è una virtù. E’ un’eventualità, un caso, un accidente. Per tutti, indistintamente, ma non per Italia dei Valori.

Da sempre ci battiamo per l’abolizione delle province, enti superflui e spreconi, più indispensabili ai partiti per spartirsi poltrone e potere, che per fare gli interessi dei cittadini. All’inizio di questa legislatura, coerenti con il nostro programma e con quanto avevamo sostenuto in campagna elettorale,  abbiamo presentato un progetto di legge che ne chiede l’abolizione. Abbiamo difeso e sostenuto il nostro progetto in tutte le sedi parlamentari, chiedendo all’Aula di discuterne prima dell’estate. La risposta bypartisan è stata eloquente. Sinistra, destra e centro hanno nicchiato, fatto spallucce, scaricato responsabilità e, infine, tutti insieme appassionatamente, hanno votato per il rinvio. Per ora non se ne fa nulla. Ne riparliamo a settembre, con la benedizione complice e colpevole del presidente della Camera, Gianfranco Fini.

Peccato che, a settembre, arriverà in Parlamento il nuovo codice degli enti locali del Governo che, con abile mossa ed astuzia, finge di abolire le province, in realtà le trasforma mantenendole in vita, con tutti i costi che tale decisione comporta. Solo per darvi un’idea in soldoni: se si abolissero le province, ogni anno lo Stato risparmierebbe tra i 10 ed i 13 miliardi di euro, che potrebbero essere reinvestiti per ben più importanti obiettivi strategici.

E’ chiaro che, con il rinvio di ieri, la nostra proposta che inchiodava tutti i partiti a mantenere la parola data e a dare un segnale concreto nella lotta agli sprechi, finirà per non essere neanche esaminata dall’Aula.

Con un bel colpo di spugna, si sono rimangiati tutti la parola. A cominciare dal premier Silvio Berlusconi che, il 10 aprile, in piena campagna elettorale, aveva detto: “Aboliremo le province, è nel nostro programma. Visto che l’abrogazione delle province è nel programma del Pd, su questo potremmo sicuramente collaborare”. Per concludere con Pier Ferdinando Casini che l’11 aprile aveva dichiarato: “Occorre congelare le spese correnti, abolire le province e vendere le partecipazioni statali”.

Ad elezioni passate e voti conquistati, gli annunci e gli impegni assunti con gli elettori diventano carta straccia. La casta, quando sente scricchiolare sotto di sé la poltrona, quando sente il suo potere venire meno, fa quadrato e tira fuori le unghie. Noi andremo avanti. Faremo una campagna senza tregua e senza sosta per l’abolizione delle province. Chiederemo il sostegno di Confindustria, delle associazione di settore, di tutta quella parte di società civile che in passato ha mostrato sensibilità su questo tema. Impediremo alla casta che si fa sempre più intoccabile di farla franca ancora una volta.

 

Commenti

Per il tema delle Provincie sono parte diretta in causa quindi così come il mio mentore professionale mi ha insegnato è DOVEROSO che io mi astenga dal commentare l'argomento. Il mio mentore professionale era membro della Commissione Edilizia e quando era da licenziare un progetto che lo vedeva coinvolto non solo si asteneva dal giudizio ma usciva dall'Assemblea.
Ma il mio Mentore era ed è un uomo di Destra e, per questo non vota PDL e continua ad avere la mia stima.

Sarebbe bello se siffatto fulgido esempio fosse praticato da chi ha altri e ben più gravi ed onerosi compiti. Sarebbe bello poter vivere in un Paese dove è possibile avere delle opinioni. Povera figlia mia. Vedo l'Iran sempre più vicino ed io posso fare molto poco perché questo non accada; ma quel poco non mi esimo di farlo. Per i miracoli mi sto attrezzando, come Silvio.

hi!

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Sono sicuramente d'accordo!

carmen rossi

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Mettere in evidenza le contraddizioni degli altri partiti dovrebbe essere prioritario per un partito del'8-9 % come l'IDV e l'abolizione delle Provincie è uno dei temi all'ordine del giorno. Io ci ho lavorato in una provincia: metà del personale e del bilancio servono per la gestione dei compiti istituzionali, l'altra metà serve per gestire e sostenere le iniziative personali (spesso clientelari) dei politici eletti. Nessuno dice di abolire i compiti istituzionali delle Provincie, ma questi possono benissimo essere svolti da un organo periferico, come emanazione dell'Ente Regionale, diretto da una figura non eleggibile. Chi afferma che ci sarebbero altre cose più importanti da portare avanti, fa parte della categoria dei “benaltristi”, ben rappresentata in Italia e notoriamente inconcludente. Bravo Onorevole, continui così! Ha tutto il mio appoggio.

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Abolire le Province? Certo. Allora cominciamo con un gruppo di lavoro che analizzi i bilanci delle stesse, verifichi come e dove vengono spesi i soldi, quali sono le concrete sinergie che abilizione o accorpamenti delle stesse possono comportare.
Qualche dato sul bilancio 2008 della Provincia di Venezia (probabilmente non tra le peggiori Province italina): spese correnti per 110 M€ (volume ben modesto: le spese correnti del solo comune di Venezia superano i 500 M€) di cui:
- personale 22,3 M€ (non sono riuscito a trovare quanti sono i dipendenti)
- prestazioni di servizi per 28,8 M€ (ma cosa sono e riguardano, mistero)
- trasferimenti per 44,7 M€ (il termine suggerirebbe che l’attività della Provincia consista essenzialmente nel “trasferire” fondi da una parte all’altra. Sarebbe da verificarne la efficacia, anche tenuto conto del fatto che il costo di tale operazione, solo per il personale, è pari al 50% del trasferito).
- interessi passivi per 6,3 M€. Sapere da cosa è costituito il debito sarebbe alquanto interessante. La Provincia detiene comunque consistenti partecipazioni (Aeroporto di venezia, Autostrada Padova-Ve). Servono per incidere nelle strategie delle società (e perchè mai deve farlo la Provincia? Se riguarda l’assetto del teritorio ecc. ci saranno ben le leggi. Se riguarda la gestione di società importanti nel territorio allora suggerisco di acquistare anche quote di società quotate "residenti nella Provinca" come Coin, Zignago, ecc. Temo sia invece una banale questione di “careghe” (poltrone in veneziano).

Ma nel sito della Provincia c’è anche un dettagliato elenco dei soggetti “beneficiati” (ben 6 pagine per circa 300 soggetti). Qui siamo al ridicolo: c’è l’elenco (peraltro del 2006) ma non si sa quanto sia stato speso (se 100 euro o 100.000 euro, od almeno l’importo totale!) non se ne capisce il criterio, il risultato ottenuto, le ricadute sociali ecc. Sono cattivo e penso male che si tratti di sostegno a iniziative, magari anche lodevolissime, che però richiedono la “vicinanza” tra finanziati e “politici”?

Sono convinto da tempo che l'Ente provincia oltre ad essere quasi inutile è anche dannoso per lo spreco di soldi pubblici che potrebbero meglio essere spesi a tutto vantaggio dei cittadini e del territorio. Però è anche vero che i problemi urgenti che assillano gli italiani sono tanti e molti di questi più importanti e necessari dell'assetto degli Enti locali. Ciò non giustifica l'abbandono dell'iniziativa, potrebbe però giustificarne un rinvio ben determinato nel tempo -visto che tutte le parti politiche concordano, o almeno così pare -. Urgentemente dovrà invece discutersi dei problemi della giustizia, della economia pubblica e privata, delle imprese, del credito, di una più equa e solidale tassazione dei redditi e dei trasferimenti, dell'ordine pubblico, delle tutele del cittadino. In ultimo per ordine, ma primo dei problemi, della questione morale e dell'etica sociale nella gestione politica ed amministrativa della cosa pubblica.
So che noi non mancheremo di farlo, dobbiamo però essere bravi a coinvolgere gli altri, ed i cittadini in primis.
Un caro saluto, a presto.

Massimo Donadi, complimenti, ovviamente sono d'accordo con te.
Con amicizia
Stefano Sales

Caro Massimo,
che le province siano uno dei tantissimi enti inutili da cancellare lo capisce anche un bambino, ma porre ora questo problema non mi sembra opportuno.
Ritengo invece fondamentale porre il problema della QUALITA' della classe dirigente, a tutti i livelli.
Il dirigente che non sa usare le nuove tecniche di comunicazione deve trovare un'altra collocazione, il dirigente che non conosce l'inglese deve fare altro, il dirigente che non conosce le regole del paese in cui vive e anche quelle dell'UE, non può dirigere alcunchè, il parlamentare che non conosce in modo approfondito la nostra splendida Costituzione, deve tornare al suo paesello, chi non ha un comportamento coerente con quanto afferma pubblicamente non può essere una persona affidabile.
Sulla base di questi semplicissimi criteri quante persone dovrebbero cambiare mestiere?
Credo che l'attuale Parlamento risulterebbe decimato.
Proporre ora l'abolizione delle province significa aprire la porta alle riforme istituzionali, infatti per abolirle occorre la modifica della Costituzione secondo la procedura indicata dall'art.138. La faccenda è pericolosa in quanto ritengo che questo Governo e questo Parlamento non abbiano l'autorevolezza per mettere mano alla Costituzione poichè è altamente probabile che accanto alla eventuale abolizione delle province coglierebbero al volo l'occasione per inserire anche altro.
Sono per una MORATORIA delle riforme istituzionali.
Le riforme urgenti riguardano, da una parte, la legge elettorale,( ai cittadini deve essere restituito il potere di scegliere i propri rappresentanti), e, dall'altra, l'organizzazione interna dei partiti che deve essere rispettosa del dettato costituzionale.
Solo da qui si può ripartire per cercare di ricostruire un paese ormai allo sbando.

Caro Donadi,
secondo me l'abolizione delle province è un obiettivo che, per il momento ha interesse meno rilevante, e questo per varii motivi che cercherò di spiegare per chi avrà la pazienza di leggermi. Credo che siano carrozzoni solo quelle province alla testa delle quali si trovino politici e funzionari ignavi e corrotti che trasmettono inettitudine, infingardaggine e accidia ai loro subalterni; questo non avviene solo nelle province. Sono sicuro invece che dove si amministra bene e si lavora seriamente, si assolva in maniera egregia ai propri doveri con beneficio di tutta la cittadinanza. Ritengo superfluo sottolineare come i posti di lavoro presso le amministrazioni provinciali non possano essere cancellati di colpo mentre i nullafacenti e le zavorre continueranno ad esserlo in barba alla collocazione in impieghi diversi. E' la disciplina, assimilata o imposta, e la formazione civica che indirizzano i singoli a compiere il loro dovere e non la struttura ove vengono collocati. I dirigenti e i politici di malaffare poi sicuramente verrebbero allogati in altre megastrutture amministrative in cui continuerebbero indisturbati a mestare, ad imbrogliare, a rubare e via delinquendo. Abbiamo avuto in Italia esempi di abolizioni per volontà di popolo: finanziamento pubblico ai partiti, ministero dell'agricoltura etc. con il risultato che il ministero ha cambiato solo nome e il finanziamento è diventato occulto con le conseguenze che tu, caro Donadi, conosci meglio di me. Pertanto, no all'abolizione ma impegno continuo ad una riorganizzazione in direzione efficientista laddove sia necessaria tanto che i cittadini, a ragion veduta, possano modificare il loro giudizio nei confronti dell'ente. Ci sono tantissime altre cose da abolire in Italia a cominciare, come sostiene Zero, dal canone RAI. Ma su questo ti invito a intavolare una discussione con i prossimi post. Grazie e buon lavoro.

Le Province cambieranno nome: si chiameranno Aree Metropolitane. Mentre i capoluoghi di provincia diventeranno Città Metropolitane.
Sono riusciti a fotterci nuovamente. Bastardi. Me ne vado all'estero.

Faccio una domanda:
ma come mai nessun partito propone di eliminare il canone rai? è una spesa non indifferente per i cittadini ed è inutile dato che la rai vive di pubblicità come le reti private. seconda domanda come mai chi è precario e fa il conguaglio per il modello unico deve pagare 1000 e rotti euro, non sarebbe più logico fare in modo che non paghi? ma dato che l'italia viaggia solo nel senso della casta i cittadini non vengo considerati! questo da Destra Sinistra e centro... oppure potete farmi ricredere?

Carissimo Onorevole,
Lei è meritorio per quello che dice ma sopratutto per quello che fa ma con lo psiconano purtroppo non si potrà mai trattare, lui fa quello che vuole la lega e la lega non vuole quegli enti mangiasoldi che sono abolire le province.

giustamente parla degli interessi della casta, quella casta che non ha confini tra destra e sinistra, che ha il solo e unico scopo dell occupazione della cosa pubblica e mani libere negli sprechi negli incarichi nelle poltrone. la sardegna ne è esempio. poco più di unmilioneseicentomila abitanti una viabilità da terzo mondo, una crisi industriale forse definitiva per migliaia di lavoratori, una seria e concreta minaccia alle sue coste e bellezze naturali, una tirrenia che tiene in ostaggio l intera popolazione, però siamo pieni di province volute purtroppo dalla casta .

L'abolizione delle provincie oltre ai risparmi in soldoni che possono essere
impiegati altrimenti conduce automaticamente anche all'abolizione di alte
cariche amministrative fascistiche (per es. i prefetti o mi sbaglio ?).Dovrò
rileggere lo "Zanobini" che fu testo dei miei studi giuridici tanto tempo fà.
Comunque la politica di IDV sarà senz'altro più moderna di quanto non lo
fosse quando seguivo altri partiti di sinistra ed anche estrema s.

Da prima delle elezioni provinciali stiamo sostenendo la campagna NOPROV a Nova Milanese e circondario.
Siamo sempre della stessa idea e pronti a sostenerla continuamente.