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TRASPARENZA CONTRO GLI EVASORI

Guardia di FinanzaGuardia di FinanzaStrano paese il nostro. Se rubi una mela al supermercato puoi finire in galera e il tuo nome sui giornali. Sputtanato, scusate il termine oxfordiano. Se, invece, evadi tasse per 15 milioni e rotti di euro (quin-di-ci mi-lio-ni non so se mi spiego), com’è successo in Veneto la privacy è garantita. Nessuno sa chi sei e le tue attività non subiscono danni economici. Ai cittadini viene nascosto il diritto di sapere se i loro soldi finiscono nelle tasche di un evasore fiscale totale. Questo truffatore, perché di questo si tratta, anche se ‘pizzicato’dalla Guardia di Finanza e dalle Agenzie delle Entrate, può continuare a fare affari senza che i cittadini onesti possano scegliere di non andare più a comprare da lui, se è un commerciante, ad avvalersi delle sue prestazioni, se è un professionista. Prendo spunto dal caso di Treviso per solidarizzare con tutte le persone che hanno inviato mail alla Gdf, all’agenzia delle entrate ed ai giornali per conoscere il nome dell’imprenditore. Penso che, come avviene nei paesi nordeuropei, anche in Italia l’etica d’impresa dovrebbe costituire un valore aggiunto e determinare il successo (o meno) di un’attività imprenditoriale. Per questo nei prossimi giorni presenteremo una proposta di legge per permettere ai cittadini di tutelarsi e di scegliere i prodotti delle imprese virtuose ed in regola ed di rivolgersi a professionisti onesti, che pagano le tasse. Non sarà una proposta di legge contro la privacy, ma per la trasparenza. Non cerchiamo gogne mediatiche, né la berlina per gli evasori fiscali, ma la giustizia, soprattutto in tempi di crisi economica. E’ profondamente immorale, oltre che illegale naturalmente, evadere le tasse ed arricchirsi mentre migliaia di imprese chiudono e sempre più famiglie e lavoratori stentano ad arrivare alla fine del mese. Il danno sociale ed economico dell’evasione fiscale è enorme. Una piaga da estirpare in quest’Italia troppo tollerante con i furbi.

GLI ACCORDICCHI ELETTORALI SONO UN INSULTO AGLI ELETTORI

Candidati alle regionali 2010Candidati alle regionali 2010   In Italia, in questo momento, non è vero che c’è il bipolarismo. C’è una coalizione di centrodestra che, pur con tutte le sue divisioni interne, esiste ed è percepita come tale. Dall’altra parte, non c’è niente, c’è solo un pulviscolo di sigle. Dobbiamo avere il coraggio di dirlo con franchezza: dalla caduta del governo Prodi in poi, non c’è stata più una coalizione di centrosinistra. Anche il patto tra Pd e IdV delle scorse elezioni politiche era più frutto di un’intesa elettorale che  di una condivisione profonda e sincera di progetti ed idee. Finché andremo avanti così, come stiamo facendo ora, Berlusconi continuerà ad apparire il gigante che non è.Quello cui dobbiamo puntare, invece, è un’alleanza di valori, su progetti ed idee condivise. Questo è il primo, vero, obiettivo da perseguire e per il quale dobbiamo lavorare: una nuova fase fondativa di una coalizione di centrosinistra, che parta dall’individuazione di un modello di sviluppo e di paese da sottoporre al giudizio degli elettori. So bene che a qualcuno possa venire il mal di pancia ma per me fare politica significa ambire a governare, perché solo governando si può migliorare il paese e cercare di trasformare in azione politica i propri ideali. Ed oggi in Italia è impossibile pensare di costruire un’alternativa di governo se non partendo dal Pd, principale partito di opposizione, dalla sinistra radicale, se sceglierà una volta per tutte di abbandonare ogni forma di massimalismo sposando definitivamente un’impostazione progressista e di governo. E, se devo dirla fino in fondo, non può prescindere neanche dalla parte buona dell’Udc, quella che nulla ha a che fare con Cuffaro&co.Già queste elezioni regionali possono essere l’occasione giusta per lanciare il primo seme di una grande fase fondativa, che porti alla formazione di una vera coalizione di centrosinistra. In questo senso, le candidature di Emma Bonino e Niki Vendola potrebbero acquistare una luce diversa.Questo deve essere il discrimine. Non possiamo permetterci il lusso di accordicchi elettorali per sommare due percentuali. Questo ormai gli elettori non lo accettano più.E’ il rischio che vedo in Veneto. E’ proprio qui, nella distrazione generale, che si rischia di commettere un errore capitale. Invece di interrogarsi sulle ragioni che hanno portato il centrosinistra ad essere residuale e marginale in una delle regioni più dinamiche e innovative del Paese e, di conseguenza, progettare politiche credibili e competitive per un modello di Veneto diverso, si sta scegliendo scelta ancora una volta la strada più veloce, la scappatoia più facile, affidando la leadership di coalizione al partito di Casini, quell’Udc che, in Veneto, da quindici a questa parte e ancora oggi che vi scrivo, sta governando con Galan e Zaia. Tale scelta è totalmente priva di senso, ancor prima che di consenso. Per avere qualcosa da dire dobbiamo andare a prendere il candidato nel centrodestra? Non è serio per il centrosinistra, né dignitoso per l’Udc, che non avrebbe argomenti con cui difendersi. Non sorprendiamoci poi se continuiamo ad essere residuali e marginali. Quale credibilità ha un progetto che vede affidare la leadership di una coalizione ad un partito che oggi fa parte di quella opposta? Fermiamoci finché siamo in tempo. Non è serio e le cose non serie i cittadini le scartano. Quale sarà la differenza tra le due coalizioni? Questo è quello che abbiamo in mente per fermare lo strapotere della Lega? Così si costruisce l’alternativa?Quello che noi chiediamo è un atto d’amore per la coalizione che non può prescindere dal rispetto per gli elettori. Per questo, con forza e determinazione, chiediamo al Pd di avviare, sin da queste regionali, una nuova fase politica che, partendo da un’idea forte su valori condivisi, abbia come obiettivo finale la costruzione di coalizioni plurali credibili e convincenti agli occhi dei cittadini, da Nord a Sud, dalle Alpi agli Appennini.Ad ispirare questa nuova fase non deve essere la triste logica spartitoria di posti e poltrone. Per il futuro, quello immediato delle regionali e quello nazionale, più vicino di quanto si pensi, chiediamo uno spirito di costruzione nuovo per un progetto serio e credibile. Si può fare. Siamo ancora in tempo e ci crediamo a tal punto che sin da adesso diciamo con chiarezza che, di fronte ad una volontà fondativa forte, siamo disposti a fare anche qualche rinuncia. E’ tempo di ripartire. E’ questo il vero laboratorio da costruire: una nuova coalizione plurale su idee, progetti e contenuti. Solo così facendo potremo correre con dignità e aspirare, in qualche caso, alla vittoria.