Taggati con: la repubblica

BERLUSCONI PARLA COME UN BLACK BLOC

“Siamo nelle mani dei giudici di sinistra”. Lo dice il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi e non è certo una novità. “Giudici di sinistra appoggiati da “Repubblica”, dai giornali di sinistra e della stampa estera”. E pure a questo genere di esternazioni, l’esimio premier ci ha da tempo abituati. Ma il contenuto delle intercettazioni pubblicate oggi da il quotidiano La Repubblica sono a dir poco agghiaccianti. “Siamo in una situazione per cui o io lascio oppure facciamo la rivoluzione, ma vera”… “Portiamo in piazza milioni di persone, facciamo fuori il palazzo di Giustizia di Milano, assediamo Repubblica e cose di questo genere”. Agghiaccianti affermazioni per un presidente del Consiglio che dice di voler far fuori un palazzo, assediare la sede di un giornale, fare la rivoluzione ma quella vera. Parla come un black bloc Silvio Berlusconi, un black bloc in grisaglia e bombetta che siede a palazzo Chigi. Un capo del Governo che si esprime in questo modo è inaccettabile. Cos’altro ancora debba succedere prima che quest’uomo irresponsabile si decida a lasciare il governo per consentire all’Italia di avere un esecutivo in grado di affrontare i problemi e di recuperare la credibilità internazionale perduta? Di cattivi maestri in giro ce ne sono tanti ma questo supera tutti in squallore.

E' IMPLOSO UN SISTEMA DI POTERE

Tanto rumore per nulla. L'atteso vertice di ieri tra Berlusconi e Bossi si è risolto in un nulla di fatto: tutto resta così com'è. Hanno fatto solo 'ammuina', come si dice a Napoli. I tempi per l'autoribaltone che Berlusconi cerca da tempo non sono ancora maturi. Anche perché molto difficilmente ci sarebbero stati i tempi per andare al voto entro la fine dell'anno. Un dato però è certo: è imploso un sistema di potere. Questo governo non è in grado di rilanciare il Paese perché è troppo schiacciato sugli interessi personali del premier ed è ormai logorato da anni di frizioni e conflitti interni. Faccisamo un esempio: il tanto sbandierato federalismo, che poteva introdurre elementi di razionalità e modernizzazione nella struttura dello Stato, si ridurrà ad una scatola vuota perché non ci sono i fondi necessari. Forse anche pr questo Bossi ha spinto sull'acceleratore per andare il voto. E non sto a ripetere quanto è sotto gli occhi di tutti: il confronto politico e spesso anche l'attività del parlamento sono stati determinati soprattutto dalle questioni personali del premier sulla giustizia. Questo conflitto d'interessi ha paralizzato l'attività istituzionale. Per far uscire l'Italia da queste secche è necessario un vero rinnovamento che deve partire da un nuovo centrosinistra, come oggi anche Bersani ha detto a La Reppublica. Una tesi, quella del segretario Pd, che ho già espresso diverse volte sul blog. Ora è il momento di concretizzare. A settembre si deve partire per costruire un'alternativa di governo.

ALLEATI ANCHE CON IL DIAVOLO PUR DI LIBERARCI DEL CAVALIERE

Pubblico la mia intervista di oggi al quotidiano La Repubblica.

Massimo Donadi, da capogruppo dell´Idv alla Camera come accoglie l´apertura di Bersani a tutte le forze dell´opposizione in caso di elezioni? «Con molto piacere e soddisfazione»

Siete pronti a stringere larghe alleanze per affrontare le urne? «Sì, siamo pronti ad allearci per creare un governo di transizione che cambi la legge elettorale o per andare alle elezioni.
E per questo è bene iniziare subito con idee, programmi e visioni da contrapporre al nulla del centrodestra».
Partiamo dallo scenario del voto anticipato. Oltre al Pd con chi accettereste di allearvi? «Prima si tratta di costruire quello che non esiste, ovvero una coalizione di centrosinistra che non smussi al ribasso gli angoli come avvenne nell´Unione di Prodi. Poi se ci saranno le condizioni per cui possiamo giocarci la partita, bene. Se invece all´ultimo ci dovessimo rendere conto che per chiudere con il conflitto di interessi permanente di Berlusconi serve l´alleanza con il diavolo la faremo».
Chi è il diavolo? «L´Udc e i finiani. Ma non sarebbe una nuova coalizione di centrosinistra, bensì un fronte di liberazione nazionale per salvare la democrazia e ridare vigore alla Costituzione. Un´alleanza per una sola legislatura con quelli che in teoria sono nostri avversari. Dopodiché ognuno tornerà a fare il proprio mestiere, noi il centrosinistra e loro il centrodestra, speriamo più democratico e moderno di questo».
Torniamo al centrosinistra. Nella coalizione vedrebbe anche la sinistra radicale? «Con quella di Vendola che si assume la responsabilità di governo ci dobbiamo certamente consultare. Non si può fare altrettanto con la sinistra che si rivede nel comunismo con una scelta ideologica».
Vendola può essere un candidato premier? «E' sicuramente una delle personalità di primissimo livello della sinistra come lo sono Bersani, Chiamparino e Di Pietro. Però dobbiamo trovare tutti insieme un candidato che motivi gli elettori di centrosinistra e sia capace di parlare a quelli moderati e ho qualche dubbio che Vendola abbia queste caratteristiche, pur potendo avere un ruolo di primissimo piano».
E allora chi scegliere. E come?«Le primarie restano il faro, salvo avere l´intelligenza di trovare una personalità esterna alla politica che metta d´accordo tutti. Un nuovo Prodi».
E il governo di transizione prima delle elezioni? «Andrebbe bene per fare una nuova legge elettorale visto che quella attuale è una ferita alla democrazia. Un esecutivo di larga maggioranza con pochi ministri che durerebbe tre o quattro mesi. Poi le urne».