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SIAMO DAVVERO ALLA RIVOLTA DELLA BASE?

Italia dei ValoriItalia dei ValoriSono convinto che Italia dei Valori abbia due strade davanti: avere un grande futuro o non averne nessuno. Per noi non ci sono vie di mezzo. O riusciremo a costruire un partito davvero innovativo e coerente con i principi che proclamiamo o scompariremo. La scommessa si gioca intorno a quattro pilastri fondamentali in cui credo e per i quali, da sempre, mi batto.1) Italia dei Valori dovrà continuare ad essere un partito di uomini liberi che non deve niente a nessuno, se non ai propri elettori. Nel suo futuro, così come nel suo passato, non dovrà esserci nessun compromesso, nessun pacchetto di scambio con i cosiddetti poteri forti, quei potentati economici e finanziari cui oggi molto devono altri partiti.2) Italia dei Valori dovrà essere il partito del nuovo Rinascimento della politica italiana, che concepisce la politica come servizio civile, come ricerca del bene del cittadino e non della poltrona per il dirigente politico di turno.3) Italia dei Valori dovrà essere il partito dei militanti e non dei tesserati. Per questo, il tesseramento dovrà basarsi su un principio imprenscindibile, ovvero il passare di un ragionevole lasso di tempo tra il momento in cui ci si iscrive e quello in cui ci si candida a incarichi pubblici o di partito. Solo così Idv potrà selezionare una classe dirigente coerente ed “appassionata” e non ridursi ad essere un autobus sul quale si sale per  fare carriera.4) Italia dei Valori dovrà continuare ad essere il partito delle regole, che significa una cosa sola. Chi sbaglia paga ed è fuori un secondo dopo, a tutti i livelli, qualunque sia il suo incarico o il suo ruolo. Solo così facendo, Idv potrà continuare ad essere quel partito integerrimo che fa del rispetto delle regole e della questione morale il suo punto qualificante e  di partenza per un vero rinnovamento della classe politica italiana.E’ questa Italia dei Valori oggi? In parte, non ancora del tutto. Quello che Italia dei Valori è oggi, grazie all’intuizione di un uomo solo e di 4 o 5 persone che ci hanno creduto sin dall’inizio, è comunque già un miracolo. La crescita tumultuosa ed esponenziale degli ultimi tempi ha rappresentato una sfida che, dobbiamo riconoscerlo, ci ha colti per molti aspetti impreparati ma non distratti.C’è ancora molto da fare sul piano del rispetto delle regole, sul consolidamento di una classe dirigente che ami a fondo questo partito, sulla democrazia interna. Nessuno deve tirarsi indietro, soprattutto chi più di altri ha responsabilità politiche importanti.Per parte mia, questo l’ho fatto da sempre nell’unico modo che credo corretto e, cioè, senza clamore, senza ricerca di momenti di “gloria”, convinto come sono che un partito non si rinnova con interviste sui giornali ma rimboccandosi le maniche e lavorando sodo, affinché, passo dopo passo, mattone dopo mattone, questo partito somigli sempre di più al modello ideale che molti di noi hanno nell’animo.Ho deciso di parlarvi di tutto questo, nel post di oggi, perché molti giornali e televisioni in questi giorni stanno dedicando grande spazio a quella che è stata definita “la rivolta della base” di Italia dei Valori per chiedere più democrazia e trasparenza. Di questo vorrei distinguere due aspetti, uno positivo, uno negativo. Quello negativo riguarda, esclusivamente, la strumentalizzazione che, di questa legittima e naturale forma di dissenso democratico, stanno dando i mezzi di informazione. Siamo di fronte ad una vera e propria disinformazione, da parte di media che non ci amano perché sanno di non poterci controllare. Giusto per capirci, alla riunione autoconvocata di Bologna, mi risulta ci fossero state una cinquantina di persone che, se fossero state di un qualunque altro partito che non fosse IDV, non avrebbero avuto neanche l’onore di una riga nel giornale locale. Ma l’altro aspetto, quello positivo, ci impone di non minimizzare e anzi, di rispettare, il dissenso che quelle persone hanno voluto esprimere. Perché il dissenso è democrazia e un partito come  l’Italia dei Valori non può aver paura del dissenso al proprio interno ma anzi deve fare ogni sforzo per creare occasioni ed opportunità affinché ogni ragione o dissenso trovi il suo spazio e si possa esprimere. Anche questo blog sarà sempre a disposizione di tutti, come è doveroso che sia nella rete che è l’unico spazio di democrazia privo di controlli e censure.Credo anche che il partito abbia il dovere di ascoltare questo dissenso e di interrogarsi sulle ragioni di chi lo esprime o sul fatto se siano stati commessi degli errori.Coerentemente con quello che dicevo prima credo, però, che tutto questo vada fatto nel dialogo e nel confronto e non sui giornali. Ma su questo vorrei davvero sentire il vostro parere. E se riterrete che, in questa fase, anche il parlare pubblicamente di questi problemi sia un mezzo di crescita, credetemi, non mi mancheranno né le idee, né il coraggio per esprimerle. Per sostenere anche pubblicamente l’impegno per migliorare il nostro partito che spesso, in questi dieci anni, mi è valso l’appellativo di “asburgico”, per l’intransigenza con la quale concepisco la realizzazione di questi valori.