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INTERCETTAZIONI: MAGGIORANZA SENZA VERGOGNA

Manifestazione contro il ddl intercettazioniManifestazione contro il ddl intercettazioni

Il presidente del Consiglio e la sua maggioranza sono senza vergogna. Proseguono a tappe forzate verso il loro obiettivo finale, noncurante di tutti i rilievi che sul ddl intercettazioni arrivano da ogni parte. Da ultimo, quello di oggi  del presidente dell’Autorità garante per la privacy, Francesco Pizzetti che, nella relazione annuale al Parlamento, ha detto che l’allarme sulla libertà di stampa è giustificato. Un modo come un altro per dire, e va letto tra le righe, che la tutela della privacy non c’entra nulla con questo provvedimento che serve solo e soltanto a Silvio Berlusconi e non a Mario Rossi o Luca Bianchi. Il premier vuole mettere il bavaglio alla stampa e i suoi fidi scudieri sono già all’opera. Non gliene frega niente se questo ddl è una resa incondizionata alla criminalità, se con questo provvedimento si celebrerà la morte della giustizia e della legalità in questo Paese. Oggi, nonostante i rilievi di inopportunità del presidente della Camera Gianfranco Fini, e nonostante le denunce di Italia dei Valori e di tutta l’opposizione, è stata compiuta una forzatura sui tempi del dibattito del ddl intercettazioni senza precedenti. La maggioranza ha imposto al Parlamento che la discussione del provvedimento inizi l’ultima settimana di luglio, in contemporanea alla discussione e l’approvazione della manovra finanziaria. La maggioranza vuole concludere il tutto e approvare il ddl entro la prima settimana d’agosto, sperando che gli italiani in vacanza non si accorgano della vergogna che stanno propinando loro. Sperando che gli italiani, distratti dagli ombrelloni e complice la disinformazione del tg1 di Minzolini, che anche ieri ha superato se stessa nascondendo nell’edizione delle 13.30 che Dell’Utri è stato condannato, non si accorgano di nulla. Stiano sereni e tranquilli quelli della maggioranza. Stia sereno e tranquillo anche il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Ci penseremo noi di Italia dei Valori a urlare a squarciagola in piazza lo scandalo di questo ddl. Cominceremo già da domani, in piazza Navona a Roma, insieme alla Federazione nazionale della stampa e del popolo viola. Continueremo in Parlamento, con un’opposizione senza esclusione di colpi. Ne vedremo e ne vedrete delle belle. E’ una promessa.

CON IL POPOLO VIOLA A DIFESA DELLA LIBERTA’

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Dal 4 febbraio il Popolo Viola è davanti a Montecitorio con un presidio fisso, notte e giorno, a tutela della democrazia. E’ uno straordinario atto di passione il loro, cui va riconosciuto l’onore delle armi. Oggi ci siamo uniti a loro per testimoniare la nostra ammirazione ed il nostro sostegno alle loro battaglie, ma anche per dare un segnale forte e deciso di convergenza di passione e di idee dei parlamentari di Italia dei Valori alle istanze del popolo viola. Dentro il Parlamento, ogni giorno, in Aula e nelle commissioni, ci battiamo per gli stessi obiettivi perché questo Paese è in emergenza.Oggi, più che mai, è il momento di stringerci tutti insieme, società civile, parlamento, istituzioni, sindacati, liberi cittadini perché tutti i nodi stanno venendo al pettine ed il presidente del Consiglio Berlusconi sta affilando le sue armi per annegare la verità, per ricacciarla nel fondo melmoso e fangoso dell’ingiustizia.La magistratura, grazie al prezioso ed indispensabile strumento delle intercettazioni, sta facendo luce su quella odiosa e schifosa cricca di affari che ha riso e speculato sulle 300 vittime del terremoto dell’Aquila. Oggi c’era anche una rappresentanza di aquilani in piazza, insieme al popolo viola, e ci siamo stretti idealmente anche intorno a loro, ma nel silenzio, senza clamore o bandiere, perché il silenzio è la prima forma di rispetto che dobbiamo ad una città martoriata, derisa, vilipesa, umiliata e sbeffeggiata da potenti e affaristi senza scrupoli.Ora, più che mai, è tempo di stringerci tutti insieme perché il presidente del Consiglio proprio oggi che il sistema gelatinoso politico-affaristico sta venendo fuori, rilancia il decreto sulle intercettazioni per eliminarle definitivamente, perché chi ha fatto affari, chi ha speculato, chi sapeva ed è rimasto a guardare, possa continuare a farlo indisturbato. Perché nessun magistrato osi più fare indagini per scoprire chi ha truffato, mentito o rubato.Ora, più che mai, è tempo di stringerci tutti insieme perché la libertà di informazione sta scomparendo. Oggi che il popolo della rete urla per spezzare il silenzio e l’omertà di un’informazione compiacente e compiaciuta, il presidente del Consiglio emana un nuovo editto, con il quale stabilisce che, sulle televisioni di stato, quella pagata con i soldi dei cittadini, i soliti noti potranno parlare di politica tutte le volte che vorranno, tranne che in campagna elettorale.Per tutte queste ragioni, oggi, siamo usciti dall’aula del Parlamento, dove abbiamo riportato una doppia vittoria grazie alla nostra pressione ostruzionistica - l’eliminazione di protezione civile spa e dello scudo giudiziario per i commissari – per dare un segnale tangibile che tra dentro e fuori, tra il palazzo e la piazza, c’è un legame forte, da rinsaldare ogni giorno di più.

POPOLO VIOLA LINFA DELLA POLITICA

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Il 5 dicembre è stata una giornata straordinaria. Centinaia di migliaia di persone si sono riunite spontaneamente, senza nessuna bandiera, per urlare la propria disapprovazione nei confronti del governo Berlusconi e l’intenzione di mandarlo a casa. L’artefice di questo miracolo è la rete e la sua straordinaria capacità di mettere in “connessione” persone anche lontane tra loro, non solo in senso letterale del termine. A contribuire alla realizzazione dell’evento sono stati centinaia di ragazzi che si sono messi in moto nelle varie città italiane, organizzando pullman e treni. Domani, a Napoli il comitato organizzatore nazionale e locale del No B Day si ritrova per cercare di non lasciare isolata l’esperienza del 5 dicembre e per cercare di tradurla in un “manifesto del Popolo Viola”.  Ho deciso di sentire la loro voce, per cercare di capirne le intenzioni. Nel video Anna Mazza, referente del gruppo locale No B Day di Napoli, Gianfranco Mascia dell’associazione BO.BI e Massimo Malerba, del gruppo promotore del No B Day, ci raccontano le proprie idee e come, secondo loro, si evolverà l’organizzazione di questo “movimento”. Ci hanno spiegato che l’esperienza del 5 dicembre non si tradurrà certamente in un partito e che il Popolo Viola deve restare assolutamente autonomo dalla politica e dalle forze che di essa fanno parte.Ho molto apprezzato le parole di questi giovani e credo che la loro intenzione di rimanere fuori dalla politica sia positiva. Io credo che la società civile debba restare tale e non debba in alcun modo diventare un partito. Il 5 dicembre per la prima volta partiti ed esponenti politici hanno aderito ad un’iniziativa nata dal basso e organizzata in rete. Credo che il compito della società civile sia proprio quello di portare la politica sul piano della realtà e di aiutare i partiti a comprendere le esigenze e le istanze della gente. La politica, dal canto suo, deve essere la cinghia di trasmissione che pesca nella società civile e la coinvolge. La società civile deve essere uno stimolo per la politica, un faro a cui le forze politiche devono puntare, ascoltandone più approfonditamente la voce, perché essa riesce a cogliere velocemente i cambiamenti della società. Per questo, credo che il tentativo, da parte della società civile, di imbrigliarsi in un partito politico, si tradurrebbe inevitabilmente per essa in un irrigidimento che non le consentirebbe più di mutare in base alle istanze della gente. Si perderebbe, così, quello spirito camaleontico che rappresenta la forza di organizzazioni quali il Popolo viola, che nascono nella società civile e ad essa continuano a dare ascolto.