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Una manovra figlia di nessuno

Il governo balla. Balla coi numeri e con le proposte per la manovra. Ciò che vale al mattino non ha più senso il pomeriggio. E meno male che serve senso di responsabilità e rigore. Il governo è riuscito a battere se stesso ed ha raggiunto vette ancora più alte di cialtroneria politica rispetto a quelle cui ci aveva abituato, che pure sembravano inarrivabili. Più che una manovra, questo testo sembra sia diventato una lotteria mattutina. Ogni giorno, infatti, qualcuno lancia la sua proposta dalle pagine dei giornali (forse prima di fare un'intervista pescano un bussolotto), partecipando al gioco di chi la spara più grossa. Così finisce che questa manovra (pessima) è figlia di nessuno, non ha padri politici. Tutti la criticano, nessuno la difende. Neanche Tremonti e Berlusconi. Non si gestisce così il Paese in una situazione di crisi, con il rischio di attacchi speculativi. In tutto questo marasma, oggi, c'è una buona cosa. Maroni ha detto che ci sarà una riduzione o persino l'azzeramento dei tagli dei trasferimenti di fondi agli enti locali che, in questo modo, potranno continuare a fornire servizi ai cittadini. Speriamo siano parole con un minimo di fondamento.

LA STANGATA DI SILVIO SUI PENDOLARI

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Bugiardi. Sulle vere ragioni della nomina del neoministro Brancher – a tal proposito vi segnalo il concorso  a premi indetto da Idv “indovina la delega” – e sulla promessa solenne che non ci sarebbero state nuove tasse. Venti giorni fa Berlusconi ha detto “le tasse non aumenteranno”. Meno di una settimana fa, gli ha fatto eco il ministro Tremonti “Se aumentiamo le tasse facciamo una cosa storta”. Ebbene, Tremonti e Berlusconi l’hanno fatta storta, grossa e storta per la verità. La manovra del governo, infatti, introduce un aumento del 5 per cento sulle tariffe autostradali – anche per quelle che più che autostrade sembrano mulattiere con lavori in corso perenni – e mette a pagamento percorsi stradali che fino a ieri erano gratuiti, tangenziali, raccordi e anelli che girano intorno alle grandi città. Per entrare a Torino e Roma, tanto per fare due esempi, si pagherà dazio: ad accogliere pendolari e lavoratori, che hanno scelto di vivere fuori città per ragioni economiche e vengono in città per lavorare, ci saranno i nuovi terribili e famelici “caselli piovra” i nuovi mostri partoriti dalla fervida mente di Tremonti. Hanno scelto di vivere in periferia non per vezzo, ma perché acquistare o prendere in affitto una casa in città è impossibile, visti i prezzi alle stelle degli immobili. La neo tassa non è questione di pochi spiccioli, di una manciatina di euro. Andata e ritorno, cinque giorni alla settimana, costeranno ad un lavoratore 120 euro al mese, 1.440 euro l’anno. Insomma, uno stipendio intero se ne andrà per venire a lavorare. E’ qui la vera schifezza. Con questa mossa che definire odiosa è poco, il governo introduce una tassa d’accesso per venire a lavorare e si accanisce sui lavoratori a stipendio fisso, sui pendolari, su chi le tasse le paga da sempre. E’ la riprova non solo che mettono eccome le mani in tasca agli italiani, ma le mettono sempre nelle tasche dei soliti, i meno abbienti, le famiglie, quelli che in un anno si ritroveranno a pagare più di tassa al casello piovra che di Irpef, mentre gli evasori fiscali continueranno a far festa. Ovviamente, su questo Italia dei Valori darà battaglia. Tra ddl intercettazioni e manovra economia sarà un luglio di fuoco per il governo e la maggioranza.

BERLUSCONI FA RIMA CON CONDONI

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Il nuovo sacco di Roma è alle porte, ma l’attacco all’Italia stavolta non passa per il valico delle frontiere. Parte dal parlamento, nel cuore della capitale. La manovra economica risveglia gli appetiti ed è il pretesto per una nuova calata di lanzichenecchi, travestiti da parlamentari. 2550 mendamenti presentati, più della metà dalla maggioranza, che, se approvati tutti, lascerebbero il Belpaese in brache di tela. Per tacere delle conseguenze sociali, politiche e culturali. Tanto per fare un esempio, si riparla di condono. Mica uno, tre. Fiscale, edilizio, e addirittura per i falsi invalidi. Alè, almeno non si può dire che manchino di creatività. Chi avrebbe pensato ad un condono per i falsi invalidi prima? Chapeau. Ci inchiniamo al genio politico dei leghisti Garavaglia e Vaccari che hanno partorito una così brillante soluzione per eliminare lo scandalo delle invalidità inventate. Solo per carità di patria non torniamo sul condono edilizio anche nelle aree protette, che poi il governo è stato costretto a smentire. Il condono non passa mai di moda. Ve lo ricordate Corrado Guzzanti che imita Tremonti sul condono? Son passati anni, ma invano. Fanno così, provano a far approvare una porcata sperando che passi inosservata. La buttano là, così, con nonchalance, fischiettando e facendo finta di niente. Un po’ come a scuola quando si evitava lo sguardo del professore per non essere interrogati. Poi, quando vengono pescati con le mani nella marmellata, dicono ‘ma nooo, per carità! Non è così, ci  siamo sbagliati’. Poi tentano di ripresentare la stessa norma in altre forme. E così via. Un continuo  stop and go di tentativi truffaldini e secche smentite. I lanzichenecchi avevano più dignità, arrivavano, mettevano a ferro e fuoco la città e la saccheggiavano. Non si nascondevano dietro un dito. E facevano pure meno danni. Il problema è che questo centrodestra non ha un progetto per il Paese ed è diviso su tutto, la maggioranza è politicamente scollata e si tiene insieme solo grazie al potere. A Berlusconi ciò non importa perché gli interessa solo sfuggire alla giustizia e tutelare i suoi affari. Che vanno a gonfie vele. Ieri Mediaset ha staccato un assegno da 200 milioni di euro per  Berlusconi e figli. Sono i dividendi dell’ultimo anno. Cosa gli importa se il Paese è allo sbando e il governo è immobile? I suoi affari vanno bene, i giudici non sono ancora riusciti a processarlo…meglio di così! In questa situazione l’opposizione deve organizzarsi rapidamente e con grande responsabilità. Non si può lasciare l’Italia ai lanzichenecchi.