ECCO PERCHE' DICIAMO NO

militari italianimilitari italiani Per prima la volta in cinque anni l’Italia dei Valori non ha votato a favore del rifinanziamento delle missioni di pace all’estero. La nostra non è una scelta ideologica, da sempre rivendichiamo di essere un partito post ideologico che orienta le sue scelte con pragmatismo per il bene del paese.Per capire la ragione di questo voto è importante fare un passo indietro e vedere cosa è successo in questi anni.In Afganistan ci sono due missioni internazionali. La prima, sotto l’egida dell’Onu, alla quale partecipa anche l’Italia e che aveva come obiettivo il rafforzamento della pace nell’Afghanistan liberato. L’altra, promossa unilateralmente dagli Stati Uniti che, fin dall’inizio, è dichiaratamente  guerra per liberare il territorio dalle residue forze talebane. Mentre la missione Onu ha dato i suoi frutti, l’altra si è impantanata e dopo otto anni l’azione di guerra degli Usa, lungi dall’esaurirsi, ha visto un sostanziale insuccesso con il progressivo estendersi della guerra a parti sempre più ampie del paese. Per questa ragione gli Usa oggi, nel tentativo di forzare e chiudere la partita, stanno per rafforzare di trenta mila unità il loro contingente, sia chiaro, di guerra, non di pace. Questo ha comportato un contrasto crescente con la missione Onu. Perché anche le zone una volta pacifiche dove operavano le missioni di pace sono diventate teatro di guerra. Sicché appare evidente che è impossibile parlare di missione di pace in un paese dove ormai è arrivata la guerra. Questa situazione è ormai evidente da tempo, ma, per senso di responsabilità abbiamo evitato fino ad ora di sollevare alcuna polemica nell’attesa che in Afghanistan si svolgessero le prime elezioni democratiche, anche nella speranza che questo avrebbe portato a una forte pacificazione. In realtà così non è stato ed anzi, a causa dell’estensione dei brogli le elezioni hanno creato ulteriori focolai di tensione e di crisi interna al paese. Per questo tre mesi fa, in occasione dell’ultimo rifinanziamento della missione, che sempre con senso di responsabilità abbiamo votato, abbiamo chiesto alla maggioranza di avviare un serio confronto parlamentare che manca ormai da otto anni, per capire se la missione italiana, come era concepita, avesse ancora un senso oggi o se dovesse essere o modificata o conclusa. Abbiamo anche chiesto al Governo di farsi promotore di un’analoga verifica in sede Nato, avvisando che in caso contrario si sarebbe aperto per noi un problema politico. Per tutti questi mesi abbiamo atteso invano risposte che non sono arrivate. La maggioranza è spaccata al suo interno e, dunque, ha paura di affrontare la questione in Parlamento. Il Governo invece che fa? Mentre gli altri paesi europei, Berlino e Parigi in testa, non ci pensano nemmeno per un attimo a mandare altri uomini in questo contesto, Berlusconi si precipita  a promettere agli Usa nuovi militari, senza nemmeno consultare il Parlamento, solo perché è talmente screditato a livello internazionale che dicendo di sì a tutti spera di riacquistare un po’ di credibilità.Per queste ragioni ci è sembrato il caso di dover lanciare un segnale politico forte. Noi crediamo che oggi non sia più possibile rinviare un dibattito serio e responsabile sul senso e sul ruolo della presenza militare italiana sul territorio afghano. Per questa ragione abbiamo deciso di astenerci e lo faremo finchè non ci sarà un confronto sia in Parlamento che nelle sedi opportune dell’Alleanza Atlantica. Siamo stanchi di assistere al coro di cordoglio e lutto dopo ogni incidente che costa la vita a un nostro soldato. E’ un rituale ipocrita messo in scena da chi si rifiuta di discutere in Parlamento il senso di una missione profondamente mutata. E’ inutile fare finta che siamo in Afghanistan in missione di pace, ora lì c’è una vera e propria guerra. E’ ora di parlare chiaro, lo dobbiamo ai cittadini italiani e ai nostri militari.

Commenti

La Nato per bocca del suo nuovo segretario il Danese Rassmunsen due volte presidente del suo paese e sul libro paga degli Usa, stà facendo il diavolo a quattro perchè vuole che la Ue collabori con la Nato, si vede che non ha letto la costituzione della Ue. e dimentica che la Nato è nata un anno dopo della Ue. Esseri alleati della Nato significa solo essere trascinati da una guerra a l'altra dagli Usa (1° guerra Iraq, 2° guerra Iraq, Afganistan con coinvolgimento Pakistan) tutte guerre di agressione per motivi fasulli basati su menzogne. La Ue diventerà una unione di stati indipendente dei voleri degli Usa e di qualsiasi altro stato imperialista. Noi siamo in pace e viviamo per la pace e la cui arma e la trattativa e la comprensione tra i popoli. I nostri eserciti devono servirci solo per difendere qualsiasi dei paesi componeneti la Ue che venga aggredito.

Ricordo quando fu eletto Obama i commenti entusiastici fino all'estasi, al delirio nei confronti del neo Presidente...io, disincantato, li avvertivo dicendo loro " guardate che Obama in politica estera opererà nell'identico modo di  Bush e così è stato! Ma che si credevano, che Obama faceva la rivoluzione proletaria?? Poveri illusi e ottusi!!!

 Chiama alla armi i servili stati Europei ma Francia e Germania responsabilmente dicono “ No “. A Obama serve che la guerra continui per 3 anni in modo da poter essere rieletto sui cadaveri di quei civili che moriranno, quanta civiltà, che lodevole spirito Cristiano, sembra quello di Bush. I tedeschi sono da ammirare, hanno sbagliato nel segnalare il bombardamento dei camion cisterna, dove sono stati uccisi decine di civili, ma anche con ritardo tutti i responsabili si sono dimessi dai loro incarichi. Se attualmente sono 100.000 soldati Usa inclusi quelli degli amici con i rinforzi si arriva a 130.000 ciò vuol dire, secondo le statistiche delle precedenti guerre Usa, che saranno uccisi 1.300 soldati e sui 4.000 feriti oltre a qualche decina di migliaia di civili Afgani e Pakistani. Risultato quando gli Usa se ne andranno nel giro di pochi anni tutto ritornerà come prima. Tengo a precisare che Bin Laden e i Talebani li hanno creati gli Usa per combattere contro i Russi. Come avevano creato Saddam e armato il suo esercito per combattere contro l’Iran con il deplorevole risultato di circa un milione di morti. Se pensiamo che con il solo 10% di quello che si e speso negli 8 anni di guerra, se investito onestamente in Afganistan adesso sarebbe un paese prospero con fabbriche, ospedali e scuole e con decine di migliaia di morti e feriti in meno, una agricoltura prospera e senza nessuna piantagione di opio.

Gli USA son li ne per idelogia ne per idee, ma per mero scopo di lucro. Quello di chi produce armi.Nel Congresso USA ci stanno solo milionari e mi sa proprio che qualcuno di essi è legato all'industria delle armi...POVERO MONDO!

Saggia decisione: responsabilità e dimostrazione vera di amor di patria; insomma non spot a uso e consumo del pubblico in sala....Ottima poi la spiegazione dell'On. Donadi; peccato che le televisioni e i giornali sorvolino sulle motivazioni che hanno condotto IDV a dare l'unico segno concreto di interesse per le sorti dei nostri soldati e delle popolazioni civili coinvolte dalla guerra, non certo dalla pace. Quando ha tempo - mi permetto una richiesta - ci scriva un pezzo su Fini. Probabilmente sbaglio, ma mi pare che le posizioni del Presidente della Camera, su molti temi importanti, siano meno distanti da quelle di IDV rispetto a quanto lo sono quelle di alcuni suoi presunti o ipotetici alleati. D'altronde anche in passato qualche convergenza tra l'allora MSI (che si preparava alla "svolta di Fiuggi" guidato da un giovane Fini) e l'azione del pool di "mani pulite"  (in cui primeggiava l'On. Di Pietro) ci fu. Lo ricordava, qualche giorno fa, anche l'On. Tabacci. Non Le chiedo di fare fantapolitica (quella da semplice elettore quale sono me la tengo per me); tuttavia mi interesserebbe avere un Suo parere in proposito. Se può, e soprattutto se ha voglia e tempo. Saluti

L'astensione sul rifinanziamento delle missioni di pace all'estero è la scelta giusta,e servirà a rendere più coeso il centrosinistra.

LA NOSTRA PRESENZA COME IN TUTTE LE MISSIONI DOVE IL NOSTRO PAESE E' INTERVENUTO, HANNO DOVUTO SUBIRE PERDITE GRAVI. RAGAZZI , CHE HANNO SACRIFICATO LA VITA ;FORSE PERCHE' CONVINTI PROFONDAMENTE ,SPINTI DA UN INTENTO DI PORTARE PACE E AUTONOMIA IN TUTTI QUEI PAESI.AL MOMENTO QUESTO NON E' ,SI TRATTA DI SACRIFICI INUTILI CHE METTONO AL RIPARO I GOVERNI COME IL NOSTRO , DA QUALSIASI SPIEGAZIONE LEGITTIMA DOVUTA AL POPOLO . AGLI ELETTORI CHE DEVONO ESIGERE SEMPRE ,UNA RISPOSTA ED UNA ASSUNZIONE TOTALE DELLE RESPONSABILITA' CHE DA TALI DECISIONI DERIVANO DICO ESPRIMETE INSIEME A NOI IL VOSTRO GIUSTIFICATO DISSENSO.CORDIALI SALUTI.

Le vere motivazioni della guerra sono state esposte dal Generale Fabio Mini, ex comandante del contingente Nato in Kosovo, intervenendo un recente dibattito sull'Afghanistan tenutosi a Firenze e organizzato da Peacereporter:"Ufficialmente lo scopo fondamentale, il center of gravity, della missione non è la ricostruzione, o la pacificazione né la democrazia: è la salvaguardia della coesione della Nato in un momento di crisi della stessa. Questo è lo scopo dichiarato, scritto nei documenti ufficiali della missione Isaf. La Nato è in Afghanistan esclusivamente per dimostrare che è coesa: lo scopo è essere insieme. Ecco perché gli Stati Uniti chiedono soldati in più: ma pensate davvero che manchino loro le forze per far da soli? Credete davvero che i nostri soldati o i lituani siano importanti? No! L'importante è che nessuno si sottragga a un impegno Nato. Ecco perché vengono chiesti continuamente uomini agli alleati".Non ci sono commenti. Bene a fatto l’On Massimo Donadi a prendere una posizione precisa. La guerra copre divisioni e strategie geopolitiche dalle quali l’Italia e l’Europa sono  escluse.  Si deve rispondere di fronte alla Nazione quando si mandano i nostri soldati a combattere e morire per fini sui quali il  silenzio indolente rende colpevoli. Soprattutto quando, ancora una volta, si stravolge l’art. 11 della Costituzione, ingannando, mentendo. Piccoli uomini politici che portano rovina e distruzione, morale e fisica anche al di fuori dei nostri confini. Era partito per fare la guerra, per dare il suo aiuto alla sua terra. Gli avevano dato le mostrine e le stelle e il consiglio di vender cara la pelle. (...) Ora che è morto la patria si gloria d'un altro eroe alla memoria. Ma lei che lo amava, aspettava il ritorno d'un soldato vivo. D'un eroe morto che ne farà se accanto, nel letto, le è rimasta la gloria d'una medaglia alla memoria. (Fabrizio De André, La ballata dell'eroe)Franca Longo - Padova

Brava risposta precisa e pulita, agiungerei che se non fosse per il no di Russi e Cinesi in questo momento saremmo gia stati coinvolti nella guerra contro l'Iran. Non capisco perchè gli Usa hanno fornito oltre 100 missili con testate nucleari agli israeliani e si oppongono a che l'Iran sviluppi il suo nucleare  dato che possiede ben 4 miniere di uranio, ben sapendo che con la tecnologia attuale raggiunge solo il circa 20 % di attivazione e devono raggiungere almeno il 40% solo per poterlo adoperare nel campo sanitario. Per un missile nucleare devono raggiungere il 100% dell'attivazione. E come voler dare la multa per ecceso di velocità a uno che con un Ape di 50cc.che a malapena raggiunge i 45 Km/h in discesa, perchè potrebbe raggiungere i 200 se si lancia da un aereo in volo.

L'IDV  deve sempre giustificarsi dell'aria fritta. Ma la gente comincia a capire, sono "gli altri" che fanno finta di non capire e si strappano i capelli

Perfettamente condiviso, a prescindere da B. é da tempo che questa missione di pace si é mutata in missione di guerra, e quindi, il momento é arrivato per parlare di rientro.Il 5 dic. tutti a Roma.

Invia nuovo commento

Il contenuto di questo campo è privato e non verrà mostrato pubblicamente.
  • Indirizzi web o e-mail vengono trasformati in link automaticamente
  • Elementi HTML permessi: <a> <em> <strong> <cite> <code> <ul> <ol> <li> <dl> <dt> <dd><table><tbody><tr><td>
  • Linee e paragrafi vanno a capo automaticamente.
  • Images can be added to this post.

Ulteriori informazioni sulle opzioni di formattazione