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Cari Onorevoli, sommando due torti non si ottiene una ragione ma un torto sopra l'altro!Se Fiat avesse posto come condizione la migliore produttività dello stabilimento ed un numero preciso di vetture al giorno da produrre ( mi domando poi a che pro, dato che il mercato dell'auto è in calo; forse per ottimizzare i profitti ed usuruire della cig, perciò a carico della collettività, quando hanno i piazzali pieni?) responsabilizzando, coinvolgendolo, il sindacato sull'eventuale successo della riorganizzazione della tempistica di produzione, allora capirei che si vuole colpire solo l'assenteismo selvaggio ( che indiscutibilmente esiste nelle grandi fabbriche più tutelate ). Ma vincolare gli investimenti alla perdita dell'unica arma contrattuale che hanno gli operai, cioè il diritto di sciopero, creerà sicuramente un grave precedente del quale vorranno usufruire sicuramente tutte le aziende in futuro facendo venire meno diritti costituzionali dei cittadini italiani. A meno che non si pensi, a torto o a ragione, che una persona in Italia debba vedere riconosciuti i propri diritti di cittadinanza fino a che non varca la soglia del proprio posto di lavoro, dentro il quale potrà vigere una legislazione autonoma e globale, non italiana.Si sta decidendo di questo in questa vertenza, inutile che ci giriate intorno!

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