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LE RISPOSTE DI MASSIMO DONADI
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On. Donadi, Antonio Borghesi e Sandro Trento.Condivido il V/s pensiero nell'affermare che ai DIRITTI debbano esserci anche i DOVERI,ma quale è il limite della produttività se si insegue continuamente il profitto? se l'investimento primo non è il rispetto per chi opera nel lavoro? L'Italia in materia di Leggi e regole contro i lavoratori, non è certamente indietro a nessun paese, tenendo presente che in fatto di assenteismo, anche i n/s parlamentari ne sono un ON. esempio. Vi sono altre verità che non si vogliono scrivere e dire.Alla FIAT di Pomigliano, si presume che non si verifichino molti infortuni sul lavoro, ma questo non per una elevata attenzione alla sicurezza,bensì perchè è voluto e consigliato ai lavoratori di non denunciare l'infortunio e di utilizzare la certificazione medica, per esempio, il che aumenta la percentuale sullo scotto all'assenteismo.L’obbiettivo della Fiat è di produrre al più basso costo, aumentando i ritmi di lavoro, intimidendo i lavoratori, eliminando la manutenzione degli impianti, addirittura ritenendo la sicurezza un costo eccessivo, come dimostrano i continui infortuni sul lavoro degli ultimi tempi, CIGO/CIGS a parte, si conoscono benissimo le inefficienze gravi dell’azienda e sanno bene che l’unico modo per far rispettare la legge è la denuncia, così come si conoscono molto bene le regole e Leggi contro l'assenteismo, proprio nei periodi contingenti alle presunte malattie.La verità è, che la Fiat di Pomigliano deve rappresentare un inizio di eliminazione di alcuni Diritti sanciti anche dalle leggi dello Stato, che infastidiscono la nuova generazione di manager e IMPRENDITORI (figli dei vecchi furbetti)e, ciò che più dispiace dell'opposizione è il fatto di non accorgersi o far finta che la FIAT abbia torto.