I POTERI DEL PRESIDENTE VANNO E VENGONO

Ciampi-NapolitanoCiampi-NapolitanoPoche settimane fa il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha controfirmato la legge sul condono fiscale, una legge profondamente sbagliata perché favorisce ladri, evasori, mascalzoni e criminalità organizzata.Rispetto a quella firma,  Di Pietro si indignò  perché la ritenne un atto di abdicazione e di resa, un atto di svilimento delle prerogative costituzionali e presidenziali, proprio in virtù delle spiegazioni che lo stesso presidente ebbe a dare ad un ignaro cittadino, durante una visita ufficiale in quel di Matera. “Chiedermi di non firmare non significa niente – disse Napolitano – nella costituzione c’è scritto che il presidente promulga le leggi. Se non firmo oggi il Parlamento rivota un’altra volta la stessa legge ed è scritto che a quel punto io sono obbligato a firmare”. Fu questa l’affermazione che Di Pietro contestò giustamente ma con toni forse eccessivi, tanto da pentirsene qualche tempo dopo pubblicamente. Nei giorni successivi alla promulgazione dello scudo fiscale, molti commentatori illustri intervennero a sostegno di Napolitano. Il presidente della Repubblica non ha potere di veto, scrissero tutti. Come a dire, è la solita Italia dei Valori che le spara grosse.Oggi, alla vigilia dell’ennesima legge ad personam, la sfascia-processi, è un ex presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, a dire che “se una legge non va, non si firma”. E che “non si deve usare come giustificazione il fatto che il presidente poi comunque è costretta a firmarla”. “Respingere una legge sbagliata è un modo per lanciare un segnale forte a chi vuole alterare le regole”. Arriva addirittura a citare Francesco Saverio Borrelli “Oggi l’unica regola per chi ha a cuore le istituzioni è resistere”. Parole pesanti, di alto spessore politico, proprio perché giungono da un presidente emerito e che, come a nessuno può sfuggire, ribadiscono la stessa critica avanzata a suo tempo da Di Pietro.Improvvisamente, però, illustri “commentatori pret a porter”, quegli stessi che ebbero a dirne di tutti i colori a Di Pietro, oggi riscoprono il valore del potere del presidente della Repubblica. E allora, tutti giù a scrivere che bocciare una legge non è inutile, che il rinvio non è un gesto vano e che va fatto a prescindere dalla possibile riapprovazione del Parlamento. Insomma, tutti improvvisamente danno ragione a Ciampi.Viene da chiedersi come mai la stessa identica critica susciti opinioni così diametralmente opposte. Viene forte il dubbio che i fatti o le opinioni non vengano giudicati con lo stesso metro, per via di irragionevoli ed inespugnabili pregiudizi.In questo Paese, ahimè, la verità in politica è un lusso che non tutti si possono permettere e la verità è l’unico vizio per il quale si paga sempre dazio.

Commenti

 Caro Massimo,ho pubblicato sul nostro blog di Italia dei valori dell'Alto casertano ( http://idvaltocasertano.blogspot.com/ ) il tuo post che, ovviamente, condivido in toto. Aggiungendo una riflessione personale. Le prerogative del Presidente della repubblica assumono particolare rilievo a salvaguardia delle Istituzioni e della democrazia avendo il nostro Paese una legge elettorale che consente, di fatto, ad una persona- il Presidente del Consiglio- di nominare la maggioranza dei Parlamentari e di essere, allo stesso tempo, portatore di un evidente conflitto di interesse, che in più ambiti (da quello economico a quelo giudiziario) e in diverse circostanze, lo ha indotto ad imporre decreti legge e disegni di legge evidentemente non pensati nell'interesse di tutti i cittadini. Emilio Iannotta

Ho rispetto per la carica Istituzionale ma sono convinto che il Presidente Napolitano, nell'intento di evitare conflitti permanenti con il Presidente del consiglio Silvio Berlusconi e la sua ampia maggioranza, abdica alle sue prerogative, dunque vendendo meno alla tutela dei principi della Carta costituzionale. Il Presidente della Repubblica ha il compito di guardare alla difesa dei cittadini, lo stato è il popolo e non il Presidente del Consiglio. Gli abusi perpetrati dal Presidente del consiglio e dei suoi parlamentari che lo spallegggiano debbono essere censurati da chi ha la tutela e lasalvaguardia dei principi della Carta Costituzionale. L'Onorevole DI PIETRO, ex Magistrato di Mani Pulite, appunto per questo è considerato un Giustizialista, è il Grillo Parlante della politica Italiana e va difeso. Un consiglio al Presidente della Repubblica è quello di difesa della Carta Costituzionale, della Democrazia, Le parole, se non sono seguite da fatti concreti , non hanno valore e tanto è vero che la sua FIRMA è stata cassata dalla Corte Costituzionale e non è la prima volta, allora che sia fiero delle sue prerogative e senza Timore respinga le leggi non conformi al dettato della costituzione e non firmi. Quest'Azione è la dimostrazione della sua integrità e della sua autorevolezza a difesa dei cittadini. Coraggio ed a ben risentirci. Accordino antonio

On. Tenete duro e fatte sentire a tutti la verità essere sinceri e onesti a volte non paga (In denaro) ma vedrà che i risultati che si otterranno alla fine saranno soddisfacenti più di ogni altra cosa.si sà che dire la verità in Italia fà molto male, in qualunque forma venga espressa è sempre la verità                                           FORZA CONTINUATE A COMBATTERE                                 ALLA FINE PENSO CHE QUESTI ITALIANI CAPIRANNO

CARO DONADI, SE NON FOSSE PER IL FATTO CHE IDV E' UN PARTITO INDIGESTO SIA DALLA FASULLA DESTRA CHE AL  FALLITO CENTROSINIOSTRA DI STAMPO D'ALEMIANO, SI AVREBBE UN ALTRO MODO DI REAGIRE.LEI CHE E' UN CULTORE DELLA LEGGE, SA BENISSIMO CHE IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA PUO' NON PROMULGARE UNA LEGGE, ANCHE IN SECONDA LETTURA, ME LO HA INSEGNATO IL PROFESSORE BUONOCORE DELL'UNIVERSITA' DI SALERNO, QUALCHE ECENNIO FA',  LO HA RIPORTATO QUALCHE GIORNO ADDIETRO MARCO TRAVAGLIO, IO L'HO SOSTENUTO SU QUESTO BLOG IN OCCASIONE ELLO SCUDO CRIMINALE GIORNI ADDIETRO.C'E' UN PICCOLO PUNTO, BISOGNEREBBE ESSERE INTELLETTUALMENTE ONESTI, E POLITICAMENTE E MORALMENTE CORAGGIOSI DA RINUNCIARE ALLA PROPRIA POLTRONA PER LE IDEE IN CUI SI CREDE E PER LE QUALI SI COPRE UN ALTO INCARICO.FORSE L'ATTUALE PRESIDENTE E' PRIVO DI QUESTE CARATTERISTICHE, OPPURE E' LEGATO DA BEGHE DI PARTITO CHE LO COSTRINGONO ALLA LOGICA DELL'INCIUCIO DI D'ALEMIANA FATTURA.

Il problema caro Donadi e' che quando parla Di Pietro fa comodo farlo passare per il solito populista, l'estremista, quello che grida al lupo al lupo in realtà e' una strategia vergognosa atta a sminuire l'avversario politico, per far passare per "fesso" chi fesso non e'. Purtroppo alcune scelte di Napolitano francamente non le comprendo, non firmare significa comunque esprimere disaccordo, contrarietà ed esporsi in casi così gravi sarebbe stato utile. Cordiali saluti

NON ESISTE NESSUN TANTO DOPO SONO COSTRETTO A FIRMARE COMUNQUE BISOGNA SE NON SI CONDIVIDE ESPRIMERE IL PROPRIO DISSENSO SEMPLICE E BANALE MA SECONDO IL SOTTOSCRITTO E' COSI'. CHIARO E LIMPIDO.

Mi viene in mente una vignetta satirica, forse di Altan che lessi anni addietro.  Un adulto dichiarav "Il Re è nudo" ed un altro personaggio, forse un bambino, commentava "Ma ha un affare grande così".Credo che allora come adesso quella vignetta indicasse bene la vacuità del popolo italiano.Per questo motivo oggi come ieri continuo a non ritenere "proficuo" o meglio "politicamente proficuo" quello che venne comunicato al popolo circa l'atteggiamento dell'on. Di Pietro. P.S. Del popolo sono parte anch'io ed all'epoca rimasi perplesso in merito. Ed anche adesso poiché mi rendo conto che per come è stato interpretata la richiesta di non firmare sembra essere stata più che altro un autogol. Ricordiamoci che sono in molti ad essere ipnotizzati dal più che semplice,  banale e volgare "La l... ce l'ha duro" . Occhio che le SS sulla cintura avevano inciso Got mit uns (dio è con noi). Per il tedesco credo sia corretto così, se sbaglio correggeemi pure. Victor Victorius..

Art.74 della nostra costituzione recita:"Il Presidente della Repubblica,prima di promulgare la legge,può con messaggio motivato alle Camere chiedere una nuova deliberazione.Se le Camere approvano nuovamente la legge,questa deve essere promulgata".Non vi è ombra di dubbio che Napolitano,se lo riteneva opportuno,poteva non firmare la legge in questione.Credo che il Presidente firmando abbia condiviso la legge,a nulla serve celarsi dietro l'obbligo.

Condivido pienamente le parole di Ciampi come,prima,ho condiviso,nel loro significato,quelle di Di Pietro,effettivamente un po' forti. La cosa che distingue due persone è se vogliono usare i poteri loro assegnati oppure no; non è detto che questa si vigliaccheria o coraggio,può darsi che sia l'essere coscienti delle responsabilità,grandi,che uno ha oppure no,il chiamarsi fuori dall'emanazione di una PORCHERIA anche se,in seconda battuta devi emanare,oppure condividerla,ed qui il grosso dubbio che ancora non sono riuscito a sciogliere.Dalle mie parti si dice"bel mi' Pertini!!!"

Il monito del Presidente della Repubblica proprio non lo condivido.Ha tuonato:"I giudici svolgano le proprie funzioni".Perche non lo fanno?Di più:"nulla può abbattere un governo che abbia una maggioranza" Anche se i suoi componenti commettono reati?A me suona come un bavaglio alla magistratura.

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